Fiorello contro Vespa: “al compleanno Rai mancavo pure io”

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Ancora polemiche sulla puntata di Bruno Vespa in omaggio ai 60 anni della Rai. Dopo Pippo Baudo arriva anche Fiorello a far notare che:

“Allo speciale Porta a Porta c’erano tanti ospiti. Vespa li ha scelti uno ad uno. Sulle poltroncine si sono seduti Paolo Bonolis, Antonio Lubrano, Piero Angela, Bruno Pizzul, Mario Orfeo, Lino Banfi, Antonella Clerici e Antonio Polito. Ma a far discutere non sono stati i presenti, ma gli assenti. Così dopo la rabbia di Baudo, fatto fuori da Vespa, arriva quella di Fiorello che afferma: ‘Devo dire che al compleanno Rai mancavo pure io, ma io non sono nessuno…’. Una frase al veleno che di certo non è passata inosservata. E ora la fronda anti-Vespa si allarga”.

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Ed è subito Festival: Fazio e Saviano, Jovanotti ha altri progetti

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«A Sanremo non si può dire di no» così Fazio dopo aver scelto di condurre anche quest’anno il Festival della canzone. Così Fazio si appresta a diventare il numero 3 delle cerimonie fastivaliere, subito dopo Pippo Baudo e Mike Bongiorno. Nell’intervista che il conduttore ha rilasciato si sono toccati diversi punti: da Luciana Litizzetto a Roberto Saviano. Niente da fare per Jovanotti che ha altri progetti!

Fabio, alla sua età Pippo ne aveva fatti solo tre di Sanremo: rischia di batterlo. «Ma io sono dell’idea che il Festival debba cambiare spesso timoniere per sorprendere il pubblico».
Intanto lo rifà: non ha paura di bruciarsi dopo il successo della scorsa edizione? «Non si può sempre stare a fare calcoli da triplo salto mortale. Fare il lavoro che faccio è già una grande fortuna E poi, se la Rai chiede di rifarlo, non bisogna essere egoisti».
Neppure masochisti. Vuol dire che ha già un’idea su come muoversi. «Faremo quello che nessuno si aspetta: cioè seguire lo schema dell’anno scorso, magari con più leggerezza. Possiamo far peggio, in quel caso ci inchineremmo al nostro festival precedente».
Anche Luciana Littizzetto condivide il fatto che al Festival non si può dire di no e ha detto subito di sì? «Subito sì non lo dice nessuno. Ma con Luciana condividiamo lo stesso atteggiamento. Poi, ragazzi, far Sanremo non è andare alla guerra. E’ un programma molto vecchio, che confina con il popolare e con il trash. Ma la tv è cambiata, oggi ci sono mille linguaggi. Ci vorrà un cast lontano dallo stereotipo, anche se questa è una categoria dai addetti ai lavori. Per me il Festival va preso come l’Expo di Parigi, dove tutti vanno a mettersi in mostra. Ma chi verrà dovrà venire felice di esserci e non da terrorizzato».
Si dice che ci potrebbe arrivare Lorenzo Jovanotti, del resto lo aveva già avuto nel 2000. «Gliel’ho proposto dopo aver visto la meraviglia del suo spettacolo negli stadi. Sarebbe stato un gran regalo. Ma ha altri progetti».
Preferisce starsene in America. «Non so se da qui a febbraio cambierà idea. Lo spero, ha una gran carica positiva, una formidabile intensità che lo fa essere incredibilmente in sintonia con il Paese. Come è stato la colonna sonora di quest’estate, mi piacerebbe che fosse la colonna sonora del prossimo Festival».
E Fiorello? «Non ne so nulla, ma attorno a Sanremo, si sa, nei mesi di preparazione girano nomi di qualsiasi genere».
Con Saviano vi siete scambiati tweet che lasciano supporre. Lui ha scritto: “Brindo alle cose che faremo”. Lei ha risposto: “Anzi, a quelle che abbiamo già in mente di fare”. Si riferiva al Festival? «Sarebbe bellissimo vederlo su quel palco. Vedremo».
Certo, non sarà una passeggiata, quest’anno c’è anche la lunga di Che tempo che fa alla domenica, che parte proprio dopodomani. «Chiuderemo un’ora più tardi perchè non c’è Report che va di lunedì. Certo, ci sarà più lavoro ma la squadra è allenata e mi sento in un periodo felice della mia vita».

Shock alla tv pakistana: presentatore regala bebè a coppia sterile

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Durante il mese sacro del Ramadan un noto presentatore televisivo pachistano, il 41enne Amir Liaqat, considerato una sorta di  “Pippo Baudo”,  ha  “regalato” un neonato abbandonato nella spazzatura a una coppia sterile.  Liaqat, che in passato è stato anche un politico ed è un ex ministro per gli Affari religiosi, da sempre punta a far audience attraverso situazioni sensazionalistiche, ma forse questa volta ha davvero esagerato anche se le intenzioni erano delle migliori.

Durante un programma-contenitore che si chiama Amaan Ramzan (“Ramadan di pace”) e che va in onda tutti i pomeriggi con talk-show e quiz a premi, Liquat ha mostrato ai telespettatori una neonata su uno scintillante cuscino rosso spiegando che era stata abbandonata in una discarica e che grazie a una organizzazione non governativa aveva trovato nuovi genitori.

Il bebè era stato portato in studio da Muhammad Ramzan Chhipa, un attivista che è a capo di un’associazione che porta lo stesso nome e che ha un programma per l’affidamento di orfani. La bambina, a cui il presentatore ha messo il nome di Zainab, è stata poi “regalata” a una coppia che da anni vorrebbe dei bambini.

Ma in un paese in cui l’abbandono dei neonati è altissimo, soprattutto per mantenere il buon nome della famiglia, può rappresentare davvero un crimine “regalare” a una coppia che lo desidera quel figlio che mai ha potuto avere?

Scontro su via Rasella fra Baudo e Anpi

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Via Rasella ha fatto scoppiare la bufera. L’Associazione dei partigiani (Anpi) ha sottolineato l’errata definizione data da “Il Viaggio” su Rai Tre che in un servizio sulle Fosse Ardeatine aveva definito Via Rasella un “attentato storico” mentre l’Anpi ha fatto notare che si è trattato di una “legittima azione di guerra partigiana”.

La frase era stata detta nell’ambito di un intervista che Pippo Baudo aveva fatto al maggiore dell’Esercito, Francesco Sardone, che è anche direttore del Mausoleo delle Fosse Ardeatine. In tale occasione Baudo avrebbe detto la frase che ora è al centro del dibattito che ne è sorto. Il noto conduttore, come ricostruito dal giornalista Alessandro Fulloni sul Corriere della Sera, si è poi giustificato dicendo:

“Qui si gioca con le parole. Mi pare che non abbiamo mai detto “terrorismo” ma per esserne sicuro dovrei vedere il filmato. In ogni caso anche se avessimo fatto questo riferimento non sarebbe stato nel senso che si usa oggi. Allora parliamo di attentato, lo era sì o no? I nazisti, che hanno tutta la mia disistima per quello che hanno compiuto nel mondo, facevano pattugliamento. I partigiani sapevano che la reazione dei tedeschi sarebbe stata uno a dieci? Purtroppo che questa rappresaglia nazista ci sarebbe stata era noto perché c’erano manifesti su tutti i muri di Roma, come ha spiegato bene il maggiore Sardone”.

Dietro quelle parole magari ci sono state vite umane spezzate? Ideali? Il concetto stesso d’Italia? Quindi potrebbe non è un “semplice gioco di parole”, ma uno stravolgimento dei fatti storici  come viene rilevato nella risposta dell’Anpi al conduttore:

“Dobbiamo correggere il maggiore Sardone che ha raccontato che dopo l’8 settembre del ’43 i Gruppi Armati Proletari cominciarono a compiere attentati contro i tedeschi, evidentemente confondendo i G.A.P., Gruppi di Azione Patriottica responsabili dell’azione di via Rasella, con i Gruppi Armati Proletari, gruppo terroristico degli anni di piombo. Parlando della rappresaglia, le domande di Baudo sembrano legittimare le presunte leggi di guerra, solo in parte spiegate dal maggiore dell’Esercito, continuando a diffondere l’idea sbagliata che si potessero uccidere 10 persone per ogni militare morto. Baudo afferma: “Dobbiamo dire la verità, sui fatti ancora si discute… gli autori non si sono mai presentati, anzi, sono stati insigniti di medaglia d’oro ed alcuni hanno fatto i deputati”.

L’Anpi non accetta la ricostruzione degli avvenimenti fatta da Il Viaggio:

“In realtà l’eccidio fu compiuto dai tedeschi in gran segreto e in tempi rapidissimi (21 ore dopo l’azione), in combutta con la polizia fascista, che consegnò alle SS di Kappler una parte delle vittime. Non fu rivolto alcun appello a consegnarsi agli autori dell’azione di via Rasella nè vi fu alcun preavviso della rappresaglia. Proprio per celare il posto dell’eccidio, i tedeschi fecero esplodere delle bombe all’ingresso delle cave Ardeatine. Ricordiamo – prosegue l’associazione dei partigiani – quindi a Baudo, nel ’70 anniversario della Resistenza, e a tutti i cittadini italiani che lo hanno ascoltato, che la verità è un’altra ed è stata definitivamente stabilita dai tribunali”.

La replica del conduttore non si è fatta attendere e Baudo ha dichiarato:

“Purtroppo questa è una spina dolorosa che si trascina nel tempo, ma una volta che sai che la tua azione, per quanto eroica, contribuirà a far ammazzare 335 persone o hai il coraggio di dire “sono stato io” e ti immoli o verranno uccisi degli innocenti. L’esempio più calzante è quello del vice brigadiere dei carabinieri Salvo d’Acquisto che si è immolato”.

Baudo infine sottolinea la differenza tra “tribunale della storia” e “tribunale della morale”, che sono ben diversi:

“Nessuno si è immolato per salvare queste vittime. Io sono per i partigiani e quello che hanno fatto in Italia è eroico ma in questo caso un atto di eroismo in più ci stava”.

Forse anche una trasmissione e un servizio in meno ci stava?

Fiori bianchi, auto d’epoca e tanta commozione: i funerali di Little Tony

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“Nei meravigliosi lidi dove ora stai scorrazzando, avrai tutto il tempo, la giovinezza che mai tramonta, e soprattutto la bellezza, per affinarti in un rock superiore, che fra le tribolazioni terrene non è dato ad alcuno di conoscere e che, da lassù invece, è tutta un’altra storia.”  E’ stato questo l’ultimo saluto di Adriano Celentano per l’amico Little Tony, di cui oggi si sono celebrati i funerali presso il santuario del Divino Amore, una cerimonia semplice e sentita a cui sono accorsi parenti, amici e centinaia di fan, alcuni partiti da lontano per portare il loro ultimo saluto.

La chiesa era gremita e nel parcheggio vicino è stato allestito un maxischiermo. Sui primi banchi in chiesa gli amici conosciuti durante la lunga carriera: Bobby Solo con cui ha condiviso 35 anni di carriera, Al Bano, Mara Venier commossa dietro occhialoni neri e Pippo Baudo. All’esterno, varie auto d’epoca, sua passione, tra le quali spiccano le Ferrari.

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Il Fazio Show alla terza serata segna 11,5 mln di spettatori, 42,8% di share

Arrivano i dati della terza serata e sono ancora positivi. Il Sanremo di Fazio e Littizzetto tra tematiche gay, flash mob contro la violenza e  le polemiche su Crozza, riesce a portare spettatori anche dopo 3 serate. Oggi sarà la serata dedicata al passato, tra immagini di repertorio che ci faranno riascoltare il peggio della musica leggera italiana, si cercherà di fare la storia di Sanremo rimestando nei ricordi degli italiani.  Gli ospiti saranno Caetano Veloso, Pippo Baudo, Stefano Bollani e la Giuria di Qualità guidata dal premio Oscar Nicola Piovani, e nella quale Neri Marcoré ha preso il posto dell’indisposto Carlo Verdone.

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