“I virus m’impediscono di vedere i porno”: vuole denunciare gli hacker

hacker-tuttacronacaUn anziano di Piove di Sacco, in provincia di Padova, si è presentato in caserma dai carabinieri portando con sè il suo computer. Il 70enne era intenzionato a denunciare gli hacker che, avendogli inondato il pc di virus, gli impedivano di guardare i film porno. L’uomo ha spiegato: “Sono stanco e arrabbiato, non è possibile che ogni volta che entro in un sito pornografico, il mio computer rimanga vittima di un virus. Ogni settimana spendo duecento euro di tecnico informatico. Le donne sono il bello della vita, non posso farne a meno. Certo se mi trovassi una compagna, avrei meno pensieri e risparmierei anche i soldi del tecnico informatico”. Spiegare all’uomo che è praticamente impossibile sporgere denuncia contro gli hacker informatici, tuttavia, non è stato facile. “Mi volete dire che ogni volta sarò costretto a pagare il tecnico per tornare a divertirmi? Va bene, di certo io non abbandonerò il piacere dell’hard. Sono una brava persona – ha detto ai militari – non ho mai fatto male a nessuno. Non posso farmene una colpa se non trovo una donna tutta per me. Ma la testa e il fisico funzionano perfettamente e non è ancora il momento di abbandonare la sessualità”. A quel punto l’uomo non ha potuto far altro che riprendere il suo computer e affermare: “Andrò anche questa settimana dal tecnico, non posso resistere senza sesso, è la mia passione più grande”. Il maresciallo gli ha dato una pacca sulla spalla e gli ha augurato buona fortuna.

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Felice “Faccia d’angelo” Maniero non ne può più

felice-maniero-tuttacronacaLo sfogo arriva da Felice Maniero, ex boss della Mala del Brenta: “Non ne posso più di chi vuol farsi pubblicità a spese mie. Prima un ex aspirante sindaco di Silea che dice di sapere dove abito, a Silea (Treviso), dove invece non sono mai stato, e chiede di essere eletto per mandarmi via. Poi quello che fa le magliette con la scritta “Fasso rapine” (“faccio racipe”, ndr.) e la mia faccia. Poi una defici***e che fa un articolo in cui scrive esattamente il nome della via dove abito, costringendomi a traslocare. E adesso questo vicentino, che vuole uscire dall’anonimato, dicendo di essere stato minacciato dal sottoscritto. L’unica minaccia reale è alla mia vita e a quella della mia famiglia e arriva da gente irresponsabile come questi giornalisti che io non ho mai visto nè conosciuto e che a tutti i costi vogliono farsi pubblicità a spese mie. Adesso mi sono rotto e inizierò a denunciare”. Il riferimento è alla presunte minacce ad Alessando Ambrosini, un vicentino che edita il sito web “notte criminale” e che nei giorni scorsi ha reso noto di aver denunciato Maniero per le minacce ricevute via mail. “A parte il fatto che non sono così ingenuo da minacciare qualcuno per iscritto, il problema vero è che ho tentato con le buone di fargli togliere i riferimenti e poi, se mi permettete, mi sono arrabbiato visto che mi ha fatto capire che avrebbe tolto i riferimenti se io accettavo di incontrarlo. Ecco, mi sono detto, di nuovo uno che ha bisogno del sottoscritto per farsi un nome. Non ho accettato e lui mi ha denunciato”. Come ricorda il Gazzettino, è nel giugno di quest’anno che Maniero scopre che Ambrosini ha messo sul suo sito internet sia quell’articolo “di quella giornalista” sia il nome nuovo di Maniero – che porta da quando ha finito di scontare le condanne ed è tornato ad essere un libero cittadino. Dunque, “grazie” ad Ambrosini, era possibile sapere in che città abita Maniero e pure come si chiama. Chiaro che Maniero si arrabbia. “Possibile che io non abbia diritto ad essere dimenticato? Non faccio nulla per mettermi in mostra, ho pagato il mio conto con la giustizia, ho cambiato vita, lavoro e sto con la mia famiglia, perchè questi invece di fare il loro mestiere, puntano a far ammazzare i miei figli?” Maniero chiede, in data 6 giugno 2013, la rimozione dell’articolo dal web. Il giorno dopo Alessandro Ambrosini scrive a Maniero: “Se accetta di incontrarmi e di scambiare quattro chiacchiere, lo farò molto volentieri”. La mail si conclude con un “io non vengo da scuole di giornalismo, ma vengo dalla strada e non scendo dall’albero come molti miei colleghi. Avrà ricevuto mille volte mail del genere e io non sono il 1001esimo”. Maniero risponde a muso duro: “Senti bene, uomo della strada, stai mettendo in pericolo la vita mia e dei miei figli”. Poi dà del cialtrone al giornalista e conclude “Un proverbio: uomo avvertito mezzo salvato”. Subito dopo Maniero fa chiamare Ambrosini dal suo avvocato e Ambrosini chiede, attraverso il legale dell’ex boss del Brenta, che Maniero gli invii una mail in cui assicura che non si tratta di una minaccia. “Mi sono sentito con il mio avvocato, ovviamente non era una minaccia la mia. Effettuare una minaccia per mail sarebbe una condanna certa, un po’ di esperienza mi è rimasta, non crede?” Passano tre mesi, “io non accetto di incontrare Ambrosini” e Ambrosini va dai carabinieri a fare la denuncia.

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