
È una probabile infiltrazione d’acqua la causa del crollo del palazzo alla Riviera di Chiaia a Napoli. È quanto fa sapere il tenente Alfredo Marraffino della polizia municipale, responsabile dell’Unità operativa di Chiaia. Sono 10 al momento le famiglie sgomberate a scopo precauzionale. Dopo aver parlato di gas o dei lavori della metro ora l’ipotesi più agghiacciante è quella che si sia trattato di un’infiltrazione di acqua.
Si sarebbe determinato una infiltrazione proveniente da una falda acquifera naturale, presente in zona. È questa l’ipotesi al momento più accreditata, formulata anche dai vigili del fuoco. L’acqua avrebbe creato un vuoto sotto l’ala del palazzo provocandone il cedimento. In sostanza si sarebbe creato un torrente sotterraneo di acqua e fango confluito in uno ampio scavo a circa 25 metri dal sottosuolo realizzato nel cantiere della metropolitana di piazza della Repubblica. Poco prima del crollo c’è stato un intervento per tamponare una falla apertasi in una galleria, tuttora parzialmente allagata, e posta a 30 metri di profondità nel sottosuolo, poco distante dalla verticale del palazzo. Sono un centinaio le persone sgomberate ed è interessato, oltre a palazzo Guevara, anche quello adiacente. Un grosso squarcio nel sottosuolo ai piedi del palazzo in parte crollato: è la voragine che si presenta agli occhi di soccorritori e curiosi dopo che sono state rimosse in gran parte le macerie. Intanto giungono ulteriori conferme sul fatto che l’allarme è stato dato dopo che i tecnici al lavoro nel cantiere della metropolitana hanno verificato il cattivo funzionamento di una cabina elettrica, con conseguenze di sospensione della corrente elettrica, causa di una perdita d’acqua nel sottosuolo.
Tutta la zona della Riviera di Chiaia, a Napoli, interessata dal crollo parziale di un edificio è senza acqua. Le scuole limitrofe sono state evacuate e il traffico interrotto. La zona interessata dal crollo è stata transennata, una folla di curiosi assiste alle operazioni di scavo a distanza di una cinquantina di metri.
Testimonianze:
«Se sono vivo è per un miracolo». Vincenzo Senese lavora come meccanico proprio dove è crollato al suolo un’intera ala del palazzo della Riviera di Chiaia a Napoli. «Se non sono sotto le macerie – racconta – è solo perchè sono stato chiamato da un cliente che aveva la macchina parcheggiata 50 metri più in là. Da lì ho assistito al crollo. Prima è venuta giù la parte di sopra e poi si è sbriciolato tutto il resto. Ho sentito un boato, come se fosse una bomba, e le urla disperate della gente».
«Ero nel palazzo quando il palazzo è crollato». Diego Fernandes è un commercialista che lavora al secondo piano dell’edificio crollato a Napoli. «Il Palazzo ha cominciato a tremare e siamo usciti utilizzando le scale – dice – perchè non erano crollate».
Fernandes racconta che i suoi colleghi si erano preoccupati per forti rumori che avevano sentito già dalle 8 della mattina. «I miei colleghi hanno pensato a un terremoto – afferma – È andata via l’elettricità, abbiamo sentito una forte puzza di gas e solo perchè non c’era corrente non si sono verificate esplosioni».
Una delle inquiline dell’ala collassata, Carla Travierso, è salva per miracolo. Si trovava in bagno, sotto la doccia, mentre il salone cedeva. Ha trentasette anni, ora è in ospedale sotto choc.
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