“Ibiza dice no”: i vip che proteggono l’isola dalle piattaforme petrolifere

ibiza-dice-no-tuttacronacaGli abitanti delle Canarie e delle Baleari si sono mobilitati nel tentativo d’impedire l’esplorazione di petrolio vicino alle isole. Anche alcune celebrità hanno fatto udire la loro voce per “proteggere” uno dei loro luoghi di ritrovo: Ibiza. E proprio la presenza di vip che si aggiungono alla protesta è stata la molla che ha fatto scattare l’attenzione dei media, con immagini che arrivano da ogni parte del mondo e le scritte Eivissa diu no e Ibiza dice no. Nel caso delle Isole Baleari , uno degli argomenti portati avanti da Greenpeace è che si tratta del sito del più importante per la deposizione delle uova di tonno nel Mediterraneo. Nella galleria che segue, alcuni scatti dei vip che hanno preso parte alla protesta, come Kate Moss, Paz Vega e la modella Judith Benavente. E’ El Mundo che spiega che la moda di scattare foto di nudo per questa protesta ha preso il via quando “Joan Tur , un ingegnere di Ibiza 27 anni, ha raggiunto l’auto, ha afferrato una lattina di olio, poi si è spogliato e fotografato con la lattina e un cartello con la slogan ‘ Eivissa diu no’ (Ibiza dice no ), per poi condividere la foto in rete.”

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Arriva il satellite che ci aiuterà a trovare il petrolio?

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Gli estrattori di gas e petroli avranno un nuovo alleato: il satellite. L’Esa (European space agency, l’Agenzia spaziale europea) ha spiegato come l’International association of oil and gas producers (Ogp), associazione internazionale del gas&oil, consideri importante l’uso dei satelliti per l’osservazione della Terra affrontando le “nuove frontiere” dell’esplorazione, e l’agenzia spaziale indica quindi come “la serie di satelliti ‘Sentinel’ di prossimo arrivo faciliteranno questi nuovi sforzi”. L’Esa sta infatti sviluppando 5 nuove missioni denominate ‘Sentinel’ e sviluppate specificamente per le necessità dell’osservazione del pianeta e nell’ambito di queste missioni i satelliti potranno essere usati dai settori oil&gas per la mappatura geologica, il monitoraggio della subsidenza e le situazioni di emergenza, come gli sversamenti di idrocarburi. “Mano a mano che l’industria estrattiva affronta nuove sfide- spiega l’Esa- come operare ad alte latitudini e rispondere a requisiti legali sempre più esigenti per quel che riguarda la sostenibilità ambientale, l’osservazione della Terra sta diventando sempre più importante per il settore”.

“Sebbene molte compagnie abbiano già integrato” le tecnologie satellitari “nelle loro attività- spiega l’Esa- c’è il bisogno di stabilire linee guida a livello di settore”. L’International association of oil and gas producers (Ogp) e l’Agenzia spaziale europea hanno iniziato a collaborare 3 anni fa con un seminario congiunto per esplorare le possibilità di un incremento dell’uso dei satelliti. Viste le opportunità, il comitato Ogp Geomatics ha stabilito un organismo dedicato, cioè l’‘Earth observation subcommittee’. Questo organismo “si occuperà esclusivamente di promuovere e strutturare l’uso dei satelliti e del telerilevamento aereo nel settore oil&gas”.

Alcune delle linee guida dell’Ogp “si focalizzano sulle operazioni nell’Artico, dove si trova circa il 13% delle riserve di petrolio non ancora sfruttate”, segnala l’Esa. In questa regione “esplorazione e sfruttamento in sicurezza si baseranno molto su informazioni accurate e tempestive circa il ghiaccio marino e gli iceberg- ricorda l’agenzia- è quindi altamente prioritario che l’Ogp stabilisca linee guida su come i dati prodotti dall’osservazione della Terra possano favorirli”, assicurando che gli operatori abbiano “le conoscenze e la capacità di utilizzare le informazioni satellitari”.

La costellazione dei satelliti ‘Sentinel’ giocherà “un ruolo di primo piano in questa nuova frontiera”. Queste nuove missioni “cambieranno le regole del gioco per l’industria in termini di disponibilità dei dati- dice il membro dell’‘Earth observation subcommittee’ Ogp Richard Hall, della norvegese Statoil- ma dobbiamo assicurarci di essere pronti ad entrare in questa nuova era della geo-informazione”.

I sotterranei… della vodka: scoperto il “vodkadotto”

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Una scoperta incredibile è stata fatta dalla polizia di frontiera del Kirghizistan durante un pattugliamento. Prima si è ritenuto che fosse una conduttura illegale per il passaggio di petrolio, poi invece si è scoperto che lì dentro passava vodka. Un vero e proprio vodkadotto che trasportava migliaia di litri di alcol. Lunga circa 500 metri e con un diametro di 20 cm, il vodkadotto passava anche otto il fiume Cu che fa da frontiera tra Kirghizistan e Kazakistan.  secondo alcune fonti la conduttura sarebbe stata costruita mesi fa. Probabilmente il Kazakistan inviava al Kirghizistan la vodka poiché c’è una forte richiesta del liquore nella regione, ma il prezzo spesso non è alla portata di tutti.

Disastro ambientale in Thailandia: tre giorni non bastano, la marea nera resta.

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Sembra più complesso del previsto l’intervento di ripulitura dell’isola di Koh Samet in Thailandia dopo che sabato si era avuto un versamento in acqua di petrolio di ingenti quantità pari a circa 50mila litri di greggio. Nonostante il proposito annunciato dalla PTT Global Chemical, l’azienda statale responsabile dell’inquinamento che aveva promesso il ripristino in appena tre giorni. Si teme per l’impatto che tale disastro ecologico può avere sull’industria ittica e su quella del turismo veri motori propulsori dell’economia thailandese.

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Day After: ecco le foto della città canadese distrutta dalle fiamme

Lac Megantic,città,distrutta,tuttacronaca

Fino a ieri Lac Megantic era una cittadina del Quebec, sul lago d’acqua dolce, da ora in poi sarà ricordata per il tragico incidente che l’ha distrutta. Le fiamme che si sono generate dopo il deragliamento del treno che trasportava petrolio non hanno lasciato scampo alla città. Al momento mancherebbero all’appello una sessantina di persone e ci sarebbe una sola vittima accertata, si teme che il bilancio nelle prossime ore sia destinato a salire.

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Treno merci deraglia e la città va a fuoco.

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Era carico di greggio il treno che ha deragliato, intorno all’1 del mattino (ora locale), nella città di Lac-Megantic, in Quebec,  Canada, provocando 6 esplosioni a catena e un grande incendio che ha coinvolto tutti i 73 vagoni che componevano il convoglio. Una enorme quantità di petrolio si è anche rovesciata nel fiume Chaudiere provocando un ingente inquinamento. Al momento le notizie che arrivano sono confusi ma si temono vittime anche perché ci sarebbe già una lista di persone che al momento risultano scomparse. Sul posto sono arrivati 100 Vigili del Fuoco che stanno provando a fare il possibile, mentre sono stati chiamati soccorsi anche negli Stati Uniti.

“E’ spaventoso. Non ho mai visto nulla di simile – ha detto un residente locale, Claude Bedard, citato dai media canadesi – i supermercati Metro e Dollarama, tutto quello che era lì è scomparso”. Il treno, che era diretto verso il Maine, negli Stati Uniti, appartiene alla compagnia Montreal Maine & Atlantic.

Si teme per il mare e le spiagge a Gela: sversamento di petrolio

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E’ scattato l’allarme ambientale oggi a Gela, in sicilia, a causa di una consistente perdita di petrolio da una tubazione dell’impianto Topping, nella raffineria Eni. Il greggio, dopo essersi riversato sul canale di scarico dell’acqua marina usata per il raffreddamento di talune apparecchiature della fabbrica, ha raggiunto la foce del fiume Gela. Ora il timore è che vengano inquinati il mare e la spiaggia a est della città Già mobilitate le imbarcazioni antinquinamento da parte della Capitaneria di porto e si è provveduto distendere le panne galleggianti per impedire al petrolio di espandersi nelle acque attorno alla foce del fiume mentre le idrovore tentano il recupero a bordo dei natanti appositamente attrezzati. La situazione sembra sotto controllo anche se si cerca di eliminare una parte di greggio già trascinata dalla corrente prima dell’intervento dei mezzi. Nel frattempo, all’interno dell’impianto è stata bloccata la perdita e si cerca di comprendere la causa della perdita. La direzione aziendale ha avviato un’ndagine, mentre un’inchiesta è stata aperta dalla procura della Repubblica del tribunale di Gela.

Su quanto accaduto è intervenuto anche Crocetta: “L’ennesimo episodio di sversamento a mare di petrolio proveniente dalla raffineria di Gela, all’indomani di una giunta di governo che proprio a Gela ha stabilito di potenziare nelle aree industriali siciliane le strutture di prevenzione sanitaria e cura sulle malattie tipiche dell’industrializzazione, obbliga il governo della Regione ad elevare il livello di soglia dei controlli da effettuare in quei siti». Lo ha detto in una nota il presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta. “Ritengo – continua il governatore – che in questi siti bisogna organizzare in loco task force specifiche composte da Arpa, Genio civile, Asp e uffici ambientali delle province, per esercitare un’azione continua e costante di controllo. Da tempo, per Gela, sono state concesse le autorizzazioni ambientali, regionali e nazionali, necessarie per rafforzare la sicurezza degli impianti. Convocherò – conclude il governatore – immediatamente l’Eni, l’Asp, l’Arpa, l’assessorato alla Salute e al Territorio e Ambiente per giovedì prossimo, per approfondire le ragioni di questo ennesimo incidente ambientale, su quali investimenti immediati intende promuovere la raffineria per risolvere la situazione in maniera definitiva”.

Shell fugge dall’Italia?

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Shell sta valutando l’ipotesi di cedere i suoi 870 distributori di benzina in Italia. La compagnia petrolifera sta infatti “considerando la potenziale cessione dei business rete, aviazione, supply e distribuzione” nel nostro Paese. Si tratterebbe di una decisione in linea con la strategia di concentrarsi sul “downstream”, chiamato anche processo a valle ( con la  raffinazione del petrolio greggio e la trasformazione e purificazione di gas naturale grezzo , nonché la commercializzazione e distribuzione di prodotti derivati ​​dal petrolio greggio e di gas naturale)  solo dove questo è competitivo.

Mille litri di petrolio sversati nel mare d’Abruzzo. Edison blocca produzione.

petrolio

Algeria in continua evoluzione. Intanto i sequestratori lanciano minacce

Inghilterra: Cameron fa sapere che sono meno di 30 gli ostaggi inglesi ancora in mano ai terroristi e si dichiara deluso dalla scarsa informazione che riceve dalle autorità algerine.

Francia: Ayrault comunica che l’operazione al sito di Amenas è ancora in corso. Parla di diverse vittime, ma non specifica altro.

Usa: Panetta a Londra assicura che “i terroristi non troveranno rifugio in Algeria, in Nord Africa o altrove”.

Vai all’articolo precedente

Tolta elettricità a campo petrolifero di Amenas: non si conosce reazione terroristi

Intanto 30 prigionieri algerini sono riusciti a scappare.

Vedi articoli precedenti.

O autorità algerine cessano attività o terroristi uccideranno ostaggio inglese

Oltralpe fanno sapere che non ci sono ostaggi francesi nel campo petrolifero di Amenas.

Leggi anche: Attacco a base petrolifera algerina.

Ciad. Vescovo espulso per sua critica a gestione proventi petrolio ora può rientrare

Mons. Michele Russo, che aveva fatto rientro in Italia ad ottobre, può riprendere il suo posto in Ciad.

Nel futuro dell’Eni c’è la Libia: piano a 10 anni per investimenti

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Chiusura NY: petrolio a $85,78

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Il petrolio chiude a 89 dlr

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Petrolio in rialzo. Chiude a 88,2 dollari al barile a New York

 

Petrolio: chiude in rialzo

Sandy – Cap XCVII

 

New Jersey – Acqua, liquami e petrolio

Hoboken, nello stato del New Jersey, sta lottando contro una miscela esplosiva. L’acqua infatti, dopo Sandy, si sarebbe mescolata con liquami e petrolio rendendo così il composto tossico e inquinante. La città infatti sorge intorno a una vecchia fabbrica e le pompe sono in funzione 24h al giorno per cercare di eliminare la miscela che da una prima stima risulta essere intorno ai 500 milioni di litri. Ma questa non è la sola emergenza della cittadina del New Jersey, infatti sono ancora 20.000 gli abitanti intrappolati nelle loro case che la Guardia Nazionale sta cercando di soccorrere. Anche qui come in altre parti dello stato i soccorritori hanno divulgato la notizia di far sventolare una federa del cuscino alla finestra se si ha bisogno di soccorso in modo che la richiesta sia visibile anche a distanza.

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