Il plico segreto su Marylin Monroe

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Su Marylin si è scritto all’infinito e ogni volta si parlava di mistero svelato o di una verità emersa… in realtà quella morte è sempre restata all’ombra di un “segreto di stato”. Oggi emerge una registrazione, che secondo gli appunti di Fred Otash, investigatore privato delle star e scrittore,  sarebbe avvenuta dentro la casa della Monroe poco prima che morisse. Nell’audio, sempre secondo Otash, si sentirebbe Marylin che litiga con Robert Kennedy e Peter Lawford, lamentandosi del fatto che veniva “scambiata fra loro come se fosse un pezzo di carne”. Marylin attacca frontamente entrambi gli uomini, contestandogli il fatto di “aver mancato le promesse fatte durante le relazioni sentimentali…. Marylin strilla mentre loro tentano di farla tacere” continua il testo degli appunti, secondo cui “Robert Kennedy prende un cuscino e glielo mette sulla faccia per impedire che i vicini ascoltino le urla” e quando Marylin si calma “la prima cosa che vuole fare è andarsene, uscire di casa”. La mattina dopo, a decesso avvenuto in circostanze che continuano a far discutere gli stirici, Lawford chiamò Otash chiedendgli di andare nella casa e rimuovere ogni prova del litigio. E’ da allora, secondo la ricostruzione di “Hollywood Report”, che i nastri sull’ultimo giorno di vita del sex-symbol sarebbero scomparsi.

Fu davvero Robert Kennedy a mettere un cuscino sulla faccia dell’attrice? Davvero Marylin voleva andar via? Quanti segreti conosceva e quale pericolo poteva rappresentare per il governo degli Stati Uniti?

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I MITI HOLLYWOODIANI CAMBIANO PELLE! Ora il trend è l’Africa!

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Belli, impegnati, intelligenti, soprattutto buoni e generosi. E con la barba, che non è indispensabile ma aiuta, a giudicare dall’affollamento di barbuti che hanno sfilato sul red carpet agli ultimi Oscar. Sono loro i nuovi padroni di Hollywood: in testa Ben Affleck che quella sera si è portato a casa i premi più prestigiosi sbaragliando la concorrenza. E che pochi giorni dopo parlava sul palco del Ted – la grande conferenza dove le migliori intelligenze dell’era Internet si scambiano le conoscenze  –  per promuovere la causa del Congo orientale: “L’altro mio vero scopo nella vita”, come lui stesso la definisce.

E ora il New York Times battezza la tendenza con un marchio di qualità caro al cinema americano: Ben e i suoi amici sono il nuovo “Rat Pack”, che è come aver vinto un’altra statuetta e sedersi accanto ai mostri sacri della Hollywood in bianco e nero. La definizione è di Lauren Bacall. Una mattina, all’alba, vide rientrare il marito Humphrey Bogart e i suoi amici barcollanti, reduci da una notte di festeggiamenti: whisky, sigarette e belle donne. Lei, splendida, si limitò a sibilare: “Sembrate un branco di ratti”. Rat Pack, appunto. Il testimone poi è passato a Frank Sinatra e alla sua banda di “topi swing”, Dean Martin, Sammy Davis junior, Joe Bishop e Peter Lawford. Poi furono gli Anni Ottanta con i “brat pack”: Emilio Estevez e Demi Moore, Rob Lowe, i ragazzi viziati che però sfumarono in fretta come il loro decennio.

Oggi invece si torna a respirare l’aria del mito. Ma rovesciato: dai vizi alle virtù. Dai night club ai campi profughi. La nuova banda non beve, fuma poco, niente droghe e la notte, invece che sballarsi sui divani dello Chateau Marmont, culla la numerosa prole. Ben Affleck ne è il testimonial principe: felicemente sposato, con l’altrettanto seria Jennifer Garner, tre figli, l’impegno sociale come missione, e, smentita ma non troppo, la voglia di correre per il Senato con i Democratici, ovviamente!

Con lui ci sono Matt Damon, Angelina Jolie, Brad Pitt, Leonardo Di Caprio, Don Cheadle e George Clooney. Che in realtà è il nuovo Frank Sinatra, il capo del gruppo. Tutto parte da lui. La barba, ok. Poi il sostegno entusiasta per Obama, con tanto di partite insieme a pallacanestro e cene per la raccolta fondi. La lotta per il Darfur, con arresto incluso. I film d’autore che gli portano due Oscar: la pellicola sugli intrighi della Cia e dell’industria del petrolio  Syriana e Argo, di cui è produttore. Decisivo il set del primo Ocean, il remake di un famoso  –  guarda caso  –  film di Sinatra e soci. E’ in quei giorni di lavoro assieme che si stringono le prime amicizie, che nasce l’idea di finanziare con i dollari del cinema da botteghino quello d’autore.

Sembra anni luce fa quando Ben Affleck girava video musicali hot con l’allora fidanzata Jennifer Lopez: adesso, per tutti loro, il glamour non fa più rima con Rolls Royce, ma con Africa. E qualcuno  –  sui blog – storce il naso, pensa ad una gigantesca operazione decisa a tavolino: “Usano le cause umane come calze sopra l’obiettivo”. Ma sembra un eccesso di cinismo. Come sembra inutile lo sforzo di cercare un nuovo aggettivo di fronte al nome Pack: “Give Back, The Hack”….  Forse, come conclude il New York Times, Clooney, Affleck e gli altri sono solo banalmente diventati adulti. Ed è questa forse la vera rivoluzione che sconvolge Hollywood, il regno degli eterni Peter Pan.

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