“I fondi per la ricostruzione in Sardegna fuori dal patto di stabilità”

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I sindaci chiedono “giustamente l’esclusione dal patto di stabilità di quello che sarà la ricostruzione e sicuramente sarà così”. Lo ha detto il premier Enrico Letta, al termine della riunione operativa a Olbia sull’emergenza maltempo in Sardegna.

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BOCCIATA L’ITALIA: la stabilità è instabile!

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Ormai l’instabilità italiana è sotto gli occhi di tutti anche dell’Ue che oggi ha bocciato gli obiettivi poti in essere dal Patto di Stabilità, ex finanziaria, proposti dal governo Letta e per la prima volta al vaglio della Commissione Ue.  “C’è un rischio che la bozza del piano di bilancio per il 2014 non rispetti le regole del Patto di stabilità e crescita – sottolinea la Commissione -. In particolare, l’obiettivo di riduzione del debito nel 2014 non è rispettato”. L’Italia non potrà quindi chiedere alla Commissione Ue di fare uso della “clausola sugli investimenti” del Patto di stabilità, perché non rispetta la condizione del debito pubblico in discesa a un ritmo soddisfacente. «La Commissione europea – dice il vicepresidente Olli Rehn – conta molto sugli impegni presi dal governo italiano, in particolare sulla spending review portata avanti da Carlo Cottarelli». Nuovo colpo di scena… sulle vite degli italiani!

Fassino contro il patto di stabilità, “è una prigione”!

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I comuni si sentono imprigionati dal patto di stabilità, lo dice oggi il presidente  nazionale dell’Anci, Piero Fassino, intervenento all’assemblea annuale del Veneto a Longarone (Bi):

”I Comuni – ha detto Fassino – non sono più in grado di fare investimenti perché il patto di stabilita’ glielo impedisce. Una delle cose che vogliamo discutere col Governo e’ proprio il suo allentamento e cambiamento, in modo tale che i Comuni tornino ad investire” e ha concluso “Ciò vale soprattutto in quei Comuni che hanno nelle casse dei residui attivi e non li possono spendere per una legge assurda”.

Se questa è l’Europa… i tedeschi accusano il Sud di pigrizia!

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Ci fu chi disse fatta l’Italia bisogna fare gli italiani, ma siamo ancora in evoluzione… chi invece sembra essere un cavallo con i paraocchi è il Die Welt che bacchetta chi vuole introdurre un assegno di disoccupazione europeo e dice che sarebbe l’ennesimo regalo al Sud Europa.

Forse i tedeschi si sono dimenticati che in occasione dell’abbattimento del muro di Berlino tutti gli stati membri sono andati a sostenere l’unificazione della Germania.

Die Welt è il quotidiano conservatore per eccellenza che da sempre è riferimento per un segmento dell’opinione pubblica tedesca che vede come una minaccia al proprio benessere un aiuto al Sud Europa e che considera Grecia, Cipro, Spagna, Portogallo e Italia, Paesi di “pigri” e “inaffidabili”

Die Welt lancia quindi un attacco durissimo e afferma come « l’agio l’autocompiacimento sono sentimenti che non servono all’Eurozona. Senza la pressione dei mercati è tornato tutto al solito tran tran, anche l’Italia ha potuto concedersi una crisi di governo assurda. La Francia non ha mai avvertito la frusta degli investitori, strappando i limiti del Patto di Stabilità ed evitando le riforme necessarie». Per Die Welt non esiste una soluzione facile e comoda alla crisi, e chi la cerca vuole solo curare i sintomi, non guarire la causa delle difficoltà dell’Eurozona. « Questa è una falsa solidarietà, un’ammissione della propria incapacità, ed un pessimo segnale ai disoccupati. Per chi non svolge alcuna mansione è indifferente dove arrivi il sostegno economico. Essi vogliono un lavoro».

Se questa è l’Europa…

Sforato il tetto massimo del rapporto Deficit-Pil… sarà tra il 3-3,1%

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E’ nella nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza che venerdì andrà al Consiglio dei ministri: il deficit  tendenziale per il 2013 sarà stimato al 3-3,1%, non confermando quindi il tetto di 2,9%. Il rapporto tra deficit e Pil quindi sforerà di un decimale il tetto fissato dalla Ue con il patto di Stabilità. Lo si apprende da fonti di governo, secondo le quali però si rientrerà entro il limite senza bisogno di una manovra.

Eutanasia istituzionale: così il governo uccide i Comuni

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Il sindaco di un piccolo comune di Cosenza, Acquaformosa, ha pubblicato un manifesto a lutto per la morte del suo paese. Giovanni Manoccio, primo cittadino, parla di “assassinio premeditato”, a opera dei governi Berlusconi, Monti e Letta, rei dell’aumento delle tasse. “Il sindaco, nel dare la triste notizia -si legge- informa i cittadini che, con l’applicazione della Tares, si pagherà oltre il cento per cento di aumento per il servizio di igiene urbana, nonostante da otto anni si effettua la raccolta differenziata porta a porta”. Inoltre, “con l’applicazione del patto di stabilità il comune dovrà trovare risorse aggiuntive per un ammontare di 110mila euro”. La data del funerale si terrà “il giorno dell’approvazione del bilancio”. Quanti altri “cadaveri” ci attendono?

Quella cura che sta uccidendo il paziente: il patto di stabilità

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“Il Patto di stabilità è la cura che sta uccidendo il paziente: stiamo morendo”. Zingaretti non usa mezzi termini per definire la drammatica situazione delle regioni italiane. Anche Nichi Vendola lancia il suo allarme “A Roma non hanno orecchie per ascoltare, sono stufo di avere ragione, non arriviamo vivi al 2014. Siamo di fronte ad una condanna a morte – ha aggiunto il presidente della Puglia – il cappio al collo si è stretto sempre di più e siamo al punto in cui l’osso si sta spezzando. Non possiamo sopravvivere. Bisogna avere il coraggio di dire la verità: l’Europa ha usato la medicina sbagliata, la sofferenza di oggi è figlia delle risposte errate date alla crisi del 2008, ovvero il blocco della spesa”. Per il governatore pugliese, “il governo non può scodellare la minestra, non può inventare risorse che non ci sono. Le politiche depressive minacciano la democrazia e non possono essere contestate in chiave sentimentale e poi essere lasciate intatte. L’Europa ha imboccato, così, la strada della propria dissoluzione”.

E Zingaretti ripete che la “situazione delirante” ed ha chiesto che almeno si escludano dagli obiettivi del Patto di stabilità le spese sui cofinanziamenti per i fondi europei. “Non escludo altre iniziative di mobilitazione – ha affermato – non faremo spegnere i riflettori”.
L’Europa ci sta uccidendo credendo di curarci?
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