Davvero un parto straordinario quello che oggi è avvenuto a Bergamo dove quattro gemelle sono nate alla 34esima settimana di gravidanza. Giulia, Elisa, Giorgia e Giada sono venute al mondo tra le 9,32 e le 9,34 e hanno un peso che varia da una all’altra da 1 kg e 670 grammi ai 2 kg. Di solito questo tipo di parti non supera le 30-32 settimane, altro evento che per i medici non è usuale. Le bambine stanno tutte bene come la mamma. A prendersi cura della mamma e delle neonate in sala parto una vera task force, pronta a far fronte a qualsiasi imprevisto, composta dalle équipe di Ostetricia e ginecologia e di Patologia neonatale. Ha condotto il parto Nicola Strobelt, responsabile dell’Unità di medicina materno fetale e del percorso ‘Ospedale della mamma e del bambino’. “Da un mese entrambe le unità avevano attivato una serie di reperibilità straordinarie per garantire in qualsiasi momento la migliore assistenza possibile – spiega Strobelt – ma non è stato necessario ricorrervi, visto che le buone condizioni delle piccole e della madre hanno consentito di arrivare alla data fissata per il parto”. Un evento che ha visto la mamma cosciente, grazie all’anestesia epidurale. Le bambine sono ricoverate in osservazione nella Patologia neonatale. “Per tre neonate forniamo un leggero sostegno respiratorio – spiega il direttore Giovanna Mangili – ma hanno respirato tutte spontaneamente e la prognosi è sicuramente positiva. Nei prossimi giorni eseguiremo tutti gli accertamenti necessari in questi casi per valutare la durata del ricovero, considerando la prematurità”.
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Parto quadrigemellare a Bergamo succede una volta su 730mila nascite
Pubblicato da tdy22 in febbraio 13, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/02/13/parto-quadrigemellare-a-bergamo-succede-una-volta-su-730mila-nascite/
Il Cda dell’Ilva si dimette e sono a rischio 24 mila posti
Per protesta contro il provvedimento di sequestro dell’azienda emesso dal Gip di Taranto il cda dell’Ilva si è dimesso. Ora i legali sono a lavoro per impugnare l’atto del giudice e chiariscono che con i sequestri disposti ora “sono a rischio 24mila posti di lavoro diretti, 40mila con l’indotto. Si sta mettendo in pericolo tutto”.
Le dimissioni dei consiglieri Bruno Ferrante, Enrico Bondi e Giuseppe De Iure – comunica l’azienda in una nota – avranno effetto dalla data dell’assemblea dei soci, che il Consiglio ha convocato per il 5 giugno alle 9. Il comunicato sottolinea che l’ordinanza dell’autorità giudiziaria “ha effetti oggettivamente negativi per l’Ilva, i cui beni sono strettamente indispensabili all’attività industriale”.
E’ un braccio di ferro tra istituzioni? L’Ilva è “allergica” alle regole? Qualsiasi sia la verità, che non sempre emerge nelle vicende che riguardano l’azienda di Taranto, l’unico scotto è sempre e solo nei lavoratori. Dovranno essere ancora una volta loro a dover pagare una politica industriale sconsiderata e una tolleranza zero da parte della magistratura? Non vi sono certezze, ma solo minacce di altri lavoratori che rischiano il posto per “i giochi che si sono scelti di attuare ai vertici”.
Pubblicato da tdy22 in maggio 25, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/05/25/il-cda-dellilva-si-dimette-e-sono-a-rischio-24-mila-posti/
Il Salva Ilva è costituzionale… Taranto può morire, ma non in pace.
E’ stata una lunga camera di consiglio quella che oggi si è svolta alla Corte costituzionale e che alla fine, come era prevedibile, ha respinto il ricorso dei giudici di Taranto. Il Salva Ilva è costituzionale e quindi la produzione di acciaio può continuare. Nel dettaglio la Corte ha dichiarato alcune parti inammissibili e le altre infondate danno così il via libera al decreto. Il materiale dovrà essere dissequestrato e potrà essere venduto. Il settore manifatturiero è salvo, gli abitanti di Taranto invece non possono neppure seppellire i morti. Come spiegano gli attivisti che oggi hanno preso parte al sit in davanti a Montecitorio a Taranto non si può morire “perché il terreno dove si trova il cimitero è inquinato. E non si possono muovere quei terreni imbrattati da minerali di ferro.” Il diritto alla salute viene dopo il business… il lavoro è un diritto che a Taranto si paga con la vita.
Pubblicato da tdy22 in aprile 9, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/04/09/il-salva-ilva-e-costituzionale-taranto-puo-morire-ma-non-in-pace/
Poesie e racconti: i colori della fantasia
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