Bentornato! E’ atterrata la navetta Syouz con a bordo Parmitano

parmitano-ritorno-tuttacronacaParmitano è tornato con i piedi per Terra. Nella prima mattina di oggi è atterrata, nella steppa del Kazakhstan, la navetta russa Soyuz e l’astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) italiano è stato l’ultimo ad essere estratto, sorridente, dalla navetta, dopo il comandante Fyodor Yurchikhin e la collega americana Karen Nyberg. I tre astronauti hanno riportato sul notro pianeta anche la torcia olimpica dei giochi invernali di Sochi. Il viaggio di ritorno ha avuto una durata di poco più di tre ore, con la navetta che ha raggiunto temperature di 1600 gradi per la frizione con l’atmosfera. Il paracadute si è aperto a circa 10 chilometri di quota, rallentando la corsa da 864 a 324 chilometri orari. Parmitano, dopo che la navetta si era staccata dalla Stazione Spaziale, ha twittato: ”Separazione avvenuta. Per strada verso la Terra!”.

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Luca Parmitano torna a casa. Ma prima, una lettera al suo pianeta

parmitano-lettera-tuttacronaca166 giorni. Tanti ne ha trascorsi Luca Parmitano tra le stelle, ma ora la missione Volare è giunta al termine e l’Expedition 37 è già sulla via del ritorno: domani, nelle prime ore del mattino, alle 3.49, gli astronauti tornaranno a toccare la Terra in Kazakistan. Con loro, un “passeggero” d’eccezione, la fiamma olimpica che proseguirà il suo viaggio verso Sochi 2014 dopo esser stata a sua volta tra le stelle. Come ricorda Focus, con la partenza dell’Expedition 37 si conclude un breve periodo di eccezionale affollamento della ISS. Per alcuni giorni la Stazione Spaziale ha ospitato ben 9 astronauti (non succedeva dal 2009) e ha tenuto agganciate contemporaneamente 3 capsule Soyuz. In genere la base ospita solo 6 componenti: questa eccezione è stata motivata dalla necessità di far trascorrere qualche giorno nello Spazio al simbolo olimpico. Luca Parmitano, prima del viaggio di rientro, ha pubblicato sul suo blog un ultimo post, una lettera d’amore alla Terra. Ve la riproponiamo, accompagnandola con la foto che lui stesso ha scattato.

Quello è il mio pianeta.

I miei occhi accarezzano amorevolmente la sua pelle dalle sconfinate e magnifiche tonalità. Quante volte con lo sguardo ne ho esplorato i confini, di un azzurro indescrivibile, mentre l’alba ne immortalava le curve, delineate perfettamente dalla luminescenza delle nubi mesosferiche, splendide, cangianti: il colore di una pazienza senza tempo e infinita.

Osservo nel silenzio della mia postazione: so che il suo cuore pulsa invisibile, e scorgo la linfa vitale scorrere nelle infinite vene che attraversano le sue terre, alimentate e protette dalle nubi, che la ricoprono come il manto di una vergine vestale. Il suo respiro ha il ritmo calmo ed eterno delle maree, la grandezza delle onde oceaniche, la potenza dei venti che spazzano in un soffio le sabbie di cento deserti, le cime di mille montagne.

Fra poche ore, tutto questo sarà un ricordo. La mia astronave mi attende, per adesso quieta e buia, ma presto teatro dinamico e drammatico del mio rientro a terra. Tutto quel che ha un inizio, deve necessariamente finire: una meravigliosa fragilità che rende ogni esperienza unica, e per questo ancora più preziosa.

Adesso, però, cerco ancora di riempirmi gli occhi, la mente e il cuore di colori, di sfumature, sensazioni. Perché restino con me, che ne possa testimoniare. Le terre emerse si confondono l’una nell’altra, i confini, arbitrari e immaginari, del tutto inesistenti da qui, mentre le osservo dalla Cupola. Osservo le terre degli uomini.

Dalla Terra, guardando verso il cielo e le stelle, ne ho sempre sentito l’attrazione irresistibile, ho incoraggiato la mente a perdersi verso l’infinito e l’ignoto. È la nostra natura – il gene di Ulisse. Ma anche Ulisse, dopo tanto viaggiare, torna a Itaca: e a lungo sogna la sua isola. Se fossi nato tra gli spazi dell’impenetrabile nero interstellare, se avessi passato tutta la mia vita viaggiando lontano dal nostro mondo, osserverei con lo stesso sguardo ammirato che ho adesso le sue acque azzurre, i suoi continenti così variegati. Ogni alba e ogni tramonto mi regalerebbero lo stesso stupore atavico. E sognerei di sprofondare i piedi nelle sue sabbie calde, di sentire il gelido abbraccio delle sue nevi, e la carezza salmastra delle brezze che dal mare si spingono verso la terra. Mi chiederei cosa si prova a immergersi nelle sue acque, a scaldarsi al calore del suo sole.

Ma sono fortunato: io sono nato lì.

Quello è il mio pianeta. Quella è casa mia.

Parmitano si veste da Superman… altro che effetti speciali!

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Altro che effetti speciali! Parmitano vestito da Superman supera ogni grande colosso cinematografico perché lui nello spazio ci sta davvero e nessun set, anche il più costoso può regalare un’emozione pari a quella del nostro astronauta che per Halloween ha deciso di mettersi “in gioco” e postare una foto divertente dal titolo “Lex Luthor’s dream”, ironizzando anche sul rivale del supereroe.

L’Etna “spiato” dall’alto: Luca Parmitano e gli sbuffi del vulcano

etna-eruzione-tuttacronacaL’Etna si è risvegliato nella notte tra venerdì e sabato scorsi e l’astronauta Luca Parmitano, dalla Stazione Spaziale Internazionale che lo ospita dallo scorso maggio, non si è perso lo spettacolo. Ecco allora che ha voluto condividere le sue foto intitolate “L’eruzione dell’Etna”: gli sbuffi di fumo e cenere da un punto di vista privilegiato.

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L’aurora boreale di Parmitano

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L’aurora boreale è un fenomeno che stupisce sempre, ma vista dallo spazio è davvero uno spettacolo meraviglioso. Parmitano torna a incantarci con i suoi click spaziali e ci regala l’aurora boreale vista da una prospettiva davvero insolita (siamo sul Polo Nord).

 

Il cibo italiano è andato a ruba tra le stelle! Lo dice Parmitano.

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Luca Parmitano era partito con del cibo italiano. Lassù fra le stelle aveva deciso di mangiare i prodotti della sua terra. Ma in un collegamento in diretta  dalla Stazione Spaziale organizzato nel centro dell’Esa a Frascati (Roma), l’Esrin, l’astronauta ha confessato: ”E’ praticamente finito tutto” e poi ha aggiunto ‘Quando abbiamo finito di trasferire il materiale dalla navetta europea Atv ‘Albert Einstein’ ero responsabile di questa operazione e ho voluto ringraziare l’equipaggio con una cena italiana. Eravamo in sei e ho offerto primo e secondo” e ha poi concluso ”ho ancora una lasagna, magari l’aprirò una domenica per ricordarmi come si pranza in Italia la domenica e poi è rimasto un tiramisù che non credo riuscirò a mangiare perché Karen ha una passione per questo dessert: credo lo darò a lei”. Il cibo italiano è davvero spaziale!

 

I nostri 7 giorni: tra le tante emozioni italiane… il calcio resta una costante!

7giorni-tuttacronacaForse una volta una famiglia non aveva almeno due auto e quattro cellulari, non si connetteva in rete per ammirare le foto scattate dallo spazio da un astronauta e ignorava che dei droni sarebbero stati utili durante la realizzazione di un film. Però in questo periodo se ne stava serenamente in spiaggia di giorno, la sera usciva a mangiare un gelato o a comprar cartoline da spedire per testimoniare la sua vacanza e per un paio di settimane staccava la testa da tutto quello che accadeva. Perchè l’estate era la stagione del sole e del riposo e le ferie diventavano un ricordo per riscaldare i primi giorni invernali… in attesa delle prossime. Ora l’impressione è che si senta il bisogno di “negativo” solo per poter pensare che in fin dei conti ok, c’è crisi, ma almeno si è vivi e, imperituro modo di dire, finchè c’è vita c’è speranza. Speranza è svegliarsi una notte a causa di un terremoto che scuote le mura e rendersi conto che c’è stato trambusto, ma tutti stanno bene e il nuovo sole farà svanire i fantasmi della paura. Purtroppo però a volte quella stessa speranza per il nuovo giorno viene strappata via. Può essere un incidente, può essere una malattia. Ma in un attimo si scopre che il domani non c’è più. Neanche se sei solo un ragazzo di 25 anni che dedica la vita a correre sempre più rapido in pista per superare i tuoi limiti. Neanche se sei un maestro nella tua arte e il futuro sono le tracce che hai lasciato di te. Ha pianto l’Italia questa settimana, ha pianto per le sue vite spezzate. Ha detto addio a una musicista d’eccellenza come Carlotta Nobile, a uno scrittore che ci ha insegnato che “La vita è bella”, al velocissimo Andrea Antonelli, il pilota la cui morte improvvisa e imprevista ha creato una ferita parallela a quella lasciata dall’addio al Sic. E forse non visibili, ma lacrime sono state anche per l’amarezza del caso Shalabayeva e per quello di Abu Omar. Si soffre per quella mancanza di verità, quel non voler mai dichiarare come stanno realmente le cose, quel sentirsi dire che “s’ignorava”, come se il “non sapere” non fosse un’aggravante. Allora si torna a votare la fiducia, si resta nello status quo. Si cerca anche dell’ironia nella situazione. E solo allora, quando a parlare è uno come Benigni, che lo fa sul palco di Firenze, si riesce finalmente a sorridere. E se anche dopo le risate arriva l’immersione in un girone infernale, poco importa, perchè sai che da quel viaggio Dante uscì “a riveder le stelle”.

stelle-tuttacronacaA che stelle possiamo guardare noi? In molti osservano quelle che scendono in campo ogni domenica (anche in settimana se impegnate in qualche competizione europea). Quello che infatti infiamma gli animi 12 mesi all’anno, questo sì che non è cambiato, è la propria squadra del cuore. E se anche per il prossimo campionato c’è ancora poco più di un mese da attendere, il calciomercato continua a essere bollente. Chi arriverà? Chi se ne andrà? Il popolo bianconero può esultare, Tevez e Llorente hanno presentato un biglietto da visita di tutto rispetto e promettono di brillare ovunque, Champions compresa. Chi invece ha ancora qualcosa da rivedere è Rudi Garcia. Non solo deve mirare in alto (classificamente parlando), ma anche a far dimenticare le delusioni provocate da altri nella passata stagione. E se i tifosi lo amano, ha il dovere di riportare nel loro cuore l’intera squadra. Per riuscirci… intanto li ha portati a fare rafting: un’esperienza che Totti & Co non scorderanno tanto in fretta. Per quel che riguarda i partenopei invece non c’è che da attendere ancora qualche giorno: Ibra arriverà a Napoli già lunedì? Ma il dono della pazienza non è per tutti… o non tutti possono permettersi di attendere. Se ad esempio sei una Regina e devi andare in vacanza (viaggio che comporta una notevole organizzazione), a volte potresti anche ritrovarti nell’impossibilità di posticipare il viaggio, anche se sta per nascere il tuo primo bis-nipote, che sarà anche l’erede al trono… Insomma, se attende Elisabetta II un po’ di pazienza possiamo averla anche noi e utilizzare il tempo che abbiamo per sperare che domani sarà migliore. Proviamo a crederci davvero e ricordiamoci che… l’attesa del piacere è essa stessa piacere! Lo sanno anche i procioni che lavarsi le mani prima di mangiare aumenta l’attesa prima della piacevole abbuffata!

GOOD NIGHT, AND GOOD LUCK!

Interrotta la seconda passeggiata tra le stelle di Parmitano: problemi con il casco

luca_parmitano_problemi-tuttacronacaHa sentito dell’acqua nella parte posteriore del caso spaziale Luca Parmitano, poco più di un’ora dopo essere uscito dalla stazione spaziale internazionale per la sua seconda passeggiata nello spazio. Nonostante la missione dovesse durare sei ore, l’astronauta italiano è rientrato dopo aver parlato con il centro di controllo di Houston, al quale ha spiegato cosa stava accadendo. La sensazione è durata alcuni minuti, dopo di che Houson gli ha suggerito di rientrare per eseguire delle verifiche sull’equipaggiamento. Parmitano stava predisponendo le attrezzature per l’attracco del modulo russo Mlm (Multifunctional Laboratory Module) il cui arrivo è previsto nel giro di qualche mese sulla Iss. L’astronauta  è stato il primo italiano a camminare nello spazio.

Una passeggiata tra le stelle: le foto di Parmitano

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Ci ha abituati alle foto “spaziali” Luca Parmitano e non potevano certo mancare gli autoscatti della sua prima passeggiata nello spazio. L’astronauta, il primo italiano a compiere una simile missione, ha postato in Twitter le più belle immagini della sua sortita tra le stelle.

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L’italiano che passeggia nello spazio: Luca Parmitano è stato il primo!

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E’ andato a fare quattro passi… nello spazio! Luca Parmitano è il primo italiano a compiere una passeggiata spaziale. Questa è la prima delle due passeggiate che compirà l’astronauta italiano in sei mesi di missione a bordo della Stazione Spaziale. All’interno di questa prima passeggiata il momento più emozionante sarà quando l’italiano sarà afferrato dal braccio robotico della Stazione Spaziale. In questo modo Luca Parmitano sarà portato in prossimità dei radiatori termici con primo spostamento della durata di 15 minuti verso il lato sinistro del traliccio della Stazione Spaziale, ed un secondo della durata di 27 minuti, verso il lato destro”.

Come riport il sito dell’Ansa:

Parmitano ha trascorso la vigilia della sua prima passeggiata spaziale ripassando le procedure di uscita e verificando il funzionamento dei sistemi di comunicazione della sua tuta americana, chiamata Emu dalle iniziali di Extravehicular Mobility Unit, sulla quale per la prima volta sarà cucita la bandiera italiana. Poi due ore di ginnastica, cena e riposo.

La preparazione per l’uscita dei due astronauti inizia alle 9.15 ora italiana di oggi, con l’ingresso di Parmitano e Cassisy nella camera di depressurizzazione per respirare ossigeno puro in modo da espellere l’azoto presente nel sangue. Questa operazione serve ad evitare problemi di embolia agli astronauti, visto che la tuta stessa è riempita con ossigeno pressurizzato per evitare un irrigidimento con conseguente difficoltà di movimento.

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