Il Capo dello Stato: su crisi di governo, passaggio parlamentare

governo-passaggio-parlamentare-tuttacronacaAlla richiesta di Forza Italia che venga aperta una crisi formale di governo ora che il partito che fa capo a Silvio Belrusconi, il Capo dello Stato ha fatto sapere che è necessaria una verifica parlamentare sulla tenuta del governo. Per Giorgio Napolitano, inoltre, servono di discontinuità politica tra il governo delle larghe intese e il governo che ha ricevuto la fiducia sulle legge di Stabilità. Una consultazione tra il Presidente della Repubblica e il premier prenderà ad oggetto le forme e i tempi di tale passaggio. A renderlo noto, l’ufficio stampa del Quirinale.

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“Crisi formale di Governo”, chiesta da Forza Italia

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Forza Italia, dopo l’incontro con il Capo dello Stato, Giorgio Napolitano, al quale hanno partecipato Renato Brunetta e Paolo Romani, ha chiesto di aprire uan “crisi formale di Governo”, alla luce della nuova maggioranza che si è venuta a determinare e di una nuova composizione del governo che, a dire di FI, non è più di larghe intese.

“Condannato al condono”: Francesco Corallo “re delle slot”

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Prima di addentrarci una faccenda davvero complessa tra condanne e condoni, dobbiamo capire chi è Francesco Corallo, il re delle slot, costituitosi i primi d’agosto, dopo 14 mesi di latitanza. Figlio di Gaetano Corallo, amico del boss mafioso Nitto Santapaola condannato negli anni ottanta per associazione a delinquere nel processo per la scalata dei catanesi ai casinò del nord Italia. Naturalmente Francesco afferma che con il padre non ha contatti da anni. Quindi torna in Italia nel 2004, dopo anni trascorsi a fare affari in Sud America, e diventa in breve il principale protagonista del mercato di slot machine nel nostro Paese. Peccato che qualcosa non va nel verso giusto e spuntano presunti finanziamenti illeciti concessi dalla Bpm, guidata da Massimo Ponzellini.

Ponzellini è lo stesso, come riporta Il Fatto Quotidiano in data 17 novembre 2012:

Dopo la pubblicazione delle intercettazionidell’indagine sui fidi facili della Bpm, nelle quali si svelavano le raccomandazioni di Daniela Santanché, Ignazio La Russa, Paolo Romani e le pressioni per le pratiche di Paolo Berlusconi e Michela Vittoria Brambilla, nessuno ha verificato cosa sia successo ai crediti di politici, amici e familiari. La posizione di Paolo Berlusconi per esempio è rimasto un caso singolare. Il fratello dell’ex premier vanta una concessione personale di un milione di euro per cassa e gode sulla sua holding Pbf Srl di una linea di credito di ben 5 milioni di euro, interamente utilizzati, il cui rientro scade solo il 30 settembre del 2013. Una posizione generosa da parte di Bpm che si è garantita solo con una fideiussione personale di Paolo Berlusconi e con l’impegno della società di Paolo Berlusocni a usare i soldi che le deriveranno da un incasso futuro per un’operazione immobiliare: la Cascinazza. Solo il 26 settembre scorso, visto il protrarsi dei termini per la chiusura dell’operazione Cascinazza, Pbf ha rilasciato una garanzia ulteriore a Bpm. Nessuna ipoteca però ma solo un’altra lettera di Paolo Berlusconi che stavolta si impegna a cedere non solo i proventi dell’operazione Cascinazza, se mai si chiuderà, ma anche gli utili o i proventi della cessione delle quote sociali.

Nello stesso articolo de Il Fatto Quotidiano si legge ancora:

Secondo le intercettazioni telefoniche Massimo Ponzellini minacciava sfracelli con i suoi se “non sistemavano la roba della Brambilla”. Effettivamente il gruppo della famiglia dell’ex ministro Michela Vittoria Brambilla, composto dalla Sal che si occupa di commercio di prodotti ittici e dalla Trafilerie Brambilla può contare sulla Bpm. Il consiglio di gestione del 23 ottobre scorso ha analizzato la situazione e ha revocato la linea capital market da un milione di euro della Trafilerie Brambilla.

E ora “conosciamo” Ponzolini e Corallo possiamo addentrarci dentro il condono Letta che potrebbe consentire a Bplus, la società del re delle slot, di essere messa in vendita con un guadagno di circa 200 milioni che finirebbero nelle tasche di Corallo: condannato al condono!

Come scrive oggi Il Fatto Quotidiano:

Il condono che prevede la possibilità di sanare le penali per i disservizi del 2004-2007 con il 25 per cento del dovuto potrebbe sbloccare la partita: lo Stato incasserebbe 211 milioni di euro utili per coprire l’intervento sull’Imu, l’acquirente entrerebbe nel mercato più redditizio d’Europa dalla porta principale pagando poco più di 250 milioni (la differenza tra la valutazione della società e le penali scontate da pagare). E Francesco Corallo potrebbe tornare ai suoi casinò delle Antille con 200 milioni in tasca, anche se sarebbe costretto ad abbandonare la sua gallina dalle uova d’oro in mano ai concorrenti più graditi alle autorità italiane.

Ma solo dopo avere risolto i suoi problemi con la giustizia milanese che lo tiene agli arresti domiciliari per il caso dei prestiti facili della Bpm…

…La prefettura di Roma, il 26 luglio, ha sospeso temporaneamente la validità dell’informativa antimafia interdittiva del 24 settembre 2012, che aveva causato l’esclusione di Bplus dalla gara per le concessioni. Lo Stato non può fare a meno degli 800 milioni di euro di imposte versate ogni anno grazie alle macchinette di Bplus e quindi si era trovata una soluzione all’italiana: l’attribuzione del controllo a ‘Bplus Trust’, guidata dall’amministratore fiduciario, l’avvocato olandese Jeroen Veen, gradito alla proprietà. Entro il 15 novembre prossimo i giochi dovrebbero essere fatti su entrambi i tavoli: il condono e la cessione.

Non male, no?

Ilda chiede 6 anni… Per Ghedini è una richiesta altissima

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“E’ una richiesta molto alta, altissima se rapportata al fatto storico contestato” così l’avvocato di Berlusconi a cui fa eco l’imputato che molto impegnato si è quasi scusato per non aver ascoltato la diretta di Ilda Boccassini “Non mi è stato possibile ascoltare la requisitoria. Ho letto le agenzie. “Che devo dire? Teoremi, illazioni, forzature, falsità ispirate dal pregiudizio e dall’odio, tutto contro l’evidenza, al di là dell’immaginabile e del ridicolo. Ma tutto è consentito sotto lo scudo di una toga. Povera Italia!” e siamo daccordo con l’ex premier “Povera Italia!”. 

Ma non temete per il governo a rassicurarci ci pensa proprio l’avvocato di Silvio Berlusconi “Non c’è nessun problema e nessun collegamento tra le sentenze e il governo”.

E poi arrivano anche le affermazioni di Cicchitto ( che sicuramente  può capire lo stato d’animo del leader del Pdl, essendo anche Cicchitto una volta indagato per corruzione nel 2009, poi fece una contro denuncia per calunnie) ”Una requisitoria, quella della dottoressa Boccassini, nella quale c’è un paradossale squilibrio fra l’obiettivo politico che è di prima grandezza, quello di spazzar via Berlusconi dalla scena politica italiana, e lo strumento usato che consiste in un occhio che cerca attraverso il buco della serratura di scrutare i particolari più pruriginosi e piccanti della vita privata dello stesso Berlusconi. Comunque – aggiunge – è mai possibile che questi cultori così appassionati e talora spesso così fanatici dell’uso politico della giustizia vogliano basare la loro intenzione di rivoluzionare la vita politica italiana attraverso l’assassinio per via mediatico-giudiziaria del leader del centrodestra per il quale hanno votato oltre 9milioni di italiani, fondando tutta l’operazione sulla per nulla provata ipotesi che egli abbia compiuto qualche atto sessuale con Karima El Mahroung?”. 

Poi è la volta di Capezzone (indagato per vilipendio, poi archiviato) “La dottoressa Boccassini ha gettato la maschera. La sua ricostruzione, basata sul ‘non poteva non sapere’, è assolutamente fragile, inconsistente, e smentita dall’andamento del processo e dai testimoni-chiave. La richiesta contro Silvio Berlusconi appare dunque spropositata, assurda e surreale”. Lo dice Daniele Capezzone, Presidente della Commissione Finanze della Camera e Coordinatore dei dipartimenti Pdl. ”E’ evidente – spiega – che l’ala militante della magistratura vorrebbe Silvio Berlusconi fuori dalla politica. Non riuscendo a batterlo nelle urne, in campo aperto e con metodo democratico, si cerca dunque di ‘sopperire’ per via giudiziaria”.

Matteoli (indagato per l’inchiesta Bertolaso secondo La Repubblica, ma il parlamentare ha smentito categoricamente ogni accusa): “La condanna richiesta condita dall’interdizione perpetua è lunare ma gli argomenti, le parole e i toni utilizzati dal pm Boccassini per giustificarla sono inaccettabili. Esse sono la prova del pregiudizio contro Berlusconi e di una persecuzione politica intollerabile. Appare evidente che non si vogliano colpire eventuali reati ma eliminare un nemico politico abbattendolo per sempre”. Lo dichiara il senatore del Popolo della Libertà, Altero Matteoli.

E arriva anche Brunetta (forse in compagnia della sua Imu?): ”Non ci sono rischi per il governo dal processo Ruby. Le farse non intaccano le cose serie, come l’Imu o l’occupazione giovanile. Quello su Ruby è un processo farsa, fatto sul nulla. Un dispendio di denaro, con tratti razzisti nella requisitoria – ha proseguito -. Che l’Italia debba fermarsi per questo processo, è lunare. Speriamo che ci sia un giudice a Berlino, perché a Milano non c’è”. Tuttavia ”non ci sarà nessun fallo di reazione da parte nostra.  Altri hanno fatto falli, Sel, 5 Stelle e i teppisti a Brescia”.

Paolo Romani (Pdl e secondo Wikipedia “indagato per peculato in quanto avrebbe speso 5000 euro di telefonate in 2 mesi con un cellulare del comune di Monza. Inoltre Romani sarebbe indagato per i rimborsi spese in quanto dal maggio 2007 alla fine del 2008, tra pranzi e cene «di rappresentanza» ha messo in conto 22000 euro al Comune di Monza”.) a Tgcom24: “Siamo tutti sbigottiti. Abbiamo i due soggetti dell’indagine che negano che questi fatti siano accaduti, quindi il processo è singolare. Poi c’è stato certamente un accanimento e penso anche una spesa da parte della Procura di Milano con le intercettazioni fatte per cercare di capire cosa succedesse ad Arcore. Tutti ci auguriamo che ci sia un giudice a Berlino che possa far chiarezza e verità su questa vicenda. Il problema giustizia – ha aggiunto – non intacca e non intaccherà la posizione del Pdl al governo e la possibilità di sopravvivenza del governo stesso. Forse è il momento di fare una grande riforma della giustizia. È un tema che potremmo mettere tranquillamente sul tavolo”.

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