Un sindaco che si vede sfrecciare per le vie della città a bordo della sua bicicletta e la scorta che, pedalata dopo pedalata, lo segue ovunque. Ma a parte la sua stracittadina mattutina tutti si domandano, pedonalizzazione dei Fori a parte, cosa abbia in mente di fare il sindaco. Il rapporto con il Pd sembrerebbe essere ai ferri corti, i primi sentori si erano avuti quando Goffredo Bettini, l’inventore della sua candidatura, dopo averlo lasciato nel mezzo della sua campagna elettorale e volando in Thailandia, ora non gli parla sembrerebbe da almeno 45 giorni.
I consiglieri comunali lo rimproverano di essersi asserragliato tra i suoi e di non volersi confrontare con nessuno e di non aver ancora portato una delibera in aula Giulio Cesare.
Nel mirino anche gli assessori , in primis i cosiddetti tecnici, accusati di avere una visione troppo “ragionieristica” della gestione di una città complessa come Roma.
Tra coloro che per primi rischierebbero di fare le spese di un ipotetico, e alquanto precoce rimpasto di giunta, l’assessore al Bilancio Daniela Morgante che, dopo mesi di silenzio, dovrebbe comunicare a breve che mosse avrebbe escogitato – visto che i tagli sulle auto blu e sulle bottigliette di acqua minerale pubblicizzati dal sindaco sembrano un po’ poco – per scongiurare il commissariamento del Comune, aggravato da un debito di 800 milioni di euro, nel caso in cui il 30 novembre saltasse l’approvazione del bilancio.
E’ infatti soprattuto alla luce di un quadro tanto deprimente che, a scorrere la tabella degli incarichi assegnati fino al 7 agosto dalla giunta Marino a persone esterne all’amministrazione, si resta abbastanza interdetti. Soprattutto leggendo i relativi compensi.
Guadagnerà, infatti, ben 170.787 euro il capo ufficio stampa Marco Girella, in arte Bettini, scrittore di romanzi noir, giornalista del Resto del Carlino e già portavoce dell’ex sindaco di Bologna Flavio Debono. In un’intervista al Corriere della Sera del 10 aprile del 2010 dichiarò candidamente: “Nelle segreterie di politici e assessori si entra non per competenza né per chiara fama”. Non a caso nell’ambiente della stampa romana non lo conosceva nessuno e anche i titoli delle sue opere risultano pressoché ignoti a più, compresi i giallisti.
Il suo predecessore, Simone Turbolente, fidatissimo di Gianni Alemanno, arrivò a guadagnare 125.225 euro, ma solo dopo 5 anni ed essendo partito da 90mila.
Sontuosa la retribuzione anche della friulana Chiara Romanello, portavoce di Marino durante la campagna elettorale e oggi vice di Girella, che ogni anno si metterà in tasca 109mila euro lordi.
Quanto l’attuale portavoce del sindaco Guido Schwarz, proveniente da un’esperienza al ministero dell’Istruzione guidato dal precedente ministro Francesco Profumo, retribuito un po’ meglio della portavoce di Alemanno, Ester Mieli, ferma a 103.225.
Superpagate anche la “capo segreteria particolare” Silvia Decina (142.953 euro), segretaria storica di Walter Veltroni e la segretaria particolare del sindaco Silvia Pelliccia (117.971 euro).
Ma a sfidare i roboanti buoni propositi del sindaco su controllo della spesa e trasparenza sono soprattutto i casi di Mattia Stella e Maurizio Pucci.
A entrambi finiranno in tasca, in qualità di “dirigente dell’ufficio di gabinetto” poco più di 157mila eurolordi all’anno. A tempo determinato sì, ma con una busta paga ben più consistente non solo di quelle dei dirigenti di ruolo dell’Ente (tutte tra i 90mila e i 130mila euro con rare eccezioni come quella del ragioniere generale Maurizio Salvi, 146.825 euro), ma anche di quelle dei dirigenti a tempo determinato, ancora in servizio alla data dei 31 marzo 2013, tutti tra i 103mila euro e i 130mila con l’eccezione del direttore esecutivo Raffaele Borriello (202mila euro) e del vice capo di gabinetto Tommaso Profeta (160.600 euro) .
E ciò in piena violazione di quanto previsto dallo Statuto del Comune di Roma che al comma 4 dell’articolo 34 stabilisce che “il trattamento economico di coloro ai quali sono conferiti gli incarichi dirigenziali a tempo determinato, in nessun caso può complessivamente superare l’importo di quello previsto per i dirigenti di ruolo dell’Amministrazione”.
Mattia Stella, autore del programma di Marino in campagna elettorale, si occuperà del “coordinamento, monitoraggio e verifica degli obbiettivi programmatici”, mansione che non risulta nella lista delle “responsabilità amministrative” per cui ai membri dello staff sia consentito attribuire la qualifica dirigenziale.
Di Pucci si sa quanto guadagnerà ma non per fare cosa. Dirigente Ama in aspettativa (non retribuita), responsabile della Protezione civile sotto l’ex presidente della Regione Piero Marrazzo, direttore dei cantieri per il Giubileo del 2000, sovrintendente alle Grandi opere (tra cui l’apertura dell’Auditorium), già amministratore delegato di Musica per Roma, Pucci è stato uno degli uomini chiave dell’era Rutelli-Veltroni. Sempre sulla cresta dell’onda, nemmeno Ignazio Marino ha potuto rinunciare al “Mister Wolf” dé noantri (come il personaggio che “risolveva problemi” in Pulp Fiction di Quentin Tarantino). Responsabile della sua lista civica (come lo era stato già di quella di Walter Veltroni), a lui il sindaco si è affidato per l’impresa di liberare i Fori dal traffico. Prossimamente potrebbe, forse, ottenere una sorta di delega ai “progetti speciali”.
Da capogiro anche i compensi destinati ad alcuni dei capi e membri degli staff degli assessori. Tanto alti da superare quasi quello dello stesso Marino e sicuramente quelli degli assessori che li hanno fatti assumere alle loro dipendenze.
E’ il caso, per esempio, di Luca Lo Bianco, Leslie Capone, Andrea Bianchi e Juri Stara, capo staff rispettivamente degli assessori all’Urbanistica Caudo, al Commercio Leonori, al Patrimonio Nieri (vicesindaco) e agli Stili di vita Pancalli, i quali guadagneranno ogni anno circa 150mila euro lordi l’anno, circa 5.700 euro netti per 13 mensilità contro i 4mila degli assessori.
E soprattutto contro i 1.200 euro percepiti, per fare un esempio, da Luca Galloni, dipendente comunale e capo segreteria del presidente dell’Assemblea capitolina Mirko Coratti.
Interessante anche il caso di Loredana Granieri, funzionaria della provincia di Roma che si è messa in aspettativa da quell’Ente per un contratto a tempo determinato come capo staff dell’assessore alla Scuola, e vero braccio destro di Marino, Alessandra Cattoi. Con un semplice comando , ossia un trasferimento momentaneo per particolari esigenze di servizio, la signora Granieri (non è laureata) sarebbe costata 33mila euro invece dei 115mila che Roma Capitale dovrà corrispondergli per i prossimi 5 anni.
Intanto, nonostante il sindaco si vanti di aver ridotto da 97 a 84 il numero delle collaborazioni a tempo determinato rispetto al suo predecessore Gianni Alemanno, nuove assunzioni – come quella di Giulia Calamante, figlia dell’ex assessore veltroniano Mauro, infilata nello staff dell’assessore al Commercio Marta Leonori – sono già state formalizzate e altre lo saranno nelle prossime settimane.