12 mesi di Starbucks: la sfida di Beautiful Existence

starbucks-tuttacronacaBeautiful Existence ha 40 anni e ama le sfide. Se nel 2011 ha comprato tutti i beni per sé e per la sua famiglia sul sito Goodwill e nel 2012, sempre per mettersi alla prova, ha seguito tutti i consigli di Parents magazine, nel 2013 ha deciso di consumare ogni pasto, dalla colazione alla cena, da Starbucks, senza alcuna eccezione. La sua esperienza l’ha raccontata in un blog e ha dovuto sborsare ogni mese tra i 500 e i 600 dollari. Senza contare che, madre di due figli, ha continuato a far la spesa e a cucinare per loro. Ha portato avanti la sfida a base di frappuccino, latte, muffin e alimenti presenti nel menù della catena senza essere stata pagata e, a chi chiede perchè l’abbia fatto, risponde: “Perché AMO essere umana e AMO il privilegio di essere in grado di farmi la domanda PERCHE’?”. Ora è già scattata la nuova avventura: nel 2014 vuole imparare più di 80 sport ricreativi dell’azienda Rei. 

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Chiude un panificio e muore un pezzo d’arte italiana… l’ennesimo!

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Il panificio storico, un gioiello architettonico dall’insegna liberty realizzata a mosaico e fotografata da turisti di tutto il mondo, nonché citata nelle migliori guide che portano gli stranieri alla scoperta di Palermo ha chiuso i battenti. Il panificio Morello in via Cappuccinelle, al Capo ora è ancora più a rischio. Già il prezioso mosaico era danneggiato dalla mancanza di manutenzione, ma oggi sembra in pericolo di estinzione proprio per la chiusura del negozio e per il degrado che sempre più si sta diffondendo in Italia cancellando i nostri tesori… ma tutti sono indifferenti? Come si può sperare di rilanciare l’economia se non conserviamo la nostra arte? E’ giusto, ancora, pensare che la ripresa inizi dalle fabbriche o è ora di realizzare un nuovo modello economico in Italia basato su turismo, cultura, arte e civiltà?

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Di austerity si muore! 16enne, in un panificio, non ce la fa

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Si può morire di fame a 16 anni sulla soglia di un panificio? Anche questa è l’Europa. L’austerity in Grecia ha ridotto alla fame un ragazzo che è entrato in un negozio e ha chiesto educatamente se il fornaio poteva offrirgli qualcosa da mangiare. Così l’uomo gli ha dato due pezzi di pane e il 16enne si è seduto a mangiarli sulla soglia del negozio. Poco dopo è deceduto. Il suo corpo troppo deperito, non ce l’ha fatta. Si può ancora tollerare questo tipo di politiche? Questo è il modello che vogliamo di Europa?

 

Ancora “pane tossico”: sequestrati 9 forni a Napoli e provincia

pane-tossico-tuttacronacaAncora “pane tossico” in Campania, tra Napoli e provincia. Dopo il blitz dello scorso ottobre durante il quale i carabinieri del comando provinciale di Napoli hanno sequestrato 17 forni e depositi di prodotti, oltre a 3,2 tonnellate di pane “illegale”, ora sono stati sequestrati altri 9 forni e diversi quintali di pane. Ancora una volta, si trattava di forni abusivi con condizioni igieniche precarie e scarti di rifiuti. “E noi li ringraziamo – commenta il presidente dei panificatori campani dell’Unipan, Mimmo Filosa -. Il pane tossico della camorra avvelena più del cibo contaminato della Terra dei fuochi”. Il leader degli ecorottamatori campani Verdi, Francesco Emilio Borrelli, aggiunge: “Questo pane avvelena di più perché lo mangiamo tutti e tutti i giorni e rischia di generare tumori. Ed è prodotto in condizioni igieniche allucinanti”. Filosa e Borrelli sottolineano ancora: “Infatti viene cotto in forni con scarti di rifiuti legnosi, legno verniciato e pieno di chiodi, addirittura in alcuni casi anche con quello delle bare. Come per tutti i legnami trattati, compresi i gusci di nocciola, le sostanze tossiche delle tinture presenti sul legno, con il calore si sciolgono e si trasformano in resine che si depositano sulle pareti del forno. Poi con le altissime temperature di cottura, la resina velenosa e cancerogena si scioglie nuovamente e viene assorbita da pane, pizze e dolci e finisce nelle nostre tavole per poi essere mangiata generando in diversi casi gravi malattie anche di carattere tumorale”. “Mentre le coltivazioni tossiche nell’area della Terra dei fuochi – concludono – per fortuna rappresentano una minima parte del mercato ortofrutticolo regionale, la criminalità gestisce la produzione e la vendita di circa il 50 per cento del pane in provincia di Napoli con una posizione di quasi monopolio il sabato e la domenica. Attualmente sono circa 1500 i forni abusivi presenti sul napoletano che i carabinieri gradualmente stanno smantellando”.

Il suo forno aveva i sigilli: li toglie e riprende a sfornare pane

pane-abusivo-tuttacronacaIl suo era uno dei tanti forni sequestrati la scorsa domenica, ed era la seconda volta che incappava in una simile misura, ma  V.G., 50 anni, di Casandrino, nel Napoletano, ha riaperto il suo esercizio e si è rimesso al lavoro. I carabinieri, accortisi di quanto accaduto, sono intervenuti in via Annunziata, in pieno centro storico, ed hanno provveduto a chiudere nuovamente il forno e sequestrato 120 kg di pane già sfornato, oltre a una cinquantina di chili d’impasto. I militari hanno riscontrato le stesse pessime condizioni igienico-sanitarie della volta precedente, con tante pedane di legno, impregnate di vernice e altre sostanze oleose.  Questa volta per titolare è scattata la denuncia oltre che per panificazione abusiva, anche per violazione di sigilli e, in quanto custode giudiziario, anche per violazione degli obblighi della custodia.

La Cina punta il dito contro Starbucks: prezzi troppo alti

starbucks-tuttacronacaLa stampa e la televisione cinese hanno denunciato la catena di caffè americana Starbucks. Secondo i media, infatti, l’azienda imporrebbe prezzi eccessivi per la popolazione. La tv di Stato ha diffuso la scorsa domenica un’inchiesta secondo la quale una tazza del loro famoso caffè può costare anche 27 yuan (3,22 euro): confrontando questo prezzo con quelli praticati da Starbucks a Londra, Chicago e Bombay l’ha conclusione è stata che quelli imposti in Cina sono nettamente superiori. Brutta grana per Schultz, la mente dietro la catena, che proprio in questi giorni, parlando dell’espansione, spiegava che: “La Cina ci sta regalando grandi emozioni. Sino a poco tempo fa i nostri clienti erano soprattutto turisti o americani che lavorano là, adesso sono gli abitanti del posto la fetta più grande. Vuol dire che li abbiamo conquistati”.

Non di solo caffè vive Starbucks

starbucks-tuttacronacaI newyorkesi ben lo sanno: entrare in un negozio della catena di caffè Sturbuck significa scegliere tra le tante proposte. Caffè, frappuccini, cioccolate, smoothies. Ma non solo, ora sono arrivati anche i thè e la rivoluzione non si ferma qui. A New York, nel negozio all’angolo tra Times Square e Bryant Park, il verde dei grembiuli ha lasciato il posto al rosa. E non è solo una questione di colori, ma anche di profumi. Perchè affacciarsi alla porta è ora una nuova esperienza: non più solo quei bicchieri giganti da degustare mentre si passeggia per strada, ma anche cornetti. Una colazione completa. Che è destinata a cedere il posto anche a pranzi e cene a base di sandwich, zuppe e verdure, all’insegna del mangiar sano. Perchè Starbucks prova, ancora, a reiventarsi e non limitarsi ad essere un fornitore di caffeina. Come spiega il proprietario della catena, Howard Schultz, in una recente intervista al New York Times: “Stiamo andando bene, i conti sono sani e le azioni continuano a salire. Ma in tempi di crisi chi si accontenta prenota la sua fine: questo è il momento di investire, di farsi venire nuove idee”. E’ dal 2011 che l’azienda si scatena sul mercato: 20 milioni di dollari per Evolution Fresh specializzata in succhi di frutta freschi, 620 per Teavana marchio di thé, 100 per La Boulange che sforna prodotti di pasticceria. E ora? “Non prevedo altreacquisizioni a breve, magari faremo accordi strategici”. Tra questi, uno con la Danone, per commercializzzare una specialità greca. Quello che stupisce di più, però, e che cambia maggiormente “il profumo che si respira” nei punti vendita, è comunque La Boulange, con i suoi croissant integrali, normali o al cioccolato. Ma tra trovare gli spazi adatti e formare i commessi non è stata una passeggiata. Spiega il fondatore, Pascal Rigo, rimasto in azienda e che ha gestito la trasformazione: “E’ stata dura, ma adesso siamo sulla buona strada. Gli automatismi sono quelli giusti e presto tutti i nostri negozi avranno la pasticceria”. Ma se Schultz vuole dedicarsi anche alla ristorazione ed è positivo, non tutti la vedono come lui. Come l’analista, Bonnie Herzog: “Sono operazioni che presentano dei rischi. Quando la Pepsi provò a lanciarsi nel mondo degli snack e dei cereali fu un disastro. Il pericolo principale è quello di perdere di vista il proprio core business trascinando nei guai tutta la società”. E un altro, John Moore, aggiunge: “La sfida del cibo è per loro cruciale, la combattono senza grande successo da 20 anni: la loro stessa sopravvivenza è legata al risultato di questa nuova avventura”. Schultz rilancia: “La Boulange è solo il primo passo, la nostra sarà una trasformazione radicale”. E non è difficile credergli.

Pane “illegale”: sequestrate 2.3 tonnellate nel Napoletano

pane-napoli-tuttacronacaI carabinieri del comando provinciale di Napoli hanno sequestrato 17 forni e depositi di prodotti, oltre a 3,2 tonnellate di pane “illegale”, nel corso di un blitz contro la panificazione illegale e a tutela della sicurezza alimentare. In alcuni forni è anche stata rinvenuta legna verniciata e con chiodi. Nel mirino dei carabinieri sono finiti i venditori abusivi che, soprattutto la domenica, commerciano lungo le strade, i negozi di alimentari e anche i supermercati. Una cinquantina sono state le persone denunciate per inosservanza alle discipline inerenti all’igiene e alla produzione e commercializzazione dei prodotti. Ma molte sono state anche le sanzioni amministrative comminate che, finora, ammontano a circa 40mila euro. Per quel che riguarda i forni sequestrati, abusivi e in condizioni igeniche pessime, si trovano a Frattamaggiore, Arzano, Pomigliano d’Arco, Sant’Anastasia, Acerra, Brusciano, Castello di Cisterna, Giugliano in Campania, Villaricca, Sant’Antimo, Somma Vesuviana e Torre Annunziata. A Napoli, in quartiere della sanità, è stato invece scoperto un deposito abusivo: qui le pagnotte venivano conservate infrangendo le norme igenico sanitarie. Il pane era destinato a clienti ignari, tra cui anche alcuni ristoratori della zona. Secondo quanto emerso da un’indagine della Coldiretti, che ha utilizzato come base l’attività svolta svolta dai carabinieri dei Nas dal 2007 al 2013, a causa della crisi sono aumentate le frodi alimentari con un incremento del 170% del valore di cibi e bevande sequestrate perché adulterate, contraffate o falsificate. Nei primi nove mesi del 2013 sono stati sequestrati beni e prodotti per un valore di 335,5 milioni di euro soprattutto con riferimento a prodotti base dell’alimentazione come carne (24%), farine pane e pasta (16%), latte e derivati (9%), vino e alcolici (8%), ma anche in misura rilevante alla ristorazione (20%).

Truffa al panificio! Nel pane anche gli scarafaggi.

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Erano due dipendenti di un panificio sardo coloro che hanno cercato per tutto il 2012 di far fallire l’esercizio commerciale con l’intento poi di comprarlo dal proprietario a un prezzo stracciato. I due, un uomo di 44 anni, di Sestu, e un 31enne di Cagliari, sono arrivati a mettere nell’impasto del pane insetti e sporcizia nel tentativo di screditare il nome della panetteria. In alcune occasioni i clienti hanno anche rinvenuto plastica e metallo, scarafaggi  e carta. In più di un’occasione si sono travestiti da prostitute e cercavano di attirare l’attenzione fuori dal locale in modo da legare quel luogo al traffico della prostituzione organizzata. Nel giro di sei mesi sono riusciti a far chiudere il negozio, in via della Pineta, ma il tentativo di rilevarlo poi non è riuscito, perché alla fine sono stati smascherati dai carabinieri. I due sono stati accusati di turbata libertà dell’industria e commercio, di adulterazione di sostanze alimentari, danneggiamento e furto.

 

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