L’Acea viola i diritti fondamentali dell’uomo?

 

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L’Acea viola i diritti fondamentali dell’uomo? Certo il memorandum di intesa, firmato il 2dicembre scorso, con Mekorot, società idrica nazionale di Israele che pompa acqua dalle falde palestinesi ha fatto immediatamente lanciare l’allarme. La Rete Romana di Solidarietà con il Popolo Palestinese e il Comitato Romano per l’Acqua Pubblica infatti si sono immediatamente mobilizzati con una campagna di sensibilizzazione e una petizione sul web affinché l’Acea garantisca l’accesso libero all’acqua, bene comune imprescindibile. 

LaMekorot, come rivela “info comune” inoltre, pesca in territorio palestinese anche dal fiume Giordano per irrigare le coltivazioni delle colonie israeliane insediate illegalmente nella Valle del Giordano, diminuendo la portata del fiume del 50 per cento. Questo drastico pescaggio ha ripercussioni anche sull’ecosistema del vicino Mar Morto, dove il Giordano defluisce. La  Mekorot, infine, sfrutta le fonti idriche palestinesi, fornisce acqua agli insediamenti e trasferisce l’acqua palestinese al di là della linea verde.

Ora tutti si augurino che l’Acea non prosegua i suoi accordi con una società così “compromessa” sul piano dei diritti fondamentali dell’uomo. 

 

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Morto Sharon, figura controversa ed enigmatica!

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La sua carriera inizia ben presto. Sharon infatti a 15 anni è membro dell’esercito clandestino ebraico Haganah  e combatté come capo plotone nella guerra del 1948-49, dove rimane gravemente ferito. A 21 anni diventa capitano per poi passare ufficiale dei servizi segreti a 23. Dopo una breve esperienza all’Università ritorna nell’esercito. Negli anni cinquanta comanda come maggiore l’Unità 101, una forza speciale dell’esercito creata apposta per reagire con rappresaglie agli attacchi terroristici sul suolo israeliano. Un personaggio che ha sempre usato la forza per affermare il potere come in quel  28 settembre 2000 quando Sharon, capo dell’opposizione nel Parlamento israeliano, fece un clamoroso gesto dimostrativo. Accompagnato da una scorta armata (circa un migliaio di uomini), entrò in modo plateale nella Spianata delle moschee a Gerusalemme. La Spianata, nella quale si erge la Cupola della Roccia (luogo sacro ai musulmani che vi indicano il luogo in cui Maometto compì il suo miracoloso “viaggio notturno”) è tradizionalmente controllato dai palestinesi: col suo gesto Sharon intese far capire che anche quella parte della città sottostava alla sovranità israeliana. L’episodio (in seguito definito “la passeggiata di Sharon”) scatenò una serie di reazioni da entrambe le parti in conflitto, dando inizio in pratica alla Seconda Intifada. Diventato Primo Ministro nel 2001 il suo primo atto fu di confinare Yasser Arafat a Ramallah.

Rieletto nel 2003 avviò la costruzione di una barriera difensiva al confine con la Cisgiordania per ridurre al minimo gli attentati suicidi. Nel febbraio 2004 annunciò la sua intenzione di lasciare la striscia di Gaza. Il ritiro israeliano da Gaza, che nelle intenzioni di Sharon sarebbe dovuto essere un consistente segno di buona volontà israeliana nel volere la pace, provocò dure reazioni dalla destra religiosa e tuttavia non bastò ad arginare il terrorismo palestinese proveniente dalla Striscia. Il 20 novembre 2005 Sharon uscì dal Likud, il partito nazionalista liberale che aveva contribuito a far crescere, e fondò un nuovo partito, il Kadima (che in ebraico significa “avanti!”), centrista e liberale, in cui confluì anche il Premio Nobel per la Pace Shimon Peres (ex laburista).

Poche settimane dopo la fondazione del partito, Sharon ebbe però un improvviso grave problema di salute che ne provocò l’uscita dalla vita politica attiva. Ricoverato in ospedale il 18 dicembre2005 per un leggero ictus, Sharon venne dimesso due giorni dopo. A distanza di due settimane però, il 4 gennaio 2006, il premier venne colpito da una grave emorragia cerebrale che comportò il suo ricovero d’urgenza all’ospedale di Hadassa a Gerusalemme, dove fu sottoposto, in due diversi momenti, a due lunghi interventi per bloccare due episodi assai imponenti di emorragia cerebrale.

Un uomo dalle molte ombre che solo il tempo e una giusta rilettura delle sue vicende potranno chiarire comportamenti e atti spesso ritenuti violenti e oppressivi. Un primo Ministro dal pugno d’acciaio che forse, aveva però aperto uno spiraglio per la pace con la Palestina.

Non c’è tregua: i palestinesi vestiti da Babbo Natale provocano israeliani

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Babbo Natale diventa una provocazione nella zona della West Bank a Bilin, vicino Ramallah. i palestinesi usano il costume per protesta contro il muro che divide Israeledalla Cisgiordania: lacrimogeni, pietre, momenti di tensione. Sembra che il clima fra Palestina e Israele non dia segnali favorevoli e durante le feste, come ogni anno, la tensione aumenta e gli scontri diventano una realtà quotidiana.

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Israele è pronto a trattare con i palestinesi! No condizioni.

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Israele è pronto a trattare con i palestinesi “senza precondizioni e senza frapporre impedimenti alla ripresa di negoziati su un accordo definitivo”, queste sono state le parole del premier israeliano Benyamin Netanyahu, aprendo la riunione settimanale del Consiglio dei ministri. Poi però il discorso è stato “ridimensionato” affermando che Israele non farà compromessi sulle questioni di sicurezza e se un accordo fosse raggiunto la decisione finale “sarà sottoposta al popolo”.

Apertura o un comunicato internazionale che alla fine si trasformerà in un “nulla di fatto”?

Mohammed Assaf: il palestinese che ha trionfato ad Arab Idol

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La seconda edizione del più popolare talent show del mondo arabo, Arab Idol, ha visto trionfare un 22enne palestinese: Mohammed Assaf. La vittoria del giovane, originario di Khan Younis, Gaza, ha fatto esplodere la gioia notturna dei palestinesi in Cisgiordania e a Gaza. E’ stato con la popolarissima canzone “Alli al-Kuffyeh”, Fai sventolare alta la tua kefiah, che il ragazzo cresciuto in un campo profughi nella Striscia di Gaza, ha sbaragliato la concorrenza e ora, secondo l’agenzia Màan, diventerà il primo ambasciatore palestinese dell’Onu. In tutte le maggiori città della Cisgiordania e della Striscia, in migliaia sono scesi in strada per seguire assieme la finale del talent per poi festeggiare la vittoria a forza di clacson, bandiere e fuochi d’artificio. Le autorità israeliane, inoltre, hanno reso noto che permetteranno a Mohammed di recarsi nei territori occupati per incontrare i propri fan.

Assaf è nato in Libia da genitori palestinesi con i quali si è poi trasferito nel campo profughi di Khan Younis, nella striscia di Gaza. La sua storia ad Arab Idol sembra un film: il cantante riesce solo all’ultimo minuto a uscire da Gaza per recarsi ai provini, a causa delle difficoltà create prima da Hamas e poi dall’Egitto. Ma quando raggiunge l’hotel dove si svolgono le selezioni, i cancelli sono chiusi. Non gli resta che scavalcare e raggiungere i banchi per le iscrizioni dove, non avendo il giusto numero di prenotazione, viene rifiutato. E’ in questo momento che il ragazzo con la voce meravigliosa e il sorriso smagliante gioca il tutto per tutto e inizia a cantare, davanti a tutta la sala, che resta sorpresa e conquistata da quella voce. Uno dei concorrenti gli cede il posto. Il resto è storia. Ora Assaf ha vinto, la sua storia personale ha conquistato il cuore di molti ed è diventato il simbolo dell’unità palestinese.

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Agente della sicurezza uccide un uomo al Muro del Pianto

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E’ stata chiusa un’area del Muro del Pianto ai visitatori, oggi, dopo che un agente della sicurezza ha sparato a un israeliano nel luogo sacro. La vittima era stata udita urlare “Allah è grande”, motivo per il quale la guardia avrebbe pensato che si trattasse di un miliziano palestinese, ha spiegato il capo della polizia Micky Rosenfeld. Stando alle prime informazioni, l’uomo era ebreo e, continuano a spiegare le forze armate, “Il fatto che abbia urlato ‘Allah e’ grande ha spinto la guardia a tirare fuori la pistola e sparare diversi colpi”.

Enrico Letta positivo: “le cose stanno andando bene”

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E’ positivo il premier Letta, secondo quanto traspare da un incontro con la stampa estera durante il quale ha dichiarato che ci sono “tutte le condizioni per fare le cose positive e applicare il programma sul quale il Parlamento ha dato la fiducia”. Il premier ha spiegato che “Sono passati solo 50 giorni” dall’inizio del lavoro, “e sento un sentimento molto positivo, sento che le cose stanno andando bene e le cose stanno andando come speravo: vedo tantissime difficoltà, ma ci metto tanta determinazione”. Riguardo alle vicende processuali di Berlusconi, nega la possibilità che possano avere ricadute sull’Esecutivo: “Vedo il governo stabile e concentrato sui suoi obiettivi e non credo che ci saranno conseguenze di nessun tipo da parte di vicende esterne”. Enrico Letta ha poi annunciato il suo primo viaggio fuori dall’Europa, previsto per il 2 luglio in Israele e Palestina, spiegando che  si tratta di “un messaggio molto forte già da questo segnale”. Infine, rispondendo a una domanda del corrispondente dell’agenzia palestinese Wafa, Letta ha confermato l’appoggio dell’Italia all’iniziativa in corso da parte degli Stati Uniti (e in particolare gli sforzi del segretario di Stato John Kerry).

LA FOTO DELLA TRAGEDIA!

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Una foto drammatica, quella di un padre, Jihad Misharawi che stringe disperato il corpo senza vita del suo figlioletto Omar, morto a soli 11 mesi. Jihad lavora nella Striscia di Gaza per la Bbc: questa foto è diventata presto il simbolo della crudeltà dell’esercito israeliano, considerato come responsabile del bombardamento a tappeto sul quartiere dove viveva Jihad con suo figlio.
Ma ora si scopre che la verità potrebbe essere un’altra, e il suo sapore è più che amaro.
Ad uccidere il piccolo Omar non sarebbe stata una bomba israeliana, bensì un razzo palestinese che mancò Israele.
”La maggior parte dei razzi sparati non sembrano essere stati indirizzati verso bersagli militari – si legge nella relazione dell’ONU – L’aggravante è che questi lanci avvengono da zone popolate e mettono gli abitanti di Gaza in pericolo”. Come è infatti accaduto al piccolo Omar.
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Obama in Israele, Giordania e Palestina?

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Il Presidente degli Stati Uniti Barack Obama dovrebbe fare il suo primo viaggio ufficiale in Israele, Giordania e Palestina nel marzo 2013, insieme con l’Autorità palestinese e la Giordania. La visita ha suscitato grandi speranze nella ripresa dei colloqui di pace, interrotti circa quattro anni fa, tra Israele e i Palestinesi.

Angeli e demoni… ma non è un film! Wikileaks svela i rapporti Usa-Chiesa

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Nuovi documenti di Wikileaks diffusi venerdì sera riguardano il Vaticano e le relazioni dell’ambasciata degli Stati Uniti in Vaticano. Vi si raccontano molte cose, tra cui le seguenti.

– il Vaticano faceva sapere nel 2004 che le parole del futuro papa Ratzinger contro l’ingresso della Turchia nell’Unione Europea erano “opinioni personali” e “non riflettono la visione della Santa Sede”

– l’ambasciata statunitense in Vaticano nel 2001 auspicava un ruolo meno controproducente del Vaticano nella questione palestinese

– la missione Vaticana alle Nazioni Unite faceva nel 2009 un’ intensa attività di lobbying sui propri interessi religiosi

– le indagini sulla pedofilia in Irlanda sono state viste in Vaticano come un’offesa alla sovranità nazionale vaticana. Il cardinal Bertone ha chiesto all’ambasciata irlandese che le richieste dell’indagine arrivassero attraverso i canali diplomatici

– nel 2009 l’ambasciata americana in Vaticano riferiva di una serie di fallimenti di comunicazione da parte della Santa Sede: le sue fonti definivano il cardinal Bertone come uno che “si distingue per la sua assenza” nella gestione delle crisi (si sottolineano le gaffes e gli incidenti su Olocausto e antisemitismo), e responsabile di una crescita del “disordine”. Ma l’incaricata d’affari Julieta Valls Noyes ci aggiungeva del suo, chiamando queste opinioni “sottovalutazioni” e segnalando come Bertone sbagliasse il nome del cardinale Lefebvre, non conoscesse le lingue e accusasse i giornali di inventare i problemi. Inoltre era criticata la ristrettezza della cerchia dei consiglieri del Papa, “omogenea generazionalmente e geograficamente”: tutti ultrasettantenni incapaci di comprendere le moderne tecnologie e l’informazione. Sono “italocentrici” e parlano in gerghi loro che nessuno capisce. È segnalata “l’anomalia” di padre Lombardi che usa il Blackberry ed è più attento al mondo, ma non se lo fila nessuno.

Scontri in Cisgiordania tra esercito israelitico e palestinesi

Un gruppo di palestinesi stava cercando di istallare una tendopoli di protesta contro le nuove colonie di Israele in Cisgiordania e sono stati aggrediti dall’esercito israelitico.
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La “Terra Promessa” sblocca 100 mld dlr di tasse della Anp

Ritornano in Palestina le tasse che erano state confiscate a dicembre dal governo Israeliano.

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Leggi articolo correlato.

Mo. Palestinesi innalzano tende, militari israeliani intervengono con lacrimogeni

I dimostranti hanno risposto con il lancio di pietre.

Manovre in medio oriente!

 

Esercito israeliano ha fatto sgomberare un avamposto in palestina.

Morsi al summit arabo non accetta l’intervento armato in Mali, perché infiamma ulteriormente il conflitto.

Arrivati in Turchia Patriot. Saranno a difesa del confine Siria – Turchia. medio-oriente

Fatah Day con intervento al telefono di Abu Mazen! Il nuovo volto di Gaza

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Hamas autorizza festa al-Fatah a Gaza. L’ultima volta è stata nel 2007.

Il prossimo primo gennaio al-Fatah festeggerà l’anniversario della fondazione del movimento palestinese, avvenuta 48 anni fa.

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Pace e speranza per la Palestina ed il Mondo nel 2013: lo augura Abu Mazen

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Israele perde la testa e uccide 2 reporters! Hamas accusa violazione dei diritti umani

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Ricorre alla Corte! La Palestina ha deciso di ricorrere contro gli alloggi israeliani

La Palestina ha deciso di accelerare il processo di ricorso davanti alla Corte penale internazionale per impedire che Israele costruisca gli alloggi in Cisgiordania.

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Dialogo Palestina-Israele: Anp apre la strada se vengono fermati nuovi insediamenti

Chiesa-Palestina: Papa e Abu Mazen a confronto.

Pope Benedict XVI talks with Palestinian President Mahmoud Abbas during a meeting at the Vatican

GRAZIE! Roma. Abu Mazen grato all’Italia per il voto all’Onu

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Ritorsione di Israele verso la Palestina: riscuote tasse Anp

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Israele uccide un palestinese a Hebron

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Terzi contro la Palestina: un ministro contro il suo Premier? Benvenuti in Italia!

Terzi, ministro degli Esteri, bolla come “vergognose” le dichiarazioni di Hamas e del suo leader Hamas Khaled Meshaal che ha ribadito la sua ferma convinzione a non accettare il riconoscimento dello stato di Israele. Terzi è ministro di un governo che ha votato sì all’Onu per legittimare lo stato della Palestina, inoltre il Ministro degli esteri è stato scelto dal Premier Monti, sostenitore della decisione di ammettere la Palestina tra gli stati membri dell’Onu. E’ “bizzarro” che un ministro delegittimi le decisioni di un governo!

Dobbiamo negare uno stato a loro?

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Mo: Peres ritiene Abu Mazen “un partner serio per la pace”

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