La parabola dell’addetta delle pulizie: dalle opere gettate a testimonial in uno spot

anna-macchi-tuttacronacaLa rassegna d’arte contemporanea “Display Mediating Landscape”, in scena a Bari, dovrà fare a meno di alcune opere. Sono quelle che l‘addetta alle pulizie Anna Macchi, scambiandole per spazzatura, ha gettato. La donna, ora, sta vivendo una favola moderna: dopo aver buttato quattro opere, infatti, ora diventerà testimonial di una campagna di sensibilizzazione sul decoro urbano e sul senso civico. Spiega Repubblica che lo spot, finanziato dal Comune e dall’azienda di igiene urbana Amiu, sarà curato dall’agenzia barese Promostudio e le riprese inizieranno già nei prossimi giorni. La 47enne è fiera del suo lavoro e non si pente del suo gesto, visto che l’ha fatto inconsapevolmente e ora le sue caparbietà e tenacia “hanno colpito gli addetti del settore tanto da ideare un promo nel quale la donna dovrà, molto probabilmente, vestire i panni della tata urbana che rimprovera i cittadini sporcaccioni e quelli che non rispettano la pulizia e il decoro dei monumenti. L’idea è nata dopo la visione dell’intervista rilasciata dalla signora a Repubblica e che ha fatto il giro del web con oltre 100mila visualizzazioni”. La Macchi non nasconde l’emozione e ammette di essere tuttora frastornata da tanto clamore per quello che, secondo lei, altro non era che il suo dovere. Del resto il suo gesto è finito sulle pagine online dei giornali esteri mentre diverse trasmissioni televisive la vorrebbero ospite in studio. Dal canto suo, l’unica cosa che desidera è incontrare privatamente il sindaco Michele Emiliano per raccontargli di persona ciò che è successo all’alba di quel 19 febbraio.

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Le opere d’arte scambiate per spazzatura: la mostra inizia ma loro sono al macero!

arte-macero-tuttacronacaTragico destino per alcune opere d’arte che, invece di venire esposte alla rassegna d’arte contemporanea “Display Mediating Landscape”, iniziata oggi a Bari nella sala Murat di piazza del Ferrarese e organizzata dall’associazione Flip di Napoli. Le opere, che erano conservate in alcuni cartoni, sono state notate da un’addetta alle pulizie che ha raccolto il tutto per poi consegnarlo al camioncino dell’Amiu, l’azienda dei rifiuti, che stava passando tra i vicoli di Bari vecchia alle 5 del mattino. Le opere erano state realizzate con materiali essenziali e quotidiani.

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Scoperte altre 60 opere del Tesoro di Hitler

tesoro-hitler-2-tuttacronacaLo scorso novembre veniva scoperto, in un appartamento di Monaco di Baviera, il Tesoro di Hitler: 1500 le opere ritrovate che si riteneva potessero essere andate perdute o distrutte sotto i bombardamenti, invece erano state confiscate dai nazisti durante il Terzo Reich. Ora si scopre per il ttesoro del gerarca nazista era più consistente del previsto: nella casa di Salisburgo di Cornelius Gurlitt, l’81enne che aveva nascosto a Monaco oltre 1.500 capolavori razziati all’epoca del nazionalsocialismo, sono state trovate altre 60 opere d’arte. Tra queste ci sono dipinti di Claude Monet, Pablo Picasso e Pierre-Auguste Renoir. Le nuove opere scoperte, come spiega il portavoce del collezionista Stephan Holzinger, sono già state messe al sicuro. Gurlitt, che si trova in custodia dalla fine del 2013, è il figlio di un noto mercante d’arte di Dresda, attivo nel Terzo Reich, Hildebrandt Gurlitt, morto nel 1956.

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Torte o capolavori? Tutte e due!

torta-arte-tuttacronacaMangiare con gli occhi? Ma anche ammirare, riconoscere l’opera di riferimento e un ripasso di storia dell’arte. Oltre, ovviamente, al piacere per il palato. Tutto questo in un’unica torta. Possibile? Sì, se si parla di cake design e i pasticceri omaggiano i maestri della rappresentazione. Su torte e dolci spuntano anche le riproduzioni di quadri celebri, come mostrano alcune immagini raccolte dal sito Flaworvire.

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Un’opera d’arte? No, il codice del sito che diventa un “capolavoro”

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Il web non è sempre un posto meraviglioso, ma a volte i codici di un sito e i dati che lo compongono possono davvero dar vita a un’opera d’arte inaspettata. Martyn Dade-Robertson, direttore del master in progettazione all’Università di Newcastle nel Regno Unito, è in grado di far emergere veri e propri capolavori visualizzando i link che s’irradiano dai diversi siti web. Un caso eclatante è quello di Nasa.gov, che come si vede nella foto in alto si presenta proprio come una galassia. Le linee bianche rappresentano come il codice del sito, ad esempio attraverso i collegamenti  ipertestuali o i tag correlati alle immagini, è interconnesso e collegato con altri siti. Nella gallery sono presenti altre “opere d’arte” provenienti da altri siti:

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Alberi o capolavori?

alberi-statue-tuttacronacaPeter Cook e Becky Northey. O Axel Erlandson. Artisti che utilizzano tronchi d’albero per creare le loro opere d’arte. E sicuramente i risultati sono ammiraevoli ma… la natura non è altrettanto “artista”? Se si osservano le forme di alcuni alberi sulla terra viene spontaneo pensare che alcune piante siano state “create ad arte”: si trovano cuori e ballerine che danzano, corpi di fanciulle e teste di animale, tronchi intrecciati a formare nodi e volti di uomini con tanto di chioma. Se non ci credete… guardate la galleria!

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Scoperte 1500 opere d’arte a Monaco di Baviera, il tesoro di Hitler!

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Sono 1500 le opere ritrovate che si riteneva potessero essere andate perdute o distrutte sotto i bombardamenti, invece erano state confiscate dai nazisti durante il Terzo Reich e ora sono state ritrovate in un appartamento di Monaca di Baviera. I quadri giacevano dietro un muro di barattoli di fagioli e frutta nel decrepito appartamento di solitario Cornelius Gurlitt, 80 anni e figlio del gallerista Hildebrand Gurlitt nel sobborgo di Schwabing. L’uomo per tutta la vita aveva celato il suo tesoro, probabilmente acquistato dal padre negli anni ’30 e ’40. I sospetti alle forze dell’ordine arrivarono all’inizio del 2011,  quando l’uomo fu fermato alla dogana e fu scoperto con molto denaro che trasferiva in Svizzera. Ora si ritiene che l’uomo alcune opere era riuscito a piazzarle sul mercato e i soldi li trasferiva fuori dalla Germania.

Tra le opere ritrovate ci sono veri e propri capolavori di  artisti come Pablo Picasso, Henri Matisse, Marc Chagall, Emil Nolde, PaulKlee, Franz Marc, Max Beckmann, Oskar Kokoschka, Ernst Ludwig Kirchner, Max Liebermann, Ernst Barlach oltre che di Albrecht Dürer. Secondo i nazisti queste opere erano arte degenerata che andava distrutta.

 

Il trasporto diventa opera d’arte a Stoccolma

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Il servizio è efficiente, 110 km percorsi nei weekend 24 ore su 24 e nei giorni feriali fino all’1 di notte, i vagoni immacolati e i treni puntuali. La metropolitana di Stoccolma ti fa pensare di essere su un pianeta alieno e non solo per pulizia ed efficenza ma per le opere d’arte che sin dagli anni ’50 hanno trovato collocazione nei tunnel della metro.

Le immagini riprodotte sono dalla stazione del Central Kungsträdgården. Sono opera di Ulrik Samuelson, che oggi ha 78 anni e ha ridisegnato la stazione nel 1977. Ulrik, che ha al suo attivo mostre a Parigi e a New York, è via via diventato un vero e proprio specialista: ha progettato gli addobbi di altre fermate della subway. Ma Central Kungsträdgården rimane una delle sue preferite. Ulrik ha creato una specie di paese delle meraviglie sotterraneo, un mix di colori, quasi psichedelico inframezzato qua e la da reminescenze classicheggianti, che altro non sono che i resti di un palazzo Seicentesco che un tempo dominava lo scenario soprastante l’attuale sottopasso. Dopo dieci anni, ha aggiunto al tutto statue e frammenti di un altro storico distretto della capitale svedese, che era stto demolito.  La filosofia, appunto, è stata quella di rendere vivibile anche questa parte di Stoccolma, “diventata uno spazio molto importante nella vita degli abitanti”, spiega Samuelson. “E’ il nostro foro romano, foro di Stoccolma”, spiega con orgoglio Johanna Malmivaara, una guida che porta gruppi di turisti nei sotterranei della subway.

Perché non aprire questi spazi all’arte, perché non far vivere quei muri grigi  donandogli il colore e le forme di un percorso sotterraneo che sia anche una gioia per gli occhi? Perché non iniziare a valorizzare l’arte in qualsiasi forma essa si voglia esprimere e non solo rilegandola in spazi a lei dedicati? Forse perché in Italia i muri verrebbero imbrattati con altre mille scritte, forse perché prima bisognerebbe pensare a un servizio efficiente non a delle stazioni fatiscenti piene di infiltrazioni, forse perché  prima bisognerebbe avere una linea metropolitana che non vada a singhiozzo e su cui poter fare affidamento non solo nelle ore di punta. Bisognerebbe pensare in grande, spendere le risorse e non fare spending review, bisognerebbe avere il coraggio di investire… sulle persone!

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E se gli antichi avessero avuto il lego invece del marmo?

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Lui è un artista di New York, dal nome abbastanza esotico, Nathan Sawaya e immagina il mondo fatto a Lego… e perché non pensare che anche l’arte si possa esprimere con i famosi mattoncini colorati? E così ecco arrivare l’Urlo di Munch, la Ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer, ma anche la celebre  Monna Lisa di Leonardo. La mostra si chiama “The Art of the Brick” ed è visibile a Times Square, nelle sale dell’exhibition centre Discovery. Non c’è opera d’arte che che Sawaya non riesca a replicare dai busti romani alle pitture impressioniste ogni opera d’arte tra le sue mani può avere la sua copia in Lego.

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Per realizzare ogni opera Sawaya impiega tra le 2 e le 3 settimane di lavoro e, in media, tra i 15mila e i 25mila pezzi di Lego. “Incollo uno a uno tutti i mattoncini – rivela lui -. Dovendo spedire le mie creazioni in giro per il mondo c’è il pericolo che i destinatari aprano il pacco e si ritrovino una montagna di pezzetti di plastica”.

British heart foundation e la ricerca sulle malattie cardiovascolari, quasi arte

British heart foundation-tuttacronaca

Immagini suggestive del cuore e vasi sanguigni che diventano quasi opere d’arte, ma che invece sono risultato della ricerca sulle malattie cardiovascolari che la stessa fondazione, British heart foundation, contribuisce a finanziare, grazie alle donazioni. Quest’anno i vincitori del contest “Reflections of research 2013” sono stati:

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L’arte… in fumo! Dipinti rubati e poi bruciati in forno

dipinti-bruciati-tuttacronacaUna storia incredibile che arriva dalla Romania dove la polizia è al lavoro per stabilire se i resti rinvenuti in casa della madre di un rapinatore, arrestato per il furto di sette tele, appartengano ai capolavori sottratti dal museo Kunsthal di Rotterdam nel 2012. Stando alla sua stessa ricostruzione, fatta nel corso di un’intervista a una tv romena, la donna avrebbe distrutto i dipinti ancora l’anno scorso, bruciandoli nel forno dopo che il figlio era stato arrestato. Potrebbe anche essere che l’azione sia stata suggerita dagli stessi ladri, per far sparire le prove del reato. Se fosse vero, alcune opere tra cui dipinti di Picasso, Monet e Matisse sarebbero ora ridotti in cenere, perduti per sempre. A far parte della refurtiva anche un’opera di Gauguin, di Lucian Freud e Meyer de Haan.

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L’apocalisse dei musei italiani, quando impareremo a far soldi con l’arte?

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L’Italia, il paese dell’archeologia e dei musei, ha un bilancio disastroso per quel che riguarda i luoghi deputati all’arte e alla cultura. Tutte le biglietterie statali italiane messe insieme hanno fatto introiti nel 2012 solo per un centinaio di milioni. I nostri musei guadagnano il 25% in meno del Louvre da solo. Come possiamo permetterci il lusso in tempo di crisi di non pubblicizzare e di non far pagare la nostra arte? Lo stato chiede più tasse ai cittadini quando basterebbe saper fare il merchandising nei musei. La mente ottusa di troppi direttori di museo, spesso provenienti da studi ancestrali e completamente a digiuno di economia, non sa far decollare la ricchezza italiana. Chi l’ha detto che non dobbiamo far soldi con statue, dipinti, ville? Possiamo tutelare meglio le nostre opere d’arte solo se facciamo adeguatamente pagare ciò che possediamo. Il nostro patrimonio è unico e ci permettiamo il lusso di mandarlo in rovina per mancanza di fondi e per incapacità di gestione? Perchè siamo incapaci di offrire all’interno dei nostri musei una serie di servizi che normalmente si trovano nel resto del mondo? Perchè solo rari casi le caffetterie o i ristoranti all’interno dei luoghi deputati alla cultura? Perchè anche l’ultima università americana riesce a vendere magliette e cappellini e noi non riusciamo a sponsorizzare nel giusto modo i nostri beni artistici? I nostri amministratori non sono solo corrotti, ma anche incompetenti!

Nucleo tutela patrimonio culturale: recuperati da Cc 95 dipinti

Trovate opere, per un valore complessivo di circa  2 mln di euro, sottratte da chiese e abitazioni di Napoli e del Centro Sud Italia.

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