Quella dannata polvere killer che gli operai chiamavano “talco”, finissima, leggera, bianca… mortale come solo la “tremolite d’amianto” può esserlo! Quella roccia macinata infatti diventa pericolosissima se inalata. Quel “talco” se raggiunge i polmoni e diventa letale. Alla Olivetti molti non lo sapevano, soprattutto coloro che lavoravano a stretto contatto con quella sostanza che serviva per le lavorazioni con la gomma, per i cavi, per i piedini delle macchine da scrivere, per proteggere i rulli attorno ai quali venivano avvolti i fogli di carta per le macchine meccaniche e digitali. Con quella polvere la gomma era meno collosa, meno appiccicosa e nei cavi i fili scorrevano meglio nelle guaine.
La nuova inchiesta di Ivrea, quella che annovera anche undici indagati tra cui Carlo e Franco De Benedetti, nonché Corrado Passera, verte proprio a individuare quanti e chi era a conoscenza degli effetti mortali di quella polvere. Fino a oggi ci sono state almeno 20 morti tra ex operai e funzionari della fabbrica… ma molti, purtroppo, già sanno che il numero alla fine sarà ben più elevato.
Ma i vertici erano a conoscenza? Sapevano quindi la pericolosità di quella polvere? Perché chi lavorava nei reparti in cui c’era asbesto veniva sottoposto ogni anno a controllo medico con radiografie ai polmoni, analisi del sangue e controlli accurati? Ma – sostengono i famigliari dei morti e dei malati – sotto certi capannoni, nei reparti dove la tremolite si adoperava tutti i giorni, e in grandi quantità, mancavano i sistemi di protezione. E se c’erano non erano così efficaci. Ovvero: i respiratori di polvere erano piazzati in alto, non sulle scrivanie, sui tavoli da lavoro, sulle parti oggetto di intervento manuale. E le mascherine di protezione le indossavano in pochi.
Intanto un portavoce dell’ex presidente della Olivetti puntualizza: «L’ingegner Carlo De Benedetti, nel rispetto degli operai e delle loro famiglie, attende fiducioso l’esito delle indagini nella certezza della sua totale estraneità ai fatti contestati. La realizzazione delle strutture oggetto di indagine precede infatti di diversi anni l’inizio della sua gestione all’Olivetti. Nel periodo della sua permanenza in azienda, inoltre, l’Olivetti ha sempre prestato attenzione alla salute e alla sicurezza dei lavoratori, con misure adeguate alle normative e alle conoscenze scientifiche dell’epoca».