E’ stata rigettata dalla Corte di Assise di Taranto l’istanza di scarcerazione avanzata dai difensori di Sabrina Misseri, la ragazza condannata all’ergastolo per l’omicidio della cugina Sarah Scazzi, 15 anni, ad Avetrana. I legali lamentavano il mancato deposito delle motivazioni della sentenza e le precarie condizioni di salute di Sabrina, detenuta a Taranto. Per la procura ionica, che aveva espresso parere sfavorevole alla scarcerazione, alla luce della sentenza di condanna all’ergastolo il quadro cautelare della Misseri si è aggravato, ritenendo ancora concreto il pericolo di fuga e quello di inquinamento probatorio. Per i pm Sabrina ha già ampiamente dimostrato che in stato di libertà è capace di avvicinare testimoni e depistare il corso della giustizia. Nei prossimi giorni è atteso il deposito delle motivazioni della sentenza firmate dal presidente della corte d’assise Rina Trunfio.
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Sabrina resta in carcere
Pubblicato da tdy22 in gennaio 20, 2014
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Il parere della Procura: “Sabrina Misseri deve restare in carcere”
La Procura di Taranto, a seguito dell’istanza di scarcerazione presentata alla Corte di Assise dagli avvocati Franco Coppi e Nicola Marseglia, difensori di Sabrina Misseri, ha espresso il parere che la giovane debba rimanere in carcere. Sabrina è stata condannata il 20 aprile 2013 all’ergastolo, così come la madre Cosima Serrano, per l’omicidio della cugina quindicenne Sarah Scazzi. Tale parere, che è obbligatorio ma non vincolante, è indirizzato alla cancelleria della Corte d’Assise la cui decisione è attesa nel giro di qualche giorno. Coppi e Marseglia sostengono che sono trascorsi circa nove mesi dalla sentenza senza che siano state depositate le motivazioni e che questo sarebbe contrario ad ogni principio giuridico. La Corte di Assise, nel dispositivo letto in aula il 20 aprile dello scorso anno, si era data 90 giorni di tempo per il deposito delle motivazioni, termine che però è solo ordinatorio ma non perentorio.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 15, 2014
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La memoria sfregiata: la foto della piccola Sarah in un sito d’incontri
Lo sfregio alla memoria della piccola Sarah Scazzi arriva dal sito di amicizie on line: Badoo. Qui compare la foto della ragazzina di Avetrana uccisa il 26 agosto del 2010 e sulla cui morte ancora non tutto è stato chiarito. Ad appropriarsi dell’immagine, la 42enne Maria Rosa, residente a Erchie, un paesino in provincia di Brindisi sul cui confine con Avetrana si trova la tristemente famosa contrada Mosca dove la notte del 6 ottobre di tre anni fa venne trovato il corpo della quindicenne. La donna ha scelto il viso di Sarah per contattare e fare amicizia online. E se già non fosse grave scegliere l’immagine di una minorenne, è orribile che venga utilizzato il volto di una ragazzina innocente a cui è stata spezzata ogni possibilità di futuro. Nella nuvoletta accanto alla foto, si legge che “Maria Rosa vuole fare amicizia”. Badoo, piattaforma virtuale che ha permesso una simile appropriazione d’immagine e d’identità, conta più di 196 milioni di iscritti in 180 paesi ed è tra i siti più frequentati. La famiglia era all’oscuro di questo uso della foto della piccola per farsi notare in rete, quello stesso web dove le immagini di Sarah sono tra le più cliccate su Google e facilmente reperibili.
Pubblicato da tdy22 in novembre 6, 2013
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Michele Misseri e il suo desiderio d’incontrare la mamma di Sarah
Ilaria Cavo, inviata di Videonews, ha intervistato Michele Misseri, lo zio della giovane Sarah Scazzi. Nel filmato, trasmesso questo sera nel corso della trasmissione Quarto Grado, l’uomo ha confidato: “Incontrerei Concetta, ma senza telecamere, privatamente. La vedo passare qualche volta vicino casa e mi dispiace. Faccio finta di non guardarla, perché ci rimango male. Non è giusto quello che è stato fatto. Quello che ho fatto. Le ridirei che sono colpevole, che non copro nessuno”. Continua a dichiararsi l’autore dell’omicidio zio Michele, condannato a otto anni di carcere per occultamento di cadavere, mentre volta le spalle alla telecamera: “Non voglio più essere ripreso dalla televisione, mi hanno sempre bastonato perché vado in tv, dicendomi che sono un pupazzo, un burattino. Per far emergere la verità, ho subìto tutte queste cose che fanno male”. E riguardo a un eventuale incontro con la cognata: “Per prima cosa chiederei perdono a Concetta. Mi scuserei per quello che è successo: non l’ho fatto apposta. Questa è la verità. Se lei mi guardasse negli occhi, si convincerebbe che sto dicendo veramente la verità. Non volevo uccidere Sarah. Non so nemmeno perché l’ho fatto. Non mi hanno mai creduto, perché non mi ricordo come ho fatto con la corda”. Misseri continua a raccontarsi e confessa: “Piango sempre quando ci penso. Dovevo stare benone adesso e, invece, ho distrutto la mia famiglia e quella degli altri. Ero un uomo conosciuto da tutti e ora sono tra i più miserabili che esistano. Anche che se Concetta mi perdonasse, quel che ho fatto mi rimarrà sempre sulla coscienza”. Ma ci tiene anche a difendersi dalle accuse della madre di Sarah: “Non sono un furbacchione. Non è detto che Concetta mi debba credere per forza, ma io dico la mia verità”. Michele, noto per aver cambiato infinite volte la sua versione dei fatti, ora continua a difendere la figlia: “Cosa deve perdonare Concetta a Sabrina, se mia figlia non ha commesso niente? Ha fatto tre anni da innocente”. All’invito della Cavo di recarsi a casa della cognata, dichiara: “Se Concetta me lo chiede, io ci vado, ma non spontaneamente perché mi vergogno”.
Pubblicato da tdy22 in ottobre 25, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/25/michele-misseri-e-il-suo-desiderio-dincontrare-la-mamma-di-sarah/
Truffa nelle mense: a bambini e anziani cibi avariati e scaduti
Arresti domiciliari, obblighi di dimora e sospensione dai pubblici uffici sono scattati oggi per degli imprenditori, dirigenti sanitari ospedalieri e ausiliari sanitari accusati di una serie di reati contro la pubblica amministrazione nella fornitura a mense scolastiche e ospedaliere. Tra i destinatari delle sei misure cautelari eseguite dai carabinieri di Napoli anche un direttore sanitario di un ospedale della provincia di Napoli, raggiunto da un obbligo di dimora. Tre titolari e un impiegato di una ditta che opera nel settore della refezione sono stati raggiunti da un arresto domiciliare e tre obblighi di dimora mentre un ausiliario ospedaliero è stato sospeso dal pubblico esercizio. Nella lista degli indagati, 45 in totale, si trovano anche sette amministratori pubblici in carica o decaduti dalla stessa di comuni del Napoletano, del Salernitano, dell’Avellinese e della provincia di Potenza, il direttore sanitario di un altro ospedale della provincia di Napoli, un coordinatore e due dipendenti di un’Asl del Napoletano, un coordinatore di direzione sanitaria e tre medici della provincia di Napoli. Nell’ambito dell’indagine, uno dei punti contestati è il fatto che venissero distribuiti, in scuole materne e istituti per anziani, cibi scaduti o avariati. Non solo, tra i fatti accertati vi sarebbero anche diverse irregolarità nell’aggiudicazione di appalti per la fornitura di pasti a scuole ed aziende ospedale ed episodi di corruzione per l’aggiudicazione di appalti.
Pubblicato da tdy22 in luglio 2, 2013
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Caso Scazzi: Sabrina e i suoi due uomini
Alla trasmissione Quarto Grado si mostrano alcuni frammenti del processo Scazzi, tutti incentrati sulla figura di Sabrina. Ed emerge un nuovo aspetto di Michele Misseri. La ragazza, che ammette di non conoscere bene il padre in quanto fino al 2001 aveva vissuto, per lavoro, in Germania. Ma se inizialmente ha negato che potesse aver avuto degli approcci particolari con la cugina Sarah, poi il sospetto le è venuto. Tutto deriva da una confessione che le era stata fatta da una zia che ricorda un fatto avvenuto ancora all’epoca del fidanzamento di Michele con Cosima. L’uomo avrebbe tentato un approccio con quella che sarebbe diventata la cognata, che però è riuscita a svincolare e fuggire. Nel frattempo a Misseri è stato confermato l’obbligo di dimora: non potrà quindi allontanarsi dall’abitazione neanche per recarsi ai terreni di famiglia, quegli stessi appezzamenti dove si trova il pozzo in cui era stata gettata Sarah.
Ivano Russo, in aula, parla invece di comportamenti ambigui nei suoi confronti da parte della ragazza che arrivava a chiamarlo “dio Ivano”. L’avvocato in aula legge anche dei messaggi che i due si erano scambiati e il ragazzo spiega, raccontato che, dopo essersi denudati, hanno avuto un contatto fisico ma si sono fermati subito. All’insistenza dell’avvocato, al limite del voyeurismo come lo definisce Meluzzi in studio, Ivano spiega che c’è stata penetrazione ma il rapporto non è proseguito, non è quindi giunto a compimento. Anche lui parla di Sarah come di una “sorellina minore”.
Pubblicato da tdy22 in Maggio 24, 2013
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