Sollevato l’avviso di restrizione: Alma Shalabayeva può lasciare il Kazakistan

Alma-Shalabayeva-tuttacronacaAlma Shalabayeva e la figlia Aula erano state espulse dall’Italia lo scorso 31 maggio. Ora la moglie dell’ex banchiere e dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, può lasciare il Kazakistan. E’ infatti stato sollevato, con il pagamento della cauzione, l’avviso di restrizione imposto precedentemente. Lo ha riferito il portavoce del ministero degli Esteri, secondo quanto scrive l’agenzia di stampa russa Rapsi, specializzata in argomenti giuridici. A novembre, l’Ufficio del procuratore generale del Kazakistan ha riferito che la donna aveva fatto appello alle autorità per ottenere il permesso di lasciare il Paese. A luglio, ricorda Rapsi, il Kazakistan aveva emesso una pena non detentiva nei confronti della Shalabayeva perchè in possesso di un passaporto falso.

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Svolta sul caso Shalabayeva: la perizia rischia di accusare il Viminale

alma-shalabayeva-tuttacronacaSi compone di sette pagine il documento che, come spiega il Messaggero, rischia di mettere definitivamente sotto accusa il comportamento della Questura di Roma e del Viminale nel caso del rimpatrio di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente e banchiere kazako Mukhtar Ablyazov. Si tratta di una perizia di parte ordinata dagli avvocati della figlia maggiore della donna che conferma punto per punto il sospetto che era circolato fin dalla scorsa estate:

per «creare» il documento valido per l’espatrio a nome della figlia di Alma, la piccola Alua di appena sei anni, gli uomini dell’ambasciata avrebbero utilizzato la fotografia presente nel passaporto centrafricano che Alma Shalabayeva ha consegnato agli uomini della Polizia al momento della perquisizione e del fermo che in poche ore l’ha portata prima nel Cie di Ponte Galeria e quindi sull’aereo diretto in Kazakistan. Insomma, qualcuno all’interno delle nostre forze dell’ordine avrebbe passato il documento all’ambasciata kazaka che avrebbe quindi elaborato un documento solo apparentemente proveniente dall’Asia centrale.

La perizia è stata firmata da un esperto di grafica in tre dimensioni, Fabio Pisterzi, che spiega che l’elaborazione fatta sulla foto della bambina è in realtà molto semplice: “Con uno scanner è possibile riprodurre l’immagine ed eliminare gli elementi sovraimpressi”, scrive rispondendo al quesito se le foto siano identiche e se “quindi derivino dal medesimo scatto”. Dunque una elaborazione semplice, di copiatura e aggiustamento. “La parte interessata”, il volto, è stata “ritagliata” mentre il vestito è stato sovraimpresso e questo fa sì che, al posto del collo della piccolina c’è il collo di un’altra persona. La relazione viene quindi conclusa specificando che “l’elaborazione è stata fatta utilizzando il programma Photoshop”. La perizia è stata conclusa lo scorso 4 ottobre e finirà in mano al pm Eugenio Albamonte. Ma, spiega ancora il Messaggero, “l’atto di accusa è rivolto anche alla Questura e al Viminale (dove si aspetta con ansia una puntata di Report dedicata al caso). Ma è anche possibile che a questo punto Astolfo Di Amato l’avvocato di Madina Ablyazova, la sorella maggiore di Alua, decida di rivolgersi anche alla procura di Perugia.”

Delegazione del M5S da Alma Shalabayeva: “Aiutatemi”

1-m5s-shalabayeva-tuttacronacaUna delegazione del M5S ha fatto visita ad Alma Shalabayeva, la moglie dell’oligarca kazako espulsa dall’Italia con la figlioletta Alua di 6 anni nella casa di Alamty, durante la quale la donna ha ricostruito la giornata del 30 maggio. Durante il dettagliato resoconto, la donna lascia anche qualche accusa a Roma, ad esempio l’ipotesi di manomissione del passaporto, la cui presunta falsificazione è stata la causa del rimpatrio. E’ lei a raccontare che le hanno restituito il documento ‘manomesso”: più “spesso” di quello rilasciato dall’Africa Centrale che era stato presentato. Oltre a questo, non avrebbe ricevuto risposta ogni volta che ha provato a chiedere “asilo politico”. La Shalabayeva spiega che le hanno gettato il telefonino, impedendole contatti, e si sono limitati a dirle che la sua “deportazione era firmata ad alto livello”. Mentre chiede un aiuto all’Italia per rivedere il marito, torna a ribadire la sua intenzione di tornare a Roma. La sua ricostruzione è stata postata, in video streaming, sul Blog di Beppe Grillo. In quei momenti, non ha neanche potuto contattare la sorella al cellulare: “Me lo hanno buttato”, dice sottolineando di aver chiesto l’asilo politico, spiegando di chi era moglie e della protezione data a suo marito da Londra. Ma non riceve risposta, le sue affermazioni sembrano sbattere contro un muro di gomma, in particolare dalla poliziotta di scorta, una certa “Laura”. A Ciampino dove madre e figlia entrano “accompagnate da 12 persone armate”, Alma racconta di aver chiesto in inglese: ‘I need a political asylum’ ma “Laura è uscita dalla stanza come se non avesse sentito” per poi tornare di corsa e prendere “mia figlia per mano, uscendo. L’ho inseguita, siamo saliti su un pulmino e lì ho richiesto ‘Why not?’. Lei si è girata, mi ha accarezzato la gamba, e si è rigirata verso il finestrino”. La Shalabayeva spiega ancora che Laura, che “era sempre al telefono con qualcuno”, ha rivolto “molte domande di politica, sui rapporti tra il presidente kazaco e quello russo”, registrando tutto su un I-Phone. Poi la scelta: portare Alua con sè o lasciarla alla guardia del corpo. “Prima di rispondere ho chiesto ancora in inglese: ‘Posso avere l’asilo politico?’ Ma uno degli uomini ai piedi dell’aereo ha risposto che era impossibile: troppo tardi”, l’ordine è stato “firmato a livello molto alto, da due autorità italiane. Non so quali”. Quindi l’arrivo in Kazakhistan dove sono arrivate “senza legale, senza interprete, senza passaporto, senza effettuare alcun controllo alla dogana, senza biglietto, e senza nessuna possibilità di ottenere l’asilo politico”. Uno dei rappresentanti dell’ambasciata kazaca avrebbe trascorso quasi tutto il viaggio nella cabina di pilotaggio. “Solo dopo ho saputo che la mia famiglia intendeva tramite il procuratore dell’Austria far tornare l’aereo in Europa”. Ma il kazaco era al telefono controllando che l’aereo andasse “nella direzione giusta”. Quindi lancia un appello: “Vorrei tornare in Italia al più presto possibile. Voglio vedere i miei figli e mio marito”. E sottolinea di non “credere, sinceramente, nella giustizia dei tribunali. Se vogliono, mi arresteranno, rischio da due fino a 4 anni”. Come rischia il marito, contro cui “non c’era nessuna prova: spero molto nell’aiuto del popolo italiano”. Daniele Del Grosso, membro della delegazione del M5S che nei prossimi giorni avrà anche incontri istituzionali a Astana, ha spiegato che attorno a lei sembrano non esserci controlli. All’ANSA;, contattato al telefono, ha speigato: “È sicuramente seguita. Ma noi non abbiamo visto nessuno di sospetto”.

MUKHTAR ABLYAZOV ARRESTATO IN FRANCIA!

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The end? Mukhtar Ablyazov è stato arrestato a Cannes, in Francia. A comunicare la notizia è stato il suo avvocato, il quale ha precisato che a fermare il dissidente kazako sono state le forze speciali d’Oltralpe. Tutti si ricorderanno il caso scoppiato in Italia in occasione dell’espulsione dall’Italia della moglie Alma Shalabayeva e della figlia minorenne del dissidente. 

La Francia intanto smentisce la notizia dell’arresto e alla parola “arrestato” risponde che non sono al corrente del fermo di Ablyazov. Fonti locali hanno aggiunto a chi chiedeva conferma dell’arresto: “Ci sembrerebbe strano perché tutto passa da noi”. Ma la Russia ne chiede l’estradizione.  Da caso a giallo kazako?

Aggiornamento 31 luglio 2013, 21,50: Arriva la conferma il dissidente kazako, Mukhtiar Abliazov, è stato arrestato nel pomeriggio a Mouans-Sartoux, vicino Grasse. Lo conferma al Financial Times la polizia giudiziaria di Marsiglia. Sono state le autorità ucraine a chiederne l’arresto. L’oligarca potrebbe essere trasferito a Parigi. Anche la Russia ha richiesto l’estradizione del dissidente, che aveva ottenuto asilo dalla Gran Bretagna nel 2011. Un appello a evitare che Mukhtar Ablyazov sia estradato in modo “illegale” come è successo a Roma alla moglie Alma Shalabayeva e alla figlia Alua. A lanciarlo via Facebook è il figlio del dissidente kazako. “Cari amici – scrive Madiyar Ablyazov sul social network – mio padre è stato arrestato. Vi sarò grato per sempre se condividerete questo articolo per evitare un’estradizione rapida e illegale come è già successo in Italia per mia madre e mia sorella”.

Caso Shalabayeva: per Letta è avvenuto all’insaputa degli 007

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Oggi il presidente del Consiglio, Enrico Letta è tornato sulla questione dell’espulsione di Alma Shalabayeva, e ha ribadito che a suo giudizio i servizi segreti non sapevano della presenza di Ablyazov e di sua moglie in Italia, né dell’espulsione della donna. “Non erano tenuti a saperlo in quanto il dissidente kazako non rappresentava un pericolo per la sicurezza nazionale”, ha scritto in una nota al Copasir Letta, dicendosi disponibile a una audizione sul tema dei servizi segreti.

 

Falso il passaporto di Alma Shalabayeva. Bonino “Tormentata, ma non mi dimetto”

passaporto-shalabayeva-tuttacronacaIl ministro degli Esteri Emma Bonino, intervenendo alle commissioni Esteri di Camera e Senato sulla vicenda Ablyazov, ha detto: “È una vicenda di grande delicatezza, sulla quale si impone la massima chiarezza: una vicenda che tocca aspetti di grandissima rilevanza per il nostro Paese e per i suoi valori fondamentali”. Ha quindi aggiunto: “La mia credibilità personale è per me un grande patrimonio” ed ho vissuto “con grande amarezza in queste settimane. Sono stata tormentata e non ci ho dormito ma non ho mai pensato di dimettermi”. E ancora: “I nostri interventi sono stati dunque continui, incessanti e continueranno fino a quando necessario, nella considerazione che poichè si agisce da governo a governo si deve evitare, almeno in questa fase, che una serie di azioni e reazioni indebolisca la nostra struttura diplomatica ad Astana”. Riguardo al comportamento dell’ambasciatore kazako a Roma, l’ha definito “intrusivo” e “inaccettabile”. Astana “ci ha fatto sapere di volere buoni rapporti con l’Italia. Ritengo evidente che, dopo questo episodio, la qualità dei rapporti dipenderà dalla disponibilità dei responsabili di Astana” a dare la loro “imprescindibile collaborazione” e “pieni diritti e libertà di movimento ad Alma: valuteremo, tempestivamente, le misure più opportune da adottare nei confronti dell’ambasciatore Yelemessov”. Al momento, comunque, ad essere prioritaria è la “tutela delle due cittadine kazakhe,è quanto che ci sta più a cuore. Stiamo svolgendo e continueremo a fare con forte determinazione interventi, a Astana, Bruxelles, Vilnius, per la piena libertà di movimento di Alma e la figlia: lo sento come obbligo morale, prima che politico”. Ancora il ministro ha dichiarato di ripensare “a qualche critica che ho letto circa un mio asserito silenzio sulla questione: la realtà è che ho invece, sin dal primo momento, promosso e sollecitato il massimo chiarimento su un caso così rilevante. L’ho fatto con l’animo e la passione di chi si occupa da una vita di diritti civili ma ho agito sulla base del rispetto delle istituzioni alle quali sono tenuta da Ministro”. La Bonino ha quindi proseguito spiegando di riferire sulla vicenda Ablyazov “con la serenità di chi non ha lesinato alcuno sforzo, con la sensibilità di chi per passione e attività politica ha fatto della tutela dei diritti umani la ragione di un’intera esistenza e con la mia diretta testimonianza”. La Farnesina, ha svolto una “continua e scrupolosa attività” attraverso i suoi uffici “chiamati a gestire ex post le conseguenze di un caso per il quale abbiamo finora, giustamente, dibattuto sulla dinamica ex ante”.

Nel frattempo, secondo quanto riferisce il Dipartimento di Pubblica Sicurezza, è stato accertato dall’ufficio Interpol del Centrafrica, nell’ambito delle attività investigative svolte dalla questura di Roma, che il passaporto esibito da Alma Shalabayeva alle autorità italiane ed emesso dalla Repubblica Centrafricana “risulta falsificato”. Il vicepremier kazako Yerbol Orynbayev a Bruxelles, riguardo l’ipotesi di espulsione dell’ambasciatore kazako in Italia, ha dichiarato: “Aspettiamo la decisione ufficiale” che verrà presa dall’Italia e quando sarà presa “reagiremo”. Il fatto che, dopo quanto successo, l’ambasciatore kazako in Italia sia praticamente inutile “è solo un punto di vista” ha aggiunto. Lunedì scorso il ministro degli Esteri Emma Bonino aveva osservato che l’ambasciatore kazako non sarebbe più “una persona utile ai kazaki” perchè dopo quanto accaduto “non lo riceverebbe più nessuno”. Il vicepremier ha quindi aggiunto, per quanto riguarda il ritorno di Alma Shalabayeva e sua figlia in Italia, il Kazakistan non ha “nessun problema”,  ma l’Italia “deve fornire garanzie” che Shalabayeva tornerà in Kazakistan in caso venga chiamata a testimoniare in un processo, in questo caso “il governo kazako non ha nessun problema a lasciarla ripartire”. Il vicepremier ha però sottolineto che la donna nel nostro Paese “rischia quattro anni di prigione per il suo passaporto falso: quindi il suo rientro è in dubbio”. Del caso kazako, secondo quanto riferito dal presidente di turno del Consiglio Ue, il ministro degli esteri lituano Linas Linkevicius, si è parlato durante il Consiglio di cooperazione con il Kazakistan. “La presidenza continua a seguire con attenzione gli sviluppi della vicenda”, ha detto Linkevicius senza aggiungere altri dettagli.

Caso Shalabayeva: “I kazaki ordinarono il blitz”. La ricostruzione del prefetto Valeri

shalabayeva-kazaki-tuttacronacaIl Corriere della Sera spiega che nuovi e clamorosi particolari sono stati rivelati dal responsabile della segreteria del capo della polizia Alessandro Valeri cha ha riferito come il gabinetto del ministro dell’Interno seguì ogni fase dell’operazione kazaka. Tanto che la seconda irruzione del 29 maggio scorso nella villetta di Casal Palocco, dove si riteneva fosse nascosto Mukhtar Ablyazov, fu decisa nell’ufficio del prefetto Giuseppe Procaccini. E ordinata ai poliziotti direttamente dall’ambasciatore Andrian Yelemessov. La conferma arriva dal prefetto Gaetano Chiusolo, il capo della Direzione Centrale Anticrimine, che ricevette sul suo cellulare le disposizioni del diplomatico. I loro verbali, così come quelli di tutti gli altri funzionari coinvolti, sono stati consegnati al Parlamento in vista della votazione sulla mozione di sfiducia contro Angelino Alfano prevista per oggi al Senato e conclusasi con la vittoria dei no. Negli atti allegati all’inchiesta condotta dal prefetto Pansa si legge quante e quali irregolarità e omissioni siano state commesse fino al rimpatrio di Alma Shalabayeva e della figlia Alua, mettendo tutti gli uffici della polizia a disposizione di un’autorità straniera. Il titolare del Viminale ha sempre dichiarato “Non ne sapevo nulla” salvo poi essere smentito dallo stesso Procaccini.

E’ lo steso Valeri a raccontare: “Il 28 sera dopo le 20 fui chiamato dal prefetto Procaccini per recarmi nel suo ufficio per comunicazioni urgenti. Nell’ufficio del capo di gabinetto trovai l’ambasciatore Yelemessov e un consigliere della stessa ambasciata. Dopo le presentazioni il capo di gabinetto mi rappresentò che le autorità Kazake avevano segnalato la presenza in Italia di un pericoloso latitante. Lo stesso ambasciatore rappresentò ampiamente i motivi di preoccupazione in ordine alla pericolosità del latitante, precisando che lo stesso era armato, accompagnato da uomini armati e con collegamenti con il terrorismo internazionale. Nella circostanza consegnò un carteggio inerente lo stesso latitante, tra cui una copia del bollettino di ricerche internazionali diramato dall’Interpol. Il prefetto Procaccini me ne consegnò una copia. Rappresentai all’ambasciatore che si sarebbe dovuto rivolgere alla questura e lui mi riferì che quella mattina aveva parlato della cosa con il dirigente della Squadra mobile Renato Cortese, a cui aveva fornito gli stessi elementi informativi, con precisa indicazione della villa ove il latitante si nascondeva. Chiamai attraverso il cellulare Cortese, il quale confermò di avere incontrato l’ambasciatore e che già avevano organizzato una perquisizione nella villa alle prime ore del giorno dopo. Raccomandai di tenermi informato.” Quindi Valeri contatta tre persone: Francesco Cirillo, vicecapo della polizia, il prefetto Chiusolo e “subito dopo il vicecapo vicario”, Alessandro Marangoni. Il racconto prosegue: “Il mattino dopo, il giorno 29 intorno alle ore 7, venni informato dell’esito negativo delle ricerche. Immediatamente riferii l’esito delle ricerche al prefetto Procaccini e al prefetto Marangoni. Qualche ora dopo, in ufficio, fui riconvocato dal prefetto Procaccini perché era ritornato l’ambasciatore Yelemessov. Mi recai da lui ed il diplomatico esternò dubbi sulla efficacia dell’intervento fatto dalla polizia italiana, sostenendo che il latitante poteva essere nella villa in qualche nascondiglio appositamente realizzato. Non ricordo bene se avvisai io la questura o Chiusolo, oppure fu lo stesso ambasciatore che mi disse di aver informato la Questura”. Chiusolo, nella sua deposizione, spiega che le cose non sono andate esattamente così: “Il 29 mattina la dottoressa Luisi Pellizzari, il capo dello Sco, il Servizio centrale operativo, mi riferì l’esito negativo delle ricerche. Nella stessa mattinata ho ricevuto una telefonata da parte del prefetto Valeri che mi riferiva che l’ambasciatore, con il quale si trovava nella stanza del capo di gabinetto, sosteneva che il latitante potesse essere ancora nella villa di Casal Palocco e che lo stesso disponeva di ulteriori informazioni. Per queste ragioni l’ambasciatore mi avrebbe richiamato ed in effetti dava i miei recapiti telefonici all’ambasciatore per contattarmi”. Pansa ammetterà poi al Parlamento che il contatto si è rivelato molto più invasivo. Verbalizza Chiusolo: “Circa un’ora dopo ricevevo una telefonata dall’ambasciatore che mi precisava che allo scopo di fornirmi necessari dettagli sarebbe venuto nel mio ufficio. In effetti non giungeva lui nel mio ufficio, ma l’addetto legale dell’ambasciata per parlarmi di queste ulteriori informazioni. Lo saluto soltanto e lo faccio accompagnare dalla Pellizzari che riceve le informazioni sul ricercato e trasmette i relativi dati alla Mobile”.

A questo punto avviene la seconda irruzione: nessun segno della presenza di Ablyazov ma, al suo posto, vengono trovate la moglie e la figlia. Alma Sharabayeva è prelevata ed espulsa. In seguito arriva la decisione di rimpatriarla. Tra i numerosi agenti dell’immigrazione e della questura presenti con lei al momento di trasferimento all’aeroporto di Ciampino, l’unica donna è l’assistente capo Laura Scipioni. E’ lei che, nel verbale, ricostruisce ciò che accadde nello scalo. Afferma anche: “Fui informata che erano arrivati il console e il consigliere d’ambasciata. Durante l’incontro con il console, il consigliere, con atteggiamento preoccupato mi mostrava il biglietto da visita del prefetto Procaccini dicendo che stava cercando di contattarlo, fatto che riferivo al dottor Conti, funzionario addetto della Polaria”. A questo punto il consigliere avrebbe fatto cinque tentativi di chiamata prima di allontanarsi per parlare: dettaglio che potrebbe dimostrare che il gabinetto venne informato anche delle procedure di espulsione. Da parte sua, Procaccini ha sempre dichiarato che solo il blitz era di sua conoscenza. Ma sono i verbari a confermare che non solo tutti erano a conoscenza di quanto stava accadendo ma anche che si sono messi a disposizione delle autorità kazake, in un primo tempo provando ad arrestare Ablyazov, fosse un dissidente, quindi consegnando loro sia la moglie che la figlia. LA Scipioni ha ammesso che la signora “mi disse che suo marito era stato in prigione e molti loro amici erano stati uccisi dagli uomini del presidente”. Forse questo sarebbe stato sufficiente per credere che Alma Shalabayeva era davvero in pericolo, come cercava di spiegare da due giorni.

Mozione di sfiducia al Alfano: Letta difende il vicepremier. In Senato vince il no

ALFANO-sfiducia-tuttacronacaSi vota la mozione di sfiducia del M5S ad Alfano, presentata in merito alla gestione del caso Ablyazov, oggi in aula al Senato. E’ il senatore grillino Mario Michele Giarrusso a spiegare il motivo della sfiducia: “non è un atto politico, ma per dare dignità al nostro Paese, perché la barbarie non vi può albergare”. Il pentastellato ha aggiunto: “è stato gettato enorme discredito sul nostro Paese, l’operato del ministero dell’Interno ci ha fatto vergognare di essere italiani”. La senatrice Anna Maria Bernini (Pdl) replica che ad Alfano, “vittima di una campagna orchestrata per mettere il crisi il governo”, deve arrivare “una fiducia piena”. La senatrice spiega anche come “Alma e la sua bambina devono essere aiutate a tornare, non usate”. Bisogna superare, invita la Bernini, “il meccanismo perverso delle strumentalizzazioni”. Il presidente del Consiglio, Enrico Letta, ribadisce invece che il governo, e quindi anche Angelino Alfano, non sapeva e non è stato coinvolto nella vicenda Ablyazov. Proprio perché l’esecutivo era all’oscuro di tutto, sottolinea, “l’espulsione della moglie di Ablyazov e della sua figlioletta è per noi motivo di imbarazzo e discredito”.

Al termine della votazione, il Senato ha bocciato la mozione con 226 no e 55 sì. Il Pd ha votato no alla sfiducia turandosi il naso e Zanda ha chiesto al ministro di valutare le dimissioni almeno da uno dei suoi incarichi. E’ stato quindi recepito il messaggio iniziale di Letta: “Il voto che vi chiedo oggi non è solo un ‘no’ alla mozione di sfiducia presentata da Sel e Movimento cinque stelle, che ovviamente rispetto. Quello che chiedo è nuovo atto di fiducia al governo che ho l’onore di presiedere”. Nichi Vendola, via Twitter, ha commentato al termine della votazione: “Credo che con il voto di oggi al Senato – con penoso,patetico, impudico salvataggio di #Alfano – è andato in scena il copione dell’ipocrisia”. E ancora: “governo Letta è gravato da un’ombra morale, non soltanto da un’ipotetica politica. Sono prigionieri politici di #Berlusconi #Alfano“. E se Berlusconi, alla domanda dei giornalisti se gli sia piaciuto il discorso di Letta, ha risposto “Sì, molto”, Alfano ha dichiarato “C’era una mozione di sfiducia che è stata bocciata e io sono soddisfatto”.

Ablyazov diventa un criminale anche per gli inglesi…

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Improvvisamente  Mukhtar Ablyazov da rifugiato politico diventa criminale anche per gli inglesi. Dopo i mandati di cattura internazionali emessi dalla Russia e dal Kazakistan, ora è la giustizia britannica a scagliarsi contro il dissidente politico. Al centro ci sarebbe una villa, la Carlton House, da 18 milioni di sterline nella prestigiosa Bishop’s Avenue di Londra, nota per essere la strada dei ricchi londinesi. La villa, composta da 7 camere da letto, bagno turco per dodici persone, piscina coperta e sala da ballo, immersa in un parco, sarebbe stata fuori dalla portata di Ablyazov dopo che i beni dell’imprenditore erano stati congelati dalla giustizia inglese per rispondere alle richieste della giustizia russa e di quella kazaka. Come ha potuto quindi il kazako acquistare la villa?  Ablyazov avrebbe usato una società di comodo, intestata ad una famiglia inglese che faceva da prestanome, a cui destinare i proventi della vendita di una torre nel centro di Mosca di sua proprietà. Un giudice inglese per questa truffa avrebbe emesso nel novembre 2012 un mandato di cattura. Ablyazov in sostanza sarebbe stato accusato per aver destinando i proventi di una torre di sua proprietà a Mosca a una famiglia inglese che avrebbe fatto da prestanome per una società che poi ha provveduto all’acquisto della villa… ma non si muove così tutta l’alta finanza per evadere le tasse? Perché questo accanimento contro un dissidente e rifugiato politico in palese difficoltà? Dopo il mandato firmato dal giudice il kazako sarebbe scappato da Londra e avrebbe trascorso un periodo in Francia e poi sarebbe anche giunto in Italia fino al 25 maggio, tre giorni prima del blitz. Ora l’uomo è introvabile. Ammesso, solo per un istante, che l’uomo abbia commesso una truffa per necessità, come ha potuto l’Italia consegnare la moglie e la figlia al governo kazako e farle diventare ostaggi per ricattare Ablyazov? All’insaputa del ministro dell’Interno e di quello degli Esteri una donna e una bambina sono in pericolo di vita in mano a un governo che da anni dà la caccia ad  Ablyazov?

Ieri l’incontro a Londra tra Cameron e Letta e oggi la notizia del mandato di cattura britannico contro Ablyazov?

Chi governa in Italia? Procaccini: “informai Alfano, mi sento offeso”.

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Secondo Giuseppe Procaccini, Angelino Alfano fu informato dell’incontro con l’ambasciatore kazako. In tale circostanza, essendo il Capo di Gabinetto all’oscuro che Ablyazov fosse un dissidente e un rifugiato politico, riferì al ministro che l’ambasciatore del Kazakistan era «venuto a parlare della ricerca di un latitante» e di aver passato la pratica al prefetto Alessandro Valeri.

L’ex Capo di Gabinetto di Alfano spiega a La Repubblica «Il 28 maggio, nel tardo pomeriggio, inizio sera, dopo che era già stato in Questura, ho ricevuto nel mio ufficio al Viminale l’ambasciatore kazako, che mi ha rappresentato la situazione di questo pericoloso latitante che si sarebbe trovato in una villa a Casal Palocco. E ho quindi immediatamente interessato della questione il Dipartimento della Pubblica sicurezza nella persona del dottor Valeri». L’incontro era stato sollecitato dallo stesso Alfano: «ero stato informato che l’ambasciatore doveva riferirmi una questione molto delicata». Poi al ministro dell’Interno riferì «verbalmente» il giorno successivo, il 29 maggio.

Procaccini prosegue nell’intervista al quotidiano affermando: «mi risulta  che anche nelle banche dati Interpol sul soggetto in questione non vi fossero informazioni diverse dai reati per i quali era ricercato». Come mai ci sono schede incomplete nelle banche dati dell’Interpol? Come mai nessuno ha visto su internet? Sarebbe bastato ricercare Ablyazov su Google per sapere che quel “pericoloso latitante” fosse invece un “rifugiato politico”, come mai nessuno a fatto una ricerca?

Secondo Procaccini poi, dopo il blitz, non gli venne comunicato il fermo di Alma Shalabayeva e di sua figlia. L’ex Capo di Gabinetto afferma  «A me venne solo comunicato dal Dipartimento, in modo sintetico, che la ricerca del latitante in questione aveva dato esito negativo. Che il soggetto non era stato trovato in quella casa». Quindi l’espulsione della Shalabayeva è avvenuta a insaputa di Angelino Alfano, di Enrico Letta, del Capo di Gabinetto del Ministro dell’Interno e del ministro degli Esteri? Ma chi governa in Italia? Ma il Kazakistan ci governa e si muove autonomamente sul nostro territorio? Dove è la sovranità dello Stato italiano? Il Capo di Gabinetto ha quindi saputo dell’espulsione attraverso la stampa.

Quanto alle sue dimissioni, Giuseppe Procaccini afferma: «un gesto di serietà, un gesto assolutamente gratuito» – e poi aggiunge – Ho continuamente ripercorso la vicenda e mi sono anche interrogato se qualcosa mi fosse sfuggita», si legge, ma «tutto mi riporta alla obiettiva circostanza di non essere stato informato» sull’espulsione.

 

Renzi come un fiume in piena travolge Letta e il Pd

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Matteo Renzi è un fiume in piena quando interviene alla presentazione del libro “Facciamo giustizia” di Michele Vietti.

“Prendo atto che il vicepremier va alle 20 alla Camera: dopodiché, la vicenda riguarda il presidente del Consiglio, sia lui a valutare quello che è accaduto”, così ha affermato il sindaco di Firenze, sul caso Ablyazov. Renzi, poi ha aggiunto: “Immagino andrà in aula egli stesso e dovrà prendere posizione sulla vicenda, dovrà dire se le considerazioni di Alfano lo avranno convinto o no”. Queste parole rischiano di travolgere l’esecutivo Letta e il Pd?

La Shalabayeva si è autoespulsa?

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Giuseppe Tiani segretario generale del Siap (sindacato italiano appartenenti polizia) dichiara «Nella vicenda di Alma Shalabayeva tecnicamente la polizia ha agito in modo ineccepibile e rispettoso della normativa avendo ricevuto, altresì, la convalida dell’autorità giudiziaria. Non possiamo, quindi, accettare che il conflitto politico sottotraccia, in seno all’atipica maggioranza che sostiene il governo, faccia ricercare capi espiatori al di fuori della logica politica». Il Siap attende che «la verità dei fatti confermi il rispetto delle leggi».

Il direttore del servizio segreto interno, generale Arturo Esposito, ha riferito oggi al Copasir dicendo che l’Aisi non è stato coinvolto nella vicenda della cattura della moglie della figlia del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov. «Con questa audizione – ha spiegato il vicepresidente del Copasir, Giuseppe Esposito – è stata confermata la completa estraneità del nostro servizio alla vicenda, che è stata soltanto un’operazione di polizia attuata su richiesta di Interpool e Criminalpol. I servizi – ha aggiunto – non se ne sono mai occupati come ci ha anche comunicato con una lettera il direttore del Dis, Giampiero Mazzolo».

Nella relazione di Pansa  sul caso Ablazov, secondo quanto si apprende da fonti del Viminale, si legge «’In nessun momento è pervenuta o è stata individuata negli archivi di polizia informazione che rilevasse lo status di rifugiato di Ablyazov». Abbiamo rifugiati a insaputa del governo italiano?

Per Alfano l’espulsione è avvenuta a sua insaputa. La Bonino e la Farnesina non hanno «alcuna competenza in materia di espulsione di stranieri, né accesso ai dati» sui rifugiati politici in Paesi terzi.

Quindi la Shalabayeva si è autoespulsa?

Il Pd prova a mettere una “toppa” sul caso Shalabayeva? Epifani non ci sta?

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Alfano riferirà sul caso Shalabayeva alle 18. Intanto gli umori dei diversi schieramenti politici si possono tagliare con il coltello e c’è anche chi prova a mettere acqua sui carboni ardenti. E’ il caso del capogruppo del Pd al senato Luigi Zanda che cerca di prendere tempo e non rispondere alla scomoda domanda che tutti in queste ore si pongono: il pd voterà le mozioni di sfiducia di Sel e M5S? Zanda afferma: “Prima vogliamo ascoltare cosa dirà il ministro in aula alle 18”.

Epifani intanto, non ha dubbi: se Alfano si dimette crolla l’esecutivo.

Il segretario del Pd ha spiegato a Letta e Franceschini che «su una vicenda come questa non possiamo far finta di nulla, non possiamo accontentarci, non ci possono essere zone d’ombra, vogliamo chiarezza sui responsabili». Sarebbe stato proprio Epifani a dichiarare a tu per tu con i “suoi”: «Non siamo più disposti ad immolarci a tutti i costi.» Avrebbe poi aggiunto «Su una vicenda così complessa e che vede in gioco i diritti di una moglie e di una bambina e sulla quale non venisse fatta piena chiarezza, il Pd non è disposto a reggere».

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Ecco il punto: il segretario del Pd ha spiegato ai suoi interlocutori che oramai c’è un problema di tenuta politica per il Pd: «Su una vicenda così complessa e che vede in gioco i diritti di una moglie e di una bambina e sulla quale non venisse fatta piena chiarezza, il Pd non è disposto a reggere». Fino al punto di chiedere la testa del ministro dell’Interno, laddove si ravvisasse una evidente responsabilità oggettiva? Su questo, non conoscendo cosa è scritto nella relazione di Pansa, il leader del Pd non ha fatto richieste lapidarie, ma si è fatto capire: «In merito alle responsabilità non ci possono essere tabù o aggiustamenti». Come dire: se non si fa chiarezza, anche la posizione di Alfano è in discussione. Ecco perché, dopo aver sentito Epifani, il presidente del Consiglio si è vieppiù convinto sull’operazione trasparenza, anche a costo di una decapitazione ai vertici della polizia. Ecco perché, con la stessa logica di conquistare «scalpi» simbolici, il presidente del Consiglio ha chiesto a Roberto Maroni la testa (senza poi ottenerla) di Roberto Calderoli.

Ma se il Pd non vota la mozione di sfiducia quanto elettorato rischia di perdere? Ancora una volta gli elettori del Pd saranno disposti a tapparsi il naso e votare ancora per la sinistra dopo quest’ennesima prova di debolezza del partito?

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Cadono le teste nel caso Shalabayeva

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Se fossero i tempi di Agatha Christie forse il nuovo capitolo legato al caso Shalabayeva si chiamerebbe “le tre piccole teste che cadono”. Lo aveva fatto intendere Pansa nei giorni scorsi che ci sarebbero state teste che sarebbero cadute per quel che è accaduto tra il 28 e il 31 maggio con l’espulsione di Alma Shalabayeva e della figlia di 6 anni.

Cadono le teste, ma non sono quelle importanti. Il primo a dover rassegnare le dimissioni è il capo di Gabinetto del ministro Giuseppe Procaccini.  Il braccio destro del ministro, salito all’incarico ai tempi del ministro Cancellieri. Un prefetto che, in quota – si dice – a un’area che fa riferimento a Berlusconi, ma anche a Monti. È lui a ricevere il 28 maggio l’ambasciatore kazako Andrian Yelemessov e il suo primo consigliere che premono per la cattura di Ablyazov avvistato da agenti privati (anche questo fatto dovrà essere chiarito) in via di Casalpalocco al civico 3. 

Verona violenta, arrestati i nomadi che terrorizzavano la città

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Aggressioni violente, pestaggi, lesioni e tentato omicidio… con quale scopo? Nessuno! Persone scelte a caso per un “puro divertimento sadico”. Per mesi Verona è rimasta attonita davanti alla brutalità della “banda dell’Arancia Meccanica” che ha seminato paura nelle strade proprio come nel film di Stanley Kubrick… peccato che non fosse un film e le vittime portano ancora i segni di questa violenza gratuita, compreso chi ha subito lo sfondamento della scatola cranica con una mazza da golf. Gli autori ora sono stati arrestati la scorsa notte dagli uomini della squadra mobile di Verona: sei nomadi provenienti da un campo Sinti, tra essi anche un minore. I raid sono avvenuti tra febbraio e marzo non potranno essere dimenticati proprio per la brutalità con la quale si è minata la tranquillità sociale.  Il caso dell’atleta, uscito dalla palestra, e picchiato selvaggiamente mentre si accingeva a lasciare con la sua macchina il parcheggio ha terrorizzato i veronesi, così come i  tre giovani che, stazionavano fuori da un bar.  Uno di questi ragazzi  è stato assalito mentre stava andando alla sua macchina e gli altri due, che hanno tentato di soccorrerlo, hanno ricevuto una scarica di bastonate, pugni, calci dagli aggressori che si sono serviti, senza risparmiarsi, di una mazza da golf, spezzatasi poi in due per la violenza con cui è stata usata. Finiti in ospedale, due hanno avuto una prognosi di 40 giorni. Ben più gravi le condizioni del terzo che è stato operato alla testa e l’applicazione di placche per l’affondamento della scatola cranica facciale sinistra.

Stessa sorte ha subito un altro veronese: fermo con la sua auto ad un semaforo rosso, è stato affiancato da un altro veicolo dal quale sono usciti in quattro. Prima hanno battuto con le mani e i piedi la carrozzeria e i vetri della macchina, tentando di aprire la portiera. Non riuscendovi hanno sfondato il lunotto lanciando una chiave inglese che ha colpito la vittima. L’uomo è stato poi tirato fuori dalla macchina e picchiato brutalmente. Ad assistere alla scena un immigrato che ha tentato di fermare il pestaggio ignaro di ciò che lo avrebbe atteso: sul posto è infatti sopraggiunta un’altra auto con i rinforzi, altri quattro “drughi” che si sono accaniti sui due malcapitati, lasciandoli poi esanimi sull’asfalto.

Davanti a tanta violenza si può ancora auspicare che i cittadini possano piegarsi all’ideologie del governo che auspicano l’integrazione imponendola con la forza o invece andrebbe prima di tutto fatto un programma serio per considerare chi in questo paese ci vuole lavorare e contribuire alla crescita e chi invece ne vuole approfittare e fare terra di violenza in cui il controllo del territorio è in mano a bande?

La crisi dell’auto o l’auto della crisi? E’ ancora un bene indispensabile?

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La crisi indiscutibilmente si abbatte sull’industria automobilistica e per molte famiglie l’auto vecchia diventa una risorsa. Spesso si preferisce spendere in riparazioni piuttosto che mettersi sulle spalle un prestito per l’auto o investire i risparmi di una vita sull’ultimo modello supertecnologico.

A giugno il mercato dell’auto in Europa ha chiuso in calo del del 6,3%, a 1.175.363 vetture, contro 1.254.022 di un anno fa. E’ il livello più basso mai toccato dal 1996. A essere minata è soprattutto la Fiat con un calo a giugno pari a -13,6%.

Ma la crisi dell’auto dipende solo dalla recessione economica?

Probabilmente i fattori sono molto più complessi. Chi oggi può comprarsi un auto senza troppi problemi è chi sceglie anche i prodotti biologici, che consuma prodotti di lusso che rispettano comunque l’ecosostenibilità e si impegna ogni giorno per combattere l’inquinamento con piccoli gesti.  L’auto, soprattutto nelle grandi città, viene sostituita dalla bicicletta. E’ solo una moda? Forse, ma è anche una visione diversa della vita dei 30enni figli di generazioni di maniaci dei motori che oggi invece scelgono un alternativa ecologica. C’è poi chi l’auto nuova non può permettersela, ma forse neppure vorrebbe averla. Preferisce un vintage, un’auto usata che abbia una “sua storia”, un auto che non sia solo un freddo pezzo di lamiera supertecnologico. I giovani, giovanissimi preferiscono da sempre il motorino, la moto e il vento in faccia, rinunciano volentieri quindi all’auto. Poi c’è chi invece per una vita ha sognato di possedere una bella vettura, comoda, confortevole… ma quel sogno è irraggiungibile, colpa della crisi, ma colpa anche dei componenti!

A giugno infatti pesano sul mercato italiano anche la scarsità dei componenti che arrivano: «Il Gruppo Fiat, penalizzato dal risultato negativo del mercato italiano e dalla mancanza di alcuni componenti che hanno bloccato sui piazzali numerose vetture, a giugno è cresciuto comunque in Francia, Regno Unito e Spagna»: così, in una nota, Fiat commenta i dati delle vendite di auto in Europa. «Fiat con Panda e 500 ha dominato il segmento A – prosegue la nota – Bene anche la 500L e Freemont, ancora una volta tra le auto più vendute nei loro segmenti».

Su una cosa dobbiamo riflettere: l’auto è ancora un bene indispensabile? Il mezzo come concepito oggi è davvero ancora il sogno proibito degli italiani oppure oggi si sognano auto davvero ecologiche, di piccole dimensioni, sicure e facili da parcheggiare?

Terremoto a Hollywood, presidente Miramax insieme a porno star

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Richard Nanula, presidente della società cinematografica hollywoodiana Miramax, ha deciso di rassegnare le sue dimissioni dopo che è stato trovato in atteggiamenti intimi con l’attrice hard Samantha Santo in una stanza d’hotel. Il terremoto a Hollywood è scoppiato quando foto e video di Nanula sono stati pubblicati sul sito “The Dirty”. Il “vizio”  del presidente della Miramax era evidente da tempo, da quando aveva divorziato dalla moglie nel 2005, dopo  essere stato accusato di aver speso diecimila dollari in prostitute e ricoverato in una clinica per fare riabilitazione.

 

Anonymous Italia attacca il sito della Lega

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“Lega Nord Tango Down!”. Un messaggio apparso su Twitter ha annunciato l’attacco hacker di Anonymous Italia al sito della Lega Nord, rimasto offline per alcune ore. Il messaggio è accompagnando da una serie di parole chiave con riferimenti a Roberto Calderoli, il ministro per l’Integrazione Cecile Kyenge e i diritti umani. Lo stesso messaggio rimanda ad una pagina Facebook in cui viene riprodotta la schermata del sito della Lega Nord non accessibile.

Il blog ufficiale di Anonymous ha scritto:

“Ci rammarica dover constatare, per l’ennesima volta, come la maggior parte degli esponenti e dirigenti di quello scherzo della natura che avete l’audacia di definire ‘partito politico Leganord’ siano solo degli xenofobi, razzisti e intolleranti”.

Nonna strangola la nipotina, shock in America

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Le storie di violenza non hanno mai fine e a sconvolgere l’America è Helen M. Ford, 51enne di Chicago. La donna è accusata di aver strangolato la nipotina di otto anni Gizzell Kiara Ford. L’omicidio della bimba sarebbe avvenuto dopo mesi di abusi e violenze. La bambina viveva in casa con il padre malato e costretto a letto e la nonna. Sembra che fosse proprio Helen  a voler isolare la bambina, secondo quanto riportato dallo zio Osvaldo Mercado, la donna la teneva lontana dalla famiglia e dagli amici. «Helen non la faceva parlare con nessuno. Diceva, ‘Gizzell non può parlare, è sotto la doccia’, oppure ‘è in punizione’. Ogni volta aveva una scusa diversa».

Ma gli orrori in questa storia di follia sono ben più profondi. Secondo quanto riportato dalla polizia ai media, il degrado era tale che in una ferita alla testa non curata della piccola sono stati trovati alcuni vermi. Quando poi i poliziotti sono arrivati e Helen ha detto che la bambina si era suicidata è stato evidente invece un quadro di abusi perpetrati a danno della piccola. Il corpo di  Gizzell presentava diversi segni di contusioni, ustioni e tagli. Il cadavere era una mappa di tutto ciò che la bambina aveva dovuto subire prima di essere uccisa e presentava anche profondi tagli sulle natiche, il segno di una corda legata intorno a caviglie e polsi, e altri segni che sembravano bruciature di sigaretta.

Perché tali sevizie? Perché nessuno si era accorto della storia di degrado che stava vivendo la piccola? Perché nessuno è intervenuto prima che fosse troppo tardi? Forse per Gizzell  morire è stata una liberazione, ma c’è chi quella colpa e quell’indifferenza che ha permesso tali atrocità dovrà tenerla nella propria coscienza per tutta la vita. Speriamo che sia un peso sempre più insostenibile con il quale dover vivere giorno dopo giorno.

Camusso contestata a Milano

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E’ stata fortemente contestata Susanna Camusso al termine di un convegno che si è tenuto alla Camera del lavoro a Milano. Le proteste sono partite da un gruppo di lavoratrici che hanno gridato:

“I sindacati lavorano solo per gli esodati e hanno abbandonato gli altri. Il sindacato deve parlare per tutti”. In particolare le dimostranti chiedevano a gran voce come mai si continuasse a parlare degli esodati della riforma Fornero, mentre nessuno parlava più degli esuberati della prima crisi, che ancora oggi combattono per vedersi riconosciuti contributi e pensione.

La protesta poi è continuata con  le contestatrici che si sono avvicinate al palco e hanno denunciato le condizioni “troppo penalizzanti” riguardo all’età pensionistica in Italia.

La melodia del vulcano che “suona” in Alaska

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Il vulcano Redoubt, in Alaska,  suona vari strumenti musicali mentre erutta, ma questi suoni non sono udibili all’orecchio umano. Ora  Alicia Hotovec-Hellis, dell’università di Washington, ha analizzato e amplificato il suono emesso, durante le eruzioni del marzo 2009, emesso dal tremore del vulcano e che potrebbe essere dovuto ai movimenti del magma caldo. Un “tremore armonico” simile a quello degli strumenti musicali, ma emesso alla frequenza di 5 Hertz, quindi un suono troppo basso perché il nostro orecchio possa apprezzarlo.

Ecco un video dove è possibile ascoltare il suono del vulcano nel 2009:

Sul Corriere della Sera si parla di un “urlo sismico” e viene spiegato:

“I tremori sono rapidissimi, 30 volte al secondo, intervallati poi da 30 secondi di silenzio. E il processo si ripete uguale tra le diverse, successive esplosioni del vulcano. Le origini del suono non sono ancora spiegate dagli scienziati i quali tuttavia ipotizzano che tutto sia frutto del magma caldo mentre si fa strada per salire attraverso le fessure degli strati geologici. Ciò causerebbe una sequenza di micro terremoti fino a diventare un “tremore armonico”. Ora si cerca di elaborare una teoria adeguata che aiuterebbe nel decifrare i comportamenti di un vulcano prima che esploda. Potrebbe essere utile per difendersi meglio”.

Ecco l’altro video del dove è possibile ascoltare l’audio del tremore “suonato” dal vulcano nel 2009

Le ecomafie anche al nord? Scoperta discarica abusiva a Brescia

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Se c’era bisogno di conferma ora sembra che non ci possano essere molti dubbi: le ecomafie opererebbero indisturbate anche al nord. Sono stati i carabinieri di Brescia a scoprire e mettere sotto sequestro una ex cava che ha un’area complessiva di 150.000 mq, che è stata adibita a discarica abusiva. Nel cratere sono stati rinvenuti amianto e rifiuti speciali pericolosi. Nel maxi sequestro sono ricaduti anche 110.000 mq. di terreni agricoli confinanti ove si coltivava mais ad uso zootecnico, per paura che ci possa essere stata una contaminazione tra i rifiuti pericolosi e le colture nell’area circostante. Quattro persone sono state denunciate.

L’inquinamento per i rifiuti pericolosi è un problema gravissimo in Italia, ecco perché sarebbe opportuno seguire i camion di rifiuti speciali telematicamente attraverso un sistema di monitoraggio costante che consenta di evitare di sotterrare materiale pericoloso in aree di coltura. 

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Stupro di gruppo contro una suora

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Una suora di 28 anni è stata attirata nella trappola attraverso una telefonata da una donna che le comunicava che la madre della religiosa era molto malata. Così la suora, che risiede Chennai (Tamil Nadu),  ha preso un treno per Bamunigam. Arrivata a destinazione c’erano i cugini e degli amici ad attenderla che invece di portarla al villaggio di Minapanka, gli uomini l’hanno condotta in un luogo non ancora identificato. Qui la suora ha subito ripetuti stupri di gruppo per una settimana. Poi gli aggressori hanno lasciato la religiosa alla stazione ferroviaria di Berhampur, minacciandola di non riferire a nessuno quanto accaduto. Ma la vittima ha raggiunto il suo villaggio e ha sporto denuncia. Al momento la polizia ha arrestato due uomini, Jotindra Sobhasundar – cugino della vittima – e Tukuna Sobhasundear, un suo amico. Gli altri aggressori hanno fatto perdere le loro tracce. Secondo il fratello della religiosa, all’origine della violenza potrebbero esserci “motivi familiari”. Lo scorso anno uno zio è stato ucciso da guerriglieri maoisti, ma i figli (i cugini) accusano i familiari della suora di essere coinvolti nell’omicidio.

Spari all’aeroporto di Vienna: 2 feriti

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Due persone sono state colpite nei pressi dell’aeroporto di Vienna.  Un’agenzia di stampa austriaca ha detto che gli aggressori sono fuggiti allontanandosi dalla capitale austriaca a bordo di una limousine scura. Non sono state rese note le identità dei feriti e le loro condizioni.

 

Trema la poltrona di Alfano… Letta lo proteggerà?

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Trema la poltrona di Angelino Alfano. Il M5S e il Sel hanno infatti depositato alla Camera la mozione di sfiducia individuale nei confronti del ministro dell’Interno. Al centro della richiesta c’è, naturalmente, la vicenda per l’espulsione di Alma Shalabayeva. Cosa farà ora Enrico Letta? Proteggerà il suo governo di larghe intese o sarà travolto dal caso kazako? Anche La Repubblica oggi ha allargato la falla chiedendo le dimissioni di Alfano senza mezzi termini.  Sembra quasi che il tempo di Letta sia scaduto da quello che si legge sul quotidiano di Ezio Mauro, che per la prima volta mira proprio sul Ministro dell’Interno. D’altra parte Alfano è in una posizione debole, quella linea politica intrapresa da tempo nel nostro paese che si basa sempre e solo su “a mia insaputa” non regge più nell’opinione pubblica. Ecco perché oggi tutto il Pdl, sembrerebbe anche su richiesta di Silvio Berlusconi che si trova in Russia ospite del suo amico Putin, si sia schierata a far quadrato intorno ad Alfano. “Il partito di Repubblica vuole usare Alfano come bomba umana per fare esplodere il governo Letta-Alfano, ma non per l’interesse del paese e degli italiani coi loro tanti problemi, ma per l’interesse del suo candidato Renzi”. Queste le parole che si sentono risuonare intorno al partito del centro destra e si percepisce il timore e la paura.

 

Aggredito il sindaco di Siena: Bruno Valentini

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Il sindaco di Siena Bruno Valentini è stato aggredito da uno sconosciuto in pieno centro città. L’episodio risale a quale ora fa. Nel primo pomeriggio, in via Pianigiani, il sindaco stava attraversando il centro insieme al vicesindaco Fulvio Mancuso, per recarsi in Comune quando è stato avvicinato da un uomo intorno ai 65/70 anni che avrebbe prima inveito contro il sindaco gridandogli “vergogna, vergogna”. Sembra che il sindaco  abbia cercato di placare il cittadino e quest’ultimo invece gli si sia avventato contro e gli abbia stretto il naso con forza. E’ stato lo stesso sindaco poi a chiamare le forze dell’ordine che hanno calmato l’uomo. Il sindaco poi ha dichiarato telefonicamente ”E’ un fatto grave, siamo sempre a disposizione dei cittadini ma non alla loro mercé”, poi, per tranquillizzare parenti e amici ha scritto su Facebook “Per tutti gli amici: no problem, incidenti di percorso”.

“Parti in orario”, i cinesi pregano: i loro voli sono sempre in ritardo

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Ai cinesi non è rimasto altro da fare che pregare, i loro voli sono perennemente in ritardo. Così anche le hostess della Xiamen Airlines di affidano ai riti propiziatori.  Il cartello sull’altarino reca la scritta “parti in orario”… sperimo che qualche divinità li ascolti!

 

A Palermo è scontro tra curia e comune: loghi gay sulla Cattedrale

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Scontro in queste ore tra la curia di Palermo e il comune per le polemiche scoppiate dopo la festa di Santa Rosalia. La chiesa infatti si sta lamentando per le immagini del Gay Pride e i loghi omossessuali che sono stati proiettati sulla facciata della Cattedrale. Don Fabrizio Moscato ha alzato i toni della discussione scrivendo su Facebook:  “Vergogna! Stiamo toccando il fondo: ideologia omosessualista proiettata sul nobile portico meridionale della Cattedrale di Palermo in occasione del Festino della Patrona Rosalia”. E ancora di: “simboli del Gay Pride e delle unioni omosessuali accostati ad un neonato… Il carro fatto passare a Porta Felice da un cancello con motivi orgiastici…” e poi ha aggiunto: “Ma chi può convincermi che è tutto normale? Ma chi può avere argomenti che difendano un vero e proprio insulto alla nobiltà della fede che la Santuzza ed anche la Cattedrale rappresenta? Chi può dirmi che non si tratti di sudicia provocazione? Questa è strumentalizzazione dei bambini! Questo è un futuro imposto ai bambini da minoranze che hanno uno sguardo falso e deviato… L’unica paura è per i più piccoli che ci guardano…”.

Ma la chiesa non dovrebbe accogliere tutti e non discriminare? Sono i gay a imporsi ai bambini o forse i religiosi con le loro “attenzioni particolari”?

Jolly Nero e la notte tragica: direttore della compagnia Messina indagato!

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E’ stato iscritto nel registro degli indagati Giampaolo Olmetti. Il direttore in servizio alla compagnia Messina, secondo quanto si è appreso, avrebbe  fatto pressioni sul comandante e sul primo ufficiale della Jolly Nero. Nella tragica notte del 7 maggio scorso, Olmetti, avrebbe ricevuto la telefonata di Paoloni e Repetto e avrebbe chiesto loro di non parlare con la Procura, ma solo con la Capitaneria.

Questa mattina, intanto, Paoloni Repetto si sono avvalsi della facoltà di non rispondere comparendo questa mattina davanti al giudice Ferdinando Baldini nell’ambito dell’inchiesta del porto di Genova.   

I calciatori si danno all’industria del sesso?

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Ronaldo sembra proprio che vorrebbe acquistare la rivista Playboy e sta pensando di far un’offerta per ottenere  l’esclusiva in Brasile del magazine erotico. D’altra parte Ronaldo appena si è ritirato dal calcio ha aperto un’agenzia di marketing, la 9INE, che ha già sotto contratto numerose stelle brasiliane, a cominciare da Neymar, quindi il pallino per gli affari è nel suo Dna. Oltre all’agenzia, è anche proprietario di palestre, cliniche e immobili, che ogni anno gli fruttano guadagni invidiabili. Playboy è la decima rivista più venduta in Brasile è chiaro quindi l’interesse del giocatore verso un business sicuro.

Ma sicuramente non è l’unico giocatore che vuole investire nell’industria del sesso, anni fa Pele è stato testimonial di una campagna rivolta a chi ha problemi di erezione, mentre Ronaldinho firma una linea di preservativi.

 

Dramma d’estate: bambina di 6 anni cade dal balcone e muore

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Una bambina di 6 anni oggi è morta a causa delle lesioni riportate cadendo dal balcone dalla sua abitazione in contrada Fortino del villaggio Pace, a Messina. La piccola, secondo una prima ricostruzione si sarebbe sporta dal balcone giocando e avrebbe perso l’equilibrio precipitando sul marciapiede. Nonostante i soccorsi siano stati immediati la bimba è morta dopo essere arrivata all’ospedale Papardo.

 

Uomo morso sul pene da un serpente.

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Un incidente anomalo quello accaduto a un uomo a Tel Aviv  in Israele che ha scatenato l’ironia anche del protagonista. Mentre era in un wc, un serpente è infatti sbucato dall’interno del water e lo ha morso al pene. L’uomo ha immediatamente chiamato il Rambam Medical Center di Haifa e i medici sono prontamente intervenuti sul luogo dell’incidente, trovandolo nonostant tutto di buonumore, mentre scherzava su ciò che gli era appena accaduto. I medici hanno poi constatato che fortunatamente il serpente non era velenoso quindi l’uomo non era in pericolo di vita. Strani incontri in posti insoliti!

 

La Roma mette al sicuro la difesa, arriva Maicon

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Una sciarpa della Roma è stato il primo regalo che Maicon ha ricevuto dai tifosi che lo attendevano a Fiumicino, dove il suo volo proveniente da San Paolo, è atterrato alle poco prima delle 7. Autografi e foto con i suoi sostenitori prima di salire a bordo di una Porsche Cayenne con la quale ha poi lasciato l’aeroporto. Il terzino è una pietra che si va a incastrare alla perfezione nella difesa giallorossa. Maicon infatti può vantare un curriculum di tutto rispetto: una Champions League nel 2010, 4 campionati, 3 Supercoppa Italiana, 2 Coppa Italia ed un Mondiale per Club. Con la maglia del Brasile ha disputato 66 gare (6 reti) vincendo due Coppa America nel 2004 e 2007, due Confederations Cup (2005, 2009) e disputando un Mondiale nel 2010.

Miccoli è del Lecce, i tifosi devono rassegnarsi!

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Si dovranno rassegnare i tifosi leccesi, Miccoli è stato acquistato dalla squadra pugliese. L’accordo siglato con Savino Tesoro durerà un anno. La conferma ufficiale è arrivata dalla squadra stessa che con un comunicato stampa  ha dichiarato:

“L’U.S. Lecce comunica, con estrema soddisfazione, di aver raggiunto l’accordo per l’acquisizione del diritto alle prestazioni sportive del calciatore Fabrizio Miccoli. L’attaccante di San Donato, dopo essersi svincolato dal Palermo, ha scelto, tra diverse opzioni, di indossare la maglia giallorossa, verso la quale ha da sempre dimostrato grande attaccamento ed amore. Il contratto verrà formalizzato nella giornata di mercoledì”.

Il virus della disoccupazione colpisce anche gli stranieri. Come vivono in Italia?

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La disoccupazione è un’epidemia e sta dilagando nel nostro paese. Come tutti i virus nessuno è immune così in Italia nel 2012 erano 385mila gli stranieri disoccupati. Un numero in aumento rispetto al 2011 sia per la componente Ue che si attesta a un +19,2% sia per la componente extra Ue che si attesta su 25,4%.

Nell’ultimo triennio 2010-2012, il numero dei cittadini Ue in cerca di lavoro è cresciuto di oltre 35mila unità, mentre tra i cittadini extra Ue l’aumento è stato di oltre 72mila persone.

La crisi ha avuto un impatto anche sulla qualità dell’impiego: nel 2008 il 29% dei lavoratori stranieri era impegnato in mansioni non qualificate, e il dato nel 2012 ha raggiunto il 34%. Al contrario, si riducono nettamente le posizioni qualificate, passate dall’8,2% del 2008 al 5,9% del 2012.

Di cosa vivono quindi gli stranieri in Italia? Quale è il reddito sommerso degli stranieri?

La ghigliottina delle tasse locali: dal ’92 aumentate del 500%

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In poco più di 20 anni le imposte delle amministrazioni locali hanno avuto un incremento di oltre il 500% aumentando da 18 a 108 miliardi di euro. I dati sono stati forniti da uno studio di Confcommercio in collaborazione con il Cer. Nello studio si legge anche che negli ultimi 20 anni , la spesa corrente delle amministrazioni centrali (Stato e altri enti) è cresciuta del 53%. La spesa di regioni, province e comuni è aumentata del 126% e quella degli enti previdenziali del 127%. Nel complesso la spesa pubblica è raddoppiata.

“Per fronteggiare questa dinamica – sottolinea il dossier – si è assistito a una esplosione del gettito derivante dalle imposte (dirette e indirette) a livello locale con un aumento del 500% a cui si è associato il sostanziale raddoppio a livello centrale. Inoltre, nell’ultimo decennio, risulta quasi triplicata l’incidenza delle addizionali regionali e comunali sull’Irpef; rilevante, infine, la differenziazione delle singole regioni in base all’incidenza dalla tassazione locale: l’aliquota Irap per un’impresa della Campania è quasi il doppio di quella che deve pagare un’impresa di Bolzano”.

Dopo questa analisi la conclusione di Confcommercio è dunque delle più drammatiche:  “uno degli obiettivi principali del federalismo fiscale, quello, cioè, di mantenere inalterata la pressione fiscale a carico dei contribuenti, è stato del tutto disatteso rendendo, pertanto, sempre più necessario un maggiore coordinamento fra le politiche tributarie attuate ai diversi livelli di governo”.
Come può un’impresa sopravvivere durante la crisi se viene ghigliottinata anche dalle tasse locali? A fronte di questi aumenti quali servizi e benefici si sono avuti a livello locale?

Rissa al matrimonio per un pezzo di pollo!

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Una rissa che ha viste coinvolte cinque o sei persone e che ha richiesto l’intervento della polizia di Norfolk, in Inghilterra orientale.  Krystel Coleman, 29 anni, ci ha rimesso il naso e due occhi neri dopo che lo zio, Curt Hughes, 53 anni, l’ha colpita violentemente al volto. Non è andata meglio neppure alla madre della sposa  Lisa Coleman, 47 anni, che si è ritrovata a terra dopo una violenta colluttazione. Il giorno più bello della sua vita  Karyssa Coleman l’ha passato in ospedale con la sorella e tutto è iniziato per accaparrarsi l’ultimo pezzo di pollo. Da quanto tempo erano a digiuno?

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La Rai fa flop! Il servizio pubblico non fa share?

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E’ Carlo Tecce sul Fatto Quotidiano a non usare mezzi termini “La Rai è una fabbrica di flop”. Il giornalista fa anche nomi e cognomi e non parla certo di programmi sconosciuti o di nicchia. Tra i nomi figurano:  David Parenzo, Nicola Porro e Neri Marcorè.

Il venerdì sicuramente è un giorno difficile, già lo è in inverno figuriamoci d’estate, ma certo che i dati mostrati da Tecce sul Fatto Quotidiano sicuramente fanno riflettere: David Parenzo “La Guerra dei mondi”, quattro puntate sull’attualità andate in onda tra giugno e luglio per poi riprendere in autunno, hanno avuto uno share conclusivo del 3,5%, parecchio al di sotto della media del 7,9%. Per questo, scrive Tecce, la Rai chiederà al direttore di rete Andrea Vianello di chiudere la trasmissione.

Vittime del cattivo share legato al calendario sono stati anche Neri Marcorè con il suo spettacolo del lunedì sera, e Fabio Fazio, che ha rinunciato al lunedì ripiegando sui tradizionali sabato e domenica.

Anche un giornalista della carta stampata già prestato alla televisione (La7) come Nicola Porro ha deluso le attese con il suo programma “Virus” e anche qui Tecce rileva il danno:

Virus si è inclinato a 5,25% di share, ma il vicedirettore del Giornale avrà la rivincita in autunno. Tentare può nuocere. Perché i piccoli chimici di viale Mazzini giocano con i milioni di euro, questi prodotti sono stati venduti ai pubblicitari con stime ben maggiori: per una semplice ragione, altrimenti nessuno li avrebbe “comprati”. Il danno estivo si può riparare, quel che non si ripara, e consiste in uno spreco, sono le scenografie e il lavoro che vanno al macero. E anche quei professionisti coinvolti che, responsabili o immuni, sciupano un’occasione. Mancano ancora due mesi, di pazienza e attesa, all’apertura del bar sport di Antonio Polito che non dovrà far rimpiangere il processo di Biscardi. Polito, forse, opterà per la grazia.

 

Il presidente kazako in vacanza in Sardegna, ospite di un amico di Berlusconi

NURSULTAN-E-BERLUSCONI-tuttacronacaL’Italia è in fermento per lo scandalo dell’espulsione di Alma Shalabayeva e della figlia e il presidente kazako Nursultan Nazarbaev ha scelto San Teodoro, in Sardegna, per concedersi cinque giorni di relax. La villa scelta per la vacanza, dove con il presidente sono giunti famiglia, servitù e plotone di sicurezza, è del comprensorio H2O di cui è proprietario Ezio Maria Simonelli, vicino da sempre a Berlusconi. Repubblica descrive Simoncelli con queste parole: “Studio in centro a Milano, una lenzuolata di cariche alla Bocconi, ma soprattutto nelle società del gruppo Fininvest (è anche nel collegio sindacale della Mondadori), presidente dei revisori dei conti della Lega Calcio e candidato alla presidenza – lo scorso dicembre – da Adriano Galliani, altro suo vecchio amico.” E’ lo stesso quotidiano a spiegare che il presidente è arrivato una settimana fa, nel momento in sul governo italiano iniziavano ad addensarsi i dubbi per l’espulsione “sospetta” della moglie e della figlia di uno dei suoi principali oppositori, il dissidente Mukhtar Ablyazov.

Nel frattempo, ieri, un comunicato del ministro degli Esteri kazako ha precisato che la Shalabayeva “non è in prigione né agli arresti domiciliari, ma ha solo un obbligo di dimora ad Almaty”. Altre informazioni sulla donna sono state riferite dalla figlia maggiore, la 25enne Madina Ablyazovova: “Alma, mia madre, ora è ad Almaty, a casa dei genitori. Viene monitorata, filmata e pedinata da vicino. È trattenuta in Kazakistan come ostaggio”. “Mia madre non è mai stata una fuggitiva”, ha spiegato. “Quando il regime kazako l’ha presa, e subito dopo essere stata mandata in Kazakistan contro la sua volontà, le autorità kazake hanno mosso delle accuse penali nei suoi confronti per poter fare di lei un ostaggio. Ha sempre avuto con sé documenti validi, che confermavano il suo status sia in Inghilterra che in Europa. Inoltre, ha sempre avuto un passaporto kazako emesso regolarmente”.

Altro scandalo nella sanità laziale?

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Ancora danni della giunta Polverini? Sembrerebbe che due cliniche private non possono aprire e offrire i loro servizi ai cittadini perché il servizio nazionale nel Lazio è più che sufficiente. Infatti non esistono le liste d’attesa negli ospedali? Non esistono le file al Pronto Soccorso? I cittadini laziali possono stare tranquilli non faranno più neppure un minuto di attesa?

L’ultimo caso è quello della  clinica Saint Peter Medical Center, che aspetta da un anno e mezzo di potere iniziare l’attività,

“senza chiedere convenzione alcuna”,

precisa La Repubblica.

L’apertura comporterebbe, oltre a un aumento del servizio complessivo, l’assunzione di “un centinaio tra medici, infermieri, tecnici e impiegati”.

A favore della apertura della Saint Peter Medical Center si sono pronunciati il Garante della concorrenza che ha diffidato in tal senso la Regione, preceduto da una sentenza del Tar e da una del Consiglio di Stato.

Invece, nonostante tutto, i funzionari della Regione dimostrano di non avere rispetto non solo per i cittadini, ma nemmeno per le superiori autorità dello Stato e della magistratura. Così, scrive La Repubblica,

“la clinica di tremila metri quadrati, con quattro sale operatorie, strumentazioni diagnostiche innovative, laboratori analisi e ambulatori, resta chiusa. «I nostri legali citeranno per danni la Regione», annuncia Sergio Di Giacomo, medico e proprietario del “Saint Peter”, il centro, costato milioni, che non c’è. Anzi, c’è da un anno e mezzo ma, per «l’orientamento sbagliato» della Regione che non dà l’autorizzazione, non riesce ad aprire. Le risposte al fabbisogno di salute dei cittadini, secondo i dirigenti della sanità del Lazio, sarebbero soddisfacenti. Ci crederanno almeno loro?”

Nella stessa situazione si trova, riferisce ancora La Repubblica,

“Villa Silvana che, dopo il no della Regione, si è rivolta al Tar e al Consiglio di Stato. In appello, i giudici amministrativi il 29 gennaio scorso hanno sentenziato: «Il blocco all’apertura di un nuovo centro sanitario si giustifica solo se c’è una richiesta di accreditamento ». In caso contrario, «l’autorizzazione va rilasciata».

Corpo di una ragazza rinvenuto in un dirupo. Giallo nello spezzino

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E’ stato ritrovato in un dirupo a Montemarcello,  frazione del comune ligure di Ameglia, nella val di Magra in provincia di La Spezia, il corpo di una ragazza di cui ancora non sono state rese note le generalità. L’allarme è scattato in tarda sera e sul luogo, nella zona nei pressi dell’orto botanico sono intervenuti il 118 di La Spezia, due squadre del Soccorso Alpino e i Vigili del fuoco. Dalle prime indiscrezioni sembra che la ragazza, che risiede in zona, si trovasse in compagnia del fidanzato. Le indagini sono aperte e non si esclude al momento nessuna ipotesi.

Aggiornamento 15 Luglio 2013, ore 12.00:

Si chiamava N. A., la donna di 32 anni che è precipitata nel dirupo dove poi è stata ritrovata priva di vita. Sarebbe stato lo stesso fidanzato a chiamare i soccorsi dopo la tragedia.

Auguri a Rembrandt! Google gli regala un Doodle.

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L’immagine scelta da Google per il Doodle che festeggia il 407esimo compleanno del famoso pittore olandese Rembrandt van Rijn è un dipinto su tela eseguito a olio, conosciuto con il nome di “Autoritratto con gorgiera e berretto” che risale al 1659. Rembrandt è famoso per la sua qualità nel disegno, per la luce e per la capacità di trasmettere emozioni con un tratto che sa catturare la realtà e riproporla sotto forma di immagine reinterpretata. Pittore di altissimo livello, decise poi di intraprendere anche un percorso come incisore. Divenne uno degli artisti più amati del suo tempo e aprì anche un laboratorio con numerosi allievi.

L’immagine si può vedere nel Doodle ricorda il dipinto olio tela di Rembrandt van Rijn che è stato creato nel 1659 conosciuto come “Autoritratto con berretto e alzò collare”. L’intero logo è anche trasformato in un modello che va in mano con questo dipinto ad olio su tela di Rembrandt van Rijn.

Rembrandt è nato nell’anno 1606. Questo grande artista che era conosciuto come il “uno dei migliori profeti della civiltà” ha molte opere brillanti in suo nome. Non era solo conosciuto come pittore, ma anche incisore.

Egli ha adottato uno stile di pittura che riflette le emozioni e la qualità di ciò che disegno. I suoi dipinti e disegni primarie concentrate sulle immagini di paesaggi e altre immagini simili. In seguito ha aumentato la profondità dei temi ha lavorato proprio. Con il periodo 1640 ha fatto molte opere di incisione ed è entrato anche nel l’area di incisione.

 Fra i vari dipinti ricordiamo:  “La ronda di notte”, “La sposa ebrea”, “Il Pittore nello Studio”, “Andromeda”, “Ratto di Ganimede”, Sacrificio di Isacco”, “Danae”, “Il festino di Baltassar”, “La lezione di anatomia del dottor Deyman”, “Il ritorno del figliol prodigo”, “Ritratto di famiglia”, “Il rapimento d’Europa”, considerato una delle opere in cui è più evidente lo stile dell’età dell’oro della pittura barocca.

Memorie di una kazaka: il blitz contro la Shalabayeva

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Neppure si fosse trattato di un killer seriale, invece che di una mamma con la propria figlia in fuga da un regime, quello kazako, che le voleva solo ostaggio per condannare a morte Mukhtar Ablyazov. Un racconto duro, aspro e spietato quello che emerge dal memoriale rilasciato dai legali della Shalabayeva al Financial Times datato 22 giugno, che se fosse confermato, aprirebbe una triste pagina di storia italiana. Si porrebbero domande sul ruolo del ministero dell’Interno, su quello degli Esteri, sulla polizia e sui servizi.

Al suo interno, il racconto degli ultimi tre giorni vissuti dalla moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov in Italia, dalla notte del blitz alla permanenza al Cie di Ponte Galeria fino alla partenza per Astana. Secondo quanto scritto da Alma, a fare irruzione sono state «30-35» persone, più «una ventina» rimasti fuori all’edificio: «Erano vestiti di nero. Alcuni di loro avevano catene d’oro al collo, molti avevano la barba, uno una capigliatura punk con una cresta». Tra loro anche «una donna, di circa 30 anni, che mi ha accompagnato dovunque andassi nella casa», scrive ancora la moglie di Ablyazov al quale gli autori del blitz chiesero le generalità e, solo dopo diversi minuti di esitazione e di tensione crescente, la donna decise di mostrare loro il suo passaporto centrafricano. «Non avevano nessun segno esterno da cui si potesse capire che erano poliziotti e militari. Ma tutti avevano delle pistole e parlavano tra loro in italiano», sono le parole della donna che racconta come ad un certo punto le fu ordinato di vestirsi e di venire via: «Con me non avevo né soldi, né documenti, non avevo un avvocato né un interprete».

Poi, come se tutto questo non bastasse, c’è anche un capitolo, dedicato agli insulti. Secondo la  Shalabayeva, quella tremenda notte, gli fu gridato in italiano, frasi che non riusciva a capire «…L’unica cosa che ho potuto distinguere in questa serie di offese fu ‘p*****a russa’…  Avevo una sola sensazione in quel momento: erano venuti ad ucciderci senza un processo, un’indagine, senza che nessuno lo avrebbe mai saputo».

Cosa è davvero accaduto e per ordine di chi?

Sharon Stone al concerto di Andrea Bocelli.

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Andrea Bocelli va di nuovo in scena, come tutti gli anni, come ogni anno, al Teatro del Silenzio di Lajatico (Pisa), luogo particolarmente amato dal cantante perché suo luogo di nascita. Quest’anno un ospite internazionale è venuto ad ascoltare la voce del grande tenore: Sharon Stone. L’attrice americana infatti è stata ospite da amici dove ha trascorso un periodo di relax e non è voluta mancare al concerto del tenore. Spettacolo dalla scenografia imponente, con due figure di uomo che dominano il palco di cui una alta 9 metri e con fasci di luce che impreziosiscono il fondo e duetti tra il tenore e  Pino Daniele, Riccardo Cocciante, Paoletta Marroccu, Alessandro Luongo, Simona Molinari,  Peter Cincotti.

 

IL PRESIDENTE INDIGNATO!

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Il Presidente Napolitano è intervenuto su quelli che ha definito i “gravi episodi” accaduti negli ultimi giorni e si è detto “colpito e indignato”. Dalle minacce a Mara Carfagna, all’incendio al liceo Socrate di Roma, per giungere, nella domenica mattina, agli insulti al ministro Kyenge da parte del vicepresidente del senato Calderoli.  Il Presidente, spiegano fonti del Quirinale, parla di “tendenze all’imbarbarimento della vita civile e affronterà il tema nell’incontro con la stampa del prossimo 18 luglio”. 

 

Famolo strano! Cabarettista e cantante si sposano a teatro

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Vanno di moda i matrimoni strani da quelli celebrati sott’acqua a quelli celebrati in montagna… ora anche in teatro. Lui è Enzo Paci, un cabarettista, lei, Romina Uguzzoni, una cantante. Due persone che sul palco ci stanno per lavoro e che hanno scelto quello del  teatro di Bogliasco (Genova) per trasformare il loro matrimonio in una piece teatrale con tanto di pubblico. Anche il sindaco, Luca Pastorino, si è dovuto calare nella parte.

A Lecce ulivi, vite e lecci per il Royal Baby e la Casa Reale ringrazia

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L’iniziativa è stata di un gruppo di studenti leccesi dell’Istituto Galilei – Costa che hanno voluto festeggiare l’imminente nascita del Royal Baby piantando in suo onore, giovani piante di ulivo, vite e leccio nei giardini pubblici della città. La notizia poi è stata fatta pervenire alla Casa Reale inglese attraverso l’ambasciata britannica di Roma. I reali inglesi hanno così voluto ringraziare gli studenti inviando una nota per  informarli che “..la Casa Reale accoglie con molta gratitudine il vostro gesto e vi ringrazia”.

Auto si ribalta dopo lo scontro: paura a piazza Firenze a Milano

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Sono 5 le persone coinvolte nel tremendo impatto tra due auto che si è verificato questa mattina intorno alle ore 11 a Piazza Firenze a Milano. Due auto si sono scontrate e una si completamente capovolta. Immediati i soccorsi che hanno trasportato le persone coinvolte all’ospedale Niguarda in codice verde. La polizia ha effettuato i rilievi per cercare di determinare la dinamica dell’incidente.

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Il tessile è morto? Calo del 70%. L’Italia perde il Made in Italy?

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Penalizzato dalla crisi, ma forse succube anche di una politica che non ha messo freno ai prodotti cinesi, così il tessile italiano è stato condannato a una morte lenta ma progressiva, come una malattia degenerativa che non lascia scampo. Dal 2008 le calzature e il tessile hanno fatto registrare un calo del 30,7 e del 39,3%, ma se si guarda indietro nel tempo si trovano dati ancora più allarmanti: il calo da metà degli anni ’90 sarebbe intorno al 50% – 70%. Lo studio è stato fatto da Banca d’Italia e anche se Palazzo Koch si affretta a dire il declino c’è ma “non è irreversibile, purché le imprese sappiano trasformarsi”, sembra solo l’ennesima beffa per gli imprenditori travolti.

Ancora una volta non si vuole vedere in faccia il problema del tessile, di quei tessuti e di quei costi che confrontati con i prodotti cinesi non possono essere competitivi ma che rappresentano invece per l’Italia un’eccellenza. Il taglio, il modello e la qualità non sono stati tutelati da governi miopi che invece hanno lasciato gli imprenditori in balia di loro stessi senza tutelare un mercato che in pochi anni è stato invaso da prodotti di bassa qualità a basso prezzo. Non sono stati tutelati neppure quando il commercio cinese ha iniziato a puntare su negozi al centro città, che probabilmente sono solo rifornimenti per l’ingrosso e non per il dettagliante. Ora il settore è in ginocchio e c’è chi parla di trasformazione… ma quale trasformazione ci può essere se non la chiusura?

Scompare 21enne a Venezia, Mariachiara Scarpa, nessuna traccia

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Ore di ansia e di preoccupazione per i famigliari di Mariachiara Scarpa, la 21enne di Venezia, in vacanza con la madre nel villaggio turistico di Caorle. La ragazza, dopo aver avvisato la madre, sarebbe uscita dall’appartamento, preso in affitto, del villaggio “El Sol” intorno alle 11 e non ne ha fatto più ritorno. Dopo 40 ore di ricerche la ragazza sembra essere scomparsa nel nulla. Si cerca in terra e in mare, con elicotteri e con unità cinofile. Allertata anche la guardia costiera che sta pattugliando le coste.

 

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