Domani a Shenzhen, nel sud della Cina, di fronte a Hong Kong, il Terminal 3 dell’aeroporto Bao’an, opera imponente progettata dagli architetti italiani Massimiliano e Doriana Fuksas è pronta per essere inaugurata.
«Non avevamo mai progettato aeroporti, – dice Doriana Fuksas – e a Shenzhen ci hanno chiesto di disegnare tutto, dai banchi dei check-in alle maniglie. Tutto tranne le poltrone. Poi sull’intera costruzione le autorità cinesi hanno voluto che imponessimo un copyright». «Creare un aeroporto e farlo vivere alle persone che lo attraversano come un luogo dove si sta bene anche se l’aereo è in ritardo, questa è stata la sfida più grande – commenta a sua volta Massimiliano Fuksas – oggi i progetti devono essere macrostrutture che portano qualità nella vita delle persone».
L’elemento simbolo del progetto è il motivo a nido d’ape della doppia «pelle», esterna e interna, che avvolge la struttura. Attraverso il doppio strato, la «pelle» permette alla luce naturale di filtrare e di creare dei giochi di luce negli spazi interni. L’involucro esterno è composto da pannelli in metallo e vetro di diversa dimensione e parzialmente apribili. L’ampia campata è contraddistinta da bianche colonne portanti di forma conica che s’innalzano sino a toccare la copertura, ricordando una cattedrale.
La sua superficie si estende per 450mila metri quadri, il triplo dell’attuale. Il nuovo terminal, rimanda all’immagine di una manta e la nuova struttura sarà in grado di gestire 45 milioni di passeggeri all’anno. Un aeroporto che si pone al quarto posto per dimensione dopo Pechino, Shanghai e Guangzhou.
Presentato come uno dei più grandi al mondo, e realizzato in soli tre anni, il terminal firmato Fuksas allinea 200 banchi per il check-in, 200 negozi di ogni tipo, 62 gate d’imbarco ed è disegnato per ospitare fino al 2020 un numero di passeggeri annuo superiore del 55% rispetto al 2012. Il costo dell’operazione dovrebbe essere intorno agli 8,5 miliardi di yuan, poco più di un miliardo di euro.