I carabinieri erano stati chiamati dai genitori, dopo che la piccola Anna, di appena qualche giorno, è morta in una clinica a Napoli, nel quartiere Vomero. Ora la magistratura ha aperto un’inchiesta sul decesso della piccola. Dopo l’intervento dei carabinieri nella clinica dov’era ricoverata la piccina, infatti, è stato avvisato il magistrato di turno e la salma è stata sequestrata. La piccola al momento della nascita era affetta da ittero e per questa ragione era stata sottoposta a “fototerapia”, una tecnica curativa basata sull’uso della luce. Mentre la piccola era sottoposta alla cura, tuttavia, la tragedia.
Aveva appena tre giorni la piccola Anna, morta in una causa di cura al Vomero, a Napoli. Le cause del decesso non sono del tutto chiaro e si attendono gli esiti dell’autopsia per far luce sulla vicenda. I carabinieri hanno raggiunto la clinica giovedì, dopo che i genitori della piccola ne avevano chiesto l’intervento. Anna, al momento della nascita, era affetta da ittero e per questo i medici l’avevano sottoposta a “fototerapia”, una tecnica curativa basata sull’uso della luce. In parole povere era stata messa sotto una particolare lampada per fare scomparire il fenomeno.Il Mattino riporta le parole del padre della neonata, il 37enne Giulio Iengo, commerciante di Ercolano, che ricostruisce le fasi della vicenda. “La mia bambina era sana. Non aveva alcun problema a parte questo ittero per il quale i medici mi avevano tranquillizzato. L’altra sera doveva fare la poppata alle 23. Ce la dovevano portare dal nido. Abbiamo atteso a lungo. Ma la piccola non arrivava. Allora ho bussato alla porta del nido e mi hanno detto che Anna aveva avuto un’emorragia dalla bocca e che l’avevano portata in camera operatoria. Mi sono precipitato dove sono le sale operatorie. Erano chiuse. Mi sentivo di impazzire. Ho urlato, mia moglie piangeva disperata. Solo allora ci hanno detto che la bambina era morta. E così ho telefonato al 112 chiedendo ai carabinieri di venire subito”. I militari del capitano Ruggiu sono arrivati in pochi minuti. È stato avvisato il magistrato di turno, la salma è stata sequestrata, trasferita all’obitorio del policlinico in attesa dell’esame necroscopico. Poi i carabinieri hanno sentito tutte le persone che tenevano in cura la bimba, personale medico, infermieristico e puericultrici. Sempre il Mattino si è rivolto al professore Roberto Paludetto, ordinario di Pediatria e direttore della neonatologia e terapia intensiva neonatale del Policlinico federiciano, per cercare di capire cosa possa essere accaduto. “Ho pochi elementi per potere avere un quadro chiaro della situazione. Posso avanzare soltanto qualche ipotesi. Partiamo dalla ‘morte improvvisa’ che si verifica anche nel neonato. Un’altra ipotesi è che possa avere avuto un deficit di coagulazione congenito, una ipopiastrinemia, patologia per la quale la coagulazione non funziona”. “In quanto all’ittero – riprende il docente – esso è presente nel sessanta per cento dei neonati. È insomma molto frequente. Escludo che una lunga esposizione alla lampada possa provocare una emorragia. Sono portato comunque a ritenere che si sia trattato di una alterazione congenita. Esistono, per esempio, le sepsi fulminanti che, però, avvengono più frequentemente nei prematuri. E si può presentare con emorragie. In questi casi si verifica una compromissione multiorgano”. L’ittero, per concludere, è una condizione clinica estremamente frequente nel neonato e si caratterizza per il colorito giallo di cute, dovuto ad un incremento della bilirubina nel sangue. Nella maggior parte dei casi l’ittero compare tra la seconda e la terza giornata di vita e scompare al termine della prima settimana.
Anche in mezzo alla desolazione si festeggia il Natale, in cerca di un po’ di conforto e speranza. E così, nelle Filippine, gli sfollati hanno fatto ricorso a tutta la loro inventiva per creare degli alberi con cui celebrare la festa. Nelle baraccopoli dove hanno trovato rifugio a seguiro del tifone Hayan, che ha provocato più di 5000 vittime, hanno così fatto la loro comparsa degli inusuali addobbi creati con quello che avevano a disposizione.
Francesco Totti, capitano della Roma e ambasciatore dell’Unicef, ha lanciato un appello per l’emergenza Filippine. Nel video-messaggio il calciatore spiega: “Sulle Filippine si è abbattuto il più potente tifone mai registrato al mondo. Milioni di persone sono state colpite dal disastro, molti sono bambini. L’Unicef e il World Food Programme stanno già rispondendo all’emergenza, distribuendo aiuti di prima necessità. Ma occorre fare presto. I bambini delle Filippine e le loro famiglie hanno bisogno di aiuto, ora”. Per sostenere i programmi di aiuto basta donare un euro inviando un sms al 45590 da cellulare e due euro da rete fissa. “E’ una corsa contro il tempo!” conclude Totti. L’Unicef sta organizzando gli aiuti per quel che concerne i settori della sanità, nutrizione, acqua, servizi igienico-sanitari, istruzione e protezione dell’infanzia mentre il WFP è al lavoro per mobilitare il cibo e organizzare il supporto logistico e per le telecomunicazioni per le operazioni di soccorso, con ponti aerei dalle basi di Pronto Intervento Umanitario nel mondo.
Appena due giorni fa il presidente Benigno Aquino ha dichiarato che “Il bilancio dei morti per il passaggio del supertifone Haiyan nelle Filippine è di 2mila o 2.500 morti, ma non 10mila”. Ma se lui ha smentito il bilancio delle Nazioni Unite, ora, purtroppo, la realtà smentisce lui: è infatti salito a 4.460 morti il nuovo bilancio, ancora provvisorio, delle vittime del tifone Haiyan. Lo ha reso noto l’ufficio del coordinatore degli Affari umanitari delle Nazioni Unite citando i dati forniti dal governo di Manila. A causa della calamità, sono circa 900mila le persone che sono state sfollate.
E’ la tv locale filippina a riferire di uno scontro a fuoco avvenuto tra le forze dell’ordine e degli uomini armati che tentavano di saccheggiare negozi di alimentari nel villaggio di Abucay, uno dei centri più colpiti dal tremendo tifone Haiyan. E’ stata la carenza di generi alimentari a spingere migliaia di persone a prendere d’assalto un magazzino di riso ad Alangalang nell’isola di Leyte. Rex Estoperez, portavoce dell’autorità alimentare nazionale, ha piegato che un muro del magazzino assaltato è crollato e otto persone hanno perso la vita, aggiungendo in seguito che sono stati portati via fino a 100mila sacchi di riso.
Nonostate i primi, allarmanti bilanci che parlavano di 10mila morti a seguito della furia distruttrice con la quale il tifone Haiyan si è abbattuto sulle Filippine, il presidente Benigno Aquino ha dichiarato che “Il bilancio dei morti per il passaggio del supertifone Haiyan nelle Filippine è di 2mila o 2.500 morti, ma non 10mila”. Il premier ha inoltre precisato che le prime stime fornite dalle Nazioni Unite potrebbero essere state influenzate dall’emotività causata dal dramma.
Le autorità italiane sono riuscite a rintracciare tre dei dodici italiani che si trovavano nelle Filippine al momento dell’arrivo del distruttivo tifone Haiyan e con i quali si erano persi i contatti. A riferirlo, il viceministro degli Esteri, Marta Dassù. “Siamo riusciti a contattare tre persone, stanno bene e questo è un dato positivo”, ha commentato il viceministro.
Massimo Roscigno, ambasciatore italiano a Manila, ha spiegato che sono una dozzina gli italiani presenti nelle Filippine dei quali non si hanno più notizie dopo il passaggio del terribile tifone Haiyan, che con il suo passaggio ha seminato morte e devastazione. “Le persone che ci sono state segnalate o di cui ci sono state richieste notizie e che non siamo ancora riusciti a contattare sono poche unità, forse una dozzina”. E ha aggiunto: “Speriamo che si tratti solo di un problema di comunicazione”.
A lanciare l’allarme per la presenza di alcuni italiani nelle Filippine, dei quali al momento non si hanno notizie, è l’ambasciatore italiano Massimo Roscigno: “Ci sono dei cittadini italiani di cui non si riescono ad avere notizie e che risultano impossibili da contattare”. All’Adnkronos ha spiegato: “Di alcuni sappiamo esserci probabile presenza in quelle zone ma ancora non abbiamo avuto modo di contattarli, perchè i collegamenti sono interrotti, ed è difficile raggiungerli”. Ma non sono solo i silenzi dei nostri concittadini a destare preoccupazione, nelle Filippine devastate dal tifone Haiyan si cerca di portare aiuti anche ai 4 milioni i bambini colpiti dalla tragedia. Al riguardo, l’Unicef sta accelerando l’invio di aiuti d’emergenza. “Vista la drammatica situazione, abbiamo deciso di aprire una campagna di raccolta fondi a favore dei bambini”, annuncia il presidente dell’Unicef Italia Giacomo Guerrera, che rivolge “un appello a tutti: è possibile donare tramite il sito unicef.it e i consueti canali”. Gli aiuti sono già stati mobilitati e il Rappresentante Unicef per leFilippine Tomoo Hozumi ha spiegato: “Stiamo facendo più in fretta possibile per procurarci aiuti essenziali per i bambini che stanno sopportando il peso di questa crisi. Raggiungere le zone più colpite è molto difficile; l’accesso è limitato a causa dei danni provocati dal tifone alle infrastrutture e alle comunicazioni, ma stiamo lavorando giorno e notte per trovare modi per rendere disponibili più rapidamente gli aiuti per i bambini, non appena le condizioni lo consentiranno”. Non solo cibo, l’Unicef si sta preoccupando anche di fornire kit sanitari e le spedizioni partite dalla Unicef Supply Division di Copenaghen stanno arrivando anche compresse per la depurazione dell’acqua, sapone, kit medici, teloni. I bambini che sono sfuggiti alla terribile violenza di Haiyan hanno bisogno di assistenza urgente. “L’Unicef sta facendo tutto il possibile per raggiungere questi bambini, il più rapidamente possibile con aiuti essenziali, per proteggere la loro salute, la loro sicurezza e il loro benessere nei difficili giorni a venire” ha ricordato il Rappresentante Unicef per le Filippine Hozumi. Nel frattempo, il governo delle Filippine ha lanciato un appello alla calma nelle zone devastate dalla furia del tifone Haiyan dove ieri si stanno registrando saccheggi ed assalti agli aiuti. “Il governo nazionale prenderà temporaneamente il controllo su quelli locali e nominerà persone agli incarichi rimasti vacanti”, ha detto il presidente Benigno Aquino. Haiyan, nella sua corsa, ha intanto raggiunto anche il sud della Cina, dove almeno quattro persone sono morte e decine sono date per disperse e sul Vietnam. L’ agenzia Nuova Cina riferisce che le scuole sono rimaste chiuse per precauzione nelle città di Beihai, Qinzhou e Fangcgenggang, mentre le precipitazioni continuano. In totale circa mezzo milione di cinesi hanno subito la furia del tifone che ora si è ridotto di intensità ed è stato «declassato» a tempesta tropicale.
Il bilancio delle vittime del supertifone Haiyan, che con la sua potenza ha devastato le Filippine centrali, è stimato in 10mila persone. E i sopravvissuti non sanno come affrontare la situazione: non si trovano cibo, acqua nè medicine e si teme che i soccorsi siano insufficienti. Intanto le Nazioni Unite affermano che solo a Tacloban, sono stati seppelliti in una fossa comune dai 300 ai 500 corpi mentre l’ente filippino per l’aviazione civile ha reso noto che è stato parzialmente riaperto l’aeroporto di Tacloban per permettere un arrivo più rapido di aiuti umanitari che ad ora sono giunti in minima parte data la necessità di utilizzare solo elicotteri militari o le strade di accesso in gran parte ancora inagibili. Ma in questo panorama desolante e carico di disperazione, ecco che la vita è comunque riuscita a fare capolino. Una donna ha infatti dato alla luce la piccola Bea Joy, in onore della nonna Beatriz che ha perso la vita nel disastro. “E’ il mio miracolo. Ho pensato che sarei morta”, ha raccontato la madre Emily Sagalis, 21 anni, dopo la nascita avvenuta in una sala dell’aeroporto semi-distrutto di Tacloban, adibita a sala parto di emergenza.
Tragica scoperta sulla spiaggia di località Campolongo ad Eboli nel Salernitano dove, una persona che passeggiava sulla spiaggia ha notato il corpicino senza vita di una neonata ricoperta di alghe ancora con il cordone ombelicale attaccato. I carabinieri hanno fatto i rilievi e stanno vagliando le diverse ipotesi tra cui quella che il cadavere si stato sospinto dalle correnti marine, ma anche dalla vicina foce del fiume Sele.
Il primo anno di vita di una bimba è stato da incubo. Tra l’orrore e la tragedia, la storia sembrerebbe incredibile, ma purtroppo invece sembra che sia solo allucinante. Nata un anno fa sarebbe stata tenuta dalla madre di nazionalità portoghese, denutrita e e disidratata nel bagagliaio dell’auto, a Terrasson, nella Francia sudorientale. I genitori entrambi disoccupati sono stati arrestati, con l’accusa di abuso e maltrattamento di minore, dopo che il meccanico, che stava controllando la macchina, ha sentito dei gemiti e ha aperto il bagagliaio trovando la bambina in pessime condizioni igieniche, febbricitante e sofferente. Immediatamente sono scattati i soccorsi e sembrerebbe che la piccola sia stata tenuta nel bagagliaio sin dalla nascita per questo soffrirebbe di disturbi motori e psichici. La donna ha detto alla polizia di averla partorita in segreto e di averla tenuta nascosta a tutti, anche a suo marito. La coppia ha altri tre bambini dai 4 ai 10 anni, che sono tutti stati sottratti loro dai servizi sociali.
Un cane di famiglia ha aggredito, durante la notte, una neonata di appena 10 giorni. La piccola accompagnata immediatamente al pronto soccorso dell’ospedale San Pietro, a Roma è parsa subito in gravi condizioni. Gli agenti hanno parlato con i genitori i quali hanno raccontato di aver udito un forte rumore nella camera della bambina e di essere immediatamente corsi a verificare cosa fosse successo, appena entrati hanno notato la piccola a terra con il volto insanguinato. I sanitari hanno poi confermato che le ferite al volto della neonata non sono compatibili con quelle di una caduta ma bensì un morso di un cane. In particolare la coppia possiede un cane di razza Dachsbracke di 8 anni di proprietà della madre della donna, lasciatole in custodia per qualche giorno. Successivamente la piccola è stata trasferita presso l’ospedale del Bambin Gesù dove si trova ricoverata in prognosi riservata; la bambina dovrà essere sottoposta a un intervento chirurgico.
Offbeat China ha riportato la notizia di Guo Guo, una neonata cinese di appena 56 giorni di vita che, lo scorso 19 agosto, è stata ricoverata d’urgenza all’ospedale pediatrico di Harbin dov’è stata sottoposta a un’intervento chirurgico durante il quale le è stato asportato un ago di circa 5 centimetri dal petto. In seguito ne sono stati rinvenuti altri quattro. Le autorità locali sospettano che possa essere stato il padre l’autore del gesto, riconducibile a una superstizione popolare secondo la quale se la prima figlia viene trafitta con gli aghi il secondogenito nascerà maschio. Guo Guo non sarebbe dunque la prima neonata sottoposta a tale pratica. Del resto i padri cinesi, soprattutto quelli delle aree rurali, desiderano un figlio maschio che potrà sì portare avanti il cognome della famiglia, ma soprattutto sarà in grado, una volta cresciuto, di aiutare nei i lavori ‘manuali’.
E’ normale attaccare la magistratura, offendere un cittadino, utilizzare un linguaggio di una volgarità totale e poi glorificarsi del titolo “Avvocato”? A quanto pare… in Italia si può, con la massima tranquillità. basta trovare i microfoni di una radio aperti a via libera allo sproloquio. Ecco allora che Taormina si ritrova a dichiarare quanto gli piaccia “fottere la magistratura” e a offendere un radioascoltatore che, con tutta probabilità, si è sentito offeso per primo dopo aver sentito utilizzare certe espressioni. Chi di certo non si lamenta della magistratura, al contrario, è Giovanardi che gode nel vedere assolti i poliziotti chiamati in aula per il caso Cucchi. Nessun attacco alla magistratura quindi, solo offese per un ragazzo ucciso, la sua famiglia e un’intero Paese. Ma tanto l’Italia ormai è alla deriva e con lei anche chi dovrebbe rappresentarla. Basta vedere l’eclatante esempio della Lega Nord e le lotte intestine: quanto tempo impiegherà prima d’implodere su se stessa? Ma la violenza, purtroppo, non si limita ai soli microfoni, scende in strana, si arma, apre il fuoco. Ecco allora che anche questa settimana ci siamo trovati a discutere di cronaca nera, con la sparatoria a Milano di cui è rimasto vittima un 63enne e poi di un altro episodio simile, questa volta a Pesaro, dov’è stato ucciso Andrea Ferri, 51enne, per impossessarsi delle chiavi che avrebbero permesso ai suoi assassini di appropriarsi del suo denaro. E nonostante il tempo passi, sempre con la speranza si riesca a conoscere finalmente la verità, si parla ancora di Roberta Ragusa, del marito, dell’amante dell’uomo e anche della cugine della donna scomparsa che difendono chi è sparito una notte e non ha più fatto ritorno. E’ il ritratto di un Paese allo sbando e, vedendo il video delle insegnanti che picchiano e offendono un ragazzo disabile viene spontaneo chiedersi dove stiamo andando, se questo è quello che riusciamo a insegnare ai nostri giovani: la legge del più forte, della violenza, del non rispetto. L’odio, la crudeltà, l’opportunismo. Ma non siamo gli unici a veder calpestata la nostra dignità. Dopo tutte le critiche e le discussioni, dopo i dibattiti sulla violenza sulle donne e sull’uso che si fa del loro corpo, scopriamo che in Israele delle soldatesse imbracciano i fucili, tolgono la divisa e postano le loro foto in tanga. Come possono gli uomini rispettare le donne se loro per prime non lo fanno? Viene voglia di urlare? Assolutamente sì!
Ma per fortuna non è stato solo questo, a ricordarci che il mondo è anche pieno di colori e calore ci ha pensato il sole, regalandoci uno spettacolo unico: uno splendido arcobaleno circolare. Ma questa settimana si è anche parlato di un’amore che si trasforma in ossessione e di due donne abbandonate dallo stato: è la storia di due gattare, parenti di un attore famoso, che si sono ritrovate a vivere con i loro amici domestici che hanno invaso la loro vita e non solo. Poi c’è chi è anche baciato dalla passione (per l’insegnamento) e trova slancio per cercare soluzioni… anche a ritmo di Gangnam Style. E’ la storia di un preside che ha lanciato una sfida ai suoi studenti: se studiate, ballerò per voi. Le medie scolastiche si sono impennate e l’uomo è stato di parola, pubblicando in youtube una delle migliori versioni del tormentone di PSY di sempre. Ma se vogliamo imparare qualcosa, insegnamenti preziosi arrivano sempre dai nostri amici a quattro zampe: questa settimana è stata la volta di un cane che ha salvato una neonata da un cassonetto. Ci ha ricordato che la vita è la cosa più importante e va preservata, a qualunque costo. Vale la pena lottare per essa? Sì, ancora una volta, assolutamente sì. Ecco allora che vogliamo lasciarvi con una poesia di William Ernest Henley, che è nota, ma vale sempre la pena ricordare. E vuole essere un omaggio al grande uomo che tante volte l’ha recitata e che è ricoverato in condizioni gravi, Nelson Mandela.
Pui è un cagnolino abituato ad andare da solo a fare la passeggiata, solo che la sua abitudine quotidiana è stata stravolta quando si è imbattuto in qualcosa di strano. Nel cassonetto c’era qualcosa che si muoveva, uno strano fagotto. Così non ha esitato ha prendere quello straccio che conteneva una vita e si è diretto a casa della padrona. Fuori dalla porta ha abbaiato così forte che immediatamente la figlia 12enne è corsa fuori a vedere cosa fosse successo al suo cane. Lo stupore della bambina è stato enorme quando ha capito che il suo cane aveva appena salvato un bebè da un cassonetto. Così che ha chiamato la mamma e insieme si sono precipitate all’ospedale di Bangkok. La neonata così è stata salvata e alla famiglia sono andati circa 250 euro di ricompensa.
Una bimba di sei mesi, Jonylah Watkins, e’ morta dopo esser stata ferita con cinque colpi di pistola mentre suo padre, presunto membro di una banda locale, è rimasto gravemente ferito. La scena si è svolta nell’arco di pochi attimi: il padre le stava cambiando il pannolino sul sedile della sua auto in un parcheggio di Chicago, quando sono partiti i colpi che hanno trafitto il corpo di Jonylah. La bimba e’ morta in ospedale dove subito dopo la sparatoria, ieri pomeriggio, era stata trasportata e sottoposta ad un intervento chirurgico. Alcuni testimoni hanno riferito che un uomo si e’ avvicinato all’auto e ha sparato probabilmente il bersaglio era proprio il padre.
A Prato durante un’operazione di bonifica di una bombola, due tecnici hanno provocato l’esplosione. Sono state coinvolte anche una signora di 68 anni e la nipotina di appena 8 mesi.
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