I carabinieri erano stati chiamati dai genitori, dopo che la piccola Anna, di appena qualche giorno, è morta in una clinica a Napoli, nel quartiere Vomero. Ora la magistratura ha aperto un’inchiesta sul decesso della piccola. Dopo l’intervento dei carabinieri nella clinica dov’era ricoverata la piccina, infatti, è stato avvisato il magistrato di turno e la salma è stata sequestrata. La piccola al momento della nascita era affetta da ittero e per questa ragione era stata sottoposta a “fototerapia”, una tecnica curativa basata sull’uso della luce. Mentre la piccola era sottoposta alla cura, tuttavia, la tragedia.
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Neonata morta in una clinica a Napoli: aperta un’inchiesta
Pubblicato da tdy22 in gennaio 19, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/19/neonata-morta-in-una-clinica-a-napoli-aperta-uninchiesta/
Neonata muore in clinica: indagano i carabinieri
Aveva appena tre giorni la piccola Anna, morta in una causa di cura al Vomero, a Napoli. Le cause del decesso non sono del tutto chiaro e si attendono gli esiti dell’autopsia per far luce sulla vicenda. I carabinieri hanno raggiunto la clinica giovedì, dopo che i genitori della piccola ne avevano chiesto l’intervento. Anna, al momento della nascita, era affetta da ittero e per questo i medici l’avevano sottoposta a “fototerapia”, una tecnica curativa basata sull’uso della luce. In parole povere era stata messa sotto una particolare lampada per fare scomparire il fenomeno.Il Mattino riporta le parole del padre della neonata, il 37enne Giulio Iengo, commerciante di Ercolano, che ricostruisce le fasi della vicenda. “La mia bambina era sana. Non aveva alcun problema a parte questo ittero per il quale i medici mi avevano tranquillizzato. L’altra sera doveva fare la poppata alle 23. Ce la dovevano portare dal nido. Abbiamo atteso a lungo. Ma la piccola non arrivava. Allora ho bussato alla porta del nido e mi hanno detto che Anna aveva avuto un’emorragia dalla bocca e che l’avevano portata in camera operatoria. Mi sono precipitato dove sono le sale operatorie. Erano chiuse. Mi sentivo di impazzire. Ho urlato, mia moglie piangeva disperata. Solo allora ci hanno detto che la bambina era morta. E così ho telefonato al 112 chiedendo ai carabinieri di venire subito”. I militari del capitano Ruggiu sono arrivati in pochi minuti. È stato avvisato il magistrato di turno, la salma è stata sequestrata, trasferita all’obitorio del policlinico in attesa dell’esame necroscopico. Poi i carabinieri hanno sentito tutte le persone che tenevano in cura la bimba, personale medico, infermieristico e puericultrici. Sempre il Mattino si è rivolto al professore Roberto Paludetto, ordinario di Pediatria e direttore della neonatologia e terapia intensiva neonatale del Policlinico federiciano, per cercare di capire cosa possa essere accaduto. “Ho pochi elementi per potere avere un quadro chiaro della situazione. Posso avanzare soltanto qualche ipotesi. Partiamo dalla ‘morte improvvisa’ che si verifica anche nel neonato. Un’altra ipotesi è che possa avere avuto un deficit di coagulazione congenito, una ipopiastrinemia, patologia per la quale la coagulazione non funziona”. “In quanto all’ittero – riprende il docente – esso è presente nel sessanta per cento dei neonati. È insomma molto frequente. Escludo che una lunga esposizione alla lampada possa provocare una emorragia. Sono portato comunque a ritenere che si sia trattato di una alterazione congenita. Esistono, per esempio, le sepsi fulminanti che, però, avvengono più frequentemente nei prematuri. E si può presentare con emorragie. In questi casi si verifica una compromissione multiorgano”. L’ittero, per concludere, è una condizione clinica estremamente frequente nel neonato e si caratterizza per il colorito giallo di cute, dovuto ad un incremento della bilirubina nel sangue. Nella maggior parte dei casi l’ittero compare tra la seconda e la terza giornata di vita e scompare al termine della prima settimana.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 18, 2014
https://tuttacronaca.wordpress.com/2014/01/18/neonata-muore-in-clinica-indagano-i-carabinieri/
La madre viaggia per 7 ore per partorire: una gemellina non ce la fa
Dramma ad Alessandria dove una neomamma ha perso uno dei suoi gemellini. La donna, partita da Domodossola, ha dovuto infatti percorrere 170 km perchè stava per dare alla luce prematuramente due bimbi ma si è vista rifiutata dagli ospedali perchè non attrezzati al suo caso. Ha così viaggiato per sette ore, in assenza della Stam, il mezzo del servizio trasporto assistito materno. La piccola, Aurora, non ce l’ha fatta, il fratello Cristian sta bene. La donna era arrivata al Dea del San Biagio di Domodossola sabato sera e i medici si sono accorti che si trattava di un parto prematuro. Per questo è stata fatta partire la richiesta di trasferimento vierso l’Ospedale Maggiore di Novara dove però il reparto di neonatologia non aveva posti per ospitarla. Fabrizio Comaita, segretario della Federazione dei medici pediatri del Verbano-Cusio-Ossola, ha spiegato che l’unico ospedale disponibile a trattare la situazione era quello di Alessandria. “Era notte e quindi l’elicottero non poteva alzarsi in volo, necessitava quindi un trasferimento in ambulanza – dice Comaita alla stampa -. Peccato che la sola medicalizzata fosse impegnata in un altro trasporto urgente e quindi un altro mezzo è partito da Verbania per risalire sino a Domodossola e poi correre ad Alessandria: 170 chilometri”.
Pubblicato da tdy22 in gennaio 7, 2014
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