Forse la risposta a quella frase oggi contestata sui network di Marisela Federici “Lavorassero un po’ di più questi che si lamentano tanto. Che si mettessero a lavorare”, arriva dai dati di Roma della Confesercenti.
“Oltre diecimila, stando ai conti della Confesercenti, sono i locali commerciali sfitti o invenduti a Roma, che mostrano senza esitazioni l’annoso danno derivato principalmente dalla crisi economica e dal crollo dei consumi. A questi si sono aggiunti dallo scorso febbraio – quando l’associazione contava già 845 attività commerciali in meno – altri 655 fallimenti, per un totale di 1.500 negozi chiusi rispetto ad agosto 2012. E non c’è distinzione tra centro e periferia”.
Nelle strade intorno a Piazza Farnese accade allora che i proprietari dei negozi li affittino a chi vuole dormirci.
E se orafi, corniciai e falegnami scompaiono, insieme a tante altre figure dell’artigianato, aumentano i numeri di bar e ristoranti:
“Persino i centri commerciali accusano il colpo, mentre le uniche attività che sembrano tener lontano la crisi sono i bar e i ristoranti. Sempre secondo la Confederazione nazionale dell’artigianato, in nove anni gli esercizi di ristoro solo nel cuore della Capitale sono passati dai 48 del 2003 ai 153 del 2012. Bar e ristoranti gestiti sì, da italiani, ma che appartengono sempre più a stranieri, «Cinesi per lo più», osserva la Fipe-Confcommercio”.
Valter Giammaria, a capo della Confesercenti, spiega che tra le cause di questo andamento vi è “troppo fisco”:
“Quest’andamento è senz’altro destinato ad aumentare. Da una parte cambiano le abitudini dei romani, dall’altra, a causa anche dell’enorme imposizione fiscale, molti commercianti sono costretti a chiudere perché non riescono a pagare affitti di locazione, tasse e Imu”
In questa situazione dove è possibile trovare lavoro?