Ha “evaso” un centesimo e gli chiedono 155mila euro

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Si può parlare di anomalia o di cartelle “pazze” o dell’ennesimo caso clamoroso che finisce per divenire una notizia allarmante soprattutto se a fronte di una presunta evasione di un centesimo l’Inps chiedere il pagamento di 155mila euro e si rischia anche di bloccare l’attività di una onlus, la Anffas di Ostia, che da vent’anni si occupa della riabilitazione di ragazzi con disabilità intellettiva e/o relazionale. È stato sufficiente quella misera mancanza nel versamento dei contributi del 2009 per far scattare la mega-sanzione e il pignoramento per un totale di 155mila euro nei confronti dell’associazione. Più o meno la stessa somma che sarebbe servita affinché la onlus potesse ristrutturare un immobile confiscato alla mafia e donato dal Comune di Roma per i meriti e i valori espressi dall’associazione. Già nel 2011 l’Anffas era caduta nel mirino del fisco con una cartella misteriosa da 300mila euro, ma il Tribunale di Roma, in seguito ad accertamenti, aveva annullato il provvedimento, ma a distanza di 2 anni arriva una nuova cartella esattoriale che rischia di mettere in ginocchio l’intera onlus, anche perché ora è stato anche emesso il Durc negativo – cioè il Documento unico di regolarità contributiva, il certificato che attesta il rispetto degli obblighi di legge – che blocca automaticamente l’affidamento e il rinnovo di contratti pubblici di servizi di assistenza socio-sanitari, paralizzando l’attività dell’associazione.

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Stroncati i sogni di ripresa? Pil italiano a -1,8

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L’Italia è l’unico Paese del G7, cioè tra le sette nazioni più industrializzate, a far registrare un Pil negativo per l’anno in corso. Sono quindi stroncati i sogni di ripresa tanto annunciati da Enrico Letta? E’ vero che mancano pochi mesi alla fine del 2013, ma è pur vero che l’Ocse, ha confermato la  stima di una contrazione del Pil italiano dell’1,8%. L’organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, in un aggiornamento di interim delle sue previsioni economiche, ha affermato che l’area euro come insieme non è più in recessione.  A livello mondiale, sempre secondo l’Ocse, soprattutto nelle “grandi economie emergenti, la crescita ha rallentato”, mentre “l’attività si sta espandendo a ritmi incoraggianti in Nord America, Giappone e Regno Unito, mentre l’area euro come insieme non è più in recessione”, afferma l’Ocse. Per gli Usa quest’anno è previsto un più 1,7 per cento del Pil, in Germania un più 0,7 per cento, in Francia un più 0,3 per cento e in Gb un più 1,5 per cento.

L’Ocse comunque avverte che il miglioramento della crescita nei paesi avanzati, per quanto gradito “non è ancora consolidato” mentre “permangono rischi rilevanti”. Bisogna continuare a sostenere la domanda, anche con politiche monetaria straordinarie, mentre le riforme strutturali volte a rimuovere gli impedimenti alla crescita e alla creazione di lavoro restano “vitali”, conclude l’ente parigino con un comunicato.

Terremoto alla Borsa di Milano: chiude a -2,46%

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Se nei giorni scorsi la Borsa sembrava non aver risentito dell’incertezza politica italiana e del clima di tensione, ora invece la tendenza è cambiata e la Borsa di Milano è annegata in questo lunedì d’agosto. L’indice Ftse Mib ha chiuso in perdita del 2,46% a 17.243 punti. Male anche l’All Share, in calo del 2,29% a 18.290 punti, e lo Star che archivia la seduta a -0,74% a 14.209 punti.

Il ritorno di una leggera tensione sui titoli di Stato dei Paesi dell’Europa meridionale che la scorsa estate subirono l’attacco della speculazione appesantisce soprattutto Milano, che è la peggiore del continente, con gli altri listini comunque negativi. Un vero e proprio terremoto sui titoli delle materie prime e soprattutto delle banche. A fine giornata, Unicredit e Ubi hanno perso rispettivamente il 5,2% e il 5,1%. Male anche Bper (-4,8%), Bpm (-4,6%), Banco popolare (-4,5%), Intesa (-4,1%) e Mediobanca (-3,9%). Ha tenuto Mps (-0,09%), confermando come il netto recupero della scorsa settimana non fosse solo legato allo spread.

Positiva Parmalat (+0,08%) unico titolo con il segno più dell’indice principale di Piazza Affari, mentre limitano i cali energetici e lusso. Anche Fiat è in ribasso a causa di realizzi (-3,6%). Il mercato spera che un accordo extragiudiziale consenta a Chrysler di acquisire una quota di Veba.

Chiude in rialzo a 238 punti base dai 230 di venerdì lo spread tra il Btp e il Bund tedesco. Il tasso sul decennale del Tesoro sale al 4,27%.

 
 

La crisi asiatica che ripercussioni ha in Italia?

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Il tonfo nella notte italiana alla borsa giapponese che ripercussioni ha? Intanto Milano perde e a metà giornata si attesta già su un preoccupante -2,47% dopo aver toccato anche il -3%. Sono i titoli bancari a sentire su di loro il peso maggiore dell’andamento negativo: Ubi Banca (-4,7%) e Mediobanca (-4,7%).

I timori di una contrazione dell’economia cinese hanno affossato i prezzi delle materie prime e del petrolio mentre i timori che la Fed sarà una delle prime banche centrali a ritirare le misure di stimolo grazie ai progressi dell’economia ha rafforzato il dollaro.

 Abbiamo quindi da una parte il mercato asiatico che sta lentamente arrivando alla sua saturazione, almeno per i beni al momento proposti su tale mercato… è probabile che anche la Cina, cresciuta economicamente e in pochi anni con beni di bassa qualità a basso costo inizi ora ad avere una domanda di beni di alta qualità? E’ possibile che la Cina che esportava beni di largo consumo e acquistava all’estero i beni di lusso ora voglia cambiar marcia alla sua economia? Se fosse così quali sarebbero le ripercussioni in Italia?

Oggi l’Italia, in grave crisi economica (come evidenziano gli ultimi dati di Confindustria), riesce a essere in attivo in pochi settori… quelli che da sempre sono definiti come eccellenze italiane e che tuttavia troppo spesso non sono assistite dallo Stato con politiche mirate alla loro tutela e alla loro espansione. Se davvero la Cina dovesse essere in crisi cambierebbe marcia per cercare di inserirsi in mercati di nicchia e creerebbe quindi una concorrenza anche su quei mercati che oggi le sono preclusi. Come difendersi? Prima di tutto puntando a tutelare i prodotti con un’apposita normativa e soprattutto monitorando che la qualità sia sempre al centro della produzione e garantisca un elevato standard. Se le borse asiatiche crollano è quindi necessario iniziare ad analizzare attentamente il fenomeno per non farci cogliere impreparati dalle misure che da quei mercati potrebbero scaturire per poi invadere i campi su cui ancora le nostre industrie riescono a essere delle vere e proprie eccellenze a livello internazionale.

La perdita di oggi a Tokyo è la peggiore in oltre due anni: l’ultimo record in negativo risaliva, infatti, al -10,55% del 15 marzo 2011, a pochi giorni dal sisma e dallo tsunami che colpì il Nord-Est del Paese, causando l’incidente nucleare di Fukushima. Ma se nel 2011 c’era una motivazione che proveniva da un evento catastrofico, qui la crisi invece è generata solo da fattori di economici ed è per questo che il dato di oggi è molto più preoccupante e allarmante.

17 MILIARDI BRUCIATI IN BORSA!

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Mentre si cercano alleanze dell’ultimo minuto, mentre i politici sono sotto shock post elettorale, mentre il mondo ha acceso i riflettori su Roma per la corsa al governo e per la successione di Benedetto XVI, mentre la televisione continua a mandare gli spot pubblicitari con le famiglie italiane sorridenti e mentre si sta in fila alla Caritas , disoccupati e con il mutuo da pagare… LA BORSA ANNEGA TRAVOLTA DALLA SPECULAZIONE! Il dato economico di oggi conferma (se qualcuno aveva ancora dubbi) che esiste una potenza che governa il mondo, lo fa con i meccanismi finanziari, con le armi che hanno una testata nucleare chiamata spread, capace di ridurre un Paese sul baratro in 3 minuti durante una contrattazione. Più potente della bomba atomica, più dannosa delle bombe al napal, più veloce di un missile terra -aria! L’alta finanza mondiale non gradisce Grillo, forse stava studiando Bersani se era disponibile a fare il bravo agnellino nel gregge e sicuramente voleva il fedele scudiero Monti!

MA TUTTO QUESTO NON E’ ACCADUTO, IL FILM E’ STATO DIVERSO E LA RABBIA HA DILANIATO I GRANDI FINANZIERI! -5% LA BORSA CALA, MA L?ITALIA FORSE HA RIALZATO LA TESTA…

Consob vieta le contrattazione allo scoperto!

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La Consob ha deciso di vietare le vendite allo scoperto sul titolo Intesa San Paolo oggi e fino alla fine della seduta di domani. Il divieto, sottolinea la Commissione, in applicazione del Regolamento comunitario in materia di ”Short Selling”, ”tenuto conto della variazione di prezzo registrata oggi dal titolo (superiore alla soglia del 10%)”. Il divieto, prosegue la Consob, ”riguarda le vendite allo scoperto assistite dalla disponibilita’ dei titoli. Con cio’ viene estesa e rafforzata la portata del divieto di vendite allo scoperto nude, gia’ in vigore per tutti i titoli azionari dal primo novembre scorso in virtu’ del Regolamento Comunitario”.

Borsa in caduta libera: -5%

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Crolla Piazza Affari dopo le elezioni. Il Ftse Mib cede il 5%. Molti grandi titoli non riescono a fare prezzo a causa dei forti ribassi. Chi pilota l’alta finanza? Chi vuole spaventare il popolo italiano? Chi sta mettendo in atto la speculazione sui titoli italiani? Siamo veramente una colonia al soldo degli investitori esteri che pretendono di neocolonizzare i mercati mondiali imponendo governi e condizionando l’economia?

 

Annega la borsa di Milano attendendo il voto! -3,13%

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Il Ftse Mib cede il 3,13% a 16.009 euro, appesantita dalle banche per l’allargamento dello spread, a sua volta condizionato anche dall’incertezza per le prossime elezioni. Sul listino principale Parmalat e’ l’unica in rialzo. E domani come andrà?

Sii consapevole! Il crab apple ti aiuta a conoscerti

Il decimo fiore di Bach inesegna a guardare se stessi con benevolenza, riconoscendo tanto il negativo quanto il positivo che alberga dentro, e ad accentarsi incondizionatamente senza mai perdere lo scopo della propria vita.

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