Mercoledì si gioca l’amichevole Spagna-Italia e il capitano della Juventus e della Nazionale, Gigi Buffon, ha preso la parola in conferenza stampa, durante la quale ha toccato vari temi. Riguardo il presente: “E’ il momento più bello e tutte qeste responsabilità arrivano a puntino, perché credo di avere la giusta maturità per districarmi. Quello che mi interessava era recuperare dopo l’operazione e riprendere a dare continuità alle prestazioni. Questo significa che sto ancora bene”. E per quel che concerne invece il ritiro: “Per uno sportivo, l’unica verità è quella del campo. Se le prestazioni sono buone, a certe conclusioni non ci arrivi. Se qualcuno vorrà provare alternative, avrà tutto il diritto di farlo”. Ma non poteva mancare una domanda sulla polemica Conte-Prandelli: “Non sono a conoscenza di quanto accaduto nello specifico e ho un ruolo e un età che mi permette di poter limitarmi ad osservare. C’è stato sicuramente un malinteso. Ognuno cerca di tutelare la propria squadra”. Ovviamente si deve parlare anche di Nazionale e della partita in programma: “E’ sempre un’amichevole. E’ una partita importante e non vogliamo sfigurare, continuando questo processo di crescita. Poi con la Spagna non c’è sentimento di rivalsa. Sono talmente forti, che dai il massimo e se perdi, fai i complimenti all’avversario”. Infine una battuta su Balotelli: “Mario non ha bisogno di nessun consiglio, lui è uno che vuole vivere la vita al massimo. Sente perfettamente il nostro affetto, ci fa anche molto ridere”.
Il 5 marzo gli Azzurri disputeranno un’amichevole con la Spagna in terra Iberica e il ct della Nazionale, Cesare Prandelli, ha diffuso la lista dei convocati. Ovviamente non ci sarà Mario Balotelli: il rossonero ha problemi fisici che gli hanno impedito anche di giocare contro la Juve nel posticipo serale della 26esima giornata. Ma mancherà anche Daniele De Rossi, fuori per il codice etico. Ecco quindi la lista completa:
Portieri: Buffon (Juventus), Perin (Genoa), Sirigu (Paris Saint Germain)
Difensori: Abate (Milan), Astori (Cagliari), Barzagli (Juventus), Bonucci (Juventus), Chiellini (Juventus), Criscito (Zenit San Pietroburgo), De Sciglio (Milan), Maggio (Napoli), Paletta (Parma)
L’Italia di Prandelli disputerà la settimana prossima un’amichevole contro la Spagna in terra iberica e, in occasione dell’organizzazione della prossima trasferta, ha avuto un incontro con i vertici della Figc. Il ct ha visto accettare il suo progetto: non solo diventerà responsabile unico di tutte le nazionali ma ci sarà anche la realizzazione di nuovi centri tecnici oltre a quello di Coverciano, a Milano e anche a Roma. Per questo, il mister azzurro ha mutuato l’idea dalla Germania, dalla Russia e dal Brasile. In Brasile il ct è Scolari, ma il responsabile unico di tutte le Nazionali è Parreira. Prandelli, in un futuro molto più lontano, potrà interpretare anche questo ruolo. Dopo il Brasile sarà ancora ct ma più avanti può essere responsabile unico di tutte le nazionali. Un programma, questo, che va incontro al suo desiderio di essere quotidianamente a contatto con i giocatori e non solo in vista delle sfide degli Azzurri.
Manca ancora qualche mese al fischio d’inizio dei Mondiali di Brasile 2014 ma già è tempo di pensare a Euro 2016. Proprio questa mattina si sono tenuti i sorteggi dei gruppi delle qualificazioni e il responso è che gli azzurri si troveranno ad affrontare, nel gruppo H, Croazia, Azerbaigian, Malta, Norvegia e Bulgaria. Per assicurarsi l’accesso all’Europeo francese sarà necessario vincere il girone o classificarsi al secondo posto. Accederà anche la miglior terza mentre le altre otto squadre terze classificate disputeranno i playoff per aggiudicarsi i restanti quattro posti liberi nella competizione contentale. Le Nazionali sono state divise in base al coefficiente Uefa e gli azzurri sono stati inserita in prima fascia.
Questi tutti i raggruppamenti eliminatori:
GIRONE A: Olanda; Kazakistan; Islanda; Lettonia; Turchia; Repubblica Ceca.
GIRONE B: Bosnia-Erzegovina; Andorra; Cipro; Galles; Israele; Belgio.
GIRONE C: Spagna; Lussemburgo; Repubblica Ex Jugoslava di Macedonia; Bielorussia; Slovacchia; Ucraina.
GIRONE D: Germania; Gibilterra; Georgia; Scozia; Polonia; Repubblica d’Irlanda.
GIRONE E: Inghilterra; San Marino; Lituania; Estonia; Slovenia; Svizzera.
GIRONE F: Grecia; Isole Faroe; Irlanda del Nord; Finlandia; Romania;
GIRONE G: Russia; Liechtenstein; Moldova; Montenegro; Austria;
GIRONE H: Italia; Malta; Azerbaigian; Bulgaria; Norvegia e Croazia.
GIRONE I: Portogallo; Albania; Armenia; Serbia;
Cosa c’è nel futuro di Cesare Prandelli? Abete, presidente della Figc, ha promesso tempo fa di svelare il futuro del ct della nazionale a marzo e nel frattempo c’è chi scommette su una sua permanenza sulla panchina azzurra e chi sulla partenza alla volta della Russia. Ma TuttoMecatoWeb parla invece di una clamorosa svolta: Prandelli sarebbe a un passo dall’accordo con il Tottenham che vuole rendere sempre più made in Italy la squadra e avrebbe individuato proprio nel ct azzurro l’uomo giusto per proseguire questo percorso appena iniziato. Ancora riporta il sito:
La notizia potrebbe sembrare clamorosa ma negli ambienti vicini a Via Allegri, ormai, la danno per cosa fatta. A breve ci sarà un incontro tra Abete e Prandelli e in quella riunione dovrebbe esserci l’addio. Tutti in Brasile e poi ognuno per la propria strada.
Sono trascorsi più di sette anni dalla finale mondiale del 2006 Italia-Francia, quella passata alla storia per la testata rifilata da Zinedine Zidane a Marco Materazzi, e ancora si parla di quello che è accaduto. A farlo, questa volta, è l’arbitro Horacio Elizondo, che alla rivista inglese The Blizzard ha confermato di aver espulso il francese grazie alla segnalazione del quarto uomo che, a differenza sua, aveva probabilmente scrutato da un monitor quanto avvenuto in campo. Dopo aver ammesso che “lì per lì non mi ero accorto di aver preso chissà quale decisione (l’espulsione a Zidane, ndr), l’ho capito solo il giorno dopo attraverso i media”, ha raccontato:
Quando ho visto Materazzi a terra ho aspettato che si alzasse. Poi ho dovuto fermare il gioco. Non avevo visto nulla, ho chiesto ai miei due assistenti, ma neppure loro avevano idea di cosa fosse successo. Finalmente ho sentito in cuffia la voce di Luis Medina Cantalejo che mi diceva: ‘L’ho visto io!’
A questo punto, fece intendere agli spettatori e ai calciatori in campo che la sua decisione fosse stata ‘ispirata’ dal guardalinee e non, in maniera quindi meno consueta, dal quarto uomo:
Dopo essermi consultato con Cantelajo sono andato a parlare anche con il guardalinee. Volevo che il pubblico pensasse che era stato lui ad aver visto tutto, anche se sapevo che non era vero. Quegli attimi in più mi sono sembrati necessari per far digerire una simile decisione.
Cesare Prandelli, allenatore della Nazionale italiana che si sta preparando alle amichevoli contro Germania e Nigeria, non può ignorare quanto accaduto all’ultima partita della Nocerina nè i cori durante Juventus-Napoli: “Nel calcio italiano ora non c’è pressione, c’è ossessione – spiega -. Ogni volta che parli con colleghi all’estero, ti raccontano un calcio diverso, una vita diversa, un approccio differente dei tifosi. E’ importante dare tutto in campo e i sostenitori sono contenti. Noi dobbiamo migliorare da questo punto di vista. Prima si diceva che in Italia ci fosse tantissima pressione. Ora non c’è pressione, c’è ossessione. La situazione è complicata e io non sono tanto fiducioso sul futuro”. Per quel che riguarda il ricatto degli ultras della Nocerina: “Abbiamo perso tutti, col senno del poi dovevamo gestirla meglio. Delle riflessioni vanno fatte, riflessioni che il calcio, la società, Nocera deve fare. Penso che certe persone si mettono la maglia da ultras ma non lo sono. Sono delinquenti, quindi diventa un problema sociale”. Per quel che riguarda i tifosi che mettono in atto comportamenti per provocare la chiusura delle curve: “Non mi fa impressione, ormai da qualche anno ci illudiamo di avere il calcio migliore ma non è così. Non è solo una provocazione, ma qualcosa di più”. Ma il ct non può scordare che venerdì li attende la Germania, match valido come esame in vista dei Mondiali in Brasile: “Nella mia testa c’è di provare Balotelli-Rossi venerdì, anche se Rossi è arrivato ed ha la febbre”. Prandelli parla anche del momento che sta vivendo Balotelli: “Sono d’accordo con Allegri, i grandi campioni devono fare vincere la squadra assieme, non da soli. Per reggere tre gare a settimana devi arrivare bene, preparato mentalmente, conoscendo gli avversari. Mario sta vivendo un momento strano, particolare, ma se hai orgoglio e carattere questi momenti ti possono fortificare ancora di più. Deve ritrovare fiducia, serenità, a calcio sa giocare. Pressione? Penso debba conviverci”. Ma non dimentica quello che è stato il match-evento della 12a giornata di campionato, Juve-Napoli: “No, la squadra di Conte non mi ha colpito. Ci ha abituati a grandissime prestazioni ed ho rivisto la Juve degli ultimi due anni, non solo nel carattere ma anche nell’intensità. Sarà la squadra da battere”.
Si chiama The World Cup Draw la pagina Tumblr che si è riproposta di accompagnare tutti i tifosi di calcio nel lungo percorso che ci separa dai Mondiali 2014. Come? Con un viaggio nella memoria e un ripasso dei campioni che scenderanno in campo, proponendo i ritratti dei giocatori, uno al giorno, tutti rivisti grazie a Photoshop, utilizzando esclusivamente lo strumento “lazo poligonale”. Non potevano mancare i campioni del Mondo 2006, con Buffon, Totti, Del Piero, De Rossi, ma non mancano neanche glorie degli altri Paesi e che nel nostro campionato hanno giocato, come Batistuta, Rui Costa, Zidane, Desailly, Ibrahimovic e Nedved. Non mancano, ovviamente le star del momento: Messi, Cristiano Ronaldo e Neymar. Quanti ne riconoscerete da qui al calcio d’inizio?
Si pensa anche alla Terra dei Fuochi stasera al San Paolo di Napoli in occasione del match tra Italia e Armenia. Uno degli organizzatori della protesta, Dario Mocerino, è intervenuto ai microfoni di ClubNapoli AllNews sulle frequenze di TeleclubItalia. “Vogliamo fare una campagna di sensibilizzazione per i cittadini campani che vivono la questione della terra dei fuochi tutti i giorni. Noi abbiamo invitato tutti coloro che vengono allo stadio a venire anche solo con una maglietta nera. La manifestazione ci sarà principalmente nella Curva B. Noi stiamo distribuendo maglie e buste nere all’esterno dello stadio. Napoli? Ha dato dimostrazione di essere vicina a questa questione con lo striscione prima della partita con il Livorno”.Per quel che riguarda le formazioni, Prandelli ha rivisto quasi completamente la rosa, schierando un 4-1-4-1 con Marchetti; Abate, Astori, Bonucci, Pasqual; Pirlo; Florenzi, Aquilani, Montolivo, Insigne; Osvaldo. Risponde Minsayan con un 4-4-1-1 composto da Berezovski; Mkoyan, Haroyan, Arzumanyan, Airapetian; Yedigaryan, Mkrtchyan, Ozbiliz, Ghazaryan; Mkhitaryan; Movsisyan. Parte subito all’attacco l’Armenia che al 5′ minuto, approfittando di un errore di Aquilani, si porta in vantaggio: recuperata la palla viene servito Movsisyan in profondità che con un diagonale infila Marchetti. 0-1!Una reazione dell’Italia si ha all’11’, con Osvaldo che, servito in area da Montolivo, si gira e prova il sinistro a giro: non riesce a inquadrare lo specchio e la sfera finisce fuori. Dopo 4′ ci prova per l’Armenia Mkrtchyan: sinistro da fuori e palla molto alta sulla traversa. Anche Aquilani, dopo un minuto, tenta la soluzione dalla distanza: palla fuori. Al 22′ gli azzurri sfiorano il pareggio con un destro di Insigne dal limite che però colpisce il palo e poi rimbalza sul portiere armeno. Osvaldo arriva sulla ribattuta ma calcia tra le braccia di Berezovski. Al 24′ gli uomini di Prandelli approfittano di una palla persa dall’Armenia nella propria tre quarti: Insigne s’invola sulla sinistra che poi serve Florenzi sul secondo palo: il romanista non sbaglia di testa. 1-1! Al 30′ arriva un’azione personale di Mkhitaryan che prova a piazzare di sinistro ma il suo diagonale è largo. Altri 5′ e Insigne tenta di portare in vantaggio gli azzurri: si smarca con un colpo di tacco e tenta il destro ma senza riuscire a inquadrare la porta di poco. Altri 2 minuti e, su cross di Abate, tenta la soluzione al volo: la conclusione non è precisissima. Al 44′ ci provano gli armeni ma Yedigaryan è troppo distante e fa spegnere la palla sul fondo. Al 45′ ancora Insigne! Scambio ristretto tra il numero 17 e Florenzi, destro secco ma è pronto Berezovskiy a bloccare la sfera. Dopo un minuto di recupero, le squadre tornano allo spogliatoio sull’1-1.
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Tornano in campo a formazioni invariate le squadre nella ripresa. Dopo 5′ l’arbitro Oliver ferma il gioco: è rimasto a terra per un colpo Henrikh Mkhitaryan e vanno valutate le condizioni del giocatore del Borussia. Altri 3 minuti di gioco e arriva una buona prova degli azzurri che si conclude con un nulla di fatto: Insigne prova a servire Aquilani sul primo palo, pallone che termina lentamente tra le mani di Berezovskiy. Al minuto successivo apertura geniale di Pirlo per Osvaldo che si accentra e tira di destro sprecando la palla: non serve la sovrapposizione di Insigne. Al 9′ primo cambio per Prandelli: esce Osvaldo che cede il posto a Balotelli. All’11 arriva il primo cartellino giallo dell’incontro: Haroyan stende a pochi metri dall’area Montolivo, punizione pericolosa per l’Italia battuta da Pirlo che, nonostante la distanza, tenta il tiro in rete: palla alle stelle. Al 15′ tenta il tiro Balotelli, ma non preoccupa l’estremo difensore armeno. In rapida successione due cambi: per gli azzurri esce l’autore del gol Florenzi ed entra Candreva mentre Minsayan manda in campo Hovhannisyan al posto di Airapetian. Al 25′ è tutto da rifare per l’Italia: calcio d’angolo per l’Armenia, Mkhitaryan anticipa tutti di testa, la palla colpisce la traversa e rimbalza dentro. 1-2!
Prandelli deve trovare una soluzione e sceglie di puntare su Rossi: il giocatore sostituisce Insigne. Al 31′ ci pensa Balotelli a pareggiare i conti: verticalizzazione di Pirlo e il rossonero di destro non sbaglia. 2-2!
Dopo tre minuti arriva il secondo cambio tra le fila armene: esce Ozbiliz, entra Sarkisov. Balotelli continua a pressare: dopo un primo tentativo deviato in angolo e una palla troppo alta sopra la traversa, al 39′ riesce ad andare in gol: l’arbitro annulla perchè aveva visto un suo fallo su un difensore. Negli ultimi minuti di gioco gli azzurri soffrono. Al 45′ prova Pirlo a cercare il vantaggio, ma la palla schizza al cielo. Al 1′ di recupero cambio per l’Armenia, esce Yedigaryan, entra Pinheiro Pizzelli. Al minuto successivo personale di Balotelli che termina in un nulla di fatto: l’attaccante si fa tutto il campo, poi il suo diagonale finisce fuori di un soffio. Al triplo fischio, dopo un’occasione sprecata da Candreva, le squadre sono ancora in parità: l’Italia non sa ancora se riuscirà a rientrare nel novero delle teste di serie!
L’Italia ha staccato il biglietto per i mondiali in Brasile già a settembre, ma ora bisogna capire come ci arriverà: la sicurezza di essere tra le 8 teste di serie, infatti, servono tre punti da guadagnarsi questa sera contro l’Armenia. Al momento, nel ranking Fifa, il Belgio ha superato gli azzurri. Se la squadra di Prandelli pareggiasse al San Paolo, potrebbero fare lo stesso Colombia, Svizzera e Uruguay mentre l’’Olanda li raggiungerebbe. Una sconfitta, invece, sancirebbe un addio definitivo alla prima fascia. Per questo il ct ammette di essere preoccupato: “Noi per avere la certezza dobbiamo vincere. Ecco perché i miei timori sono legittimi. In questi giorni è mancata l’attenzione sulla partita: l’Armenia, tra l’altro, può ancora arrivare seconda e la sua forza sono le ripartenze”. A questo punto l’allenatore ha deciso di confermare in campo, rispetto alla partita contro la Danimarca, solo Montolivo e Osvaldo. Schierato anche Aquilani, che era entrato nella ripresa. “Sì, farò parecchi cambi. Se non ricordo male nella seconda partita facciamo spesso un po’ fatica e siamo sempre stati criticati. Almeno sette-otto giocatori saranno diversi. E molto motivati e freschi, capaci di mettere in discussione le mie scelte”. In forse anche Balotelli, che non gioca da due settimane e che va valutato dopo il virus intestinale che l’ha colpito. In campo, Insigne: “Lorenzo ha superato i problemi. Può aiutarci in quella zona del campo. Non solo liberandosi per entrare lui, ma per dare palle importanti ai compagni d’attacco”. Un po’ di spazio anche per Rossi. “In questo ritiro l’ho coccolato. Doveva riassaporare il clima azzurro e allenarsi con i compagni con i quali potrebbe giocare. Qualche minuto glielo faccio fare”. Ma la Nazionale non è solo i 90 minuti in campo, anche tutto quello che ruota attorno. “Non mi sono stufato, capisco… Sembra già la vigilia del mondiale. Abbiamo passato una settimana tra le polemiche. Si vede che la qualificazione in anticipo di due turni ha spostato l’attenzione su altro. Ma il Brasile è lontano e mi sembra tutto prematuro”. Il ct lo sa che la sua squadra attira veleni e comunque discussioni. “Ma io voglio sfatare anche il luogo comune che l’Italia va bene e vince solo quando è sotto tiro. Non mi piace che la mia squadra giochi contro, ma per…”. Sempre per quel che riguarda la formazione, questa sera tra i pali ci sarà Marchetti: “Avrò una chance importante. Il mio obiettivo era tornare a far parte di questo gruppo. Gigi è il nostro capitano: il suo valore è indiscusso. Conosco il mio ruolo e lo accetto con grande tranquillità. Sarà dura contro l’Armenia, ma noi vogliamo vincere per mantenere la posizione nel ranking”.
«Cassano dice che convoco tutti tranne lui e non capisce perché? Non rispondo, perché bisognerebbe fare un discorso e non una battuta: e dico questo per rispetto di Antonio», così Prandelli alla vigilia di Italia- Armenia. Lo stesso tecnico ha poi aggiunto: «Abbiamo vissuto giorni pieni di polemiche: evidentemente il Mondiale è cominciato in anticipo».
«Al Brasile ci penso, è un bellissimo paese: andarci in vacanza direi di sì, per il resto la vedo molto, molto dura»: così aveva detto Antonio Cassano, rilanciando la sua candidatura azzurra al Mondiale. «È un anno e mezzo che Prandelli non mi chiama – ha aggiunto l’attaccante del Parma in un’intervista a “TikiTaka”, in onda domani sera su Italia1 – Se in un anno e mezzo ha chiamato tutti tranne me avrà qualche motivo per la testa che non capisco e non conosco. Ma pazienza: non piangerò».
La Nazionale di Prandelli è arrivata sul campo del Nuovo Quarto per l’allenamento inserito nell’ambito di “operazione legalità” e centinaia di tifosi hanno incitato i loro idoli, in particolar modo Balotelli e Insigne. Ma non sono mancate le critiche a SuperMario, nell’ambito della polemica innescata dal suo tweet di ieri: “Io simbolo anti-camorra? Vengo a Quarto solo per giocare a calcio”. Ad attaccare il giocatore è stata la senatrice del Pd Rosaria Capacchione, che in passato è stata vittima di minacce per il suo impegno contro la criminalità organizzata: “Balotelli è un imbec***e. Un bambino capriccioso, viziato e pieno di soldi. Il messaggio che ha lanciato, visto anche il suo passato, è inopportuno”. Anche Antonio Pentangelo, presidente della Provincia di Napoli, ha commentato l’episodio: “Ho letto le dichiarazioni di Balotelli che si rifiuta di essere considerato un simbolo della lotta contro la camorra. Sono rimasto quanto mai perplesso proprio perché è un campione molto amato dai ragazzi. Temo che dietro il suo altolà si nasconda il timore di essere “usato” come testimonial. Ci vorrebbe qualcuno che gli spiegasse che qui non si sta sponsorizzando un prodotto commerciale, ma una campagna di civiltà e di legalità. Ci vorrebbe che qualcuno gli spiegasse che la camorra usa i giovani e li porta al macello per i suoi sporchi interessi. Insomma ci vorrebbe qualcuno che dicesse chiaro a Balotelli che se gli piace il ruolo di ragazzo terribile, lo può pure fare, ma senza utilizzare la lotta di tanti ragazzi napoletani contro la camorra, andando controcorrente per avere un titolo di rottura, l’ennesimo, sui giornali”. Pentangelo ha poi concluso: “La lotta alla camorra dalle nostre parti è una cosa seria. Stavolta, per favore, Balotelli si faccia da parte e lasci il palcoscenico a chi se lo merita”.
Ha parlato ai microfoni di Radio Anch’io Lo Sport il presidente della Figc, Giancarlo Abete. E non può esimersi dal rivolgere un pensiero a Balo e al suo tweet di ieri con cui rigettava l’ipotesi di essere un simbolo anticamorra: “A volte Mario dovrebbe essere più prudente con le sue comunicazioni. Sta vivendo un periodo impegnativo ma la pressione mediatica su di lui è troppo elevata, bisogna capirlo. Ci sono momenti in cui tutti possono avere dei problemi. Ha 23 anni e deve crescere”. Ma parla anche della manata con cui SuperMario ha colpito la telecamera di Mediaset all’arrivo alla stazione di Napoli al seguito della Nazionale: “Balotelli è stanco di essere sempre nell’occhio del ciclone, i suoi valori sono positivi e ne siamo convinti. Ha il carattere tipico di un ragazzo tutt’altro che passivo, ha personalità. Detto ciò, la Nazionale esprime certi valori e lui deve uniformarsi. Ma l’attenzione da parte dei media, nel caso di Balotelli, è sempre rivolta più al personaggio che al calciatore”. Ma i due episodi che ieri hanno caratterizzato la giornata dell’attaccante non sono piaciuti a molti in Federazione, che ora invocano il codice etico. Nel frattempo, è stato previsto per oggi un faccia a faccia tra il giocatore e Prandelli. A presentare le scuse, in esclusiva per Sport Mediaset, per il gesto di ieri sera di Mario è stato il direttore generale Figc, Antonello Valentini: “Mario Balotelli chiede scusa a tutta Mediaset e all’operatore. Ho visto con lui le immagini e ci ho parlato. E’ stato un gesto di insofferenza dovuto alla grande folla”. Spiega Valentini: “Mario ha cercato di liberarsi dal grande pubblico, senza violenze, sopraffazioni o mancanza di rispetto. E’ stato un momento di nervosismo”. Nervosismo, dice il d.g., “dovuto all’assalto, affettuoso, dei tifosi napoletani. Mario mi ha detto che non poteva andare né avanti né indietro e per questo si è fatto spazio nel modo in cui avete visto. La Nazionale deve essere casa sua e qui deve comportarsi come si comporta al Milan, rispettando le regola di autodisciplina”.
Per fortuna c’è la Nazionale. Che ci ricorda una storia comune e ci vede schierati tutti sulla stessa metà del campo. Per fortuna ci sono gli undici di Prandelli a farci gioire tutti all’unisono. Per il resto? Divisione. E’ stata una settimana all’insegna dei fronti opposti questa. E se per placare quelli all’interno del Pdl serve che Berlusconi dica “basta parlare con la stampa”, per placare quelli di un’intera nazione, almeno per 90 minuti, c’è bisogno di ricordarsi il significato di far squadra per non soccombere (magari anche con l’aiuto di un pizzico di fortuna!) Per il resto c’è chi s’indigna e chi s’indigna con gli indignati. E’ il caso di Torino, dove chi lotta contro il razzismo reagisce con violenza contro chi predica la bontà della legge Bossi-Fini. Perchè questa settimana è stata anche quella delle tante parole sull’immigrazione, della richiesta dell’abrogazione del reato di immigrazione clandestina e delle tante bare da riempire, del dramma dei morti di Lampedusa a cui si somma quello dei bambini morti e di quelli che una famiglia non l’hanno più. Ma sono stati anche i giorni in cui coloro che hanno permesso l’aumento dell’Iva non rinunciano al finanziamento pubblico dei partiti e vengono attaccatti in parlamento dai chi, tra le fila avversarie, li chiama “ladri”. E ancora, i sette giorni in cui è arrivato il secco no a Stamina e i manifestanti si sono riuniti in una veglia ed hanno crocefisso uno dei loro. Perchè se si può non ascoltare, è più difficile non vedere. Quello che non possono fare le parole, può fare un’immagine così evocativa. E scontri ci sono stati, e sono tutt’ora accesi, tra chi rifiuta i funerali al boia nazista Priebke e chi afferma che Che Guevara è stato peggio di lui. Ma per capire bene la frattura che si sta creando, forse basterebbe solo un nome: quello di Ignazio Marino. Perchè se ci possono essere fazioni e convinzioni, il primo cittadino di Roma che “litiga” con i vigili, con le stesse persone che giorno dopo giorno lo scortavano a suon di pedalate, qualcosa sembra essersi rotto nel profondo. Non è più una società spezzata, ma una stessa identità. Quel che manca, in questo gioco di contrasti in bianco e nero, è una scia di colore che possa creare un ponte, di dialogo.
E se quel primo tocco di colore fosse proprio l’azzurro? Perchè è vero che quando gli undici sono in campo i cuori battono all’unisono… ma fuori? Fuori c’è un altro genere di “unione”: quella del parlare delle Balotellate. Perchè forse Prandelli non può immaginare un’Italia senza di lui… ma lui non è scindibile dai suoi colpi di testa, che spesso si rivelano alquanto irritanti quando non incomprensibile. Come il rifiuto di essere preso a simbolo dell’anticamorra o lo scatto d’ira che gli fa dare una manata a una telecamera che lo disturba. Ma siamo uniti anche quando c’è l’indignazione di mezzo: quando vogliono toccare quel poco che ancora abbiamo, come quella pensione che è un diritto acquisito, o quando eliminano qualcosa che fa parte della nostra cultura, come lo studio della Storia dell’arte a scuola. Poi però, per i presentatori della Rai non mancano e anche per l’Alitalia si trovano soluzioni. Come se non ci fossero già abbastanza lacune da colmare, con l’Ocse ci ha relegato a maglia nera… Ma anche quella che sorge a sentire che la tragedia della diga del Vajont poteva essere evitata e che la frana fu in realtà pilotata. E scoprirlo proprio quest’anno, a 50 anni di distanza da quel dolore che nessuna quantità d’acqua riuscirà a sommergere. Per fortuna, però, ancora dentro di noi riusciamo a ritrovarli quei colori, capita quando ridiamo di cuore davanti a un video che ritrae due husky che gattonano mentre seguono un bebè oppure le infinite manovre per uscire da un parcheggio. E quando sorridiamo di tenerezza nel vedere dei cuccioli (fossero anche enormi come quelli d’ippopotamo) che prendono il latte dal biberon. Perchè anche tra rabbia e riso c’è contrasto. Un attrito che crea scintille. E quello che c’è da ricordare, allora, è che in mezzo a tutto questo bianco e nero, c’è sempre il movimento, la danza, la vita…
E’ arrivata alla stazione di Piazza Garibaldi a Napoli la Nazionale di Prandelli che martedì disputerà la partita contro l’Armenia. Ad accogliere gli azzurri oltre 400 tifosi pronti ad applaudire i nostri campioni. Sopra le loro teste diversi striscioni, uno con la scritta: “È un sogno che si avvera, Balotelli la nostra bandiera”. Ma per martedì è organizzata anche la manifestazione in favore della Terra dei Fuochi e anche maglie con la scritta “15-10-2013, San Paolo in lutto, noi vogliamo vivere” hanno fatto la loro comparsa. Cori, flash e applausi. Una festa improvvisata che ha fatto dire all’allenatore: “Bella accoglienza, grazie a tutti”.
Ma non poteva mancare la nota stonata che arriva sotto forma di Balotellata. Decisamente non è la giornata per l’attaccante: dopo i problemi di salute e la polemica dopo il tweet postato oggi per rispondere al titolo della Gazzetta dello Sport che lo definiva “simbolo anticamorra” (appellattivo che SuperMario non ha apprezzato), il milanista se l’è presa con la troupe di Mediaset mentre lasciava la stazione e i tifosi premevano su di lui. Molte telecamere lo seguivano e lui ha reagito colpendo due volte la telecamera del Biscione.
Nell’articolo, a firma Luigi Garlando, si legge: “domani a Quarto presterà la sua immagine forte al servizio della legalità, contro la camorra, attaccando così una pezza sull’infelice comparsata a Scampia”. Lunedì, infatti, la squadra di Prandelli si allenerà allo stadio Comunale Giarrusso di Quarto, l’impianto in provincia di Napoli della Nuova Quarto per la Legalità, squadra nata dopo il sequestro da parte della magistratura della società di proprietà di un clan camorristico. Il senso è che SuperMario, nonostante l’indolenzimento all’adduttore del pre-partita contro la Danimarca, e che ora è infastidito dalla febbre, scenderà in campo con la sua squadra per manifestare il suo no alla camorra. Il che potrebbe anche portare a mettere nel dimenticatoio le polemiche su di lui dopo una visita del calciatore a Scampia (con accuse che lui si era tra l’altro affrettato a smentire). Un messaggio positivo dunque. Che l’attaccante non ha gradito ed ha commentato in Twitter:
Insomma, un segnale positivo sembra quasi essere letto come “un’offesa” che si sente in dovere di rispedire al mittente. E se sicuramente non si pensa a Balotelli come simbolo anticamorra, meraviglia che si affretti a smentirlo, come se potesse intaccare la sua immagine.
Lasciatisi alle spalle il match contro la Danimarca, giocato lo scorso venerdì e terminato con un pareggio guadagnato negli ultimi minuti dopo esser passati in svantaggio, gli azzurri di Prandelli ora pensano alla sfida che li attende martedì: la Nazionale ospiterà infatti l’Armenia, in una partita valida per la qualificazione ai Mondiali di Brasile 2014, al San Paolo di Napoli. Dal ritiro, Giorgio Chiellini prende la parola e parla del grande assente della scorsa partita, Mario Balotelli: “Questa è e sarà sempre l’Italia di Balotelli, anche se è possibile giocare senza di lu. Anche lo scorso anno in Armenia non era venuto allo stadio perché non stava bene. Sarà antipatico a qualcuno ma è la storia della sua carriera, non conta se quello che fa è giusto o sbagliato: è fatto così, la Nazionale lo ha aiutato a togliere qualche antipatia. Speriamo che possa essere con noi martedì, è una partita importante. Non l’ho visto strano perché si è materialmente visto poco, è stato un ritiro molto sfortunato per lui: si è fatto male al primo allenamento, un quarto d’ora prima era inciampato in una zolla, poi ha avuto la febbre. Per sua fortuna ha ancora 3-4 giorni per riuscire a cambiare questo andazzo. Contro l’Armenia non sarà una partita inutile, così come quella di ieri sera: speriamo che Mario si riprenda, anche se nessuno è indispensabile, nemmeno Pirlo o il sottoscritto”.
Gli azzurri di Prandelli ieri hanno giocato a Copenaghen contro la Danimarca, un incontro valido per la qualificazione ai Mondiali di Brasile 2014 e allo sport si è mescolata la politica. In una curva, infatti, è apparso uno striscione che recitava: “L’Italia nel cuore, Silvio a San Vittore”. La polizia danese, su richiesta della Federcalcio Italiana, ha subito provveduto a farlo rimuovere, ma la foto comunque circola in rete. Da Roma è intervenuto il presidente dei senatori Pdl renato Schifani: “È assolutamente ignobile che si prenda a pretesto una partita di calcio all’estero per denigrare ed offendere pesantemente il presidente Berlusconi. È l’ennesima dimostrazione che quando si incita all’odio e al nemico politico poi i risultati, per l’immagine dell’Italia, non possono che essere deleteri e dannosi”.
E’ la serata-festa di Buffon questa: il portiere bianconero indossa per la 137esima volta la maglia della nazionale superando il numero di presenze di Fabio Cannavaro: è nuovo record per la nostra Nazionale. Agli italiani serve una vittoria per entrare tra le 8 teste di serie ai Mondiali di Brasile 2014. Se comunque non ci riuscissero questa sera a Copenaghen, avranno un’altra possibilità di riuscirci martedì prossimo al San Paolo, quando affronteranno l’Armenia.
Al Parken Stadium, Olsen schiera un4-3-3 con Andersen; Zimling, Bjelland, Agger, Boilesen; Ankersen, Kvist, Eriksen; Khron-Dehli, Bendtner, Braitwhite. Risponde Prandelli con un 4-3-2-1 composto da Buffon; De Silvestri, Ranocchia, Chiellini, Balzaretti; Thiago Motta, Montolivo, Marchisio, Candreva, Diamanti; Osvaldo. Balotelli non sarà neanche in panchina: il rossonero, di cui tanto si era parlato nei giorni scorsi, ora è vittima della febbre.
E’ la Danimarca a tenere il possesso di palla nei primissimi minuti la Danimarca, fino al 5′, quando gli azzurri arrivano al tiro con un Candreva poco convinto che si fa respingere il tiro senza problemi. Dopo alcuni tentativi da parte di entrambe le squadre, attorno al 12′ è l’Italia a fare il gioco. Al 13′ fallo di Agger su Diamanti, ma il richiamo dell’arbitro è solo verbale. Tre minuti e Diamanti a commettere fallo su Jacobsen che guadagna una punizione a metà campo. L’azione prosegue con i danesi che guadagnano un angolo. Al 21′ Osvaldo cerca la rete, ma lo fa in modo poco convinto: facile la parata per Andersen. Bisogna attendere il 28′ perchè la situazione si sblocchi: Thiago Motta per Osvaldo, stop a seguire e tiro preciso una volta rimasto solo davanti al portiere Andersen che viene battuto: 0-1!
Al 30′ Diamanti resta a terra per un po’ dopo aver subito un fallo di Kvist. La Danimarca inizia ad avanzare: al 32′ però pasticcia nell’area di Buffon mentre tre minuti dopo la sfera arriva davanti a Bendtner, accerchiato da quattro azzurri. Al 37′ Eriksen tenta un cross che si trasforma in una specie di tiro, ma non riesce a cogliere di sorpresa Buffon. Al 42′, con Prandelli che chiama un gioco più ordinato, l’Italia perde palla a centrocampo, i danesi però non attendono di avvicinarsi all’area azzurra: tentano il tiro ma la palla schizza alle stelle. Negli ultimi minuti del primo tempo gli azzurri sono distratti: Krohn-Dehli prova il tiro ma pasticcia troppo con la palla. Al 45′ la Danimarca agguanta il pareggio: Bendtner, di testa, su cross di Krohn-Dehli, approfitta di una difesa azzurra troppo rilassata in questo frangente: 1-1! Su questo risultato, le squadre tornano agli spogliatoi.
Alla ripresa cambio tra le fila della Danimarca: Larsen entra al posto di Braithwaite. Al 3′ ci provano gli azzurri: cross di Montolivo al quale non arriva Osvaldo: forse c’è una trattenuta su di lui. Inutili le proteste del centravanti. Dopo due minuti contropiede per gli uomini di Prandelli: Montolivo passa a Diamanti invece che a Candreva, il capitano del Bologna tira di esterno sinistro: palla fuori. Al 9′ Chiellini falloso su Larsen regala ai danesi un calcio di punizione da posizione centrale: batte Eriksen che colpisce il palo. Buffon era rimasto praticamente immobile. Gli uomini di Olsen fanno il gioco e bisogna attendere il 14′ per un’incursione di Marchisio che tenta il tiro, ma troppo debole. La Danimarca continua a pressare: si salvano gli azzurri ma i danesi continuano ad aggiudicarsi calci d’angolo. Al 18′, su corner avversario, Chiellini allontana il pallone di testa, prova ad arrivarci Diamanti ma su di lui Bjelland commette fallo: primo cartellino giallo del match.
Due minuti e Candreva tenta il destro da fuori: palla sul fondo. Al 21′ Buffon salva lo specchio da un tiro potentissimo di Zimling: pallone sopra la traversa, ne scaturisce un calcio d’angolo, la palla arriva a Bjelland dopo un rimpallo, traversa per il danese e nuovo calcio d’angolo. Subito dopo arriva il primo cambio per Prandelli: Aquilani sostituisce Marchisio. Al 26′ secondo cartellino giallo dell’incontro, per Zimling, che era già stato diffidato. I danesi continuano a pressare, con gli azzurri costantemente impegnati in difesa. Al 32′ Prandelli opta per un secondo cambio: esce Diamanti ed entra Cerci che al minuto successivo serve Candreva che tira in porta e Andersen devia in corner, lo batte Aquilani, la palla arriva a Osvaldo che però non riesce a tirare. Al minuto successivo la Danimarca passa in vantaggio: Balzaretti dorme e non controlla Bendtner che su cross di Krohn-Dehli tira di testa: 2-1 e doppietta per il danese. Subito dopo cartellino giallo per lui: si è tolto la maglia.
A nove minuti dal termine terzo e ultimo cambio per gli azzurri: entra Gilardino per Montolivo. Cambio anche per i padroni di casa: Zimling lascia il posto ad Andreasen. Anche l’autore della doppietta torna in panchina: entra Makienok. Al 38′ Agger anticipa Gilardino in area servito da Cerci. Tre minuti dopo è Candreva che lo serve, ma il giocatore perde la scarpa e inciampa. Altri due minuti ed è Gilardino a ricevere la sfera al centro dell’area. Prova a girarsi ma non riesce a calciare. Subito Chiellini commette fallo di mano e la Danimarca può ripartire. Al primo minuto di recupero finalmente l’Italia riesce a ritrovare la strada del gol dopo che c’ha provato negli ultimi minuti insistentemente: Aquilani tocca la palla tirata da Osvaldo e spiazza Andersen: 2-2!
Al minuto successivo terzo cartellino giallo per i danesi: Boilesen per fallo su Cerci. Gli azzurri guadagnano un calcio di punizione ma non preoccupano Andersen. Ancora un minuto e arriva il triplo fischio: finisce in parità grazie anche alla fortuna!
Antonio Conte e Rafa Benitez, due ct che devono fare i conti con le Nazionali, soprattutto con quella Italiana, già qualificata per i prossimi Mondiali, che pesca a man bassa dalle due squadre che sono alla rinconrsa della Roma per quel che riguarda il Campionato e, soprattutto, si giocano la possiblità di superare il girone della Champions. Ecco perchè, soprattutto dopo la dichiarazione di Prandelli che aveva detto: “Gestire Pirlo è compito soprattutto del suo allenatore. Certo, dal mio punto di vista, considerata la qualificazione ottenuta, avremo un occhio di riguardo per quei giocatori che hanno dato tanto e che hanno tantissimi impegni”, in casa bianconera non hanno gradito le convocazioni in massa. Convocati in maglia azzurra quindi per Buffon, Bonucci, Chiellini, Marchisio e, quella che forse stupisce maggiormente, Pirlo. Quello che preoccupa Conte sono spostamenti e relativo stress per i giocatori. Il ct bianconero è comunque riuscito a risparmiare Barzagli, alle prese con una fastidiosa tendinopatia.
Da parte sua il Napoli ha effettuato una mossa preventiva, con Benitez che ha chiesto e ottenuto di esentare Higuain, Albiol, Zuniga e Hamsik dalle convocazioni, per piccoli probleimi fisici; in più Maggio, che sta guarendo dall’infortunio e potrebbe tornare a disposizione la prossima settimana. I giocatori partiti sono in tutto dieci. Behrami, Inler e Dzemaili saranno impegnati con la Svizzera e rientreranno a Napoli già domenica, giocando solo la prima delle due partite di qualificazione. Per quel che riguarda invece Pandev, Reina, Armero, Mertens, Fernandez, Insigne e il giovane Radosevic si presume che verranno impegnati in due match e il rientro è previsto per mercoledì mattina; e comunque in questi giorni il lavoro di diplomazia (e di buonsenso) fra il club e le Nazionali continua, onde evitare supplementi di fatica. Anche perchè, quella stessa settimana, la sfida è di quelle che si attende con ansia: contro l’inarrestabile Roma.
E’ alta 5 metri la statua che raffigura la famosa testata di Zinedine Zidane a Marco Materazzi arrivata a Pietrasanta, in Versilia e svelata solo oggi. La scultura, che ricorda uno dei momenti che più sono rimasti impressi dei Mondiali di calcio del 2006, è il simbolo della mostra “Italia-Francia, L’innocenza del reale”. Anche l’ex difensore dell’Inter e della Nazionale a Berlino era presente all’evento. L’artista che l’ha realizzata, Adel Abdessemed, ha paragonato l’opera a una “ode alla disfatta, riferendosi alla Francia”, mentre per Materazzi raffigura “un momento di estasi, una lode alla giustizia e alla vittoria italiana”.
Nel 2006, l’Italia di Marcello Lippi vinse i Mondiali ai rigori sulla Francia e a chi sostiene che l’espulsione di Zidane abbia favorito quel successo azzurro, Materazzi risponde: “L’Italia ha vinto meritatamente il Mondiale”. Riferendosi invece a Zidane, ha spiegato che “non eravamo amici prima, non lo siamo adesso”. Sulla pace mai “siglata” con il giocatore francese, Materazzi puntualizza che “ognuno fa la propria vita e va bene così”. All’evento, nell’ambito di una rassegna d’arte contemporanea sulle intense relazioni fra Italia e Francia, era stato invitato anche Zidane, ma il francese ha disertato l’appuntamento, perché impegnato con il Real Madrid, dov’è il vice di Ancelotti. L’opera, intitolata “Coup de tete”, era stata inizialmente esposta alla galleria David Zwirner di New York per poi venire esposta nella piazza parigina del Centre Pompidou, museo di arte moderna e contemporanea che si trova proprio nel centro della capitale francese.
Come omaggiare un Papa che è da sempre un grande tifoso di calcio se non organizzando un’amichevole tra le nazionali del Paese che gli ha dato i natali e quello della cui capitale ora è vescovo? La Federcalcio italiana ha quindi annunciato che il 14 agosto si disputerà, proprio in onore del Pontefice, un’amichevole tra Italia e Argentina a Roma. Le due squadre torneranno così a sfidarsi dopo quasi 13 anni dall’ultima gara, giocata sempre a Roma il 28 febbraio 2001. Per i ragazzi di Mr Prandelli si tratterà del primo impegno dopo la Confederations Cup ma rappresenterà anche un test utile in vista del doppio confronto nelle qualificazioni alla Coppa del Mondo Fifa 2014: la nazionale azzurra scenderà infatti in campo il 6 settembre contro la Bulgaria a Palermo e il 10 settembre a Torino contro la Repubblica Ceca.
Brasile e Spagna sono scese in campo con due formazioni determinate a vincere la Confederation Cup. Il Brasile ha schierato il suo 4-2-3-1: Julio Cesar; D. Alves, D. Luiz, T. Silva, Marcelo; Paulinho, L. Gustavo; Hulk, Neymar, Oscar; Fred. La Spagna risponde con il suo 4-3-3 mettendo sul terreno di gioco: Casillas; Arbeloa, S. Ramos, Piquè, J. Alba; Xavi, Busquets, Iniesta; Mata, Torres, Pedro.
Parte alla grande il Brasile e al 4′ su cross dalla destra di Hulk nasce un batti e ribatti in area spagnola risolto da Fred da terra con un tocco di destro in anticipo su Casillas in uscita. E’ gol per il Brasile con Fred che porta in vantaggio la sua squadra a pochi minuti dal fischio d’inizio.
Prova a reagire la Spagna, ma il Brasile è attento e preciso. Al 12′ Paulinhotenta il pallonetto dai 22 mt: Casillas si oppone con una mano sotto la traversa e blocca in due tempi. Nulla di fatto, il risultato resta sul 1-0 per il Brasile. Tre minuti più tardi arriva la prima ammonizione della partita. Arbeloa prende un cartellino giallo per un fallo a centrocampo ai danni di Neymar lanciato in contropiede.
Al 19′ è Iniesta che prova il destro dai 25 mt: J. Cesar vola sulla destra e devia in angolo! Va detto che, comunque, la palla sarebbe uscita. Al 24 il lancio al limite è per Fred che prova il destro in diagonale: un rasoterra che si perde 3-4 mt a lato alla destra di Casillas.
Al 28′ Ammonito Ramos per un fallo al limite ai danni di Oscar. Sugli sviluppi della punizione calciata da Hulk la palla finisce a lato dello specchio della porta difesa da Casillas.
Buona intuizione, al 34, quando il lancio in area sulla destra per Hulk, mette il giocatore in condizione di tentare il cross in girata, peccato, per i brasiliani, che la palla finisca direttamente tra le braccia di Casillas.
Sul finire del primo tempo al 41′ c’è il pallone per Mata libero sulla tre quarti, il giocatore del Chelsea serve Pedro dall’altra parte: tiro di quest’ultimo, palla che sembra lentamente entrare in rete, ma uno strepitoso David Luiz salva sulla linea di porta. Il pareggio non arriva e la porta del Brasile resta inviolata.
Al 44′ c’è il raddoppio del Brasile con Neymar triangola al limite con Oscar e, entrato in area sulla sinistra, scarica un gran sinistro sotto la traversa che fredda Casillas. Brasile – Spagna 2-0.
Dopo due minuti di recupero le due squadre vanno a riposo con un risultato pesante da parte della Spagna e con la speranza nel cuore dei giocatori giallo oro.
Il primo tempo finisce con un Fred che sembra onnipresente in campo e con un possesso di palla sterile a favore della Spagna che nel primo tempo non ha saputo reagire dopo il gol subito nei primi minuti. I brasiliani sono stati bravi a imporre il loro ritmo di gioco a livelli vertiginosi che hanno impedito alla Spagna di costruire azioni pericolose ad eccezione di quella occasione mancata da Pedro.
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Il secondo tempo inizia con un cambio per la Spagna rimane negli spogliatoio Arbeloa, già ammonito e in difficoltà nel primo tempo contro l’attacco brasiliano, al suo posto entra Azpilicueta.
Al 3′ minuto della ripresa il Brasile mette in rete il 3° gol, a firmarlo è Fred. Oscar, infatti, lancia sulla sinistra in area per l’attaccante brasiliano che dopo un velo di Neymar calcia a giro di prima intenzione sul secondo palo e infila la porta con un preciso destro rasoterra. E’ 3-0 e la Spagna sembra fuori dalla corsa alla conquista della coppa.
Lo stadio esulta e il Brasile vola tra gli ‘olè’ del proprio pubblico, Spagna frastornata.
La serata per gli spagnoli è decisamente da dimenticare. Al 9° l’arbitro concede un calcio di rigore per un fallo di ingenuità di Marcelo su Navas… Dal dischetto Sergio Ramos sbaglia il rigore.
Al 14° lancio in contropiede per Hulk che tenta il pallonetto di sinistro sull’uscita di Casillas: il portiere iberico di salva respingendo di petto fuori area. A fine azione si procede alla sostituzione nelle file spagnole: esce Torres ed entra Villa.
La Spagna a metà del secondo tempo perde la testa e Piqué, al 23° della ripresa, si fa espellere per un fallo su Neymar lanciato in contropiede.
Al 28° con la partita in mano c’è anche il tempo di far esordire in Confederation Cup Jadson che entra al posto di Hulk. Intanto continuano gli “olè” dello stadio e si attende solo il fischio finale per dar vita alla festa.
Al 34′ esce Fred, per il Brasile ed entra Jo. Ed è proprio il neo entrato che sin dai primi minuti del suo ingresso in campo si mostra pericoloso con un tiro dopo un contropiede, bravo Casillas a respingere.
Al 42′ ancora un cambio per il Brasile dentro Hernanes e fuori Paulinho.
La partita si chiude in un tripudio che è tutto per i brasiliani che hanno saputo costruire una partita perfetta. Ora la festa è tutta per i giocatori e tifosi.
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Durante la finale si sono verificati alcuni tafferugli tra manifestanti e la polizia fuori dallo stadio Maracanà di Rio de Janeiro. Le forze dell’ordine hanno usato gas lacrimogeno e spray al peperoncino per disperdere la folla.
Si gioca per il terzo posto della Confederations Cup a Salvador de Bahia, in una sfida contro l’Uruguay di Tabarez diretta dall’arbitro algerino Djamel Haimoudi. I primi minuti sono di studio per entrambe le formazioni ma già al 6′ è la squadra di Cavani a partire all’attacco ma l’attaccante del Napoli non arriva sulla palla. Poco dopo ci riprova, spalleggiato da Suarez, ma è un nulla di fatto. Bisogna attendere il 9′ per vedere l’Italia con una punizione battuta da Diamanti dalla sinistra, ci arriva di testa Chiellini ma angola troppo e il pallone finisce sul fondo. Due minuti dopo, una conclusione di De Rossi è troppo alta. Al 12′ Forlan tira una punizione bassa che supera la barriera, ma Buffon è pronto. Al 23′ l’Italia rompe il ghiaccio: Diamanti tira un calcio di punizione, Muslera battezza fuori la palla che però colpisce l’incrocio dei pali per poi rimbalzargli sulla schiena: Astori raggiunge la sfera e pennella in rete: 1-0! Poco dopo, El Shaarawy fallisce per un attimo il raddoppio. E’ Suarez che tenta di annullare il vantaggio italiano, ma Buffon manda in corner. Al 31′ punizione per l’Uruguay, Cavani realizza di testa ma la rete è annullata per fuorigioco. Il Faraone, un minuto dopo, prova ad allungare le distanze: Muslera para. Dopo due primi di recupero, le squadre vanno agli spogliatoi.
Alla ripresa, le formazioni restano invariate. Dopo aver tentato un tiro in porta, Suarez viene atterrato a 20 metri dall’area guadagnando così una punizione che lui stesso calcia sulla barriera. Nel frattempo, Gonzalez ha sostituito Rodriguez. Al 12′ minuto, approfittando anche dell’evidente stanchezza italiana, Cavani batte Buffon: 1-1! E’ l’Uruguay la formazione più agguerrita in questo frangente e al 22′ Buffon compie un doppio miracolo bloccando per due volte l’attacco di Forlan. Prandelli tenta di correre ai ripari mandando in campo Aquilani al posto di De Rossi. Al 26′ il Faraone guadagna una punizione: Diamanti segna il suo primo gol in nazionale e riporta gli azzurri in vantaggio: 2-1! Trascorrono solo 5 minuti prima che siano i ragazzi di Tabarez a guadagnarsi un calcio di punizione: Cavani realizza. 2-2! Subito dopo El Shaarawy tenta un tiro di testa: nulla da fare. A 10′ cambio tra le fila uruguaiane: Alvaro Pereira entra al posto di Maxi Pereira. Anche Prandelli effettua una sostituzione: Diamanti esce a favore di Giaccherini. Al 2′ di recupero calcio di punizione per gli azzurri, ma Candreva supera la porta. Sul risultato di 2-2, l’Italia va nuovamente ai supplementari.
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Nessuna delle due formazioni brilla nei cinque minuti iniziali del primo supplementare e Prandelli decide si schierare Bonucci al posto di Astori. Al 9′ pericoloso Suarez, ma la palla termina sul fondo anche per una difesa non proprio pulita di Chiellini. Al 12′ ci prova Cavani, che sbaglia i tempi e la difesa azzurra riesce a neutralizzare l’azione. Anche l’Uruguay effettua l’ultimo cambio: entra Perez per Arevalo Rios. Al 4′ del secondo supplementare, Candreva sfiora il palo: è una delle poche azioni italiane in questo frangente. Un minuto dopo secondo cartellino giallo per Montolivo: gli azzurri restano in 10 e perdono un possibile rigorista. Al 6′, Cavani tira una punizione: sfreccia sopra la traversa. Poco dopo, pericoloso Suarez ma la sfera vola ancora una volta sopra la traversa. A un minuto dal termine, volo di Buffon che salva la rete da un calcio potente di Gargano: sarebbe comunque stato fuorigioco. Anche i supplementari si termina in situazione di parità: per la seconda volta si va ai rigori.
Inizia l’Uruguay con Furlan: Buffon para! Aquilani porta l’Italia in vantaggio. Cavani non sbaglia e lo stesso fa El Shaarawy: Italia in vantaggio di uno. E’ il turno di Suarez di battere l’estremo difensore italiano. De Sciglio angola poco: facile la parata. Parità. Buffon ferma la palla anche di Caceres mentre Giaccherini realizza: 4-3. Gargano è l’ultima possibilità per l’Uruguay: Buffon non lo lascia passare! Per l’Italia è bronzo!
Giocano con il lutto al braccio gli Azzurri di Prandelli, anche se la Fifa ha negato il minuto di silenzio in memoria di Stefano Borgonovo, il calciatore che è mancato oggi dopo una lunga lotta contro la Sla. Tifa quasi tutto Italia il pubblico presente a Fortaleza quando nella prima frazione di gioco le squadre sono equilibrate con gli azzurri che già al 7′ guadagnano un corner. Al 14′ ottima occasione per Gilardino, che però calcia sul fondo. Due minuti dopo, è Maggio a provarci. La Spagna sta soffrendo in questo frammento. Subito dopo De Rossi sfiora il palo. Al 18′ E’ il turno di Marchisio: la Spagna continua a mantenere il possesso di palla, ma gli Azzurri non concedono tregua. Al 25′ le Furie Rosse acquistano maggior sicurezza, ma i ragazzi di Prandelli sono attenti e, per ora, non si concedono le leggerezze in difesa viste nelle partite precedenti. Al 35′ grande giocata di Maggio che, di testa, mette in difficoltà il portiere spagnolo: Casillas para. Il minuto successivo è Torres ad andare vicino al gol: palla sul fondo. Con un’azione spagnola al 44′ su cui Xavi, in area, non arriva, termina il primo tempo. 0-0.
Nella ripresa Montolivo sostituisce Barzagli obbligando così De Rossi a passare centrale difensivo. Dopo 7′ anche la Spagna effettua il primo cambio: esce Silva che cede il posto a Navas. Al 12′ le Furie Rosse, che in questo secondo tempo hanno trovato nuova determinazione, impegnano Buffon, ma l’estremo difensore azzurro non si lascia sorprendere. Al 18′ è Iniesta a portare avanti una bella giocata, salvo rovinare l’azione all’ultimo tiro: finisce sul fondo. Dopo 10′, Pedro diventa pericoloso, ma ancora una volta il portiere azzurro riesce a salvare la sua porta. Tra le fila spagnole Pedro cede il posto a Mata mentre per l’Italia Aquilani sostituisce Marchisio per gli ultimi 11 minuti del secondo tempo. Al 40′ Piquet calcia deciso… sopra la traversa! A 5′ dal termine dei minuti regolari, lo spettro dei supplementari sembra avvicinarsi in un campo dove caldo e umidità hanno stancato rapidamente i giocatori. Al 91′ Aquilani tenta la rovesciata che Gilardino che raccoglie la palla: fuori di poco. La Spagna guadagna un calcio di punizione a pochi secondi dal termine: una devizione spinge sul fondo: i tempi regolamentari terminano 0-0.
Nel frattempo è arrivata la notizia che, mentre si gioca allo stadio Castelo, all’esterno un camioncino di una tv brasiliana e’ stato dato alle fiamme dai manifestanti che sono poi stati dispersi dai reparti anti-sommossa della polizia militarecon proiettili di gomma e gas lacrimogeno.
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Il recupero inizia con l’attacco spagnolo che guadagna subito un corner: Buffon salva la porta. Poco dopo, Giaccherini centra il palo: un’ottima azione per gli Azzurri. Ma sono le Furie Rosse a scatenarsi in questa frazione giocata in gran parte nella metà campo italiana. All’inizio del secondo supplementare le squadre sono ancora in una situazione di parità e Prandelli sprona principalmente i nuovi innesti mentre la stanchezza si fa sentire anche sotto forma di crampi, di cui cade vittima Chiellini. A 5′ dal termine, Xavi colpisce duro: Buffon, complice il palo, riesce ancora una volta a salvare la porta. L’aritro viene sommerso dai fischi per non aver fischiato al termine esatto dei 15′: si va ai rigori. Inizia l’Italia con Candreva che realizza, imitato da Xavi, Aquilani e Iniesta. 2-2. E’ quindi il turno di De Rossi che realizza, rete anche per Piquet. 3-3. Gol anche per Giovinco e Ramos. 4-4. Pirlo regala all’Italia la quinta rete, Mata a sua volta fa centro. 5-5. Prandelli schiera quindi Montolivo, per la Spagna Busquets: 6-6. Bonucci spara fuori il settimo rigore. Navas non perdona: la Spagna è in finale. L’Italia giocherà per il terzo posto contro l’Uruguay.
L’Italia è a pezzi dopo la sfida contro il Brasile? Sicuramente gli infortuni sono pesanti e anche Mario Balotelli non potrà essere in campo nella semifinale di Confederations Cup contro la Spagna che la squadra di Prandelli disputerà giovedì sera. Gli esami diagnostici a cui l’attaccante è stato sottoposto hanno rilevato una “una distrazione muscolare di primo grado al quadricipite della gamba sinistra”. Balotelli su Facebook aveva detto “È da un anno che aspetto la Spagna. La vendetta è un piatto che va consumato freddo”, ma sembra proprio che questa “vendetta” dovrà essere “congelata” per Balotelli. Altro giocatore in dubbio è Riccardo Montolivo, anche lui rimasto infortunato contro il Brasile per una pallonata alla testa.
Si è giocato in un clima rovente, con la polizia a proteggere lo stadio mentre fuori impazzava la protesta. I padroni di casa non hanno perdonato, nonostante la crescita che si è notata tra le fila azzurre, orfane di Pirlo e De Rossi. L’inizio è stato un incubo per i ragazzi di Prandelli, con Buffon che deve metterci i pugni per salvare la sua rete anche se la sua porta sembra cedere fin dai primi minuti. Bisogna attendere il 15′ perchè Balotelli abbia la prima occasione: solo dieci minuti e Montolivo deve uscire. Si teme un infortunio, bisognerà attendere per vedere se lo troveremo in campo giovedì. Poco dopo è Abate a dover lasciar il campo per problemi a una spalla. Cambio anche per il Brasile, con Luis costretto ad uscire. In questo frangente è la Selecao a mantenere il controllo di palla anche se ancora non trova la conclusione. E’ passato il 45′ quando Dante segna il gol che porta il Brasile in vantaggio e che sembra in fuorigioco con anche Fred e Thiago Silva oltre la linea dei difensori azzurri. Ma si tratta di pochi centimetri e il segnalinee non coglie le due posizioni irregolari.
Gli azzurri stanno comunque giocando una partita equilibrata e alla ripresa quando, dopo solo 5′, Giaccherini segna con uno splendido tiro al volo che è anche il primo gol subito dal Brasile in questa Confederations Cup. Pochi minuti e Neymar, su calcio di punizione, riconquista il vantaggio aggirando la barriera e battendo Buffon. Non mollano i ragazzi di Prandelli e per dieci minuti presa costantemente: peccato che Julio Cesar sia pronto su un gran tiro di Balotelli dalla distanza. Ma subito dopo è Fred che non perdona e il vantaggio si allunga: 1-3. Ma la partita non è finita: al 70° l’arbitro Irmatov fischia un rigore su Balotelli, ma il pallone arriva a Chiellini che si fa perdonare l’infortunio su Fred e segna il gol del 3-2. L’arbitro finge di non aver fischiato il rigore e assegna la rete a uno stupefatto Chiellini. Prandelli schiera El Shaarawi al posto di Diamanti, cercando il pareggio che potrebbe arrivare all’80’: su calcio d’angolo colpisce perfettamente di testa Maggio. Per lui traversa piena. Gli azzurri sognano il pareggio ma ci pensa Fred a chiudere la partita all’89’. Termina 4-2 e ora bisognerà attendere giovedì, probabilmente contro la Spagna.
La Nazionale Italiana, a causa della tensione che pervade le strade brasiliane, è rinchiusa in albergo, ma SuperMario non resiste al coprifuoco ed eccolo che si gode il Brasile condividendo la sua gioia in Twitter: “Salvador !! Sembro bahiano anch io! Kkk i look like a person from Bahia!!! Kkk” Intanto, a un giorno dall’incontro con la Selecao, spiega Prandelli: “Non è il caso di tornare a casa. In questi giorni la situazione è cambiata, a Rio si poteva visitare la città, a Recife e qui ci hanno vietato di uscire dall’albergo”. Ma riguardo il prossimo incontro le idee sono chiare sul piano tattico: “Non voglio 90′ nella nostra metà campo, userò giocatori freschi”. Ma gli scontri non lasciano indifferenti gli azzurri, soprattutto ora che le misure di sicurezza sono state incrementate: “Se le manifestazioni sono civili stimolano il miglioramento del Paese – ha spiegato Prandelli – ma se diventano violente allora non possono essere condivisibili. E sarebbe una contraddizione inaccettabile se qui a Salvador noi e la Seleçao dessimo spettacolo sul campo e fuori si verificassero degli scontri e contestazioni”. Riguardo all’uscita di Balo, che ha raggiunto il lungomare, ha spiegato: “Aveva un permesso speciale, perché sembrava uno di loro – ha scherzato Prandelli -. Aveva un permesso speciale, considerato il tipo di cose che lui ha fatto qui (Supermario aiuta il progetto sociale della maggiore favela di Salvador ndr). E’ importante che un calciatore si renda conto della fortuna che ha e aiuti il prossimo”. Il pensiero però torna rapidamente alla prossima sfida che vale il primo posto nel girore con lo spettro della Spagna che incombe: “Non siamo legati a un modulo preciso, io preferisco interpretare le situazioni di gioco. Serviranno giocatori freschi, qui la condizione fisica conta moltissimo. E poi proveremo a fare qualcosa di diverso”. Chiaro anche il piano tattico: “Cercheremo i raddoppi di marcatura perché sono molto bravi nell’uno contro uno, poi proveremo a mettere il Brasile in difficoltà con la manovra, limitando gli spazi a disposizone”. Obiettivo del ct è la prestazione: “Non vogliamo evitare la Spagna, ma fare una bella partita. Mi aspetto coraggio dalla mia squadra, non voglio passare 90′ nella nostra metà campo”. Infine una battuta sul gioielliNeymar e sul duello con Balotelli: “Non noto molta differenza, sarebbe molto interessante vederli giocare insieme….”
E’ una lunga intervista quella a cui si è sottoposto El Shaawary per Repubblica, al suo arrivo in Brasile con la Nazionale per la Confederations Cup e il primo quesito riguarda uno degli argomenti più caldi del calciomerato: la sua cessione al Manchester: “Nessun pensiero, non penso proprio che andrò via dal Milan. Se è vero che il City mi vuole, la cosa mi lusinga. Però io voglio restare nel grande club in cui mi trovo benissimo e al quale mi sento legato”. Il calciatore tiene a ribadire che “io al Milan ho sempre sentito e sento la totale fiducia da parte di tutti” : della società, di Allegri, che mi ha lanciato e incoraggiato, e dei compagni: anche quando non ho più fatto gol come prima, tutti mi hanno riconosciuto un lavoro importantissimo. Se sono qui in Nazionale, lo devo anche a loro”. Una squadra che, lo scorso venerdì contro il Praga, non è stata memorabile: “Siamo stati poco brillanti, inutile nasconderlo. Ma il punto è stato importantissimo per avvicinarci al Mondiale. Alla Confederations Cup andremo meglio, ne sono sicuro”. Parlando della stagione “fantastica”, ha affermato di essere stato il primo a sorprendersi: “Perché io sapevo di avere bisogno di giocare con continuità. Ma non mi apettavo così tanti gol, né di restare tanto a lungo in cima alla classifica cannonieri e di ritrovarmi in Nazionale e di segnare il mio primo gol, addirittura a una squadra come la Francia: è stata una tra le emozioni più grandi che io abbia mai vissuto”. E quali sono dunque le altre?“Il debutto in Nazionale, il primo gol in serie A e il primo gol in Champions, a San Pietroburgo con lo Zenit, anche perché è arrivato in un momento un po’ difficile per il Milan”. Tutto perfetto nella vita del Faraone? “Direi proprio di sì, però un piccolo cruccio a me e alla mia famiglia è rimasto: non ho mai giocato con la maglia del Genoa a Marassi, anche se ho esordito in serie A a 16 anni, in trasferta. Mi sarebbe piaciuto, quello stadio dà una carica tutta particolare. Ora sono qui, a giocare in Nazionale con Pirlo e Buffon, ma quella rimane una cosa che mi manca un po’”. Un grande percorso, ma “Devo ringraziare Antonio Rocca, uno dei miei primi ct, che me l’aveva predetto”. Cosa aveva detto l’allenatore al ragazzo dal futuro splendente? “Che avrei bruciato le tappe. Lui, che è stato appunto uno dei miei ct nelle giovanili come Salerno, Zoratto, Francesco Rocca, Ferrara e Mangia, a un torneo in Ucraina, in cui segnai due gol in semifinale e in finale, mi disse questo: “Non ti preoccupare, tra un anno e mezzo sarai nell’Under 21″. Avevo 16 anni e già tanti idoli da imitare”.
Ma una domanda resta: da quando Balo è sbarcato al Milan, lui ha smesso di segnare: “Non c’entra niente. Anzi, lui mi agevola, è uno che ti sa mettere davanti alla porta. Ci siamo scambiati assist e occasioni da gol. E comunque intesa ce n’era e ce n’è tanta, dentro e fuori dal campo”. Ma lui, cosa crede di aver imparato strada facendo? “Tanto, come calciatore e come uomo. Dai grandi campioni ho preso qualcosa in tutto: a livello tecnico e umano. Ho imparato, ad esempio, a rapportarmi di più con le persone, a gestire il gossip, anche se, essendo un tipo riservato, preferirei rimanerne fuori: vorrei che si parlasse di me soltanto per quello che faccio in campo. Con Allegri ho dialogato molto di più e lui mi ha dato molti consigli, soprattutto su come gestire la vita fuori dal campo”. Si trova anche il tempo per parlare degli episodi razzisti negli stadi e, in questo senso, la nazionale multietnica aiuta: “E’ un aspetto importantissimo. E’ un altro segnale forte di un paese moderno, quando calciatori con cognomi stranieri o diversi tra loro per il colore della pelle fanno parte della stessa nazionale. Tre o quattro di noi sono già inseriti in squadra, altri ne arriveranno negli anni”. Ma ora che è un idolo di molti, cosa conta di fare? “E’ una bella responsabilità. Però, non lo nego, mi fa anche piacere che tantissimi gioivani mi prendano come esempio. Me ne sono accorto piano piano: dai complimenti che ricevo, da qualche pagina su Facebook e naturalmente dalla percentuale di ragazzini con la cresta come la mia che vedo in giro. Sento l’obbligo di tenere sempre un certo comportamento. Cioè devo continuare a comportarmi come facevo prima di essere famoso: restare semplice è il migliore esempio che io possa dare”.
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