Una famiglia al museo, due uomini e un bambino. Per un’impiegata del Museo Guarnacci di Volterra sembrerebbe che i gay non possano fare una famiglia, magari Guido Barilla però ne può avere due. L’impiegata, senza alcun regolamento che lo imponga, sembra che abbia deciso per sua spontanea volontà di negare lo sconto per entrare al museo: nessun biglietto cumulativo per famiglie. La coppia, 2 americani di Chicago con il loro figlio hanno denunciato il fatto su Tripadvisor e la notizia poi è stata riportata da La Repubblica.
L’amministrazione comunale conferma il fatto, ma non si sbilancia: “E’ ancora da chiarire”.
Quanto risulta dal racconto è che l’addetta alla biglietteria, non appena i due hanno provato a protestare per avere lo sconto, avrebbe iniziato a urlare. “Entrando nel museo – racconta la coppia gay – abbiamo letto i prezzi e gli sconti. Abituati all’idea di famiglia che vige a Chicago, essendo due adulti con un bambino, abbiamo chiesto un ‘biglietto famiglia’. Ma la donna che stava dietro al banco della biglietteria si è arrabbiata con noi e ci ha urlato in italiano che una famiglia è formata da un padre e una madre, non da due uomini. Dopo di che lei ha girato la testa e si è interrotta la comunicazione”.
“L’accoglienza e l’ospitalità – ha affermato il sindaco Marco Buselli – sono da secoli tratti distintivi della nostra comunità. Il nostro regolamento non entra nel merito di questioni di genere, ma parla genericamente di bambini accompagnati da adulti, per cui non esiste la possibilità che qualcuno possa essere discriminato. Pertanto l’episodio, di cui peraltro non ci è pervenuta segnalazione ufficiale, qualora si sia verificato è esclusivamente da ricondurre ad un’interpretazione non richiesta da parte di un operatore”. Fabrizio Burchianti, direttore del museo, si unisce alle scuse: “Se queste persone si sono sentite discriminate, le invito a venire a Volterra e a passare un po’ di tempo con me visitando il museo. Ne sarei felice e sarebbe un modo di far vedere quanto Volterra è accogliente. Li ospito io e non pagherebbero il biglietto”.