Dentro il cardinale, fuori i grillini: contestazione in Regione Lombardia

Angelo Scola-tuttacronacaGran parte degli assessori e dei consiglieri della Regione Lombardia hanno accolto il cardinale Angelo Scola al suo arrivo nell’aula del Consiglio. Accoglienza diversa invece da parte dei nove consiglieri del MoVimento Cinque Stelle, che hanno abbandonato la stanza. I Cinque Stelle, con un bavaglio legato attorno a un polso, avrebbero voluto prendere la parola per criticare la scelta di ospitare l’arcivescovo di Milano in una sede “laica”. Già nei giorni scorsi la visita era stata contestata. Il cardinale ha fatto un intervento sul “nuovo Umanesimo” e “il futuro della Lombardia”. “Ringraziamo il cardinale Scola per aver risposto positivamente, la sua è una presenza importante”, dice Cattaneo (Ncd), il presidente dell’assemblea regionale che ha fortemente voluto la presenza di Scola in aula. “Ascolteremo l’intervento del cardinale di Milano nell’aula di Consiglio che in passato aveva accolto altri leader religiosi come il Dalai Lama. Il tema che l’arcivescovo ha voluto scegliere è certamente di grande attualità e il suo intervento sarà un contributo importante per il dibattito civile sul bene comune e sulla strada ardua che bisogna percorrere per costruirlo. Un intervento di una personalità dall’alto e riconosciuto spessore intellettuale, oltre che del pastore della Chiesa lombarda”. Cattaneo, riguardo la protesta dei pentastellati, ha inoltre voluto sottolineare che il Consiglio regionale della Lombardia “è un’istituzione laica” e “nessuno rincorre confessionalismi fuori luogo e fuori tempo”. E ancora: “Voglio tranquillizzare a questo riguardo i colleghi che hanno sollevato preoccupazioni infondate”. Secondo Cattaneo, infatti, “la vera laicità, a differenza del laicismo che ne rappresenta l’involuzione regressiva sul piano culturale e politico, è aperta all’ascolto della parola e del contributo di chiunque”. Da parte loro, i consiglieri del M5S hanno salutato l’Arcivescovo di Milano prima che lasciasse l’Aula del Consiglio regionale. Spiega la portavoce Paola Macchi: “Gli abbiamo detto che lo abbiamo ascoltato dal nostro ufficio, perché noi non siamo contro la Chiesa e contro nessuna religione. Rispettiamo il cardinale, ma ci teniamo a salvaguardare luoghi come questo in uno Stato laico. Il cardinale ci ha ringraziato molto perché siamo andati a parlargli di persona e a spiegare le nostre posizioni. Noi del Movimento 5 Stelle siamo sempre disposti a confrontarci in modo civile”.

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“Grillini squadristi mentre Grillo semina odio”: parla Matteo Renzi

grillini-proteste-tuttacronacaI grillini continuano a protestare in Aula, Beppe Grillo, atteso oggi a Roma, ha detto “Siamo noi la nuova resistenza” e intanto è arrivata la messa in stato di accusa del Presidente della Repubblica ad opera del Movimento 5 Stelle. In questo clima il segretario del Pd, Matteo Renzi, parla a La Stampa: “Una cosa senza senso, l’attacco al Presidente. Una vigliaccata. Napolitano va difeso anche per il fatto che la difesa della sua persona e del suo ruolo oggi coincide con la difesa delle istituzioni. Impedire a deputati di accedere alle commissioni per votare e lavorare è squadrismo; insultare con volgarità inaccettabili le nostre deputate è una vergogna, e c’è da ricorrere al codice penale”. E aggiunge con l’M5S “siamo di fronte ad una strategia lucida ma disperata: tutta studiata a tavolino”. Il sindaco fiorentino prosegue ancora: “La verità è che gli stiamo tagliando l’erba sotto i piedi, smontando uno a uno tutti i suoi soliti e triti argomenti”. “La riforma della legge elettorale, l’abolizione del Senato come Camera elettiva, la cancellazione delle Province, il taglio al finanziamento dei partiti e la revisione del Titolo V. Dalla politica arrivano finalmente risposte, Beppe Grillo non sa come reagire e perde la testa. E’ per questo che cerca la rissa, la butta in caciara e arriva addirittura a proporre l’impeachment di Napolitano”. E prosegue: “Capisco bene che i primi mesi di questa legislatura siano stati comodi per lui, con la politica bloccata e incapace di dare risposte: ha potuto approfittarne. Ma credo che ora abbia capito che la musica è totalmente cambiata e che andare avanti con la propaganda non può pagare”. Secondo Renzi “la politica comincia a dare risposte anche sulle altre riforme e se continua così, se ce la facciamo, per Grillo si fa notte”. “Un anno fa Beppe Grillo parlava di futuro e di cambiamento, di rinnovamento della Repubblica e di speranze per i giovani: con una campagna aggressiva ma allegra, con toni certo duri ma ancora speranzosi, ha quasi vinto le elezioni”, ricorda Renzi. Adesso, invece, “solo discorsi rabbiosi, bui, minacciosi, disperati. Semina odio. Ma il Paese non ne può più”. “A quest’atteggiamento rabbioso fa da contraltare l’idea che con un orizzonte serio e con la calma necessaria, quel che deve esser fatto sarà fatto. E’ per questo – conclude – che, al di là dell’indignazione, non siamo preoccupati da quel che dice e dalle assurde iniziative che mette in campo”.

“Siamo noi la Nuova Resistenza!”: così Grillo

grillo-tuttacronacaBeppe Grillo si prepara a stare vicino, anche fisicamente, ai suoi parlamentari, in questi giorni impegnati in contestazioni alla Camera e che hanno occupato alcune commissioni. “Noi siamo la Nuova Resistenza”. Domani “vengo domani lì, a Roma, ad abbracciarvi, perché siete dei guerrieri meravigliosi”, dice loro. In un post, inoltre, proclama la #NuovaResistenza, alzando ancora di più il tono dello scontro. E dice la sua in un lungo videomessaggio, intitolato “Siamo la Nuova Resistenza!”. Queste le sue parole:

Per vedere dove andrà a finire questo Paese guardo il mare, guardo un po’ l’orizzonte. Vedo delle cose che non so neanche come interpretare. Siamo nella metafisica. C’è una legge elettorale fatta da un pregiudicato insieme a una specie di cartone animato e Verdini. Come si fa a pensare di fare una legge elettorale fatta da Verdini e da Berlusconi? Verdini ha incriminazioni e processi in corso. Non so se sarà condannato o meno, ma non si affida una roba così a uno che ha questi processi, che è un massone. Essere massoni non è reato, però se vogliono governare con la massoneria formino un nuovo partito, il Partito dei massoni, si fanno eleggere, prendono i voti e vanno dentro.

Ho visto l’incompetenza della Boldrini, non riesce a gestire l’Aula. Ho visto quelli che cantavano “O Bella Ciao” mentre davano sette miliardi e mezzo alle banche. Se avessi fatto la Resistenza non so come la prenderei: sentire questo inno lì dentro, in quel momento lì! Fanno i giochini da bambini scemi. Cambiano le parole. Fanno i pacchettini di democrazia, come il pacchetto con dentro l’Imu insieme alla Banca di Italia, o voti tutti e due o sennò sei un rivoluzionario. Noi abbiamo chiesto di separare le cose e non possiamo che essere d’accordo con la abolizione Imu, ma non potevamo permettere che fosse svenduta la Banca d’Italia sotto i nostri occhi. Si sono già svenduti le Poste, si svendono l’Eni, l’Acqua, il gas, la luce… Svendono la nostra vita!

La violenza è brutta, e io dico che ha fatto malissimo la nostra Loredana Lupo a scagliarsi con il viso contro il dorso della mano del questore Dambruoso. Avrà avuto dei danni alla mano, mi dispiace, poverino! Ci dica che danni ha avuto che lo risarciremo nella mano. La stampa gli dice bravo, “hai fatto bene”.

E Napolitano cosa dovrebbe fare? Monitare? Oggi abbiamo chiesto ufficialmente l’impeachment perché un uomo così non può continuare a essere il Presidente degli italiani, perché lui fa il Presidente del consiglio, non il Presidente della Repubblica. Deve dimettersi, come consigliò di fare a Cossiga.

Noi rispettiamo quello che abbiamo detto: devono andare a casa tutti, a iniziare da lui, che studiava all’università in tempo di guerra. Uno che diceva che il fascismo bisognerebbe esportarlo in Unione Sovietica! È un uomo che dovrebbe essere a casa e invece sta spalleggiando questa legge elettorale incostituzionale. Non è possibile che sia senza il voto di preferenza, con un premio di maggioranza abnorme, con il doppio voto che chi vince va al ballottaggio e prende tutto. E’ una legge fatta per tagliare fuori il MoVimento 5 Stelle, l’ha detto anche il Ministro Mauro, se l’è fatto scappare a Porta a Porta, poi se n’è accorto, si è fermato, tutti gli altri hanno cambiato subito argomento. Una legge elettorale così non l’ha fatta neanche Acerbo al tempo del fascismo, che c’era un premio di maggioranza inferiore a questo.

Noi affronteremo tutto, andiamo avanti e continuiamo a andare avanti. La democrazia non c’è più, sostituite la parola democrazia con governabilità. La dittatura della governabilità. È un momento strano, noi ci siamo in mezzo, noi siamo gli acceleratori di un processo che ormai è stato attivato. Io voglio un orizzonte per l’Italia e lo troveremo andando in Europa e cambiando gli accordi. Li cambieremo là, rivedremo tutta la posizione dell’Italia là.

Per adesso ci stiamo svendendo tutto, attraverso questa classe politica e economica che va sostituita e spazzata via.
Io vengo domani lì, a Roma, ad abbracciarvi, perché siete dei guerrieri meravigliosi.

Loredana Lupo: la celiachia è una normale conseguenza della globalizzazione

loredanalupo-celiachia-tuttacronacaUn intervento della durata di cinque minuti quello della deputata del M5S Loredana Lupo oggi alla Camera. Nel corso di un’audizione la grillina ha parlato della celiachia osservandola sotto un’ottica di globalizzazione e di libera industrializzazione, facendo inoltre il punto sulla situazione di coloro che soffrono di questa malattia e chiedendo che vi sia un impegno anche a livello comunitario per il monitoraggio degli alimenti a loro destinati per tutelare la loro salute.

“Oggi anziché concentrarci sulla celiachia come malattia, dovremmo considerarla una normale conseguenza della globalizzazione e della libera industrializzazione alimentare. Noi siamo quello che mangiamo, troppa poca è l’attenzione che dedichiamo a ciò che viene ingerito. Raramente si pensa che questa sostanza diventerà parte di noi e che condizionerà i nostri processi, chimici, biologici ed energetici. Se una sostanza è compatibile con la nostra natura, l’organismo l’assimilerà senza problemi e ne trarrà beneficio. Ma se quella sostanza è incompatibile con il nostro corpo, questo resterà inquinato, faticherà per neutralizzarne gli effetti negativi e perderà energia e forza vitale. Quando il nostro organismo non è più in grado di eliminare le tossine introdotte accumulate si manifesta la malattia nella parte più colpita e debole dell’organismo […] cos’è il glutine? una proteina presente in alcuni cereali, un macroelemento che per anni è stato oggetto di selezione genetica volta a migliorare più le caratteristiche tecniche che qualitative. Difatti le selezioni effettuate hanno cercato di soddisfare le esigenze della moderna industria […] tuttavia se le classi proteiche assicurano all’impasto le proprietà viscoelastiche ricercate dall’industria di trasformazione, merita di sottolineare come da tempo è noto che queste abbiano un potenziale allergenico per l’uomo e siano responsabili dei sempre più frequenti casi di celiachia.”

Secondo l’interpretazione del deputato, la celiachia è “figlia” di una proteina modificata per scopi industriali, pensiero che ha catturato l’attenzione del popolo di Twitter che ha reagito in modo discordante. Ma anche il ministero della Salute ha tenuto a precisare che “Non sono tuttavia ancora noti i fattori che scatenano la malattia dopo anni di tolleranza al glutine” e che il disturbo, una malattia autoimmune del duodeno, colpisce soggetti geneticamente predisposti. E quindi il corpo attacca sé stesso distruggendo i villi responsabili dell’assorbimento dei nutrienti.

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Il giallo della morte di David Rossi e le mail di Monte Paschi

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Nonostante più volte si sia parlato di giallo o di mistero intorno alla morte di David Rossi, suicidatosi il 6 marzo 2013, la procura sta andando verso l’archiviazione per l’inchiesta aperta sulla presunta istigazione al suicidio dopo la morte dell’ex  capo della comunicazione del Monte dei Paschi di Siena.  Il Corriere della Sera e il Fatto Quotidiano riportano:

Tra le mail che l’ex portavoce del Montepaschi David Rossi spedì prima di suicidarsi la sera del 6 marzo scorso gettandosi dalla finestra del suo ufficio nella sede di Rocca Salimbeni, ce ne sarebbero alcune, accorate, rivolte ai vertici dell’istituto, in particolare all’amministratore delegato Fabrizio Viola: «Aiutatemi altrimenti la faccio finita», reciterebbe uno di questi messaggi. Il file di posta elettronica sarebbe tra quelli rinvenuti dai magistrati senesi Natalino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso nella memoria dei computer sequestrati a casa e nell’ufficio del manager senese.

E anche la famiglia di Rossi, che si è affidata a uno studio legale, ne avrebbe numerate diverse, poi fatte avere alla procura:

Sulla morte di Rossi era stata aperta un’inchiesta per «istigazione al suicidio», considerata un fatto tecnico per poter effettuare degli accertamenti, ora alle battute finali. I messaggi di posta elettronica confermerebbero che negli ultimi giorni — a dispetto delle apparenze — Rossi era particolarmente turbato tanto da aver chiesto aiuto ai vertici della banca. In particolare quella mail Viola l’avrebbe ricevuta mentre si trovava all’estero per lavoro. Sia l’amministratore delegato sia il presidente Alessandro Profumo a Rossi avevano confermato fiducia, come hanno più volte raccontato in pubblico e anche ai magistrati, subito dopo il suicidio.

I rischi erano chiari:

Per il manager — che aveva subìto una perquisizione lo scorso febbraio per alcuni presunti contatti che avrebbe avuto con gli ex vertici dell’istituto Giuseppe Mussari e Antonio Vigni — era circolata l’ipotesi che a spingerlo al suicidio fosse stato il sospetto di essere in qualche modo collegato alla fuga di notizie relativa alla maxi-causa per danni mossa da Mps alle banche Nomura e Deutsche Bank, per la quale l’istituto senese aveva presentato un esposto in Procura. Dalle indagini è però emersa la totale estraneità di Rossi.

Reddito di cittadinanza: 600 euro… ma costa 30 miliardi!

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Dare ai più deboli un reddito di cittadinanza, darlo non solo a chi davvero non ha nessun reddito, ma anche a chi con il reddito che ha non riesce a finire il mese. Sono circa 8 milioni gli italiani che riceverebbero 600 euro al mese come reddito di cittadinanza. Questo è l’ambizioso progetto del M5S che da 10 giorni sta cercando di mettere a punto una riforma proprio per consentire alle fasce più povere di avere immediatamente un sollievo. La copertura ? si è calcolato che questa operazione potrebbe costare circa 30 miliardi. Dove trovarli?

Se è difficile recuperare quattro miliardi di euro per abolire l’Imu sulla prima casa, trovarne trenta potrebbe essere una missione impossibile. “Non bisogna mai avere paura della realtà. La realtà ci dice che questa misura in parte ridurrebbe i suoi stessi costi”, aggiunge il senatore Giovanni Endrizzi.

Come? “Con una riforma complessiva delle politiche del lavoro e l’introduzione di un sussidio unico in un sistema integrato di welfare”, afferma la senatrice Nunzia Catalfo, componente del pool Politiche del lavoro e welfare. “I centri per l’impiego, che finora non hanno svolto la loro funzione di supporto e ricerca di occupazione, soprattutto per i giovani, saranno coinvolti in questa operazione. Il reddito di cittadinanza sarà al centro di un contesto di politiche attive volte al reinserimento lavorativo e non sarà un semplice sussidio o una social card al cittadino”.

Perché la comunicazione e la tv preoccupano tanto il M5S?

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E’ notizia delle ultime ore, anche se già nei mesi scorsi se ne era ampiamente parlato, che i parlamentari stellati starebbero prendendo lezioni di comunicazione. Il corso è tenuto da Fabrizio Cotza, “esperto di comunicazioni e relazioni sociali”. Ci partecipano circa 70 pentastellati, gli altri lo hanno ritenuto superfluo, anche se era lo stesso Casaleggio che più volte aveva chiaramente auspicato che si tenesse un corso sulla comunicazione affinché si mettesse fine a quelle riunioni fiume a cui ogni giorno si assiste tra i parlamentari M5S.

Ma perché è così fondamentale? Perché la comunicazione è insita nel M5S. A differenza di altri partiti, i pentastellati devono tenere un filo diretto con i cittadini, monitorare gli stati d’animo, sintetizzarli e portarli al vaglio dell’Aula. Almeno questo nelle intenzioni di fondo del Movimento. Cosa accade quindi se però la comunicazione tra di loro o tra i cittadini viene interrotta o fraintesa? Può portare alla morte del Movimento stesso. Ecco perché Grillo tuona sempre contro le tv, perché sa perfettamente che il loro pubblico può allontanarsi in qualsiasi istante per una frase sbagliata o per un gesto involontario che rompe la fiducia con l’elettore. Il Movimento è sottoposto a ondeggiamenti… chi vota M5S ha votato fino a ieri per la Lega, per il Pdl e per il Pd… Sono i delusi, gli emarginati, i deboli che hanno deciso di riprendersi il diritto che gli spetta di urlare contro sempre e comunque a un sistema che non ha fatto altro che impoverirli ed estraniarli dal proprio territorio. Sono quei genitori il cui figlio/a è stato costretto ad andare all’estero per lavorare, sono quegli operai in cig o gli esodati in cui futuro è incerto… La comunicazione quindi diventa il nodo più importante per mantenere vivo il dialogo, per mostrarsi come forza “diversa”, come vero e proprio punto di rottura con il passato. Ecco perché andare a lezione di comunicazione diventa essenziale!

Provò prima a tagliarsi i polsi e poi si gettò dalla finestra. DAVID ROSSI.

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Fazzolettini macchiati di sangue nell’ufficio del manager di Mps e polsi tagliati rinvenuti sul cadavere di David Rossi. Prima di gettarsi da Rocca Salimbeni, quella notte del 6 marzo, David Rossi tentò di levarsi la vita recidendosi i polsi. Questo particolare lo si apprende da fonti a conoscenza dell’inchiesta sul suicidio del capo area comunicazione di Mps. Cade così l’ipotesi di Grillo che qualche giorno fa aveva lanciato un velo di mistero sul suicidio di Rossi? Come mai fino a oggi non era emerso questo particolare? Solo per riservatezza nelle indagini?

Dibattito in aula ed emergono 30 dissidenti Pd!

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30 disertori? 30 delatori? 30 deputati Pd. L’unanimismo è finito e le divisioni del partito sono sorte prepotentemente in aula. Le commissioni parlamentari hanno spezzato le maglie del Pd e questa volta a fare lo strappo non ci sono solo i renziani ma anche la prodiana Sandra Zapa e la veltroniana Marianna Madia, solo per fare due nomi. Proprio nel giorno in cui Berlusconi e Bersani si incontrano, la coalizione di centro sinistra sembra più fragile del solito.

La questione delle commissioni viene alla fine risolta con l’annuncio del capogruppo Roberto Speranza che anche il Pd farà i nomi dei suoi commissari. Tanto le commissioni non partiranno mai senza un governo, è la convinzione dei più. “Capisco la volontà di protagonismo di ciascuno. Invieremo nei prossimi giorni i nostri nomi per le commissioni dopo aver discusso con l’ufficio di presidenza del gruppo e con i colleghi del Senato”, dice Speranza. In Transatlantico arrivano gli echi della discussione. C’è Beppe Fioroni che se la prende con i renziani e gli altri ‘critici’: “Abbiamo finito di dare interviste sul governissimo e ora iniziamo con la questione delle commissioni. Mai che si discutesse della vera questione attuale, cioè l’elezione del presidente della Repubblica. Hanno detto che sulle commissioni ci insegue Grillo… Ai grillini gli farei pagare la luce e il surplus dei consumi causati dalla loro scelta di occupare l’aula fino a mezzanotte…”. Gli animi sono agitati, come si vede.

Da #OccupyWallStreet a #OccupyParlamento

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M5S non ci sta e per domani è prevista l’occupazione del Parlamento se non saranno convocate le commissioni parlamentari permanenti senza dover attendere la formazione di un nuovo governo che sembra essere sempre più distante, a meno di inciuci dell’ultima ora. I grillini rimarranno dentro il Parlamento a  leggere gli articoli della Costituzione italiana, articolo dopo articolo, anche dopo la mezzanotte.

Il problema di fondo è se si vuole comunque soccorrere l’Italia agonizzante o se si preferisce “giocare” con programmi e poltrone senza dar vita a un governo fin quando non ci sia un Capo dello Stato che possa sciogliere le Camere e far tornare al voto gli italiani. Le prospettive però non sono certo rosee: il Pd si sta spaccando e le sue anime contrastanti sono ormai sotto l’occhio di tutti, l’M5S sta perdendo elettori, il Pdl si rafforza.

Un clima che non piace all’Europa che sperava in un uomo che potesse strangolare ancora gli italiani per compiacere la Merkel e il potere oscuro che la Cancelliera ha dietro di sè, compreso il Club Bilderberg .

L’occupazione di domani quindi è anche un segno da dare all’estero, a quell’Europa che guarda attentamente l’Italia per paura di non riuscire a controllare uno stato chiave come il nostro che geograficamente  si affaccia sul Mediterraneo. I complottisti parlano già di manovre per far diventar l’Italia la prossima vittima. Dopo la Spagna, la Grecia e Cipro a cadere sotto la scure del potere occulto finanziario che domina in Europa potrebbero essere proprio l’Italia e la Francia. Non a caso Hollande sembra essere sempre più interessato all’Africa, tentando alleanze in vista di una battaglia all’ultimo euro.

Sì, perchè la guerra ormai si combatte in borsa o nelle agenzie di rating pronte ad esaltare un Paese come l’Inghilterra che inizia ad avere gravi disagi sociali nascondendoli dietro un AAA e discriminando le nazioni sul Mediterraneo che diventano terra di speculatori senza scrupoli pronti a investire sulle macerie umane.

 Occupazione quindi che deve portare a una svolta, a rendere operativo quel Parlamento che di fatto può legiferare anche senza un governo. Grasso perché si oppone alla formazione delle commissioni?  Proprio quella sinistra che dovrebbe andare in aiuto dei più deboli non vuole neppure far partire le commissioni che potrebbero portare a delle riforme?   Solo miopia politica o tattica?

David Rossi si è buttato o lo hanno buttato?

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Troppo silenzio! Prima o poi qualcuno doveva anche alzare il velo e lo fa Grillo con quella che potrebbe anche essere considerata una fantanotizia, ma forse non lo è poi così tanto. Tuttacronaca lo aveva ipotizzato con un post dell’11/3(clicca qui per l’articolo) e ora la notizia viene ripresa da Beppe Grillo che parla anche di una azione “per il recupero dei 20 miliardi sottratti alla banca” e annuncia: “Il MoVimento 5 Stelle parteciperà alle elezioni comunali” nella città.

Ecco il testo di Grillo estratto da  “Il silenzio sul Monte dei Paschi di Siena’ – c’è su Siena”

“Da quando, David Rossi si è buttato (lo hanno buttato?) dalla finestra di un ufficio dell’Mps dopo una lunga telefonata, sulla città è calata una cappa che si taglia con il coltello. Qualcuno si chiede chi sarà il prossimo, la vox populi senese dà per certo che Rossi non sarà l’ultima vittima…L’informazione nazionale ha seppellito l’affare Monte dei Paschi/Santander sotto il gossip post elettorale, scrive di tutto per non trattare del più grosso scandalo finanziario della Repubblica. Il buco, la sottrazione di beni, lo si chiami come si vuole, ammonta ad almeno 20 miliardi di euro. Improbabile che questo colossale saccheggio possa essere attribuito a Mussari, una testa di legno che giorno dopo giorno appare sempre più diafano, simile ormai a un fantasma… I poteri che hanno gestito la distruzione del Mps devono essere molteplici. Ci sono responsabilità chiare: dei membri di nomina pidimenoellina della Fondazione Monte dei Paschi e di chi li ha nominati, dei segretari del pdmenoelle dal 1995 in poi, anno della privatizzazione di Mps, e altre meno chiare su cui sta indagando la magistratura. La vicenda Mps assomiglia sempre più a quella del fallimento del Banco Ambrosiano in cui c’era di tutto e avvenne di tutto, in una brodaglia che vide coinvolti partiti, mafie, Ior, massoneria. Forse l’Mps ne è la replica, se è così lo scopriremo in un prossimo futuro. Nel 2012 il Mps ha perso 3,17 miliardi contro i 2 attesi. Monti ha prestato 3,9 miliardi a Mps per tenerla in vita che non potranno essere restituiti prima del 2019 e fino ad allora non potrà dare dividendi. Il suo valore di borsa è crollato e nei giorni scorsi sono stati ritirati alcuni miliardi dai depositi, una fuga che può diventare inarrestabile e trasformare la banca in un guscio vuoto… Nel frattempo si preparano le ‘ristrutturazioni’, anticamera dei licenziamenti di massa dei dipendenti. Di fronte a sé Mps ha il fallimento conclamato o la svendita a qualche istituto di credito europeo (francese?). Mps deve essere nazionalizzata e avviata una azione di responsabilità per il recupero dei venti miliardi sottratti alla banca”.

Dritti al cuore del problema… nessun inciucio!

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Gianroberto Casaleggio, la mente del M5S, sceglie  il Guardian per la sua prima intervista post voto.  Pieno appoggio alla linea di Grillo, nessun cedimento al Pd, nessun inciucio dell’ultimo momento.

“Se si formerà un governo – dichiara Casaleggio – il Movimento 5 Stelle voterà per tutto ciò che è parte integrante del suo programma”. Poi aggiunge: “Il presidente della Repubblica deciderà a chi dare il mandato, per tentare di fare un governo. Lui deciderà se ci sono le condizioni per formare un governo e se quel governo ha la fiducia alla Camera e al Senato. Noi non vogliamo entrare in quel processo”.

Nessuna alleanza… l’obiettivo è quello di andare al Governo senza dover chiedere nulla a nessuno, senza dover in nessun modo piegarsi a qualche tattica politica.

“Quello che sta accadendo in Italia è solo l’inizio di un cambiamento molto più radicale – ha aggiunto -. E’ un cambiamento che sta andando a toccare tutte le democrazie”.

Riguardo allo scenario politico dei prossimi mesi, Casaleggio dice di non aver particolari suggerimenti da dare, ma lascia intendere di non disdegnare la prospettiva di un nuovo governo tecnico, come quello guidato nell’ultimo anno da Mario Monti: “Il governo Monti aveva una maggioranza che ha permesso di votare molte leggi e decreti”, ricorda il guru del web. Casaleggio sa che una prospettiva del genere non farebbe altro che screditare ulteriormente gli altri partiti agli occhi dell’elettorato, rafforzando al tempo stesso il ruolo del Movimento come unica vera alternativa.

Casaleggio smentisce anche le voci insistenti di suoi incontri o telefonate con altri leader politici. “Nessuno mi ha chiamato. Prodi? L’ho visto quattro mesi fa a un pranzo organizzato dal World Economic Forum. Mi ha riconosciuto e mi ha salutato”. E sulle prospettive a lungo termine del Movimento sostiene che tutto dipenderà dalla “capacità di essere coerenti” con le idee espresse in questi anni. Se il Movimento restarà ancorato ai suoi principi, “sarà certamente in grado di crescere”.

PD SPACCATO! L’IDEA DI APRIRE A GRILLO NON PIACE…

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Pier Luigi Bersani ha deciso di imboccare una strada precisa: quella di aprire il confronto con i grillini per provare a costruire una maggioranza di governo, almeno ‘di scopo’ e mirato su alcuni punti condivisi di programma. Scelta complicata, da gestire e da spiegare. Anche nello stesso Pd, dove più di un dirigente è perplesso sulla linea del segretario. A cominciare dai ‘grandi’ esclusi da questa tornata elettorale: Massimo D’Alema e Walter Veltroni. Matteo Renzi per ora non si pronuncia, ma tra i suoi cresce lo scetticismo su una prospettiva di governo Pd-M5s.

D’Alema, avrebbe voluto un’apertura a Silvio Berlusconi, che all’indomani del voto ha offerto al Pd la propria disponibilità al dialogo. Il motivo sta essenzialmente nel portare a termine alcune riforme già avviate con Berlusconi e che ora giacciono in Parlamento. Inoltre una larga maggioranza avrebbe tranquillizzato i mercati internazionali. Una via da privilegiare, secondo D’Alema, rispetto a quella di un’intesa con Beppe Grillo, il leader del Movimento cinque Stelle bollato come “pericoloso populista” dal presidente di Italianieuropei al convegno con i progressisti Ue a Torino due settimane prima del voto.

Veltroni invece non scommette su un’intesa con il centrodestra, ma nemmeno su quella con Grillo, che, secondo l’ex sindaco di Roma, minaccerebbe ancor di più la vocazione maggioritaria cui il Pd dovrebbe aspirare. In altre parole, con il M5s il Pd rischierebbe di pagare un caro prezzo in termini di sovranità di governo, rischierebbe di farsi dettare l’agenda: non c’è da fidarsi, meglio affidare a Giorgio Napolitano il compito di decidere, magari assegnando il mandato di formare un governo ad una persona terza, che non sia Bersani.

C’è anche chi vuole invece appoggiare Bersani come  Giovanni Turchi, Stefano Fassina e Matteo Orfini, che ritengono suicida la sola idea di trattare con Berlusconi. E naturalmente, fuori dal recinto Pd, Bersani ha dalla sua l’alleato Nichi Vendola, anche perché l’ipotesi di aprire a Grillo esclude da sé il dialogo con Monti. E poi con Bersani c’è la pare ex Ds a lui più vicina da sempre, come Maurizio Migliavacca, ma anche il governatore dell’Emilia Romagna Vasco Errani, figura fondamentale in questa trattativa con i grillini, visto che da tempo è abituato a confrontarsi con loro in regione. Pure Enrico Letta non si oppone, più per mancanza di altre chance che per convinzione politica personale o vicinanza al M5S, naturalmente.

ELEZIONI 2013… RIDIAMOCI SU!

cane elettorale

Mentre aspettiamo l’evolversi della situazione non possiamo non notare che le preferenze della Merkel non portano bene ai politici: sembra Monti abbia preso la stessa china di Sarkozy (voleva “salire”… sembra l’abbia fatto, su un ring in cui lo stanno massacrando!). Rivediamo un po’ come siamo arrivati però a questo punto: siamo partiti dal famoso “passo indietro” di Berlusconi (indimenticabile Benigni a Bruxelles con la gamba ingessata che faceva notare che era rimasto vittima di questa brusca retromarcia dell’allora premier). Poi abbiamo provato a dare fiducia ad un premier che non abbiamo eletto e che per mesi ha ripetuto che terminato il suo percorso ad iterim sarebbe tornato al suo bozzolo-Bocconi. In seguito ci siamo illusi di essere tornati in una democrazia con le primarie che si sono risolte in un’ennesima manifestazione dittatoriale: di Bersani prima con le sue tattiche per tagliare fuori dalla gara il rottamatore Renzi, di Berlusconi poi che con il suo ritorno “per il bene della Nazione” (ed il suo in tribunale) ha annullato quelle del Pdl. Nell’ultimo periodo, esausti delle minacce e delle metafore assurde di Bersani, con gli occhi doloranti per il sorriso splendido del Cavaliere e la sua pelle talmente tirata che ci si può specchiare, annoiati dalle lezioncine dell’occhialuto Professore… Abbiamo visto le piazze riempirsi al suono della voce rivoluzionaria di Grillo, che a quanto pare ha fatto presa sulla nostra voglia di cambiamento… Però il dubbio su chi votare forse ancora lo abbiamo, anche ora che le urne sono chiuse. Come abbiamo vissuto in Italia questi ultimi due giorni? La risposta nelle foto che meglio ci rappresentano!

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SECONDA PROIEZIONE!!! DESTRA A 31,6, SINISTRA 29,4, GRILLO 24,9

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Monti 9,2

Rivoluzione Civile 1,9

I partiti singolarmente hanno ottenuto i seguenti risultati!

Pd 25

Grillo 24,9

Pdl 23

 

ELEZIONI 2013 INSTANT POLL: Sinistra 33/37% – Destra 28/30%

elezioni-2013

Seggi chiusi e primi risultati che arrivano dal web parlano di un Centrosinistra in vantaggio alle elezioni politiche con una forchetta che va dal 33 al 37%. Il Centrodestra si attesterebbe al 28-30%. Il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo al 17-20% mentre L’Agenda Monti per l’Italia è all’8-11%.

Camera  + 10% al Pd e Pdl avanti di 2% su Grillo.

 

Grillo: primarie del Pd sono “un grottesco viaggio nella pazzia”

 

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Poesie e racconti: i colori della fantasia

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