Dj muore durante veglione di Capodanno!

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Proprio durante il veglione di Capodanno, mentre erano in atto i festeggiamenti, il dj aquilano Enrico di Paolo, conosciuto come  “Il Guru”, è stato stroncato da un malore mentre stava lavorando in un locale. Di Paolo, 53 anni, era una vera e propria istituzione della movida aquilana e la notizia in breve si è diffusa sui social network, in particolare molti messaggi di cordoglio sono arrivati sul profilo Facebook di Di Paolo. Il nuovo anno si è aperto quindi con un lutto per un personaggio che davvero lascerà il segno nei cuori di quanti lo hanno conosciuto e ne hanno apprezzato le sue capacità professionali. Di Paolo aveva iniziato oltre trent’anni fa a condividere ritmi e atmosfere, dal lounge all’easy jazz. Esibizioni e serate a Roma, Parigi, Saint Tropez, ma anche a Johannesburg, in Sud Africa in occasione dell’evento Conquest of Millennium. Il bagaglio di esperienze di Enrico Di Paolo passa attraverso tre generazioni. Dagli anni Settanta, con i primi passi  come dj a Radio Roxa, emittente del Movimento sociale italiano. Presto, però, dj Guru ha iniziato ad affermarsi come punto di riferimento per le serate nell’Aquilano, dal “Country Club” di San Nicandro, fino ad arrivare ai locali cult dell’Aquila, dal Koala (ex Nais) di via Nizza, vicino al vecchio ospedale. In quegli anni le jam erano frequenti e coinvolgevano anche personaggi politici dell’epoca, come l’ex sindaco Antonio Centi. Tante le serate alla piscina comunale con ospiti di rilievo tra cui Gino Paoli, Pravo, Riccardo Cocciante, Mal.

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Ma quale movida? Solo degrado a Trastevere, il cuore di Roma dilaniato

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Ma quale movida? Ma quale quartiere caratteristico? Solo cibo, spesso e volentieri a basso costo e di pessima qualità, levate le poche eccezioni e tanto chiasso, frastuono e risse. Per i residenti la vita è impossibile e se provano solo a ribellarsi, come racconta il messaggero, ecco cosa accade:

Lorenzo Fedele abita a lungotevere Raffaello Sanzio da sei anni e più o meno da quando si è trasferito da sua madre, anziana e con problemi di salute, combatte la sua «inutile guerra» contro la movida incivile di Trastevere. Denunce a polizia e carabinieri, solleciti, querele, esposti per inquinamento ambientale al comune di Roma e all’Arpa Lazio contro un locale che spara musica a tutti decibel. Senza che nulla abbia mai cambiato le cose. Mercoledì sera alle 2.30, «svegliato di soprassalto dalle solite urla, dal rumore di vetri rotti a terra, da fischi e petardi», queste notti ha deciso di documentarle. E ha videoregistrato, cellulare alla mano, tre minuti di insulti e minacce contro l’inquilino di un palazzo che si era affacciato alla finestra reclamando semplicemente, vista l’ora, il diritto di poter dormire.

Ma vanno bene le cose in altre zone del quartiere? Sembra proprio di no, visto che ancora Il Messaggero denuncia:

Via del Politeama a quell’ora è stracolma di gente. Saranno almeno una ventina, sono tutti giovanissimi, escono da un locale molto noto in quella strada. Un ragazzo, visibilmente alticcio, alza gli occhi verso la finestra del palazzo, lancia una bottiglia in aria che vola a terra in mille pezzi. Il coro degli amici lo incita. «Scemo, – urla rivolgendosi all’inquilino affacciato alla finestra- cambia casa». Fischi, parolacce, scoppia pure qualche petardo. «Scendi che ti gonfio di botte, scendi se hai le palle. A deficente ti spacco la faccia» e giù ancora minacce, bestemmie, insulti.

Il giovane continua a sbraitare, poi dopo qualche minuto si avvicina un uomo, prova a calmarlo, il ragazzo bestemmiando se ne va. Ma ne è sicuro, non finisce lì. «Ecco questo è quello che noi residenti siamo costretti a vivere ogni notte», dice sconfortato il signor Fedele. «Questa non è movida, ma inciviltà. Io a casa mia sono un prigioniero, un ostaggio. Perché gli atti di vandalismo in questo quartiere sono davvero all’ordine del giorno. Di notte in Via del Politeama, come a piazza Trilussa e in molti vicoli del rione ci sono coppie di giovani ben vestiti che fanno sesso, ragazzi che collassano e vengono portati via in ambulanza, gente ubriaca che si stende in mezzo alla strada, cumuli di immondizia dei locali e del forno. L’unica cosa che non si vede mai sono le forze dell’ordine».

«Qui bisogna che tutti capiscano che il centro storico è abitato da persone vere, in carne e ossa, che la mattina si svegliano presto per andare a lavorare. È assurdo che si consenta di utilizzare amplificatori e percussioni fino a tarda sera, che si consenta tutto questo. Ho consegnato il video ai miei avvocati che oltre alle minacce, alle ingiurie, al getto pericoloso di cose ed al danneggiamento, sostengono che ci sia una vera e propria violenza privata perché quelle persone ci hanno costretto a rimanere in casa e a tollerare cori ingiuriosi sotto la minaccia di conseguenze fisiche. E non escludo di inviare queste immagini anche al Questore e al Prefetto. Non smetterò di denunciare quello che noi residenti siamo costretti a sopportare tutte le notti. Perché amo questa città e questo quartiere. Perché questo rione sta morendo, travolto da fiumi di alcol e droga. E non possiamo permetterlo».

E’ solo degrado, inquinamento acustico e ambientale e risse… dove sono le istituzioni? Tutte troppo impegnate a pedonalizzare i fori?  

Artisti di strada a Trastevere a Roma, residenti in lotta

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Scontro tra abitanti e artisti di strada nella Capitale. In particolare nel cuore della movida romana dove è appena entrato in vigore il nuovo regolamento e l’associazione Vivere Trastevere ha scritto una lettera al sindaco e ai consiglieri comunali con una nuova proposta di regolamento. “In tutte le capitali europee il centro  storico è interdetto alle esibizioni degli artisti di strada. Ma poiché Roma non ha i titoli, purtroppo, di annoverarsi tra le capitali europee, si informa che a Venezia, il cuore della città e le calli sono esentate dalle esibizioni degli artisti di strada. Si ricorda che a Trastevere, fino alle 22, sono consentiti 55 decibel, e dopo 45. Come è possibile rispettarli con percussioni e batterie? Non costringeteci ad avviare il procedimento di infrazione all’Ue, che può comportare anche un danno erariale di cui ognuno di voi dovrà rispondere in solido”, così Dina Nascetti dell’associazione. Il nuovo regolamento infatti consente a chiunque di esibirsi, non è richiesta neppur l’iscrizione all’albo, sarà quindi preso d’assalto il quartiere della movida e sarà impossibile per i residenti riposare, almeno secondo quanto specificato nella lettera dell’Associazione.

Roma Centro: 4 giorni senza telefono, internet e pos

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L’incendio divampa e consuma i cavi della municipalizzata romana Acea in  corso Vittorio Emanuele così che Roma centro,a  due passi dal Pantheon e da Palazzo Madama resta senza telefono, internet e pos. L’incendio è divampato proprio nelle ore in cui i politici cercavano di evitare la scalata di Telecom da parte degli spagnoli. Disagi anche nella vicina Trastevere, cuore della Movida romana. Così la linea guasti di Telecom si infiamma e il 187 inizia a ricevere le prime chiamate, “appena” 4 giorni e tutto tornerà alla normalità. Lo racconta il Corriere della Sera:

“La faccenda si rivela evidentemente più complicata del previsto. Anche perché sono saltate migliaia di linee telefoniche. Per fortuna ci sono i cellulari. Passa anche venerdì, e al 187 dicono che difficilmente le linee potranno essere ripristinate prima di sabato sera. La domenica mattina, infatti, i telefoni sono ancora muti. (…) Il 187 continua a non dare molte speranze. La data per il ripristino totale delle lineeviene addirittura spostata al martedì. Con un brivido che corre lungo la schiena quando l’interlocutore sottolinea come la domenica sia un giorno festivo. «Che vuol dire, oggi riparano a ritmo ridotto?»; «Non sappiamo…». Falso allarme. Alla Telecom dicono hanno lavorato senza sosta, giorno e notte

E meno male che qualche ora più tardi i responsabili della rete fissa, interpellati, fanno sapere che «alcune utenze sono già rientrate, dovremo concludere tra stasera e domani mattina». Non senza la precisazione che i tecnici della compagnia telefonica hanno iniziato a operare «non appena i vigili del fuoco ci hanno autorizzato a entrare nella galleria incendiata».”

Il Corsera si interroga anche se non debba essere preso come una metafora del clima che si respira in Italia:

“A meno di non volerlo interpretare come un altro piccolo sintomo di un Paese che rischia di andare in tilt”.

Tunisino ubriaco prende a bottigliate i passanti e ferisce un 20enne

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Perugia e l’incubo degli ubriachi che danno in escandescenza in piazza IV Novembre e in piazza Danti. Nella notte scorsa, quello che doveva essere un tranquillo sabato sera di fine estate si è trasformato in un inferno a causa di un tunisino di 32 anni, ubriaco, che ha lanciato bottiglie contro i clienti di un bar. Un ragazzo di 20 anni è rimasto ferito alla testa da una bottigliata che gli è stata lanciata contro. Poi l’uomo è fuggito in direzione di piazza Danti e qui è stato arrestato dai carabinieri.

Arresti a Roma, maxi operazione antidroga nelle strade della Movida

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Controlli di Ferragosto e 25 persone, tra cui 12 pusher, nella Capitale arrestate dai carabinieri nelle strade della movida romana: San Lorenzo, Testaccio, Monti e Trastevere. Sequestrate centinaia di dosi di droga e almeno 10 persone segnalate  all’Ufficio Territoriale del Governo in qualità di assuntori di stupefacenti. L’indagine speriamo che porti a ricostruire il traffico e la provenienza, così da poter arrestare anche i boss che, a quanto sembra dalle notizie riportate dai media, rimangono ancora nell’ombra.

I coreografici cocktail alla fiamma così pericolosi: Mattia in coma farmacologico

psycho-killer-tuttacronacaSucco di fragola, Baileys, una fetta d’arancia zuccherata e flambè. E’ lo “psycho killer”, la specialità del Caffè Verdi, nel cuore di Torino. Da bersi tutto d’un fiato, come un chupito, con la particolarità che il tutto è sormontato da lingue di fuoco. L’ultima moda della movida, però, è estremamente pericolosa. Lo sa un ventenne che, la scorsa notte, è finito in ospedale con ustioni sul venti per cento del corpo. Il ragazzo stava bevendo il suo cocktail quando la sua maglietta si è incendiata e deve ringraziare il barista se è salvo. Il suo soccorritore racconta: “Ero appoggiato allo stipite dell’ingresso a fumarmi una sigaretta, quando quel ragazzo si è dato fuoco dentro il locale. Non so come abbia fatto. Voleva scappare in strada, per fortuna sono riuscito a fermarlo sulla porta. Prima ho cerato di spegnere il fuoco con le mani, poi l’ho buttato a terra, con l’aiuto dei suoi amici”. Il titolare del locale, Daniele Polichetti, conosce Mattia P. da tempo. “È un cliente abituale, fa il barman in altri locali. Spesso viene qui con gli amici. È un ragazzo a posto, non è uno che esagera con l’alcol”. Spiega il barista: “Quel chupito è la nostra specialità. Sul bicchiere accendiamo una piccola fiammella con poche gocce di alcol. Sembra pressappoco una candela. Va tanto di moda nelle feste di compleanno. Si soffia e si beve”. Ma non si aspettava che il cocktail alla fiamma potesse rappresentare una minaccia all’incolumità dei clienti che tanto l’apprezzano e che fanno da coreaografia ad una movida estrema. Erano le tre di notte quando Mattia è stato avvolto dalle fiamme: ha dovuto aspettare a lungo l’ambulanza. “Abbiamo chiamato più volte i soccorsi, non arrivava nessuno. Eravamo tutti arrabbiati nel locale” protesta il barista. La prima reazione del giovane è stata mettersi ad urlare:  “I mie capelli, come sono i mie capelli. Sono bruciati? Cosa ho fatto, cosa ho fatto…”. Non sembrava aver riportato ferite gravi, solo in seguito i medici hanno accertato che le ustioni erano profonde e soprattutto si erano propagate in bocca. Nei prossimi giorni dovrà essere sottoposto ad un intervento chirurgico per un trapianto di pelle. Mattia ha riportato ustioni in bocca, al collo, alle braccia, al torace e ora si trova in rianimazione al Centro Traumatologico, in coma farmacologico. Non è in pericolo di vita ma la prognosi è riservata.

La movida torinese… regolamentata!

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E’ destinata a cambiare volto la movida torinese. E’ approdata ieri ieri in Sala Rossa la riforma del regolamento di Polizia urbana e ora ci sono nuove, precise regole che saranno la nuova cornice all’interno della quale i vigili urbani potranno intervenire, senza equivoci legali oppure fraintendimenti con i gestori dei locali o i residenti che si lamentano della movida fracassona, per tutelare la “tranquillità pubblica” e la “convivenza civile”. E’, come spiega La Repubblica, il primo passo per contrastare la “mala-movida”. Il secondo provvedimento promesso dall’amministrazione arriverà prossimamente, e sarà la revisione del regolamento sull’inquinamento acustico. Innanzitutto quello che emerge dalla riforma è il mantenimento della tranquillità pubblica. L’idea è di regolare l’attività dei locali, soprattutto all’esterno: fuori dai locali, in piazze, strade e spazi pubblici, sarà vietato emettere “grida, schiamazzi o altri rumori molesti” e ai gestori toccherà “contenerli” con “accorgimenti e misure strutturali”, per esempio installando dei dehor fonoassorbenti, e “sensibilizzando gli avventori” anche con cartelli e avvisi fuori dai locali. Non solo. Ai locali sarà vietato diffondere musica, anche dal vivo, dalle 23 alle 7 del mattino. E a tutte le ore con gli amplificatori. In caso di violazione delle nuove regole per più di una volta nel giro di sei mesi si rischia la sospensione e nei casi più gravi la revoca della licenza. Il secondo cardine è quello della convivenza civile: le regole prescrivono di “evitare assembramenti” che causano disturbo al riposo e alla tranquillità dei residenti, impedimento al passaggio di auto e pedoni nelle vie e nelle piazze, oppure ancora compromissione del decoro o l’igiene. Inoltre diventa permanente la cosiddetta “ordinanza vetro” che   vieta la vendita di bevande in bottiglie di vetro dalle 23 alle 7 del mattino. Tutto l’anno, questo, tranne che a Capodanno, e fatte salve alcune zone, per esempio quelle non toccate dal fenomeno della movida, che la giunta dovrà decidere di esentare.

Sesso e orge davanti al Duomo, il vescovo vuole recintare la piazza

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Il vescovo Luigi Negri, arrivato in Emilia da appena 100 giorni, vuole recintare la piazza del Duomo di Ferrara per evitare atti promiscui davanti al luogo di culto… Ma non è suolo comunale quello che si trova di fronte alle chiese? Il vescovo risponde così: “Vedremo cosa diranno il prefetto e il questore, il sindaco e tutte le autorità. Ma se le cose non dovessero cambiare, adotterò un intervento drastico: la recinzione della parte della piazza antistante all’ingresso del Duomo”.

La polemica era scoppiata sulle pagine del Carlino di Ferrara, dove Luigi Negri spiega: “Tornavo a casa alle tre di notte. C’erano persone intente in atti di promiscuità. Ho visto scene di sesso tra due ragazzi e un gruppo, evidentemente ubriaco, coinvolto in atteggiamenti orgiastici. Io non ho mai visto un postribolo. Ma l’idea era quella”. Come mai un vescovo torna alle tre di notte? Ferrara è una città in cui un vescovo deve fare le ore piccole per portare la parola di Cristo nella città? Un esempio di dedizione che davvero deve essere sottolineato.

Ma proprio dopo queste parole inizia un aspro dibattito tra politica, amministrazione e Università. Tutti si domandano se bisogna chiudere i locali, limitare gli orari o recintare la piazza. E’ il vescovo a mostrare la strada giusta da percorrere e illuminato dalla grazia propone di chiudere i bar gestiti in strutture che la Curia dà in affitto. “Il problema esiste, prosegue Negri su – La Nuova Ferrara – e va affrontato, senza girarsi dall’altra parte: è una questione di carattere morale e culturale”. La politica? Non c’entra, assicura l’alto prelato: “Ma cosa fanno le istituzioni in favore dei giovani? Ancora troppo poco. Certo, credo di avere smosso un po’ le acque stagnanti”.

Gelato vietato a Milano dopo mezzanotte?

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Chi pensa che Cenerentola sia solo una fiaba forse si dovrà ricredere. Negli scorsi mesi la giunta di Milano guidata dal sindaco Giuliano Pisapia ha posto dei vincoli ai locali delle aree cittadine più frequentate durante l’orario notturno. Molti milanesi, dopo la giornata in ufficio o nelle università, si ritrovano, sui Navigli, così come in zona Ticinese, nella zona dell’Arco della Pace, vicina al Parco Sempione, e in Corso Como, la via dei locali di ballo più frequentati della metropoli lombarda, e passano la serata tra un panino e una bibita. I cittadini che abitano in quelle vie si erano lamentati degli schiamazzi notturni così il sindaco aveva posto dei limiti alla vendita di panini, pizze e bibite dopo la mezza. Ora che sta per arrivare l’estate si scopre che il divieto riguarda anche i gelati.

I milanesi che vorranno gustarsi il gelato anche dopo la fatidica ora dovranno spostarsi nella periferia. La disposizione della giunta ha già scatenato numerose polemiche, come era prevedibile ora che il caldo è tornato anche a Milano. I commercianti hanno già protestato in modo piuttosto accesso, mentre la giunta per ora non ha preso posizione dopo che il caso è stato sollevato dagli organi di stampa. Sul suo profilo Facebook  Pierfrancesco Majorino, non ha saputo dare una risposta a chi gli chiedeva conto del divieto di gelato. L’assessore ai Servizi Sociali di Milano ha prima detto che “ mi dicono che è l’effetto della legge regionale.certo così non va bene”, per poi autosmentirsi così: “ sta cosa è una boiata pazzesca ma mi dicono che non è così”. Oggi il partito di Majorino, e maggior azionista della giunta Pisapia, il Pd, è secondo in molte piazze della città,  ma tutti i milanesi vogliono solo aver rassicurazioni sul loro gelato da degustare vicino all’Arco della Pace o lungo i Navigli.

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Ma una simile notizia poteva non far detonare una bomba? Ovviamente no! Ed è già arrivato l’hashtag adatto: #Occupygelato. Ma niente più gelato quindi? Gli assessori al commercio e alla sicurezza hanno spiegato che “Il divieto cui si fa riferimento riguarda l’asporto di cibo e bevande al di fuori dei locali che non dispongono di tavoli esterni (cosiddetto «plateatico»). Il locale, sia esso una pizzeria da asporto, un kebab, un bar, una gelateria, non ha alcun obbligo di chiusura, il cui orario è uguale a quello di tutti gli altri nelle zone della «movida», vale a dire le h 3 per le sale interne e le h 2 per il plateatico all’esterno. In tutto il resto della città, 95% in termine di superficie, 97% in termini di popolazione, 85% in termini di esercizi commerciali, 99% in termini specifici di vendita di gelati, è in regime di liberalizzazione totale”. Ma ci sono gelaterie coinvolte e amanti del gelato insoddisfatti e sono gli stessi commercianti a spiegare che la perdita economica sarà immediata: “Qui non si parla soltanto di sei gelaterie, ma si penalizza in realtà fino a 200 esercizi se consideriamo anche i bar che vendono prodotti confezionati e ghiaccioli e crêpes,” spiega Alfredo Zini vicepresidente dell’Epam, l’Associazione Provinciale Milanese dei Pubblici Esercizi. “É vero che sarà possibile mangiare in altre zone, fuori dall’area del divieto, ma vorrà dire comunque danneggiare una serie di imprenditori, favorendone altri”. Ecco allora che domani si terrà il gelato Mob in zona Ticinese, violando l’ordinanza, e mangiando gelato dopo le 24.

Morte nella movida romana

movida roma,

E’ sempre maggiore il numero dei giovani che rimane vittima di una serata fuori. Roma violenta, Roma abbandonata a se stessa, una città fuori controllo. Così ieri sera è stata l’ennesima notte di sangue in via Libetta, zona famosa per la presenza di numerose discoteche e altri locali. Un ragazzo romano di 23 anni, Alessandro Labozzetta, con precedenti, è morto dopo essere stato accoltellato, probabilmente da un coetaneo, in seguito a una lite. Il giovane è stato soccorso dal 118 e trasporto all’ospedale San Camillo dove è morto. Dopo attente indagini i carabinieri hanno arrestato un ragazzo. Un coetaneo del giovane romano di 23 anni, morto dopo essere stato accoltellato la notte scorsa in via Libetta a Roma, è stato portato in caserma dai carabinieri. La sua posizione è al vaglio degli investigatori. Il giovane morto è stato accoltellato intorno alle 2 nelle vicinanze di una discoteca di via Libetta al culmine di una lite. Soccorso dal 118 è stato trasportato all’ospedale San Camillo dove è morto poco dopo.

aggiornamento: emerge ora che i carabinieri hanno fermato due persone e le hanno portate in caserma perchè coinvolte nell’omicidio. Si tratta di due fidanzati, entrambi di circa 20 anni che sarebbero stati coinvolti nella lite con la vittima all’interno di una discoteca. Una volta usciti fuori da locale si sarebbe consumato l’omicidio.

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