La parabola dell’addetta delle pulizie: dalle opere gettate a testimonial in uno spot

anna-macchi-tuttacronacaLa rassegna d’arte contemporanea “Display Mediating Landscape”, in scena a Bari, dovrà fare a meno di alcune opere. Sono quelle che l‘addetta alle pulizie Anna Macchi, scambiandole per spazzatura, ha gettato. La donna, ora, sta vivendo una favola moderna: dopo aver buttato quattro opere, infatti, ora diventerà testimonial di una campagna di sensibilizzazione sul decoro urbano e sul senso civico. Spiega Repubblica che lo spot, finanziato dal Comune e dall’azienda di igiene urbana Amiu, sarà curato dall’agenzia barese Promostudio e le riprese inizieranno già nei prossimi giorni. La 47enne è fiera del suo lavoro e non si pente del suo gesto, visto che l’ha fatto inconsapevolmente e ora le sue caparbietà e tenacia “hanno colpito gli addetti del settore tanto da ideare un promo nel quale la donna dovrà, molto probabilmente, vestire i panni della tata urbana che rimprovera i cittadini sporcaccioni e quelli che non rispettano la pulizia e il decoro dei monumenti. L’idea è nata dopo la visione dell’intervista rilasciata dalla signora a Repubblica e che ha fatto il giro del web con oltre 100mila visualizzazioni”. La Macchi non nasconde l’emozione e ammette di essere tuttora frastornata da tanto clamore per quello che, secondo lei, altro non era che il suo dovere. Del resto il suo gesto è finito sulle pagine online dei giornali esteri mentre diverse trasmissioni televisive la vorrebbero ospite in studio. Dal canto suo, l’unica cosa che desidera è incontrare privatamente il sindaco Michele Emiliano per raccontargli di persona ciò che è successo all’alba di quel 19 febbraio.

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A Bologna arriva l’Error Day!

error-day-tuttacronacaDal 28 febbraio al 2 marzo a Bologna si celebra l’Error Day, per rendere omaggio a tutti gli abbagli, le sviste, le lacune, le inesattezze e gli inciampi grammaticali. L’idea è di Clelia Sedda e arriva da una sua certezza: “Il comune denominatore dell’umanità è l’errore”. E così l’attrice comica, musicologa e studiosa, con laurea e dottorato al Dams, docente all’università, ha pensato agli sbagli e a chi sbaglia:   “Quando si vive bisogna inciampare, cadere, prendere le botte. Se non fai errori e non li paghi non migliori”, dice l’ideatrice del bizzarro festival ospitato all’Accademia di Belle Arti con la consulenza artistica di Alessandra Berardi e Monica Demattè. Nel sito http://www.errorday.it e in Facebook, oltre al programma, Clelia Sedda ha raccolto divertenti gallerie: amori, musiche, famiglie, acconciature, invenzioni, loghi sbagliati. Ecco, tratta dal sito, una selezione sui messaggi sbagliati. Eccone alcuni esempi:

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Le opere d’arte scambiate per spazzatura: la mostra inizia ma loro sono al macero!

arte-macero-tuttacronacaTragico destino per alcune opere d’arte che, invece di venire esposte alla rassegna d’arte contemporanea “Display Mediating Landscape”, iniziata oggi a Bari nella sala Murat di piazza del Ferrarese e organizzata dall’associazione Flip di Napoli. Le opere, che erano conservate in alcuni cartoni, sono state notate da un’addetta alle pulizie che ha raccolto il tutto per poi consegnarlo al camioncino dell’Amiu, l’azienda dei rifiuti, che stava passando tra i vicoli di Bari vecchia alle 5 del mattino. Le opere erano state realizzate con materiali essenziali e quotidiani.

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Le orchidee come non le avete mai viste: una mostra fiabesca!

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Un vero parco di orchidee! Sono 6500 esemplari esposti ai Royal Botanic Gardens di Kew, noti anche come Kew Gardens, a Londra per una mostra che sarà visibile al pubblico fino ai primi di marzo. Per l’allestimento sono stati impiegati 20 orticoltori che hanno lavorato incessantemente per quattro settimane… il risultato è fiabesco!

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Quando la storia dell’Italia… passa per la tavola e le pubblicità

cibo-immaginario1-tuttacronacaEra iniziata il 3 dicembre scorso, al Palazzo delle Esposizioni di Roma, la mostra “Il Cibo Immaginario, 1950-1970 Pubblicità e immagini dell’Italia a Tavola”. Conclusasi il 6 gennaio, attraverso le pubblicità del cibo, ha raccontato la modernità italiana, permettendo ai visitatori di visionare oltre 300 immagini e pubblicità del ventennio. Fruibile attraverso un percorso ragionato che ha recupera un giacimento culturale che ha segnato la modernità italiana, la storia visiva è stata ripercorsa da ben 33mila visitatori, che hanno apprezzato il racconto di venti anni di vita e costume italiani attraverso iconografia, stili e linguaggi della pubblicità del cibo e dei riti del mangiare. Si è quindi trattato di un’affluenza record per la mostra ideata e curata da Marco Panella e prodotta da Artix in collaborazione con Coca-Cola Italia, Gruppo Cremonini e Montana.

Il percorso visivo è stato articolato in 12 riflessioni sulla vita quotidiana: dal paesaggio domestico al tempo libero, dalla seduzione alla famiglia, dalla voglia di salute al risparmio per arrivare ai volti e ai luoghi dell’Italia che, usando come tramite la pubblicità, hanno scandito il ritmo, i tempi e l’ambizione del proprio affrancamento sociale. Il curatore della mostra, Marco Pannella, ha dichiarato che “Il linguaggio scelto per raccontare questa storia italiana è stato principalmente quello della carta – pubblicità provenienti dai rotocalchi, locandine, depliant, agende per la casa, quaderni, cataloghi premio, fumetti, riviste – e poi quello del ferro arrugginito delle latte pubblicitarie e quello della plastica dei primi oggetti promozionali prodotti in serie”. E continua: “Ora, dopo il successo di Roma, la sfida de Il Cibo Immaginario è quella di continuare il suo racconto di storia italiana in altre città del Paese, dentro altri musei o anche dentro luoghi non convenzionali e, in tal senso, alcuni colloqui sono già stati avviati”. Il viaggio nel passato, quindi, non è ancora terminato.

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Come ti arredo una stanza da sogno…

jeeYoungLee-tuttacronacaLe foto arrivano dalla Opiom Gallery, in Francia, dove dal 7 febbraio al 7 marzo 2014 sarà possibile ammirare i set di ‘Stage of mind’, il progetto di Jee Young Lee. L’artista coreana, alla sua prima esposizione in Europa, porta i suoi autoritratti surreali, e privi di manipolazione digitale, dove appare immersa nei paesaggi onirici che lei stessa crea in uno spazio di Seoul che misura 3.6 x 4.1 x 2.4 m. Qui svuota la mente e riversa la sua fantasia per ricreare questi mondi paralleli, con grande pazienza e talento.

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La faccia che urla nelle lamiere del Word Trade Center

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La storia del Word Trade Center è destinata a proseguire e ormai quella tragedia si sta lentamente trasformando in un mito. Così nasce anche “l’angelo dell’11 settembre” ovvero una immagine che sarebbe nascosta tra le lamiere e raffigurebbe la faccia di una donna che urla. La si è già fotografata e postata sul web e come al solito le opinioni si dividono. C’è chi non ha dubbi che si tratti proprio di una faccia di una donna urlante e c’è invece chi parla di un semplice effetto di corrosione come un esperto interpellato dalla Nbc News che ha dato la sua interpretazione scientifica al fenomeno:

“La corrosione atmosferica è molto sensibile ai microclimi – ha spiegato P. Chris Pistorius professore di scienze dei metalli alla Carnegie Mellon University – Qui ci troviamo di fronte a un processo che ha colpito un metallo in modo non uniforme. Una mistura di sali, ossidi e aria, che ha contribuito a creare questo disegno”.

Ora in ogni caso la trave che apparterebbe a una di quelle parti dell’edificio colpite direttamente dal volo United 175 sarà esposta  al pubblico nel Museo e memoriale dell’11 settembre.

Tempo di Natale, tempo di Presepe… ma mini!

minipresepe-tuttacronacaC’è un’esposizione davvero originale al Museum Shop di piazzetta Nilo, a Napoli, proprio alle spalle della celebre statua del Nilo. Si tratta di una mostra “da guinness”, della quale già si parla e che sta attraendo numerosi visitatori in questo periodo pre-natalizio. Si tratta di Presepi in versione “mini”, che stanno nel palmo di una mano, in gusci di noce oppure in un calice d’argento e sono perfetti per iniziare a respirare l’aria festiva.

Critiche, ilarità e polemiche: la maxi-valigia apparsa a Mosca

maxivaligia-russia-tuttacronacaE’ alta e larga 9 metri e lunga 30 e ospiterà, dal 2 dicembre al 19 gennaio, la mostra “L’anima dell’avventura”, organizzata dalla famosa casa di moda Louis Vuitton e in cui verranno esposti gli oggetti personali di alcuni dei più celebri avventurieri del mondo a cavallo tra XX e XXI secolo. E’ la maxi-valigia che ha fatto la sua apparizione a Mosca, sulla celebre Piazza Rossa, che è stata accolta con le più diverse reazioni: la blogsfera ha scatenato la sua ironia, il partito comunista si è indignato e i difensori del patrimonio storico russo hanno criticato l’enorme baule griffato. Il ricavato della mostra, ha assicurato Mikhail Kusnirovich, titolare del Bosco dei ciliegi e gestore degli storici magazzini Gum, che hanno organizzato l’evento, sarà devoluto in beneficenza. E mentre non si spegne l’ilarità della rete, continua a infuriare l’ira dei comunisti nostalgici, che hanno denunciato la ‘profanazione’ della piazza, dove sorge il mausoleo di Lenin e dove sono sepolti i personaggi illustri della storia sovietica, sotto le mura del Cremlino.

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La ragazza con l’orecchino di perla a Bologna: le mostre “monoquadro”

ragazza-con-orecchino-di-perla-tuttacronacaLa ragazza con l’orecchino di perla di Vermeer verrà esposta a Bologna a partire dall’8 febbraio 2014 e già sono previsti migliaia di visitatori. Il dubbio che sorge è che si tratti, per molte persone, del richiamo di un’opera famosa molto più che una vera e propria cultura artistica. Fenomeno che accomuna l’arte mondiale ma che forse è più duro da digerire in un Paese che dell’Arte è stato culla e che pure ha eliminato dalle scuole l’insegnamento della Storia dell’Arte. Un evento quindi, come spiega La Repubblica:

A volte di opera ne basta una sola ed è un evento. Il San Giovanni Battista di Leonardo, a fine 2009, partì dal Louvre per arrivare a Milano. In un mese appena, il risultato furono 182mila visitatori. L’anno dopo, la Velata di Raffaello lasciò il fiorentino Palazzo Pitti per un tour americano on the road: Portland, Reno, Milwaukee. Come tappe del concerto di una stella pop. Nel 2011 il Narciso, che una parte della critica non attribuisce più a Caravaggio, si divise con mostre flash tra Montenegro (20mila biglietti in 13 giorni) e Cuba, dove ad aspettarlo erano in 60mila. In questo momento a Gerusalemme la star è l’Annunciazione di Botticelli, arrivata dagli Uffizi su un cargo. E c’è ancora chi raccoglie firme per “rimpatriare” per poco la Gioconda, sognando il grande happening. Il Vermeer di New York, che dall’8 febbraio 2014 sarà esposto a Bologna (a Palazzo Fava), è solo l’ultimo caso dell’opera d’arte nell’epoca della sua riduzione a feticcio.

E’ il critico d’arte Achille Bonito Oliva a spiegare: “Il pubblico ha bisogno di icone da cui partire. La ragazza con l’orecchino di perla è un’opera “interattiva”, una “acchiappasguardi” per visitatori che non necessitano di autorizzazione culturale. Vederla per loro è un atto liberatorio. Questo Vermeer sintetizza tutto il senso della luce dell’arte fiamminga, restituisce una visione tersa del mondo che il contemporaneo ha scompaginato e messo in crisi. Serve a sedare il nostro caos, ripristina un ordine visivo e psicologico. Facendo la fila per visitarla, si esprime il desiderio di trovare un rifugio mentre si vive in un’epoca opaca, controluce, ambigua”. Si cerca quindi un porto sicuro in un’epoca caratterizzata dall’incertezza, ma l’arte non dovrebbe essere solo questo, come precisa Gabriella Belli, direttore dei Musei Civici Veneziani che quest’anno ha portato a Palazzo Ducale l’Olympia di Manet per una mostra dedicata al pittore francese e al suo rapporto con l’arte italiana: “Le mostre devono essere occasioni di esperienza emozionale sì, ma anche di crescita culturale”. Riguardo all’Olympia: “In quel caso, l’opera ha trovato nuova vita perché innestata in una storia mai raccontata prima: era esposta per la prima volta con il suo modello di riferimento, la Venere di Urbino di Tiziano. Estrapolare un dipinto per “iconizzarlo” a me non interessa. Cristallizzarlo significa farlo morire, adorando il feticcio. Può essere divertente per qualcuno, ma il rischio è confinare l’arte in un’urna tombale. Un rischio, per altro, che in Italia si corre troppo spesso. Questo stile di mostra ha rovinato la storiografia e la museografia italiana”. E anche Tomaso Montanari, professore alla Federico II di Napoli, tiene a sottolineare come possa essere nocivo il creare dei feticci: “Dovremmo educare i cittadini a una dimensione contestuale e ambientale dell’opera d’arte. Ogni opera nasce da una relazione. Qui, invece, si distrugge il contesto e si tirano fuori i feticci. Che poi sono sempre quelli: un canone di 12 nomi con cui mettere in scena lo spettacolo. Così la missione dello storico dell’arte viene tradita. Per organizzare questo tipo di mostre-show basta una buona ditta di traslochi”.

Baci rubati: coppie gay nelle favolose chiese di Roma

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Una provocazione o meglio un  “atto d’amore per la Santa Romana Chiesa” così lo chiama l’artista e fotografo Gonzalo Orquìn, 31 anni, sivigliano trasferito da anni a Roma, che ha voluto fare un progetto fotografico nelle chiese romane. Un suo messaggio universale un po’ flash mob, un po’ iconografia da album di nozze, ma forse anche una velata protesta. I protagonisti, amici o conoscenti, si sono scambiati un atto d’amore, nelle prime ore della mattina, in chiese deserte per non urtare la sensibilità di nessuno ” Comunque nessun parroco si è accorto di nulla e non abbiamo mai avuto problemi”, ha rivelato il fotografo. Gli scatti di Orquìn sono in mostra a Roma da mercoledì 25 settembre.

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Architettura in miniatura… lo spazio diventa bonsai!

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Come mostrare le proprie opere? Questo si deve esser chiesto l’architetto giapponese Sou Fujimoto che per spiegare il proprio concetto di arte ha fatto ricorso a 120 modellini che ha poi esposto al Centro Culturale di Belem, nei pressi di Lisbona. Lo spazio diventa bonsai, ma lo stile dell’architetto è inconfondibile. L’architetto è divenuto famoso nel mondo per aver realizzato tra l’altro anche il  Serpentine Gallery pavilion a Londra.

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Putin in lingerie, scatta lo scandalo e la censura

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Una mostra davvero originale quella realizzata pittore Konstantin Altunin, che mostrava ritratti dedicati alle personalità russe, tra cui lo stesso presidente e il primo ministro Dimitri Medvedev… mostrati in slip e reggiseno. La polizia dopo appena una settimana dall’apertura dell’esposizione è intervenuta facendo chiudere il museo di di San Pietroburgo dichiarando che si trattava di “attività estremistiche” e non di opere d’arte. Oltre il quadro con Putin e Medvedev, nella mostra erano presenti altri ritratti che avevano scatenato polemiche e scandali come ad esempio il quadro dedicato al capo della Chiesa ortodossa russa, il Patriarca Kirill. Mostrato in bianco e nero, a torso nudo, con i tatuaggi di Lenin, Stalin, della Vergine Maria, con due teschi stampati sulle spalle.

 

Cosa succede se si fotografa un uomo… come se fosse una donna

foto-femminino-tuttacronaca“Con il mio lavoro cerco di riflettere una componente della mascolinità che è stata repressa a causa dei ruoli sociali. La dolcezza, le emozioni o la vulnerabilità sono state viste come inadatte al personaggio maschile. La stessa cosa accadeva, o accade, con le lacrime.” Così il fotografo israeliano Nir Arieli spiega all’HuffPost Arts la sua serie di ritratti intitolata Men, per la quale ha fotografato degli uomini utilizzando i canoni tradizionali della fotografia al femminile così come appare nelle pubblicità e nelle riviste. Arieli colloca i suoi modelli maschili in ambienti e posizioni, illuminazione e gesti che sono stati associati con il femminile per riflettere proprio su questo contrasto tra i ruoli.

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Gli scatti del primo concerto dei Beatles vanno in mostra in New Mexico

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Loro erano destinati al successo, e sarebbero stati conosciuti come i Fab Four. Lui, allora 18enne, era Mike Mitchell che poi diventò un famoso fotografo. Il luogo era il Coliseum di Washington. L’anno era il 1964 e quello il primo concerto della band che poi sarebbe diventata la più famosa del mondo e che cambiò per sempre la musica mondiale.  Ora le foto,  svelate nel 2011 durante un’asta di Christie’s a New York, andranno in mostra alla David Anthony Fine Art gallery di Taos in New Mexico. Sono documenti di un concerto mitico che per decenni non sono stati visibili. In quell’occasione Mitchell infatti non aveva con sé un flash e le scattò utilizzando solo la luce offerta dai riflettori dell’area.  Sui negativi rimasero impresse solo delle ombre evanescenti e scie di luce. Ora quei negativi sono diventati  un’interpretazione artistica di uno dei momenti che hanno definito la cultura pop, con l’aiuto delle tecnologie moderne e quasi mille ore di postproduzione al computer. Il passato icona e la tecnologia più moderna al servizio dell’arte in una mostra che ha il sapore di un viaggio onirico tra luci, scie e ombre.

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Hong Kong celebra Bruce Lee

bruce-lee-tuttacronacaE’ morto il 20 luglio 1973 Bruce Lee. Oggi, in occasione del quarantesimo anniversario dalla sua scomparsa, la Bruce Lee Foundation, in collaborazione con il governo di Hong Kong, ha presentato la vita di Lee tramite un’ampia mostra organizzata per l’occasione. In esposizione la famoa tuta gialla indossata dalla star delle arti marziali nel film “L’ultimo combattimento di Chen”, assieme ai suoi vari scritti e disegni.

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I ragazzi che “rubano” i vestiti alle compagne… ma solo per una foto!

jon-uriarte-coppia-tuttacronacaThe men under the influence... è la serie fotografica realizzata da Jon Uriarte, fotografo spagnolo classe 80, che ha ritratto alcuni amici vestiti con gli abiti delle loro compagne all’interno delle rispettive abitazioni. L’intenzione dell’artista era creare “una sensazione di perdita” negli uomini che sono ritratti. “Io non sono nè uno scienziato nè un antropologo, questo è un modo per esprimere la mia visione”, afferma Uriarte, che vive a Barcellona dove insegna fotografia nella Escuela Superior de Imagen y Diseño. L’idea nacque nel 2007, mentre rifletteva con gli amici su come era cambiato il concetto di coppia eterosessuale. Poi, resosi conto che non esistevano progetti simili, diede il via alla sua serie, alla quale ha dedicato “2,3 anni”. Circa il processo, lui stesso spiega: “Non è facile. Sono tutti amici e non è comodo: case estranee, abiti delle loro compagne, ambienti intimi.” Uriarte è diventato famoso dopo aver pubblicato la serie in Feature Shoot, una pagina di progetti artisitici. Solo in seguito diversi siti, come il blog del New York Times o il Daily Beast si sono interessati al suo lavoro. “Ora mi arrivano diverse richieste d’intervista che mi portano via molto tempo e ho dovuto ampiare l’hosting del mio sito e spenderci soldi” racconta. “Il lavoro ha avuto una notevole ripercussione, però fino ad ora non ho ricevuto nessuna retribuzione economica”. Alcune persone dicono che i ragazzi sembrano contenti nelle foto. “Io non credo, appaiono disorientati, sorpresi. A volte, per di più, facevo domande scomode per vedere come reagivano”.

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“Sei davvero mio amico”? Viaggia per il mondo per conoscere i contatti in Fb

tanja-fotografa-facebook-tuttacronacaQuante persone sono davvero “amici” tra tutti i contatti in Facebook? La fotografa Tanja Hollande voleva una risposta per questo quesito e così ha deciso di partire per un lungo viaggio intorno al mondo per cercare, e infine conoscere, tutte le 678 persone con cui è in contatto tramire il social blu. Il suo peregrinare è durato due anni e l’ha portata dall’Afghanistan a Jakarta. In questo lasso di tempo, Tanja ha incontrato tutti i suoi “amici social” e ne ha approfittato per fotografati nelle loro case, durante le loro attività domestiche quotidiane. Al termine della sua “missione”, ha realizzato sia un mostra fotografica che un libro in cui ha raccontato l’avventura vissuta in giro per il mondo.

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La mostra del British vietata ai minori

Cortigiane della casa Tamaya-tuttacronaca

La mostra del British Museum è per molti ma non per tutti! Così scatta il divieto che recita: ‘Minori di 16 anni solo se accompagnati”,  per quella mostra che dovrebbe richiamare l’attenzione di curiosi attratti dall’arte erotica giapponese. In esposizione, da ottobre, ci saranno le stampe nipponiche degli Shunga, genere che ha raggiunto il suo apogeo tra il XVII e il XVIII secolo. Quel divieto come ha spiegato il portavoce dello storico museo di Londra, è necessario per i contenuti di quest’arte in cui il sesso viene mostrato esplicitamente. In particolare saranno contenute nella mostra le scene erotiche di Katsushika Hokusai e quelle di Utagawa Toyoharu sulle “Cortigiane della casa Tamaya”, datate tra il 1770 e il 1780. Come ha detto il direttore Neil MacGregor “Si tratta di una scuola di formazione per prostitute e l’opera riassume tutte le conoscenze che una donna si riteneva dovesse fare proprie per diventare una cortigiana di talento”.

“I corpi del reato” sono in mostra a Napoli

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Una mostra insolita quella che oggi ha aperto a Napoli organizzata dall’Ufficio Reperti del Tribunale di Napoli con la collaborazione delle Soprintendenze napoletane per i Beni Architettonici e per il Polo museale con l’Ente Morale Biblioteca di Castel Capuano. In mostra sono andati gli oggetti utilizzati per commettere crimini, spesso anche efferati, ma che contribuiscono comunque a descrivere una parte della storia recente di Napoli. La mostra si spera che possa entrare a far parte di un progetto più ampio e di un’esposizione permanente presso un museo della giustizia che dovrebbe trovar sede a Castel Capuano, dove sorge il vecchio tribunale, ora usato per eventi a sfondo culturale. Il progetto dovrebbe rientrare nell’ambito del recupero del centro storico di Napoli, considerato patrimonio dell’Unesco.

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Oltre a grimaldelli, piedi di porco e armi, ci sono i famosi “pacchi” napoletani, quelle truffe che venivano vendute agli sprovveduti e fatti passare per grandi affari. Tra i “pacchi” ci sono naturalmente computer e oggetti tecnologici di vario genere,  registratori e  motociclette. Non mancano neppure le sezioni con i falsi capi d’abbigliamento griffati, oggetti che nascondono cavità in cui stipare droga, false invalidità, finte autoradio e sigarette contraffatte. Ma gli oggetti più interessanti, oltre a una maschera con le sembianze di Lino Banfi e un trono sequestrato a un boss, ci sono le riproduzioni di quadri celebri riprodotti e spacciati per autentici, che naturalmente sono stati sequestrati in diverse operazioni di polizia.

The Neighbors: il fotografo che spia i dirimpettai e li mette in mostra

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Il fotografo Arne Svenson ha presentato la sua nuova mostra alla Saul Gallery di New York, dal titolo “The Neighbors”. Gli scatti, per i quali ha utilizzato un teleobiettivo ereditato da un amico,immortalano quello che Svenson ha osservato per mesi dalla finestra del suo studio di Tribeca: i suoi “vicini”. Occhi puntati dunque sugli inquilini di un condominio di lusso fatto interamente di vetro e acciaio, che svolgevano le loro normali attività quotidiane completamente ignari dell’occhio indiscreto. Ma il progetto, dove non appaio i volti delle persone immortalate, ha dato l’avvio ad un acceso dibattito, con alcuni dei soggetti che hanno minacciato una denuncia per violazione della privacy. E, in riferimento all’impostazione voyeuristica, i molti si sono domandati fino a dove ci si possa spingere in nome dell’arte, per non violare le libertà individuali. Svenson, una sua versione ce l’ha e l’ha spiegata in un comunicato stampa. Secondo il fotografo, si legge, per i suoi soggetti “non esiste privacy, perché sono attori inconsapevoli che recitano davanti a uno schermo di vetro, dove il sipario è sempre alzato”. Aggiungendo che l’identità dei soggetti non è importante, perché i protagonisti del progetto rappresentano tutto il genere umano

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Al Palazzo delle Esposizioni di Roma porte aperte al videogioco

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La mostra Empire State – Arte a New York oggi, sbarca al Palazzo delle Esposizioni di Roma e tra i venticinque artisti contemporanei esposti spicca il software artist di Brooklyn Tabor Robak. Le sue opere però, come dimostra anche il suo sito, sono perfettamente fruibili tramite computer. “Sono felice del contrasto, e della tensione che scaturisce quando l’arte digitale affianca quella fisica, tradizionale – commenta Robak, intervistato dall’HuffPost – del resto non tutti i giorni nasce un nuovo mezzo d’espressione”. Presente a Roma con “Screen Peeking”, uno schermo diviso in quattro quadranti ognuno raffigurante un cibo diverso e un differente approccio, Robak “è uno dei primi artisti a riflettere sul grande cambiamento in corso oggi nella percezione umana in seguito ai progressi delle motion graphics sviluppate al computer”. Con questo lavoro, ci ricorda che “non è mai possibile l’accesso all’oggetto in sé, ma solo a una molteplicità di distorsioni ideologiche, e che le persone raramente condividono le stesse fantasie.” Il 27enne produce immagini utlizzando strumenti che generano un universo sintetico, ma riesce a perseguire un “effetto di realtà”. Per farsi un’idea del suo lavoro, un’ottima occasione è anche la visione del video Vatican Vibes, da lui prodotto nel 2011 per Fatima Al Qadiri.

Roboak, che letteralmente invita lo spettatore ad entrare nella sua opera, ora è riuscito a rendere il videogioco una forma d’arte che, in quanto tale, ha il diritto di comparire in un museo: “La resistenza al digitale è simile a quella che anche il cinema e la fotografia hanno dovuto superare. Le mie opere sono rivolte al pubblico degli appassionati d’arte, ma le realizzo adoperando i medesimi strumenti degli sviluppatori di videogiochi: ambienti virtuali 3D real-time. Ovviamente in ciò che creo non c’è l’aspetto prettamente ludico, né un punteggio da accumulare”. Questo stesso modo di fare altre, inoltre, permette di accedere, anche stando a casa, “alle opere originali, non alla loro riproduzione”. Ecco allora che la rete diventa, con le parole dello stesso artista, “un medium democratico, coerente con quella vasta parte della cultura, del commercio e della socializzazione che avviene virtualmente”.

Le auto dell’avvocato!

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A dieci anni dalla morte dell’Avvocato Giovanni Agnelli, una mostra al Museo Nazionale dell’Automobile di Torino ricorda il rapporto dell’industriale con le auto. Non solo l’interesse professionale, ma anche la passione personale per i motori, come testimoniano le sue vetture e gli scatti d’epoca riproposti nelle immagini della Stampa.
Sono dieci le automobili esposte, tutte personalizzate secondo il volere di Agnelli, che sono visibili fino al 2 giugno nel Museo che nel 2011 è stato intitolato a suo nome nella mostra “Le auto dell’Avvocato”.

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Castello di carte? No, di chewing gum!

 Jeremy Laffon-tutatcronaca-chewing gum-gomma da masticare-arte-artista L’artista francese Jeremy Laffon ha creato un’intricata struttura, molto complessa,  con un materiale insolito: ha usato la gomma da masticare in bastoncini alla menta! Il suo lavoro, che richiama alla mente i castelli di carte, verrà mostrato al Limousin Art Contemporain and sculptures, in Francia, dal 12 marzo al 23 Marzo 2013. La mostra ha un nome eccentrico: ‘chlorophénylalaninoplastomécanostressrhéologoductilviridiscacosmographigum’.

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L’arte della follia negli scatti di un atleta!

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Luca Tesconi non è solo il primo italiano che ha conquistato una medaglia alle Olimpiadi di Londra (argento nel tiro a segno, gara di pistola 10 m. aria compressa), ma anche un artista a 360 gradi dedito in particolare alla fotografia. Sabato si inaugura nella sua Pietrasanta la prima mostra personale, ospitata dal 9 al 31 marzo a Palazzo Panichi, in collaborazione con la Gestalt Gallery. Si chiama ‘Non Luogo’ e affronta un argomento decisamente forte: è quello che Tesconi definisce “un viaggio negli stati della mente” perché tratta di pazzia, demenza, di quelli che una volta venivano chiamati manicomi e sono stati chiusi dalle legge 180, la ‘Basaglia’ che ha affidato la cura dei malati psichiatrici alle strutture territoriali. Tesconi è andato in giro a fotografare sei di queste strutture ormai dismesse, “che in certi casi la natura si sta già riprendendo”, in Toscana, Lazio, Emilia e Lombardia, ripercorrendo la solitudine “di un mondo scomparso che però ancora c’é”.

TIRO: TESCONI SPARA CON IL FLASH, ECCO DOLORE EX MANICOMI

All’interno di questi che lui chiama “non luoghi della mente, e da qui il nome della mostra”, ha girato per ore, anche al buio, trovando, e immortalando con la macchina fotografica, “tracce di solitudine, del male di vivere e di disperazione, espresse attraverso scritte, disegni, schizzi di sangue e graffi sui muri. Le pareti di certe stanze raccontano storie terrificanti”. Voleva farlo da tempo, “perché ho sempre sognato di esplorare questi luoghi: fin da bambino sono rimasto colpito dai racconti di mio padre, rappresentante di psico-farmaci del manicomio di Maggiano.

TIRO: TESCONI SPARA CON IL FLASH, ECCO DOLORE EX MANICOMI

Il prossimo lavoro di Tesconi? “Voglio raccontare la storia di uno scultore delle mie parti fatto rinchiudere dal padre benché sano, dopo un violento litigio perché il vecchio, anche lui scultore, era dedito all’arte sacra e il figlio a uno stile futurista o ‘alla Modigliani’. Voglio raccontare di “Palla” perchè lui da una di queste strutture non è più uscito: il mio prossimo lavoro sarà dedicato proprio a lui, che passava il tempo a scrivere e a disegnare momenti di vita e scene degli altri ricoverati”.

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SUPERCATS! Colombia e in Kirghizistan vanno in mostra i gatti!

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Siamo ai lati opposti della terra eppure la passione per i felini domestici è la stessa. Le mostre per i gatti, le competizioni di bellezza e l’ostentazione del proprio animale sembra aver invaso la terra. Considerati come un componente della famiglia, viziati e coccolati, sono sempre più le famiglie che scelgono i gatti come animale da compagnia. Qui possiamo vedere i “super mici” quelli che sono stati messi “in mostra” in Colombia e Kirghizistan… belli, bellissimi… alcuni rari o inusuali ecco a voi i “Supercats”.

 

I coralli di Trapani del XVII e XVIII secolo

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I più straordinari capolavori dell’antica arte del corallo rosso in Sicilia, riuniti per la prima volta in un’unica grande esposizione, saranno i protagonisti a Catania dal 2 marzo al 5 maggio 2013 della mostra “I grandi capolavori del Corallo”. Simbolo della bellezza e perfezione del creato, materia prima con l’oro per meravigliosi oggetti di culto, arredi sacri e profani, il corallo e’ al centro  di questa mostra costituita da collezioni pubbliche e private che testimoniano come la lavorazione di questo straordinario materiale, in Sicilia e in particolare a Trapani, sia assurta a vera e propria arte.

Una mostra per ridere e ricordare: Albertone a Roma!

Sordi e Roma: un matrimonio indissolubile. A 10 anni dalla sua scomparsa, la città lo celebra con una serie di eventi e una mostra dedicata al comico più famoso del mondo!

L’esposizione al Complesso del Vittoriano sarà visibile dal 15 febbraio al 31 marzo. Un viaggio nella vita dell’uomo prima che una celebrazione dell’artista, tra ricordi commoventi, conosciuti e sconosciuti, si intraprende un percorso per entrare in contatto con Alberto in una modalità diversa e sorprendente. Chi può non ricordare l’abito de ‘Il marchese del Grillo’? Ma in mostra ci saranno anche  il salvadanaio in terracotta a forma di bufalo datogli da sindaco di Kansas City, il berretto ‘pieno di orgoglio’ de ‘Il vigile’, una stupenda foto di lui bambino che gioca a calcio e poi i luoghi in cui l’attore ha vissuto e quelli in cui ha ambientato la maggior parte dei suoi film. E ancora, il pianoforte che Sordi suonava nei momenti di relax, la poltrona da barbiere che troneggiava in bagno, la bicicletta con cui scorazzava nel parco, la macchina da scrivere personale, il baule con gli attrezzi da ginnastica e la benedizione di Giovanni Paolo II.

 

 Tante cose .

Tra ricordi e nostalgia arrivano i motorini anni ’70

ciao  '70

Alla tradizionale “Mostra Scambio di Novegro” (che quest’anno si terrà dal 15 al 17 febbraio) di auto, moto, cicli e ricambi d’epoca non mancheranno marchi che hanno fatto la storia del motociclismo italiano, primo fra tutti Piaggio con il Ciao, e poi Vespa e ancora Gilera, Garelli,Fantic Motor, Moto Morini, Malaguti, Peugeot ma anche piccoli costruttori, magari comparsi per pochi anni e altrettanto rapidamente scomparsi. Lungo il percorso storico si potranno ammirare infatti anche marchi quali Guazzoni, Aspes, Testi, Malanca, SWM, ecc.

Testimonianze di nostalgici che portano i loro ricordi “Rosso portanumeri gialli, si chiamava Gr2 come un giornale radio. Quanti pomeriggi passati nel campetto dietro casa a saltare, derapare e dare gas tra le sterpaglie. Era il “mio” Gilera 50 cross, erano gli anni settanta, era la mia prima moto. Poi ci sono stati un Ciao verde Kawa che mi costò uno scafoide rotto e un mese di gesso e un Garelli Gulp con motore vip 2 verniciato di verde nitromartellato manco fosse un tornio”.

“Motorino, cinquantino. Con lui ci si è sentiti motociclisti per la prima volta, con lui per la prima volta ti sei sporcato le mani di grasso e sei tornato a casa che puzzavi di miscela al 3%. La prima volta che timidamente hai cambiato un getto, poi è stato tutto il carburatore, quindi il cilindro, e sempre con lui hai raggiunto la prima volta gli 80 chilometri orari. La prima volta non si scorda mai… Già, e chi se la dimentica la copertina di Motociclismo dedicata al Ciao, dove la ragazza in sella aveva il giubbotto slacciato sul seno? Tutte prime volte: fatte di ricordi indimenticabili con cui siamo cresciuti, diventati indipendenti e motociclisti.” Questo lo dobbiamo sempre a loro: i cinquantini!

Una mostra simbolo di un “mito moderno”!

Quale lato della forza hai? What forces shape you?

Arriva la mostra di Star wars a Edmonton, Canada e puoi scoprire la tua vera identità vagando tra memorabilia e reperti di Guerre Stellari. Nell’esposizione sono raccolti circa duecento reperti provenienti dagli archivi della Lucasfilm: modellini, costumi e materiali di scena, la maggioranza dei quali vengono esposti per la prima volta. Ma la mostra non si limita a questo, si è pensato a un percorso interattivo che, alla fine della visita, porterà il pubblico a conoscere meglio se stesso. Niente filosofia spiccia o derive New Age, uscendo dal Telus World of Science di Edmonton, i visitatori sapranno perfettamente quale personaggio di Star Wars rappresenta al meglio la loro vera natura. Lo spazio espositivo, infatti, è arricchito da schermi touch-screen in cui appaiono alcune domande sulla propria way of life: origini, amicizie, mentori, eventi che influenziano la nostra vita, valori e scelte fondamentali.

Più Darth Vader (Dart Fener) o Luke Skywalker?

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In mostra il missile di Hitler… era destinato a Buckingham Palace

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