Si tratterebbe di omicidio volontario l’accusa mossa dalla Procura dei minori di Trieste nei confronti delle due 15enni che avrebbero ucciso Mirco Sacher, il pensionato di 66 anni delle ferrovie trovato morto in un campo della periferia di Udine. Su questa base la Procura ha chiesto e ottenuto dal Gip una nuova misura cautelare di quattro mesi in comunità nei confronti delle ragazzine. Le due quindicenni dovranno rimanere quindi un altro mese – fino all’ otto agosto – nelle strutture in Veneto e Lombardia dove sono ospitate dall’otto aprile. Secondo quanto si è appreso, una volta che dalla Polizia scientifica di Roma giungeranno i risultati degli esami tecnici biologici e sul Dna, le indagini potrebbero essere chiuse.
Da vittime a carnefici questo l’iter che sembrerebbe essere alla base delle indagini sull’omicidio di Mirco Sacher, il pensionato, ex ferroviere 66enne, amico di famiglia di una delle 15enni che lo ha ucciso. La perizia effettuata sui cellulari delle ragazze ha portato alla luce una scomoda verità. Appena quattro giorni prima di morire Sacher scriveva a una delle 15enni “Grazie, Ci penso ancora. E’ stato bellissimo”. Poi c’è stata la testimonianza di un ragazzino che ha ammesso di aver “comprato” anche lui una prestazione sessuale da una delle due. Ma altri reati stanno pendendo sul capo delle 15enni. Sembrerebbe infatti che qualche giorno prima dell’uccisione di Sacher le ragazze avessero rapinato un anziano. Lo schema, secondo quanto ricostruito dagli investigatori, era semplice: sembrare disponibili, poi derubare i malcapitati e minacciare denunce per violenze sessuali.
Quel 7 aprile, secondo gli inquirenti, i 3 si sarebbero appartati in una strada laterale e le due ragazzine poi sarebbero saltate addosso all’uomo e lo avrebbero soffocato. Omicidio volontario questo è il verdetto della perizia che verrà depositata la prossima settimana.
Il video riporta anche la testimonianza del direttore della scuola frequentata dalle 15enni. La scuola aveva, come più volte è stato ribadito, allertato le famiglie, che le ragazze si sarebbero trovate a rischio bocciatura, a causa dei loro comportamenti e dei profitti.
Una donna di 70 anni è stata uccisa nella sua casa a Serramanna, nel Cagliaritano. Maria Santoro è stata colpita da diverse coltellate. L’ultimo a vedere l’anziana è stato il nipote della vittima, un uomo di circa venti anni, ascoltato dai carabinieri. Il delitto è avvenuto in un appartamento in via XXV Aprile, poco dopo le 21.
L’autopsia effettuata oggi sul corpo di Mirco Sacher non conferma la morte per soffocamento anche se le lesioni riscontrate sono plausibili. Il problema però è più complesso perché il quadro clinico riscontrato nel corso delle analisi porta ad evidenziare un quadro complesso e poco chiaro, frutto di una dinamica non semplice da interpretare. Insomma siamo in un giallo che è un “mistero buio” che forse ci vorrà del tempo per arrivare a una soluzione che rimetta insieme le tante tessere del puzzle. Ora si attendono le perizie tossicologiche e poi, in 30 giorni, dovrebbero essere pronte le analisi istologiche. Quel che è sempre meno probabile è l’ipotesi che l’uomo volesse violentare una delle due ragazze.
Il ferroviere in pensione di Udine non è morto naturalmente ma è stato ucciso. Questa è la prima verità sul giallo di Udine e nulla può più lasciar ombre di dubbi su una morte naturale come si era ipotizzato nei giorni scorsi. Intanto le famiglie restano chiuse in un silenzio totale dietro le porte delle loro abitazioni. Ieri una delle due mamme si era lasciata sfuggire «Mia figlia non può avere guidato l’auto, perché non ne è capace» e adesso forse ne sono convinti anche gli inquirenti che stanno cercando di dissipara la matassa di un omicidio davvero complesso.
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