“Napolitano è il nonno di Montecristo”: il nuovo attacco di Grillo

nonno_montecristo-tuttacronacaNuovo attacco di Beppe Grillo che si scaglia contro il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, secondo il leader del M5S, avrebbe deciso di “mollare” Letta e nominare “Renzie” in seguito alle rivelazioni pubblicate sul libro di Alain Friedman in cui Monti, De Benedetti e Prodi ammettevano di essere stati consultati “prima della crisi economica del 2011 e non dopo, per sostituire un presidente del Consiglio eletto in regolari elezioni, oltrepassando così i suoi poteri”. Grillo, in un post dal titolo “Il nonno di Montecristo”, scrive: “Napolitano è il nonno di Montecristo il protagonista di una riedizione moderna del famoso romanzo “Il conte di Montecristo”. Edmond Dantès venne imprigionato per opera di tre nemici, ognuno dei quali ottenne qualcosa dalla sua condanna. Fernand Mondego ne sposò la fidanzata, Danglars da scrivano di bordo divenne comandante della nave Pharaon al suo posto, Gérard de Villefort, il giudice responsabile della sua incarcerazione, fece carriera come sostituto Procuratore del Re”. E ancora racconta: “La scorsa settimana è andata in onda una sceneggiata per costringere Napolitano a dimettersi e a nominare Renzie. I protagonisti sono tre persone alle quali si può imputare tutto, ma non l’ingenuità. Prodi, Monti e De Benedetti rilasciano a suo tempo dichiarazioni (filmate!) al giornalista Friedman ben sapendo che sono delle vere e proprie bombe. Attestano infatti che il presidente della Repubblica si mosse, prima della crisi economica del 2011 e non dopo, per sostituire un presidente del Consiglio eletto in regolari elezioni, oltrepassando i suoi poteri”. Il leader pentastellato insiste: “Quei filmati sono una lettera di licenziamento preparata con cura e tenuta in un cassetto, i cui contenuti, guarda caso, sono pubblicati un giorno prima che sia discusso l’impeachment in contemporanea sul Corriere della Sera, con due pagine, e dal Financial Times, con il titolo “The italian job” in copertina. Edmond Napolitano non ci sta e grida al fumo “Fumo, solo fumo!”, ma oltre al fumo c’è anche, ineludibile, l’arrosto e un impeachment alle porte. Molla quindi Letta e riceve Renzie, che poco dopo diventa il candidato unico alla presidenza del Consiglio. L’impeachment non viene neppure discusso, ma letto e liquidato dalla commissione in venti minuti netti. Un record mondiale. Un nuovo mistero per il romanzo d’appendice del Quirinale. Però, nonostante Napolitano abbia evitato un pubblico dibattito parlamentare sull’impeachment, cominciano a circolare voci insistenti sulle sue dimissioni a breve, dopo l’insediamento del nuovo governo”. Conclude quindi il comico ligure: “Ora, a pensar male si fa peccato, disse Andreotti, ma spesso ci si azzecca. Dei tre protagonisti del feuiletton Prodi è candidato a succedere a Napolitano, De Benedetti è il primo sponsor di Renzie e Rigor Montis, che ha ritirato ad horas la fiducia del suo partitino a Letta è un possibile candidato per la presidenza di una Commissione Europea”.

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“Siamo proprio una gabbia di matti”: parola di Prodi

romano-prodi-tutacronacaDopo le polemiche che hanno preso il via dal libro di Alan Friedman, sugli incontri nell’estate 2011 tra Napolitano e Monti, Romano Prodi si limita a commentare: “Siamo proprio una gabbia di matti”. Ha quindi precisato la sue posizione: “Con riferimento alle polemiche attorno a presunte rivelazioni di Alan Friedman, confermo di avere incontrato Mario Monti, di avere avuto un colloquio con lui e di avere pronunciato le esatte parole che lo stesso giornalista mi attribuisce (‘Mario non puoi far nulla per diventare presidente del consiglio, se te lo offrono non puoi dire di no per cui una persona più felice di te non ci può essere al mondò). Ma nel corso di quel colloquio non ci fu alcun riferimento al presidente Napolitano”. Nel frattempo, Bruno Tabacci è intervenuto alla trasmissione di Radio2 Un giorno da pecora nel corso del quale ha mostrato di non aver dubbi: il Sindaco di Firenze sarà premier la prossima settimana. Alla domanda: vede la possibilità di un Letta Bis?, risponde invece: “Il Letta Bis me lo aspettavo da un mese e non credo nemmeno si possa andare al voto”. Quindi Renzi sarà premier la prossima settimana? “Mi sembra evidente, non ci sono le condizioni per fare altro, Renzi dovrà diventare premier. E’ necessario darci un governo lungo”.

Mario Monti: “Contatti con il Colle erano riservati, mai parlato”

Mario-Monti_tuttacronacaDopo il clamore suscitato dalle anticipazioni del libro “Ammazza il gattopardo” di Alan Friedman, su un presunto contatto tra Giorgio Napolitano e Mario Monti nell’estate 2011, quando Silvio Berlusconi ancora rivestiva la carica di premier, Mario Monti prende la parola nel corso della trasmissione Omnibus di La7. L’ex presidente del Consiglio ha smentito di aver parlato di conversazioni avute con il Colle circa un suo possibile incarico a Palazzo Chigi. “E’ assurdo ritenere che io abbia detto a Carlo De Benedetti o a Romani Prodi i dettagli di mie conversazioni riservate con Giorgio Napolitano” ha detto Monti.

Berlusconi vuole il voto: “No all’impeachment ma alzare i toni”

berlusconi-voto-tuttacronacaDopo il “golpe” di Napolitano, Berlusconi prepara le prossime mosse e sceglie di non andare fino in fondo con l’impeachment ma di arrivare al voto non appena venga approvata la legge elettorale, tenendo saldo il tavolo sulle riforme con Renzi. L’ex premier ha deciso per il silenzio, salvo dare ordine ai suoi di scaldare il clima, mostrando da parte sua una calma “politica”. Con i suoi, ragiona che non è un caso che la ricostruzione di Friedman sia comparsa, nello stesso giorno, su un giornale dell’establishment italiano come il Corriere e su un giornale dell’establishment internazionale come il Financial Times, entrambi un tempo pronti a festeggiare l’arrivo di Monti. Ma un altro segnale è anche il fatto che testimonino del “complotto” Romano Prodi e Carlo De Benedetti, mentre la ricostruzione è confermata dallo stesso Monti.Come scrive l’Huffington Post:

Prodi, De Benedetti e Monti. Tre figure ostili che nella prospettiva del Cavaliere rappresentano uno che vorrebbe fare il capo dello Stato della sinistra (Prodi), il nemico economico e politico per definizione, nonché tessera “numero 1” del Pd di Matteo Renzi (De Benedetti), e uno che cerca incarichi in Europa dopo aver stretto con Renzi un patto di ferro (Monti). E allora si capisce l’analisi che l’ex premier consegna ai suoi dopo aver chiuso i giornali: “Stanno cambiando cavallo”. I fantini in questione sarebbero i poteri forti. Il cavallo scelto sarebbe Renzi. Una gara che passa attraverso l’indebolimento di Giorgio Napolitano, il grande tutore del governo Letta. Delegittimare Napolitano per archiviare il suo governo e aprire l’era Renzi, questa l’operazione secondo l’analisi del Cavaliere. Che però resta oscura sul “come”, se cioè attraverso le urne o attraverso un manovrone di Palazzo.

Da queste riflessioni, la scelta di alzare sì i toni ma senza arrivare fino in fondo sulla richiesta di impeachment senza unirsi a Grillo. Perfino Daniela Santanchè, a Piazza Pulita, non ha pronunciato la parola “impeachment”: “Quello che è emerso – dice – dimostra che aveva ragione Berlusconi a denunciare il complotto”. E con questo termina l’arsenale polemico del Cavaliere.

Perché l’obiettivo è il voto. Sondaggi alla mano, da giorni l’ex premier ha cambiato di nuovo idea. Ritenendo che, con la nuova legge elettorale, le elezioni tornano a essere la best option. E – paradossalmente ma non troppo – le dimissioni del capo dello Stato sarebbero controproducenti: “Il nuovo presidente – è il ragionamento dell’ex premier – lo deve eleggere il nuovo Parlamento, non questo”. Da cui uscirebbe una figura ostile, alla Prodi. Non è un caso che una vecchia volpe come Giuliano Ferrara, ascoltato consigliere nei momenti difficili, si affretti a registrare un video sul Foglio per spiegare che chiedere l’impeachment di Napolitano è un errore perché rischia di rianimare un governo morente. Tenere sulla corda il capo dello Stato, ma senza affondare è proprio l’ordine che dirama Berlusconi da Arcore. Convinto, anche in questo modo, di giocare di sponda con Renzi che non vuole andare a palazzo Chigi senza elezioni. Ma che vuole il voto una volta approvata la nuova legge elettorale. E chissà se è una coincidenza, ma la dichiarazione più importante a difesa del capo dello Stato, quella di Renzi, arriva per ultima. Come fosse un atto dovuto. Segnali, appunto.

Napolitano si difende con una lettera: “Fumo, solo fumo”

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L’asse Forza Italia e Movimento a 5 stelle con presunti colpi di Stato e complotti internazionali che sono poi sfociate sulla richiesta di impeachment stanno davvero creando un solco nell’opinione pubblica che oggi si interroga sul Presidente Napolitano e si schiera a favore o contro alle tante ipotesi che nelle ultime ore si sono succedute dopo la pubblicazione da parte del Corriere della Sera di alcuni passaggi di ”  Ammazziamo il Gattopardo”, il libro di Alan Friedman in uscita.

Il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha inviato una lettera al Corriere della Sera su quanto accadde l’estate del 2011, dopo le dichiarazioni fatte da Mario Monti nel libro di Alan Friedman. “Complotto? Fumo, solo fumo”, ha detto il Capo dello Stato a quanto si legge sul sito del quotidiano. Così il Capo dello Stato:

In una lettera inviata al direttore del Corriere della Sera Ferruccio de Bortoli, Giorgio Napolitano non nega di aver incontrato Mario Monti diverse volte nel suo studio durante l’estate del 2011, ma fornisce la sua versione dei fatti che precedettero la formazione governo guidato dal Professore, definendo come «fumo, solo fumo» le confidenze personali fatte da Carlo De Benedetti ad Alan Friedman e «l’interpretazione che si pretende di darne in termini di complotto».

Nessuna difficoltà, certo, a ricordare di aver ricevuto nel mio studio il professor Monti più volte nel corso del 2011, e non solo in estate: conoscendo da molti anni (già prima che nell’autunno 1994 egli fosse nominato Commissario europeo su designazione del governo Berlusconi), e apprezzando in particolare il suo impegno europeistico che seguii da vicino quando fui deputato al Parlamento di Strasburgo. Nel corso del così difficile – per l’Italia e per l’Europa – anno 2011, Monti era inoltre un prezioso punto di riferimento per le sue analisi e i suoi commenti di politica economico-finanziaria sulle colonne del Corriere della Sera. Egli appariva allora – e di certo non solo a me – una risorsa da tener presente e, se necessario, da acquisire al governo del paese.Nessuna difficoltà, certo, a ricordare di aver ricevuto nel mio studio il professor Monti più volte nel corso del 2011, e non solo in estate: conoscendo da molti anni (già prima che nell’autunno 1994 egli fosse nominato Commissario europeo su designazione del governo Berlusconi), e apprezzando in particolare il suo impegno europeistico che seguii da vicino quando fui deputato al Parlamento di Strasburgo. Nel corso del così difficile – per l’Italia e per l’Europa – anno 2011, Monti era inoltre un prezioso punto di riferimento per le sue analisi e i suoi commenti di politica economico-finanziaria sulle colonne del Corriere della Sera. Egli appariva allora – e di certo non solo a me – una risorsa da tener presente e, se necessario, da acquisire al governo del paese.

Intanto anche Enrico Letta prende le difese del Capo dello Stato:

 ”Nei confronti delle funzioni di garanzia che il Quirinale ha svolto nel nostro Paese in questi anni, in particolare nel 2011, è in atto un vergognoso tentativo di mistificazione della realtà. Le strumentalizzazioni in corso tentano infatti di rovesciare ruoli e responsabilità in una crisi i cui contorni sono invece ben evidenti e chiari agli occhi dell’opinione pubblica italiana ed europea”.

E il premier ha poi aggiunto:

“di fronte a una situazione fuori controllo, si attivò con efficacia e tempestività per salvare il Paese ed evitare quel baratro verso il quale lo stavano conducendo le scelte di coloro che in queste ore si scagliano contro il presidente Napolitano”.

“Stupisce – sostiene Letta – la contemporaneità di queste insinuazioni con il tentativo in corso da tempo da parte del M5S di delegittimare il ruolo di garanzia della Presidenza della Repubblica. A questi attacchi si deve reagire con fermezza. E si devono semmai ricordare agli smemorati le vere responsabilità della crisi del 2011, i cui danni economici, finanziari e sociali sono ancora una zavorra che mette a repentaglio la possibilità di aggancio della auspicata ripresa economica”.

Napolitano interpellò Monti nell’estate 2011: FI insorge

napolitanoemonti-tuttacronacaE’ Alan Friedman a ricostruire, nel libro “Ammazziamo il Gattopardo”, i passaggi che hanno portato ad una nomina in pectore da parte del Colle per Mario Monti, chiamato a sostituire Berlusconi ben prima della fine dell’anno. Stando a quanto riporta il giornalista,  Giorgio Napolitano consultò il professore e ne sondò la disponibilità a fare il presidente del Consiglio già nell’estate del 2011, quindi in tempi non sospetti. Lo ribadisce anche Carlo De Benedetti, che testimonia di aver parlato a lungo con Monti. “Mario, non puoi fare nulla per diventare presidente del Consiglio, ma se te lo offrono non puoi dire di no. Quindi non ci può essere al mondo una persona più felice di te”, questo il consiglio. Friedman domanda quindi a Monti: “Con rispetto, e per la cronaca, lei non smentisce che, nel giugno-luglio 2011, il presidente della Repubblica le ha fatto capire o le ha chiesto esplicitamente di essere disponibile se fosse stato necessario?” Risposta: ‘Sì, mi ha, mi ha dato segnali in quel senso’. “Parole che cambiano il segno di quell’estate che per l’Italia si stava facendo sempre più drammatica. E che probabilmente porteranno a riscrivere la storia recente del nostro Paese”, scrive poi il giornalista nel libro edito da Rizzoli. Anche Romano Prodi sostiene la tesi del giornalista: anche a lui, infatti, Monti avrebbe chiesto consiglio. Alla fine lo stesso professore, dopo essersi schermito, ammette: “Il Capo dello stato mi ha chiamato”. Napolitano, invece, ha rifiutato qualsiasi intervista e qualsiasi commento. Le rivelazioni sono state invece commentate da Renato Brunetta e Paolo Romani, capigruppo di Forza Italia a Camera e Senato: “Apprendiamo con sgomento che il capo dello Stato, già nel giugno del 2011, si attivò per far cadere il governo Berlusconi e sostituirlo con Mario Monti. Lo conferma lo stesso Monti. Le testimonianze fornite da Alan Friedman non lasciano margine a interpretazioni diverse o minimaliste”. E continuano spiegando che tutto questo “non può non destare in noi e in ogni sincero democratico forti dubbi sul modo di intendere l’altissima funzione di presidente della Repubblica da parte di Giorgio Napolitano. Ci domandiamo se sia rispettoso della Costituzione e del voto degli italiani preordinare un governo che stravolgeva il responso delle urne, quando la bufera dello spread doveva ancora abbattersi sul nostro paese”. E concludono: “Chiediamo al capo dello Stato di condurre innanzitutto verso i propri comportamenti un’operazione verità. Non nascondiamo amarezza e sconcerto, mentre attendiamo urgenti chiarimenti e convincenti spiegazioni”. Le anticipazioni del libro di Friedman sono state pubblicate dal “Corriere della sera”.

Monti stacca la spina?

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Per Scelta Civica il Governo può avere un futuro solo se s’impegna a fare le riforme in tempi rapidi… ma la maggioranza per fare le riforme richieste da Monti sembra non esserci più ora che Forza Italia è passata all’opposizione. Nessun incontri inoltre sarebbe previsto in questa settimana tra il premier Letta e il senatore Monti, invece il leader di Scelta Civica sarebbe a lavoro per contribuire alla definizione di alcuni impegni programmatici precisi e verificabili, sulle riforme per promuovere la crescita e favorire l’occupazione, in particolare dei giovani. Monti, si assicura, è fiducioso che si vada in questa direzione, ma, “ove tali impegni non venissero chiaramente assunti dal governo e dalla nuova maggioranza”, ritiene che, fermo restando “il suo grande apprezzamento per la figura del presidente del Consiglio”, Scelta Civica “dovrebbe riflettere prima di assumersi la responsabilità di continuare a far parte in modo organico di una maggioranza che non desse un chiaro segno di svolta riformatrice”.

La Legge di Stabilità rende instabili le cariche, ma non Letta

letta-tuttacronacaSarebbe pronto a presentare le dimissioni Stefano Fassina, mentre Mario Monti già ieri ha lasciato il suo posto come presidente di Scelta Civica. Ma questo non destabilizza il premier Letta che, intervistato dal Tg1 sulle possibili nuove fibrillazioni nella maggioranza ha spiegato: “Ormai sono abituato a convivere con la instabilità. Certo, parlerò con Monti e Fassina, ma sono convinto che sono questioni che ci consentiranno di essere più forti”. E ha aggiunto: “È stata votata la legge per l’abolizione del finanziamento ai partiti con il pasaggio al 2 per mille, sembrava impossibile, invece si possono fare le riforme per la trasparenza e una politica più credibile”. Riguardo la presunta prudenza nel taglio del costo del lavoro ha invece sottolineato: “Noi abbiamo messo a disposizione 5 miliardi di euro in tre anni di riduzione di tasse per i lavoratori. Il Parlamento e le parti sociali decideranno come usare questi 5 miliardi di euro e io spero che li usino al meglio per far sì che il beneficio fiscale vada a chi ha più bisogno, penso alle famiglie con più figli”. Ma non poteva mancare una parentesi sul congresso del Pd e sulla possibilità che Matteo Renzi venga eletto segretario: “Non lo temo, anzi spero che ci sia forte impegno, una forte leadership perchè i problemi sono complicati”. Quindi ha aggiunto: “Ho bisogno di leadership forti, di partiti coesi e di un governo come il nostro che, nonostante difficoltà e instabilità, ha voglia di affrontare i problemi per come sono e soprattutto di mettere in campo le soluzioni”.

La scelta di Angelino: Berlusconi mette Alfano a un bivio

berlusconi-alfano-tuttacronacaMinistri Pdl a palazzo Grazioli ieri dove, dopo un incontro di circa tre ore, Berlusconi ha concluso con un: “Caro Angelino, sono d’accordo con te che un sedere può stare in una sola poltrona e tu potresti cominciare a dare l’esempio, magari lasciando la guida del Pdl”. Il primo ad arrivare in via del Plebiscito era stato proprio il delfino, dopo che l’ex premier aveva avuto un incontro con Ghedini e non era del migliore degli umori. All’ora di pranzo si sono aggregati anche i ministri Lorenzin, De Girolamo, Lupi e Quagliariello, con i quali si è discussa la legge di stabilità, che al leader non piace eccessivamente, la riforma elettorale e la compattezza della coalizione. E se anche si cerca di tener separate le vicende del governo da quelle personali, i piani s’intrecciano e Berlusconi, quando si è toccato il tema dello slancio di cui ha bisogno il governo ha espresso la sua richiesta ad Alfano: passo indietro, “dal governo o dal partito, in modo che potrai occuparti meglio dell’uno o dell’altro”.Sembra che il vicepremier abbia lasciato l’onere della scelta al Cavaliere, di modo che, in caso di reimpasto di governo, sia lui a doversela vedere con Letta, che non sarebbe per nulla favorevole all’opzione. Ma quello che realmente Berlusconi vuole non è tanto una poltrona, che sia da ministro dell’Interno o da vicepremier, piuttosto il ruolo di segretario del Pdl, per il quale è pronto a combattere nel consiglio nazionale del Pdl che potrebbe essere convocato a breve anche su richiesta della pattuglia dei lealisti guidata da Fitto, con il quale ha avuto un lungo incontro in serata da cui non è trapelato nulla. Quello che è certo è che l’ex premier continua a ripetere “non possiamo stare con i carnefici della nostra storia politica”. Il problema è che il governo potrebbe andare avanti grazie ai voti di una parte del Pdl, da qui la necessità di muoversi con i piedi di piombo. Nel frattempo continua a slittare il voto sulla decadenza nell’aula del Senato, che potrebbe arrivare fino a gennaio ma che permette a Berlusconi di circondarsi di un’aura da “martire” della democrazia. L’opuscoletto che intenderebbe diffondere “sulle aggressioni giudiziarie subite” diventerà di fatto il primo passo della campagna elettorale che si va aprendo e che, secondo i calcoli di Berlusconi, dovrebbe portare il Paese al voto a primavera.

Mario Monti si dimette da presidente di Scelta Civica

mario_monti-dimissioni-sceltacivica-tuttacronacaMario Monti, con una nota, ha rassegnato le sue dimissioni da Scelta Civica dopo che oggi un gruppo di undici senatori di Sc hanno presentato una dichiarazione sulla Legge di Stabilità che viene intesa da Monti come “una mozione di sfiducia nei miei confronti”.  Nella nota si legge: “La presidenza verrà assicurata dal vicepresidente vicario Alberto Bombassei, fino all’attivazione delle procedure previste dallo Statuto per la nomina del nuovo presidente. Domani lascerò il gruppo Sc del Senato e chiederò l’iscrizione al gruppo misto. Nella mia veste di senatore a vita, non verrà meno il mio impegno per contribuire all’affermazione di quei valori e di quella visione per i quali, confido, quanti hanno aderito al progetto di Scelta Civica per l’Italia continueranno a battersi”. E continua: “Sulla base degli elementi resi noti dal governo sul disegno di legge Stabilità approvato martedì sera, ho avuto ieri scambi di opinioni all’interno di Scelta Civica, in particolare con i presidenti dei Gruppi parlamentari al Senato (Susta) e alla Camera (Dellai), con i responsabili economici (Lanzillotta, Ichino, Zanetti) e con il portavoce politico (Della Vedova). Su tale base, nella serata di ieri ho rilasciato una dichiarazione come presidente di Scelta civica. Vi si esprimeva una prima valutazione, secondo la quale il ddl Stabilità appare soddisfacente quanto al rispetto dei vincoli europei, timido per quanto riguarda la riduzione delle tasse, insoddisfacente per quanto riguarda l’orientamento alla crescita”, sottolinea Monti. “Oggi, dal canto loro, undici senatori appartenenti al Gruppo di Scelta Civica – Albertini, Casini, De Poli, Di Biagio, Di Maggio, D’Onghia, Luigi Marino, Merloni, Olivero, Lucio Romano, Maurizio Rossi – hanno rilasciato una loro dichiarazione congiunta. È difficile non convenire con il pochissimo che viene detto in ordine alla valutazione del ddl (‘è un primo passo nella giusta direzionè). Ma vi è un quid specifico, di rilievo politico, che permea la dichiarazione, unisce le posizioni tenute di recente dagli undici firmatari e le connette ad un altro senatore di Sc, che non è tra i firmatari in quanto fa parte del governo, il ministro della Difesa Mauro”, avverte il senatore.  Da fonti di Scelta Civica, si apprende che il vice presidente vicario di Scelta Civica Alberto Bombassei sta per convocare un’assemblea plenaria dei deputati e senatori di Sc e degli organi di partito che si terrà martedì alle 12 alla Camera.

A monte la Legge di Stabilità per Monti?

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Mario Monti non ci sta a sentire dagli organi di stampa che Scelta Civica avrebbe condiviso le scelte della Legge di Stabilità e lo dice chiaramente “Abbiamo alcune riserve, pur se un giudizio approfondito e definitivo non è ancora possibile, anche perchè il testo del ddl non è disponibile”, afferma il leader di Scelta Civica.

E poi aggiunge: “Offriamo qui alcune prime osservazioni, che il Governo vorrà forse prendere in considerazione in vista delle ulteriori decisioni, in particolare sui ddl collegati, che dovrà assumere nei prossimi giorni. Il ddl stabilità ci sembra:

– Soddisfacente per quanto riguarda il rispetto dei vincoli europei, che appare assicurato (salvo maggiori chiarimenti sulle coperture).

– Timido per quanto riguarda la riduzione delle tasse. Tale riduzione – necessaria e possibile in questa fase non più caratterizzata dall’emergenza – potrebbe essere sensibilmente maggiore, a vantaggio delle famiglie, delle imprese e della competitività.

Ciò sarebbe possibile se si rimodulasse l’Imu per concentrare il beneficio sui meno abbienti e, soprattutto, se si affrontasse la riduzione degli sprechi e della spesa pubblica senza farsi intimidire dalle opposizioni sindacali, corporative e di taluni enti territoriali. Se vi è davvero, nel governo, un partito delle ‘sentinelle antitasse’, esso ha operato poco e male. Alla fine, il piccolo sollievo che avranno i contribuenti non deriverà tanto da questa modesta manovra, quanto dal ‘premio’ (come lo ha chiamato il presidente Letta) per essere usciti nel maggio scorso dalla procedura d’infrazione per disavanzo eccessivo. Cosa che non sarebbe avvenuta se a suo tempo si fosse data retta agli appelli perentori a violare i vincoli europei, che provenivano da più parti politiche”.

“- Insoddisfacente per quanto riguarda l’orientamento alla crescita. Vi sono poche tracce di riforme strutturali, che costituiscono la via maestra alla crescita (e la sola vera ragione che giustifica una grande coalizione, seriamente intesa). Ma su questo fronte, il più importante di tutti, sarebbe prematuro un giudizio definitivo a questo stadio – prosegue Monti -. Cruciale è l’occasione di venerdì prossimo, con i ddl collegati, veicolo appropriato all’adozione di provvedimenti di riforma. SC ha fornito nei mesi scorsi alcune precise propose di riforme realizzabili, alcune delle quali appaiono già ‘mature’ nel dibattito tra i partiti. Lunedì scorso, 14 ottobre, SC ha sottoposto al presidente Letta un documento (‘Elementi per un contratto di coalizionè, disponibile sul sito di SC) che articola e integra tali proposte per dare sostanza a quel ‘vero e proprio nuovo patto’ tra le forze politiche della maggioranza che lo stesso presidente ha dichiarato necessario, nel suo discorso sulla fiducia del 2 ottobre scorso – conclude il leader di Scelta Civica -. La posizione che Scelta Civica terrà nell’iter parlamentare dipenderà dalla misura in cui il governo vorrà e saprà accogliere le preoccupazioni sopra indicate”.

Monti blocca l’Imu, non sarà possibile diminuirla!

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I regali di Monti prima di lasciare il governo li attendevamo tutti… ma pensavamo che alla vendetta, perchè a questo punto solo di vendetta si può parlare, ci potesse essere un limite, ma non c’è. Mario Monti, scelto da Giorgio Napolitano come salvatore della patria, qualche giorno prima di lasciare vuota la sedia da premier decide di fare la “mossa del giaguaro”.

Dell’Imu gli italiani non si libereranno più! L’ha bloccata Monti il 22 aprile 2013. 

Nel consiglio di ministri di ieri, in silenzio, Mario Monti ha di fatto blindato la misura più impopolare del suo governo, garantendo all’Europa che tutto il gettito dell’imposta sarà disponibile anche dopo il 2015.

Non era scontato. L’imposta sugli immobili, protagonista della campagna elettorale appena conclusa, nei piani originari del governo era in realtà un’imposta a tempo. Meglio, un anticipo in versione “rafforzata” dell’imposta già decisa dal governo Berlusconi e che sarebbe entrata in vigore nel 2014. A differenza di quanto previsto dalla legge sul federalismo fiscale targata Tremonti -Calderoli, Monti aveva anticipato l’entrata in vigore dell’Imu al 2012. Con due differenze: l’estensione dell’applicazione alla prima casa (esentata da Tremonti) e calcolandola sul 160% della rendita catastale (rispetto al 105% precedentemente previsto). In questo modo l’Imu targata Monti ha garantito un gettito di circa 12 miliardi all’anno superiore a quello della versione più soft varata dall’ex ministro dell’Economia. A legislazione vigente, dopo il 2015, l’Imu sarebbe tornata “light”. Insomma, via quella sulla prima casa e via la rivalutazione delle rendite prevista da Monti.

Il problema è che, con la versione light, i conti pubblici dopo il 2015 non tornerebbero. Il punto è che Monti vuol farli tornare a tutti i costi. Per questo, nel Def presentato alla Commissione speciale, aveva inserito due previsioni: una con l’Imu confermata in cui filava tutto liscio, e una senza l’Imu con la necessità di una manovra lacrime e sangue per il 2015.

Insomma ancora una volta gli italiani devono pagare l’incapacità totale di una classe governativa incompetente che deve far quadrare il bilancio a lacrime e sangue. Se si pensasse a levare il finanziamento pubblico ai partiti, a tassare maggiormente gli alcolici e le scommesse, se si provvedesse a far fruttare i beni requisiti alla mafia e non a lasciarli deperire per inerzia della giustizia, magari non ci sarebbe bisogno di strangolare gli italiani. Ma un giorno Monti riuscirà ad avere un incubo per tutti i suicidi che ha e che avrà sulla coscienza? Ora che ha fatto l’ultimo inchino alla Merkel e l’ultima vendetta contro il suo popolo può andarsi a prendere la residenza tedesca e lasciarci in pace tra lacrime, sudore e sangue?

Grillo prospetta il premier: CORRADO PASSERA!

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“Destra e sinistra erano già alleati prima con Monti. Lo saranno ancora con un altro presidente del Consiglio: Corrado Passera”. Così Beppe Grillo, leader del Movimento 5 Stelle, in una intervista pubblicata oggi in esclusiva sul sito di Wired Italia e sulla versione iPad del numero di marzo del mensile.

Avanti popolo… pagate la Morgan Stanley!

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Perché il Tesoro italiano versa soldi nelle casse della Morgan Stanley, nota banca newyorkese? Il tutto ha avuto inizio il 3 gennaio scorso quando in Italia imperversavano i bunga bunga o le notizie glamour del natale appena passato, che, nel silenzio più assoluto e nella massima disattenzione da parte dei media, si è effettuato il trasferimento di denaro.   Sono stati gli stessi vertici della Morgan Stanley ad aver comunicato che l’esposizione verso l’Italia è scesa da 6,268 a 2,887 miliardi di dollari: una differenza di 3,381 miliardi corrispondenti a 2,567 miliardi di euro, circa un decimo della manovra “salva-Italia” varata dall’esecutivo Monti.

La banca newyorkese si è limitata ad annunciare trionfalmente il recupero della somma, che veniva versata per estinguere un’operazione di derivati finanziari. Il governo italiano ha stangato i pensionati e i contribuenti in genere per andare a onorare un debito proprio con una delle banche più potenti d’America. L’unico giornale a porre delle domande senza aver risposte è stato L’espresso che ha cercato con un articolo di Orazio Carabini, di far emergere la questione… ma in tempo di elezione gli argomenti scomodi vengono messi a tacere… dalla MPS, alla Morgan Stanley, dagli scandali di Bossi ai processi di Berlusconi.

Monti vs Berlusconi: il premier sfida l’ex premier!

Dopo la proposta shock di Berlusconi di restituire l’Imu e di tagliare la spesa pubblica di 80 miliardi nei prossimi 5 anni, Monti chiede un confronto in tv. biliardo31

Insider trading e aggiotaggio! In MPS si aggrava la situazione.

Tito Salerno, procuratore di Siena, sta valutando l’apertura di un procedimento penale per insider trading ed aggiotaggio trattandosi di società quotata presso un mercato regolamentato nazionale.

Intanto è arrivato in procura Ettore Gotti Tedeschi per chiarire le operazioni inerenti all’acquisizione di Antonveneta.

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Sicuramente MPS fa tenere il fiato sospeso alla sinistra… E’ quella macchia indelebile che non puoi cancellare, ma solo nascondere. E la finanza è un labirinto perfetto dove candeggiare i panni sporchi… Ieri MPS perdeva il -8% oggi vola in borsa! SOLDI, POTERE E GIOCHI SPORCHI che invece si trasformano in biancheria pulita. Il MPS è in realtà una voragine da 14 mld (se basta!). Una banca per amici di amici, che ora si puntano il dito uno contro l’altro. MA TUTTI SAPEVANO E NESSUNO HA DETTO! E PER FORTUNA CHE SIAMO NELLA SINISTRA CON I CONTI TRASPARENTI… LA SINISTRA CHE ATTACCA LA DESTRA… LA SINISTRA CHE CI HA ILLUSO CHE LORO ERANO DIVERSI… CHE DELUSIONE!

Monti: “Non attacco Bersani ma il Pd c’entra” (L’INTOCCABILE BERSANI!) 
“Il Pd c’entra in questa vicenda” perché “ha sempre avuto molta influenza sulla banca e sulla vita politica” di Siena. Così Mario Monti, ai microfoni di ‘Radio Anch’io’ a proposito della vicenda Monte dei Paschi di Siena. “Io – ha però aggiunto il leader di Scelta Civica – non sono qui per attaccare Bersani, ma il fenomeno storico della commistione fra banca e politica che va ulteriormente sradicato” perché è una “brutta bestia”.

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Pannella rientrato in clinica e Monti in visita.

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Il Monti incerto! Parla di auguri, di ripresa nel 2013 e Cdm per raccolta firme

Il miei voti per l’Imu! Berlusconi con Monti, ma aboliamo la tassa sulla casa

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Ovazione dal Pdl per Monti… ora si aspetta solo la notizia ufficiale!

Alfano, Alemanno e Berlusconi in un’unica voce all’unisono che grida MONTI BIS!

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Amici e nemici della Lega: Monti no, Alfano sì!

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L’infastidito Bersani su la stucchevole candidatura di Monti:

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Montezemolo conferma il suo “sì” a Monti se scende in campo

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Svolta nelle candidature? Pdl con Monti e Mario a sorpresa va al vertice PPE

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Monti candidato? Il web si mobilita per la raccolta firme!

LA DITTATURA BERSANI FA PAURA!

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Vertice Monti-Fini a Palazzo Chigi

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Il Prof Monti: “non si trattano i cittadini come piu’ sprovveduti di quanto siano”

Sprovveduti? Forse disinformati, dalle falsità politiche! 

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Barroso saluta Monti complimentandosi

BERSANI LIVIDO DI RABBIA?

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Ormai l’Idi grida al miracolo e si rivolge al Papa

L’Istituto dermopatico dell’Immacolata di Roma si rivolge al Papa per fermare la scure di Monti sulla Sanità Pubblica.

Benvenuti in Italia… ora andiamo in Vaticano!

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Monti: “innoviamo il SSN!”

Ammazzateci tutti!

Benvenuti in Italia!

“Un altro governo tecnico sarebbe una sconfitta”, parola di Monti

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NON SONO ACIDA, SONO DIVERSAMENTE IRONICA. E SPARGO INSINCERE LACRIME SU TUTTO QUELLO CHE NON TORNA PIU'

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