La prostituzione dilaga e non conosce crisi in Abruzzo così il sindaco di Montesilvano Attilio di Mattia prova a prender spunto dal «Box del sesso» di Zurigo e apre un «Love parking»: «Un parcheggio dove consumare il rapporto sessuale in sicurezza: molti penseranno che sia un incitamento al fenomeno ma non lo è. E’ solo un ulteriore tentativo di puntare sullo zoning per autoregolamentare la situazione», ha detto il primo cittadino.
Il sindaco poi ha precisato «Me lo chiedono a gran voce le mamme, che non vogliono uscire con i loro bambini e mostrare loro questo degrado: cosa devo fare? Abbiamo provato a multare i clienti ma il fenomeno non è diminuito».
Le circostanze sono simili anche a Controguerra dove l’ex sindaco Mauro Scarpantonio ha iniziato puntando sullo zoning, intensificando i controlli in alcune aree e lasciandone scoperte altre meno vicine al centro abitato, dove indurre il fenomeno a spostarsi: «Ho dovuto smettere perché sono stato convocato dal prefetto di Teramo che mi ha avvisato che potevo essere perseguito per favoreggiamento». L’amministrazione ha allora lanciato delle convenzioni partecipate con cittadini e aziende per concedere loro di chiudere come strade private delle vie pubbliche in corrispondenza delle loro abitazioni o fabbriche. Poi nel 2007 l’amministrazione ha emesso un’ordinanza comunale grazie alla quale è possibile sanzionare chi pratica contrattazione per prestazioni sessuali: «Le circa 80 multe del valore di 500 euro date ogni anno hanno contribuito a migliorare la situazione». E a spostare le prostitute negli appartamenti, come accade anche a San Salvo: «Nel nostro Paese il fenomeno è diverso – racconta il sindaco Tiziana Magnacca – perché si concentra nelle case vacanza sul lungomare che d’inverno vengono affittate a ragazze che chiedono compenso in cambio di prestazioni sessuali. Non ci va bene: dobbiamo tutelare la popolazione e anche le ragazze dallo sfruttamento». L’amministrazione comunale si sta rivolgendo alle forze dell’ordine per condurre indagini su eventuali organizzazioni criminali che le gestiscono: «La prostituzione non è reato perseguibile, lo sfruttamento della stessa sì, ma non è facile liberarsene». Insomma, una piaga che si può spostare, confinare in alcune aree ma non debellare. Per questo il fine ultimo delle amministrazioni dei paesi colpiti è uno solo: abrogare alcuni comma o invalidare e riscrivere da zero la legge Merlin per dare una regolamentazione seria alla prostituzione.