Allarme ambientale ad alta quota: l’Everest trasformato in discarica

everest-spazzatura-tuttacronacaDal mese di aprile chi scalerà l’Everest dovrà ricordarsi della nuova regola che proprio il mese prossimo entrerà in vigore. Madhu Sudan Burlakoti, funzionario del ministero del turismo del governo nepalese, ha infatti deciso che gli scalatori dovranno tornare a valle con almeno otto chili di spazzatura raccolta, oltre ai propri rifiuti. Non si conoscono ancora le sanzioni previste, ma le autorità sono pronte a intraprendere azioni legali contro chi non rispetterà la nuova regola. La decisione è stata presa perchè, a causa delle tonnellate di immondizia abbandonata negli anni dagli alpinisti, l’Everest sta diventando la più alta discarica del mondo.

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Il rifugio ideale per una fuga dal mondo

rifugio-tuttacronaca-solvay-hutUna fuga dal mondo ad alta quota. E’ quanto offre il Solvay Hut, il rifugio che si trova a 4003 metri d’altezza sul Cervino, tra Italia e Svizzera. Aggrappato sulla cresta Nordest della montagna (Hörnligrat), il rifugio venne costruito nel 1915 con l’ausilio di animali per il trasporto dei materiali. Lo spettacolo che offre è quello del Monte Rosa, panorama che possono godere gli alpinisti in transito, visto che è un punto di sosta pensato appositamente per loro. Il Solvay Hut è di proprietà del Club Alpino Svizzero, con un telefono installato nel 1966 per chiamare i soccorsi.

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Non si lascia nulla di intentato: il caso Ragusa, si cerca il corpo in montagna

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L’ennesima sensitiva e ancora qualcuno che afferma che il corpo sarebbe in montagna. In particolare la sensitiva avrebbe individuato in un bosco alle pendici del versante lucchese del Monte Serra il luogo dove sarebbe sepolto il corpo di Roberta Ragusa, l’imprenditrice pisana scomparsa dalla sua abitazione di Gello di San Giuliano Terme (Pisa) due anni fa. Secondo la sensitiva il cadavere dell’imprenditrice sarebbe stato sepolto in un canalone in un’area boschiva di Castelvecchio di Compito (Lucca) a una profondità di poco più di un metro. Le ‘visioni’ della veggente sono state riferite dai suoi conoscenti, gli stessi che l’avrebbero accompagnata sul posto, mente lei ha preferito rimanere nell’anonimato. La sensitiva non e’ piu’ in Toscana ma e’ tornata a casa sua in Romagna e quindi e’ probabile che solo nei prossimi giorni o settimane, se le verifiche degli inquirenti necessitassero di ulteriori accertamenti, i carabinieri e la donna torneranno sul Monte Serra per procedere con gli scavi.

Ma dall’altra parte si muove anche l’avvocato di Antonio Logli, unico indagato per omicidio e occultamento di cadavere, in concorso con il padre e la nuova compagna, Sara Calzolaio, che ha dichiarato:

”E’ chiaro che ogni ricorrenza acuisce il dolore dei figli, anche in conseguenza del clamore mediatico che si scaglia contro il padre indicandolo come unico responsabile già condannato davanti all’opinione pubblica”.

Tuttavia l’avvocato non si è sbilanciato ancora su quale sarà la linea difensiva che adotterà ”Prima di qualunque decisione – ha concluso – aspettiamo la convocazione della procura per un eventuale interrogatorio che ancora non ci e’ pervenuta. Tuttavia, trattandosi di una attivita’ investigativa, l’interrogatorio potrebbe essere programmato solo alla scadenza dei termini per le indagini. In ogni caso valuteremo solo in quel momento se rispondere o no ai magistrati, anche se non si puo’ escludere che, una volta ricevuto l’avviso di chiusura indagini da parte della procura e quindi leggeremo le carte, decideremo di fornire chiarimenti”.

Lutto nel mondo delle quattro ruote: l’ultimo traguardo di Mauro Nesti

Mauro-Nesti-1982-tuttacronaca17 volte campione italiano, 9 volte europeo, 450 gare vinte. Sono i risultati a parlare di lui e ad avergli fatto guadagnare l’appellativo di “re delle cronoscalate”. Mauro Nesti sapeva che ogni curva poteva essere l’ultima mentre scalava a tutta velocità le montagne, ma è stata la malattia a vincere su di lui. Il pilota si è spento il 13 novembre nella sua casa a Bardalone, in provincia di Pistoia, all’età di 78 anni. Erano gli anni ’50 quando il toscano con la battuta sempre pronta, superstizioso, maniaco della preparazione, aveva iniziato a correre. Prima con le moto, per poi capire che la sua vocazione era un’altra: i bolidi a quattro ruote. Dopo l’esordio con una Abarth, prestatagli dal cugino, al campionato italiano di velocità, Nesti ha tentato la strada della Formula 3 ma senza successo. Solo in seguito il suo nome inizia ad essere conosciuto, quando trova degli sponsor disposti a finanziargli la carriera nelle cronoscalate. La prima vittoria risale al 1972, sulla Cesana-Sestriere, negli anni in cui le gare in salita erano seguite tanto quanto il rally. Le auto il cui volante impugnerà, Lola, Chevron, Osella e Bmw dall’incredibile potenza (160 Cv al litro), sono costruite su misura per “l’imperatore delle salite” che non si prendeva mai sul serio e che era diventato il beniamino del pubblico anche per la sua simpatia. Nesti, dopo una vittoria, era in grado di dire “Ho fatto tre curve alla grande: Peccato che non c’era un bar. Mi sarei pagato da bere”. Il tragico incidente del giovane concittadino Fabio Danti durante la Caprino-Spiazzi del 2000, nonché un altro serio incidente che coinvolge lui stesso con la Breda/Bmw sulla Salita del Costo ad Asiago nello stesso anno, lo spingono ad abbandonare l’idea di continuare a correre ai più alti livelli, anche se non annuncerà mai ufficialmente il proprio ritiro, apparendo in occasioni veramente sporadiche in gare destinate a vetture di Scaduta Omologazione (VSO). Nelle Auto Storiche, tornerà anche a vincere alcune gare. Dopo di che, l’ostacolo più grande, quella malattia che ha avuto la meglio su di lui. “Se leggete queste righe vuol dire che ho perso la gara più impegnativa della mia vita. Voglio salutare tutti i miei tifosi e gli amici ringraziandoli per l’affetto che mi hanno sempre dimostrato”

Rupee: un cane sul tetto del mondo

cane-rupee-himalaya-tuttacronacaJoanne Lefson, ex giocatrice professionista si golf, tempo fa aveva trovato un cucciolo in fin di vita abbandonato in mezzo alla spazzatura nella città montana di Leh. La sportiva l’ha preso con sè e rimesso in sesto con dieta vegetariana ricca di proteine, uova e riso bollito. Dopo di che Rupee, questo il nome del cane,  ricevuto l’ok del veterinario, ha potuto accompagnare la sua nuova amica sul tetto del mondo: i due, dopo un cammino di dieci giorni durante il quale non si sono mai separati, hanno raggiunto quota 5.364 metri. E Rupee è stato il primo cane a scalare l’Himalaya.

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Il mistero della “montagna” di Gratta e Vinci nel cuore di Napoli

grattaevinci-tuttacronacaStrana segnalazione quella che è giunta questa mattina alla redazione de Il Mattino: un lettore racconta infatti di una montagna di Gratta e vinci che ha fatto la sua apparizione lungo le strade di Napoli. Si legge: “Gentile Redazione, stamattina all’incrocio tra Via Del Sole e Via Sapienza in prossimità del vecchio policlinico credevo di essermi imbattuto nel solito cumulo di rifiuti. Guardando meglio mi sono reso conto che quella montagna di carta che invadeva addirittura la strada era in realtà composta da migliaia di “gratta e vinci”. Sorvolando sulla singolarità dell’evento c’è da chiedersi come sia possibile che in pieno centro e in prossimità di un ospedale possa essere stato compiuto tale scempio senza che i trasgressori siano stati bloccati dalle forze dell’ordine. Inoltre c’è da chiedersi chi si disfa di migliaia di “gratta e vinci” mai grattati?” Verrà svelato il mistero?

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Un cacciatore scambia un uomo in cerca di funghi per una preda: spara

cacciatore-funghi-tuttacronacaIncidente in provincia di Rovigo, a Trecenta, nel secondo weekend della stagione venatoria. Qui un uomo era andato a funghi ma un cacciatore deve averne scambiato la sagoma per una preda. Senza sincerarsene, ha premuto il grilletto. Fortunatamente la rosa di pallini che ha centrato il fungaiolo non era di grosse dimensioni e non l’ha ferito gravemente. E’ stato comunque portato in ospedale a Trecenta. Al momento i carabinieri sono alla ricerca del cacciatore, per ora ignoto.

“La montagna dovrebbe servire per salire, …

montagna-tuttacronaca… ma anche, e soprattutto, per discendere. Verso la gente.”

-Alberto Bevilacqua-

Morti in montagna: a 3000 mt muore alpinista colpito da sassi.

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Altre vittime in montagna dove un alpinista altoatesino è morto, colpito da una scarica di sassi staccatasi dalla vetta, mentre compiva un’escursione a quota 3.250 sui monti della Valle Aurina ai confini con l’Austria. La disgrazia è avvenuta nel pomeriggio sul Monte Lovello. L’alpinista stava scalando insieme ad altri due compagni  quando, a causa di avverse condizioni meteo, dalla vetta sono caduti alcuni sassi che hanno centrato l’uomo che si è accasciato a terra, esanime ma ancora in vita. I soccorsi non sono riusciti ad arrivare, in particolare l’elicottero  della protezione civile non è riuscito ad atterrare per le proibitive condizioni del tempo e per una forte nebbia che avvolgeva l’intera zona. Gli uomini del soccorso alpino sono sbarcati dal velivolo in un rifugio e poi hanno raggiunto il posto dell’incidente a piedi. L’altoatesino è però deceduto poco dopo il loro arrivo. A causa della forte nebbia non è stato possibile trasferire a valle la salma, che è stata composta in quota e che sarà traslata a valle domani.

Altro incidente si è invece registrato sulle Alpi Marittime  dove un escursionista di 31 anni, Michele Brenta, è stato trovato morto dalle squadre del Soccorso Alpino della Valle Gesso.   L’uomo era partito ieri da Valdieri (Cuneo) per un’escursione solitaria. A dare l’allarme era stata la sua fidanzata, che non lo aveva visto rientrare.

Infine è stata ritrovata la coppia di escursionisti francesi dispersi dopo essere partiti ieri mattina per un’escursione lungo il sentiero attrezzato Amalio Da Pra, a Domegge di Cadore, nel bellunese. Ieri sera intorno alle 20 il gestore del rifugio Baion, sul versante sud delle Marmarole nel comune di Domegge di Cadore, ha segnalato il mancato rientro della coppia. I due, un uomo e una donna cinquantenni, erano partiti in mattinata per un’escursione lungo il sentiero attrezzato Amalio Da Pra ed erano attesi di nuovo per cena e pernottamento. I due, passata mezzanotte, sono stati ritrovati al bivacco Fanton, nel terriorio di Auronzo. La coppia, che non ha saputo spiegare il giro fatto, aveva completamente sbagliato sentiero, scavalcando il confine. Sono quindi stati avvisati i gestori del rifugio Baion che i due stavano bene e avrebbero passato la notte in bivacco e fatti rientrare i soccorritori ancora in ricerca.

Trovata morta la coppia dispersa sul Gran Paradiso

Maria Teresa Pieri- Walter Corniati-tuttacronaca

La coppia che si era persa 2 giorni fa sul Becca di Gay, versante torinese del Gran Paradiso, è stata ritrovata morta.  I cadaveri di Walter Corniati, 61 anni, e Maria Teresa Pieri, 57 anni, entrambi escursionisti esperti, sono stati individuati dal soccorso alpino in un torrente. I due sarebbero sprofondati nella neve, prima di finire nel corso d’acqua.

 

Coppia dispersa nel torinese, avviate le ricerche

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Una coppia. esperta e ben attrezzata, è dispersa sul Becca di Gay, in Valle Orco, nel Torinese. Erano partiti dal rifugio  Pontese per raggiungere la cima, a 3.600 metri, ma poi hanno rinunciato, lasciando che un loro compagno completasse l’ascesa con un’altra comitiva. Al suo rientro al rifugio, quest’ultimo si è accorto che i suoi amici non erano tornata e ha dato l’allarme.

Morte in quota… precipitano 3 giovani alpinisti

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3 vite spezzate dopo una caduta. Sono precipitati nel vuoto mentre scalano in cordata sul Gran Zebrù (3.859 metri), nel gruppo dell’Ortles, a quota 3.500 metri, in Alto Adige, sulla parete Ovest. I tre giovani, Matteo Miari, 22 anni, nato a Feltre (Belluno) ed ora residente a Parma, Daniele Andorno, 45 anni di Novara e Michele Calestani, 43 anni, anche lui residente a Parma, facevano parte di una cordata che stava scalando la vetta. La comitiva, che proveniva da  Santa Caterina Valfurva, aveva sostato al Rifugio Pizzini prima di affrontare prima di affrontare la salita. Per affrontare l’ascesa la comitiva si era divisa in due gruppi e poco dopo le 8.30, all’inizio della scalata si è verificata la tragedia. I corpi sono stati recuperati dal Soccorso Alpino. Le cause dell’incidente sono ancora da chiarire.

Bimbo disperso in montagna

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Ha appena 10 anni il bambino che è scomparso sulle montagne di Meta, nel frusinate in quella parte laziale del Parco Nazionale D’Abruzzo. Con un comunicato del Soccorso alpino del Lazio si è appresa la notizia che il bimbo si trovava con i familiari e alcuni amici nei boschi sopra Canneto, in provincia di Frosinone, dove la compagnia -partita da Napoli – stava facendo un’escursione. Il bambino, insieme a un componente della compagnia, un cinquantenne anche lui scomparso, si è allontanato dal gruppo. Il padre ha percorso alcuni chilometri per portarsi in una zona coperta dal cellulare, con il quale ha dato l’allarme. I carabinieri hanno allertato il sevizio Alpino e sono iniziate le ricerche che, dopo circa un’ora e mezza, hanno individuato il bambino e l’altro componente  della comitiva napoletana disperso. Nel vicino paese di Settefrati il piccolo ha riabbracciato i genitori.

Escursionista investito da un masso di 200 kg: solo qualche escoriazione

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Se l’è cavata con qualche escoriazione l’escursionista 58enne che ieri mattina è stato investito da un masso di quasi 200 chili nella zona dei Piani Resinelli, località montana in provincia di Lecco. L’episodio è avvenuto lungo il sentiero che va da dalla Croce di San Martino ai Resinelli, non ancora percorribile e con il divieto segnalato sia all’inizio che alla fine del tracciato. L’uomo è rimasto incastrato tra un masso che si era staccato improvvisamente dalla sommità e la parete. E’ dovuto intervenire il Soccorso Alpino per liberarlo, operazione che ha richiesto poco più di due ore.

Una donna, da sola scala il Kilimangiaro… è italiana!

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Ha raggiunto da sola in cinque giorni la cima del Kilimangiaro: a compiere l’impresa e’ una alpinista di Mestre, Silvia Trabucco, 42 anni, da dieci anni residente a Zanzibar. Qui Silvia e’ responsabile amministrativo della locale Scuola internazionale, ma non ha mai perso la grande passione per la montagna e le ascensioni.

Cosi’ la donna, con il supporto di sei sherpa, si e’ presa 10 giorni di ferie dal lavoro ed e’ riuscita a raggiungere la cima di quella che con i suoi 5895 metri e’ la piu’ alta montagna africana.

”In effetti ero partita con una compagna, ma si e’ sentita male per l’altitudine dopo tre giorni di ascesa e ho proseguito da sola”. Una esperienza che Silvia giudica indimenticabile. ”E’ stata soprattutto una difficolta’ psicologica – spiega – quella di mantenere sempre la calma e il controllo del corpo. Ero tesa, preoccupata, non lo nego, ma volevo a tutti i costi arrivare in cima. Si dormiva nelle tende e si camminava soprattutto di notte – dice – ed e’ stato meraviglioso una mattina ritrovarmi davanti il biancore abbacinante di un ghiacciaio che non mi aspettavo di vedere”.

NOTTI MAGICHE… Due alpinisti italiani in vetta alla Torre Egger.

torre egger

La vetta della Torre Egger è stata raggiunta da della Bordella e Schiera sabato 2 marzo, dopo tre giorni di salita e due bivacchi in parete. Il successo è stato frutto di un fuori programma: i due alpinisti avevano deciso di fare questo tentativo prolungando la spedizione oltre il termine fissato per il 23 febbraio, data in cui Bernasconi aveva dovuto rientrare in Italia per impegni di lavoro, e nonostante previsioni meteo incerte. “La decisione di provare a fare un ultimo tentativo alla Egger è stata combattuta e incerta fino all’ultimo” scrive Della Bordella nell’ampio racconto pubblicato sul sito dei Ragni di Lecco. Poi si apre una finestra di bel tempo. “Giovedì 28 Febbraio Luca ed io partiamo dal filo rosso in direzione della Egger – dice l’alpinista -. La tattica è sulla carta semplice e lineare: io salirò da capocordata, conoscendo la via dai tentativi precedenti, Luca mi seguirà con le jumar”.

La salita avviene per alcuni tratti sulle corde fisse già installate lo scorso anno, che in alcuni casi hanno riservato brutte sorprese come sul dietro, dove la calza si rompe e Della Bordella fa uno scivolone di qualche metro. Ma per fortuna, nulla di grave succede, e la salita prosegue. Quando i due giungono nei pressi del punto in cui della Bordella e Bernasconi erano arrivati lo scorso anno, cioè a tre tiri dall’uscita della via nuova sul Colle, Della Bordella decide di variare la linea e, da quanto si intuisce, qui nasce il nuovo nome della via: NOTTI MAGICHE.

“Questa è stata la salita che sicuramente mi ha dato maggiore soddisfazione da quando scalo – dice Della Bordella -. Con Luca Schiera è stata un’intesa perfetta. L’unico mio rammarico è non aver avuto Matteo Bernasconi in cima al nostro fianco, sicuramente una buona parte del merito di questa salita è suo; e dopo tutto quello che ci è capitato insieme gli anni passati e il rapporto che si è creato, sia io che lui ci avremmo tenuto tantissimo a raggiungere la vetta della Egger insieme”.

il Toy boy della Hilton cade sulla neve e posta le foto! Raggelante?

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Che River Viiperi, il fidanzato di Paris Hilton sia un tipo molto particolare non c’erano dubbi, ma che avesse come unica preoccupazione di twittare le foto dopo una brutta caduta sugli scii lascia veramente esterefatti.

Soccorso immediatamente, il ragazzo ha mostrato quasi in tempo reale su Twitter l’immagine poco gradevole della sua ferita. Intanto la ricca ereditiera ha raccontato di essersi presa un grande spavento: “Dopo aver visto lo squarcio sulla gamba di River stavo quasi per svenire” ha cinguettato. Un compleanno, quello di Paris, che si ricorderà per molto tempo.

Un rifugio sospeso nel vuoto!

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Se soffrite di vertigini, non fa per voi. Ma se amate la montagna e siete in cerca di emozioni forti, difficilmente troverete di meglio. Alzando lo sguardo, tra la val Ferret e Cormayeur, potete già vedere un avveniristica struttura tubolare rossa e bianca sospesa sul ghiacciaio del Freboudze, di fronte al Monte Bianco. È la nuova capanna Gervasutti, un progetto tutto italiano commissionato dal CAI di Torino e realizzato dallo studio LEAPfactory, specializzato nella costruzione di alloggi modulari per situazioni estreme.

Si tratta di un’unità di sopravvivenza prefabbricata composta di vari moduli, che sono stati trasportati singolarmente in elicottero e poi assemblati in loco. Installata a metà ottobre, sarà aperta al pubblico dalla prossima primavera e funzionerà come un normalissimo bivacco:accesso gratuito, prenotazione consigliata tramite un sito web che sarà attivato nei prossimi mesi.

30 mq di superficie, 12 posti letto e un peso totale di 2500 kg. La sicurezza va di pari passo con il rispetto ambientale: per il rifugio sono stati utilizzati materiali in grado di resistere alle rigide condizioni atmosferiche, tecnologia d’avanguardia e pannelli fotovoltaici in grado di produrre 1,5 kwh di energia solare.

L’interno ricorda la cabina di un aereo. I letti a castello e gli armadi sono concentrati nella parte posteriore, a ridosso della montagna. Cucina e zona pranzo, invece, occupano la parte più esterna, che dalla roccia si allunga sul vuoto e si apre completamente verso il paesaggio grazie alla grossa vetrata circolare. La vista, inutile dirlo, non ha eguali.

Tragedia sfiorata… happy end da favola!

Sciare fuori pista a 11 anni ed essere travolti da una valanga. Questa la tragedia di due bambini che si erano avventurati sulla neve del  Plan de Corones. Salvi per miracolo. Uno di loro e’ riemerso da solo, il secondo e’ stato tratto in salvo dai soccorsi. Uno dei ragazzini e’ stato portato in elicottero all’ospedale di Brunico con ferite di media entita’, mentre l’altro e’ ricoverato all’ospedale di Trento in stato di ipotermia. L’happy end è da favola, ma resta il dubbio… Come mai due bambini di undici anni stavano sciando fuori pista?

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Ritrovato corpo sulle montagne del Trentino

Sarebbe di una donna di Taiwan, morta per cause naturali.

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Slavina sui monti Sibillini… tutti salvi! Rischio valanghe altissimo.

Provoca slavina, denunciato dai Cc

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In Alto Adige trovati 5 maestri di sci abusivi

Oltre a fare questa scoperta, i carabinieri hanno denunciato un turista russo che dopo “aver investito” un altro sciatore non si è fermato a prestare soccorso.

Recuperati corpi di alpinisti travolti da valanga in Trentino!

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Tempo di slavine! A Moena 4 salvi per miracolo

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Prima vittima della montagna: sciatore si schianta contro un albero a Terminillo

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Montagna e terme per un Natale di crisi!

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E dopo gli 8000 Herzog, arriva al cielo! Morto l’alpinista che fu anche partigiano.

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Sciatori prendono d’assalto la Val d’Aosta! Prudenza e civiltà?

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Confine Aosta – Francia: 3 alpinisti bloccati a 4000 mt da tormenta

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