Rosaria Aprea e i ripensamenti: tornare o non tornare?

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Se fino a ieri era tutto abbastanza chiaro per quello che riguarda Rosaria Aprea, la miss ventenne picchiata dal fidanzato Antonio Caliendo, padre di suo figlio. Ora che la ragazza è stata dimessa dopo due interventi chirurgici resi necessari dalle percosse ricevute, la trama sembra ingarbugliarsi. Quello che si sapeva era che lei stessa eveva sporto denuncia contro l’uomo e che non desiderava tornare con lui. Si era anceh venuti a sapere che non era il primo episodio di violenza. In seguito la ragazza ha cambiato idea e manifestato la volontà di tornare con Caliendo, al quale aveva anche inviato un messaggio via social network. A seguito di questa sua decisione, l’avvocato che la seguiva, Carmen Posillipo, ha rinunciato al mandato. Oggi però la Aprea è intervenuta a Pomeriggio 5 dove ha raccontato una sua versione dei fatti: “Io non l’ho mai fatta la denuncia. Ci sto ancora pensando”, dice la giovane dopo che il suo legale ha deciso di rinunciare al caso “in quanto le scelte dell’assistita collidono con la mia etica professionale”. Di una cosa Rosaria è certa: “Io e Antonio non possiamo tornare insieme”. La D’Urso, che conduce il programma, interpella quindi la Posillipo, alla quale cita una sua dichiarazione rilasciata al Corriere della Sera: “Poi la ventenne dice che avrebbe volentieri rilasciato un’intervista a pagamento da qualche parte in modo da procurare i soldi della cauzione per l’uomo che l’ha percossa”. “Questo non è assolutamente vero, io non l’ho detto, il giornalista ha capito male”, replica il legale.

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Rosaria Aprea torna dal compagno che l’ha picchiata: l’avvocato abbandona

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L’aspirante Miss Rosaria Aprea, che era stata picchiata dal suo uomo e ricoverata d’urgenza all’ospedale dove le è stata esportata la milza, dopo esser stata dimessa ha scritto una lettera al compagno Antonio, che già in precedenza aveva difeso e perdonato. Il suo avvocato, Carmen Posillipo, presidente dell’associazione per i diritti civile di Marcianise, ha quindi deciso di abbandonarla. “Soltanto ieri ho capito che Rosaria aveva cambiato idea. Devo seguire la mia etica professionale, non condivido le sue scelte. E non voglio assistere all’anteprima di un omicidio”. Rimette il suo mandato dunque l’avvocato, ma il gesto è soprattutto uno scontro di mentalità: non può passar sopra a una simile violenza, nè accettare una scelta che, ne è certa, sarà solo l’anticamera di un dramma. E’ una situazione paradossale quella che si è delineata, proprio nei giorni dell’allarme femminicidi, con casi gravissimi avvenuti anche nelle ultime ore con la morte delle vittime. La 21enne Rosaria, mamma di un bimbo di un anno, era finita in carcere il 12 maggio scorso a segioto dei calciti inflittigli dal suo fidanzato, il 27enne  Antonio Caliendo. E’ lei ad accusarlo e la squadra mobile lo arresta per lesioni gravissime. Per giunta lui non l’ha neanche soccorsa dopo l’aggressione. 15 giorni in ospedale, due interventi, il ricordo di violenze precedenti. Poi le dimissioni e quel messaggio sul social network: “Mi manchi, puffo”. Intanto il suo avvocato poco più che trentenne la lascia, lei che è una tosta e non riesce neanche a concepire l’ipotesi della violenza su una donna. “Sono specializzata in diritto di famiglia — spiega la legale — e l’idea che in questa storia può andarci di mezzo un bambino di un anno mi fa venire i brividi. A questo punto dovremmo presentare la querela di parte e chiedere i danni oppure costituirci parte civile. E invece Rosaria vuole essere seguita come dice lei e continua a ripetere che ama Antonio e che lo perdona. Continua a chiedere quando uscirà dal carcere e a minimizzare l’accaduto”. Son svanite nel nulla le ultime due settimane, tace anche la madre Carla, che fino a qualche giorno fa era decisa ad affrontare il padre del nipote se avesse ancora osato riavvicinarsi a Rosaria. Ma la ragazza ama Antonio, quell’uomo violento per gelosia che l’ha picchiata anche ad un concorso di miss a Pesaro ma l’ha anche colmata di attenzioni e doni costosi, come un’auto Smart con la carrozzeria personalizzata con i pupazzi di “Hello Kitty”. A “fare” la coppia c’è un figlio, una convivenza progettata ma non realizzata, agressioni e la famiglia di lui che, eccettutata una visita della sorella avvocato, non si è mai scusata per l’accaduto. L’avvocato rinuncia vedendo come la sua assistita sia voltata di nuovo verso Caliendo salvo, ieri sera, presentarsi di nuovo allo studio dell’avvocato Posillipo, la implora di continuare a seguire il suo caso. Ma il legale non può: la scelta deontologica è fatta.Cos’è scattato nella mente della ragazza? Cosa spinge una donna a tornare tra le braccia del suo aguzzino? Che speranze o vane illusioni può ancora maturare?

Quando si è incapaci di amare e di amarsi: Rosaria Aprea

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Lo perdonerà! Nonostante le botte, la prognosi riservata e l’asportazione della milza. Vuole ritirare la denuncia Rosaria Aprea, nei confronti di quell’uomo che l’ha massacrata e che è stato arrestato per violenza domestica. Un fidanzato e il padre di suo figlio che non ci ha pensato un attimo a ridurre la sua compagna in un letto d’ospedale, un passato che parla di altre violenze subite e di un uomo che si sfoga sul corpo dell’aspirante reginetta di bellezza e la riduce in fin di vita. E’ coraggio quello di Rosaria? No, è paura di abbandono. E’ amore? No, è una forma di autolesionismo.

27 anni e non riuscire a capire che l’amore, per etimologia e per finalità, è qualcosa che non può mai essere collegato alla morte, ma alla vita. Quella diseducazione all’amore che spesso viene da modelli sbagliati, dalla paura di cambiare, dalla voglia di far cambiare gli altri… ma soprattutto di non aver amore per se stessi e per quel figlio che dovrà crescere con un padre violento. Quel figlio che la madre è incapace di tutelare, così come è incapace di tutelare se stessa…

Rosaria Aprea ci ripensa. “Ritirerò la denuncia. Non voglio che Antonio resti ancora chiuso lì dentro, so che non si è reso conto di quello che mi ha fatto, voglio tornare con lui…  Non è vero che ho subito percosse, vedete altri segni sul mio corpo? Dopo i primi giorni in cui mi sono sentita frastornata – spiega la ragazza – ho via via acquisito la mia lucidità e mi sono accorta di avvertire sempre di più l’assenza di Antonio…  Vorrei poter tornare a vivere con lui e vorrei potergli dire da vicino: mi manchi tanto, vorrei tornare a passare le nostre serate assieme sul divano della tavernetta. Lo amo da morire”

Frasi agghiaccianti… Di chi esprime il proprio egocentrismo solo e unicamente nel vittimismo? Quasi una “vergogna” per tutte quelle donne che ora sono state messe a tacere dai loro uomini… per quei femminicidi che hanno chiuso per sempre la vita di quelle ragazze, madri, sorelle che potevano vedere in Rosaria l’esempio di chi può dire basta a questo massacro e invece china la testa e consente che altri uomini seguano l’esempio di Antonio… tanto le donne sono prime a perdonare. Non è questa la società che vogliamo, non sono questi gli esempi… vogliamo una società giusta in cui i ruoli tra uomo e donna non siano dettati dalla violenza, ma dall’amore, quello vero che non può essere mai associato al maltrattamento…

 

Ancora violenza… ancora una donna!

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E’ l’ennesimo atto di violenza. E’ quella tragedia che scaturisce dalla rabbia incontrollata e dalla perdita del controllo. Come si può colpire la propria compagna riducendola in fin di vita spappolandole la milza?

La vicenda questa volta è accaduta a Macerata Campania, località a pochi chilometri da Caserta. Lei è Rosaria Aprea. Lui Antonio Caliendo. Lei è la madre di suo figlio. Lui è il torturatore. Lei è la vittima. Lui è il folle che era già noto per lesioni personali, ingiuria, violenza privata e violazione di domicilio.

E’ la mezzanotte passata quando Caliendo, insieme alla sorella, che è anche il suo avvocato si reca alla Polizia di Casapesenna e si costituisce.  Poco prima ha preso a calci e pugni la sua compagna… con il futile motivo della gelosia. Ma non era la prima volta che accadeva. Nel 2011 Rosaria aveva partecipato a un concorso di bellezza a Pesaro e rimase già vittima della violenza dell’uomo. Gli episodi erano così frequenti che la madre della giovane aveva cercato più volte, ma invano, di convincerla a interrompere la relazione. Rosaria stanotte ha subito due operazioni, una per l’asportazione della milza e un’altra resa necessaria per fermare un’emorragia surrenalica.

La miss vittima del fidanzato geloso? No, una donna, una madre aggredita da chi la doveva proteggere, dal mostro che abitava nelle sue stesse mura!

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