
Desta preoccupazione da alcuni giorni il problema della cassa integrazione sollevato dalla Camusso che ha lanciato l’allarme contro il “mezzo milione di italiani che potrebbe rimanere a casa senza Cassa Integrazione” ricordando che in alcune regioni non ci sono più i fondi e in altre i fondi rimasti basteranno fino a giugno. I primi mesi del 2013 hanno poi innalzato la quota dei cassa integrati in deroga e secondo la Camusso è essenziale trovare quei fondi per «evitare che ci sia un’ulteriore spirale di avvitamento sulla riduzione dei consumi e quindi un’ulteriore riduzione della base produttiva di questo paese che si è già ridotta consistentemente».
Oggi c’è stata la risposta del ministro Fornero.
«Vorrei destinare un finanziamento di un miliardo per le persone in cassa integrazione, ma c’è il rischio che non sia sufficiente». Naturalmente il ministro del lavoro ha ribadito che ha già iniziato a predisporre un piano incontrando le Regioni e le parti sociali e che gli incontri si svolgeranno anche durante questa settimana.
Mentre è in atto un’emergenza povertà, il governo incontra le parti sociali e le Regioni… si fanno riunioni e si cerca di “tamponare l’emorragia” senza curarla. Così il governo che arriverà, di destra, sinistra o tecnico che sia sarà poi costretto a fare una nuova manovra finanziaria?
Alla leader della Cgil, la Fornero risponde: «Io non so se i tempi che abbiamo a disposizione prima dell’esaurirsi delle risorse per la cassa integrazione siano ancora più stretti di quelli da me richiamati nei giorni scorsi, tra l’altro sulla base di dati ancora non definitivi forniti dalle Regioni: quello che so è che sono pienamente consapevole del problema e che noi, anche se siamo un governo in carica solo per l’ordinaria amministrazione, non rimarremo di certo con le mani in mano. Io posso promettere questo, e lo farò: finchè sarò al ministero mi impegnerò al massimo per trovare almeno parte delle risorse necessarie.»
Per gli altri? Lasciamo gli italiani morire di fame perché ci sono solo risorse per pochi?
Poi il ministro sembra più interessato alla polemica che alla risoluzione spostando il discorso indietro nel tempo e ponendo l’attenzione sul clima di tensione dei mesi precedenti: «non è l’atteggiamento che io ho trovato quando abbiamo affrontato la trattativa per la riforma del mercato del lavoro; comunque non è il caso di rivangare il passato e di rivangare le occasioni perdute, ogni occasione di concordia e di convergenza che si riesce a raggiungere in questo Paese va bene perchè il Paese ne ha veramente bisogno. Quando discutevamo della riforma del lavoro, in quei 3 mesi non ho visto tutto questo dialogo anzi in quella sede il dialogo era molto scarso; ma in ogni caso ben venga, occorre perseguire ogni occasione di convergenza di obiettivi e di azioni» Vogliamo mettere i voti in “dialogo” nella prima parte dell’anno scolastico o risolvere il problema ben più serio della cassa integrazione? Vogliamo rivangare l’incapacità di dialogo non coadiuvata da persone, come può essere la figura chiave di un Ministro, capace proprio di trovare accordi che possano mettere d’accordo Confindustria e Sindacati? Si è perso tempo a litigare a un tavolo quando l’Italia era agonizzante? Ora ci saranno nuove riunioni, altre parole e poi nuovi scontri e rivendicazioni?
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