La nota spese di Al Qaeda è sorprendente. Nella contabilità minuziosa di una cellula del Mali, che sono obbligati a tenere gli esponenti di Al Qaeda compare:
Tra le spese più ingenti sostenute per comprare le pallottole, per finanziare un viaggio per “diffondere l’ideologia”, per assumere nuove reclute e acquistare carburante e razzi, ecco anche le ricevute degli acquisti minuti, non importa quanto piccoli: un euro e 30 centesimi per una saponetta, 40 centesimi per una fetta di torta, un euro e 20 per un barattolo di senape. Ma quello che salta agli occhi, fra le ricevute della cellula del Mali, è la quantità di pasta e pomodoro in scatola e di cipolla, cioé gli ingredienti base per un piatto di “pasta alla pummarola”.
Non solo:
Dalle ricevute della falange magrebina non si riscontra solo una passione per la pasta asciutta: nel settore alimentare dominano le spese per il tè, lo zucchero, il miele e il latte. Qualche volta compare anche la carne. Ma la cellula di Timbuktu aveva anche molte spese di riparazione delle automobili, evidentemente poco adatte a circolare in un territorio sabbioso. Non solo: chiedeva “rispettosamente” alla centrale finanziamenti per comprare abiti più pesanti per i mujaheddin che soffrivano il freddo invernale, e fondi per rimpiazzare i missili di un accampamento avanzato, che li aveva finiti.
Il film “La grande bellezza”, di Paolo Sorrentino, ha trionfato agli European Film Awards, vincendo come miglior film, miglior regia e miglior attore, grazie all’interpretazione di Toni Servillo, nonchè aggiudicandosi il premio per il Miglior montaggio, consegnato a Marco Travaglioli. Il regista Sorrentino ha commentato: “Sono davvero felice, è la mia seconda volta qui agli Efa dove ho già vinto con Il divo e Gomorra, ringrazio la European Film Academy, i produttori del film e soprattutto, naturalmente, ringrazio moltissimo Paolo Sorrentino”. “La grande bellezza” non era l’unico film italiano ad essere in lizza: oltre alle quattro nominatione per l’opera di Sorrentino (film, regia, attore per Toni Servillo e sceneggiatura), infatti, tre nomination erano andate a “La migliore offerta” di Giuseppe Tornatore e una a Riccardo Milani per “Benvenuto Presidente!”. E ancora anche il “Pinocchio” di Enzo D’Alò (nella categoria Miglior lungometraggio animato) mentre per le rivelazioni dell’anno era candidato “Miele” di Valeria Golino. Nella storia degli EFA l’Italia ha vinto per cinque volte il premio come miglior film, l’ultima volta è stato con Gomorra di Matteo Garrone.
La Palma d’oro della 66esima edizione del festival di Cannes se l’è aggiudicata il film di Abdellatif Kechiche sulla storia d’amore di due ragazze. La vie d’Adéle ha messo in luce anche due ottime giovani attrici: “La giuria ha preso atto dell’eccellenza di tre artisti, Adèle Exarchopoulos, Léa Seydoux e Abdellatif Kechiche” ha detto Steven Spielberg, presidente della giuria, per motivare la decisione. Kechiche, che ha ricevuto il premio dalle mani di Uma Thurman, ha poi voluto ricordare “un uomo che mi ha sostenuto per trovare la mia strada, che io amo e che mi manca: Claude Berri. Vorrei dedicare questo premio e questo film alla bella gioventù di Francia che ho incontrato nel corso delle riprese del mio film e che mi ha insegnato molto sulla speranza di libertà e di vivere insieme in armonia”. L’opera è stata accolta a Cannes con grande curiosità per via di una lunga sequenza d’amore saffico ed ha subito incotratro l’approvazione della critica. Il racconto di formazione che punta sulla spontaneità dei sentimenti e sulle emozioni di una storia d’amore senza nascondere nulla e senza trascurare i dettagli degli incontri sessuali fra le due protagoniste affronta un tema molto dibattuto in questo periodo in Francia, dove anche oggi ha avuto luogo una manifestazione per contestare la legge sulle nozze e le adozioni gay.
E’ stato invece il 76 Bruce Dern a ricevere il premio per il migliore attore, grazie alla sua interpretazione nel film di Alexander Payne Nebraska, mentre quello per la migliore interpretazione femminile se l’è aggiudicato Berenice Bejo per Le passè di Asgar Farhadi. Il Prix du Scénario per la migliore sceneggiatura è andato all’autore e regista Jia Zhangke per A touch of sin, quello della Giuria a Tale padre tale figlio del giapponese Kore-Eda Hirokazu. Il Gran Premio del festival ai fratelli Joel e Ethan Coen per Inside Llewyn Davis. Il miglior regista è Amat Escalante per Heli.
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L’Italia, che non ha ricevuto premi nella sezione principale nonostante Sorrentino e il suo La grande bellezza, si è però distinta nelle sezioni collaterali. In primo piano Salvo, storia di mafia, miracolo e amore diretta da Antonio Piazza e Fabio Grassadonia, che si è aggiudicato il prestigioso Gran premio della Semaine della Critique e il premio Film Rivelazione della Semaine. Menzione Speciale della Giuria Ecumenica per l’esordio alla regia di Valeria Golino, che sulla Croisette ha presentato il suo Miele. Menzione speciale ricevuta nella cerimonia finale, inoltre, dal giovane Adriano Valerio, per il cortometraggio 37 4s.
Termina così la 66esima edizione del prestigioso Festival che non poche emozioni ha riservato, e non solo sul grande schermo. Glamour, stelle e grande cinema, ma anche la ventata di anni Venti portata all’inaugurazione dal Grande Gatsby, un maxi furto di gioielli talmente ben orchestrato da sembrare un film e perfino una sparatoria, fortunatamente a salve, durante un talk-show: ma è la Croisette, tutto fa spettacolo!
La prima è difficile a dimenticarsi. La prima volta si ha una grande paura di sbagliare, la prima volta non sai proprio dove mettere le mani. Eppure Valeria Golino e Riccardo Scamarcio non hanno avuto paura a raccontare la loro prima volta rispettivamente come regista e produttore di “Miele”. Entrambi venivano dall’esperienza produttiva del corto Armandino e il Madre, insolita storia d’amore ambientata tra gli stretti vicoli di Napoli il Museo d’arte contemporanea della città partenopea, ma un lungometraggio è un’impresa più ardua. Miele poi è di suo un film difficile, tratto dal romanzo Vi perdono (Einaudi, 2009) di Angela Del Fabbro, racconta il travaglio interiore di Irene (interpretata da Jasmine Trinca), una giovane donna che clandestinamente si mette al servizio di malati terminali alleviandone le sofferenze e accompagnandoli fino a decisioni estreme. Miele è quella morte dolce, quell’eutanasia che porta via la dolorosa esistenza di chi ormai vive solo per soffrire. Un film che parla di decadimento del fisico e della mente, della vecchiaia e della morte con quella lievità di accostarsi a tematiche forti. La grande forza di Miele è nel suo esplorare quel mondo non rimanendo in superficie e soprattutto senza giudicare, ma mettendo l’obiettivo laddove viene tolto… perché nella nostra società la vecchiaia e la malattia è qualcosa da nascondere, di cui vergognarsi… qualcosa che non sta bene mostrare. Il film che sarà presentato al Festival di Cannes nella sezione fuori concorso Un certain regard, a un cast d’eccezione e oltre a Jasmine Trina può vantare Carlo Cecchi (morte di un matematico napoletano) , Libero De Rienzo (Santa Maradona), Vinicio Marchioni (Il Freddo di Romanzo Criminale) e Iaia Forte.
Cannes, che quest’anno si svolgerà dal 15 al 26 maggio, attende Sorrentino e “La grande bellezza”. E’ la quinta partecipazione per il regista napoletano. Per l’Italia parteciperà, nella sezione “Un certain regard”, anche l’opera prima di Valeria Golino “Miele”.
“Ringrazio il Festival per l’invito e l’attenzione con cui segue il mio lavoro sin dagli esordi – ha detto Paolo Sorrentino dopo aver ricevuto la notizia – essere selezionati tra migliaia di film è già un grande riconoscimento, andarci per la quinta volta di seguito è una responsabilità e un onore che condivido con tutta la troupe. Uomini e donne appassionati che mi hanno consentito di trasformare in un film quella che per me era una fantasia”.
Non riesce a resistere al richiamo del miele e approfittando del buio saccheggia le arnie di un apicoltore di Aquaduscio, a Premana, in provincia di Lecco. Ma le scorribande notturne di un orso bruno particolarmente goloso non sono sfuggite alle fototrappole a raggi infrarossi installate dalla polizia provinciale lecchese d’intesa con Regione Lombardia. Le immagini raccolte permettono di monitorare gli spostamenti dell’animale, già segnalato nei giorni scorsi in altre località del Lecchese dalla polizia provinciale e dal Corpo forestale dello Stato
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