E’ prevista per il 17 dicembre la sentenza definitiva per Luciano Moggi nell’ambito del processo su Calciopoli e due giorni fa Maurilio Prioreschi, il suo avvocato, ha tenuto l’arriga difensiva per smontare tutti i capi d’accusa a carico del suo assistito. In seguito, nel corso della trasmissione Stile Juventus in onda su Radio Manà Sport, il legale è stato intervistato da Nicola De Bonis. Parlando ai microfoni, ha così avuto l’occasione di fare il punto della situazione ed ha spiegato che, nel suo discorso alla Corte, ha tentato di far comprendere come i campionati non fossero stati alterati e non vi sia prova del contrario. Per quel che riguarda i capi d’imputazione relativi ai match Udinese-Brescia e Milan-Juventus, in particolare, i conti sembrerebbero non tornare: secondo la sentenza di primo grado, ci sarebbero stati dei contatti tra le schede svizzere attribuite agli arbitri Dattilo e Bertini, ma dai tabulati emerge in realtà che il primo presunto contatto è avvenuto a novembre del 2004 ossia due mesi dopo la partita giocata a settembre dello stesso anno: come potrebbe dunque aver ricevuto indicazioni sui giocatori da ammonire come viene affermato nella sentenza? Parlando inoltre del processo di Napoli, sempre Prioreschi ha sottolineato che quando la giudice Casoria è stata processata davanti al Consiglio Superiore della Magistratura ha ammesso di aver subito delle pressioni da parte della Procura affinché si astenesse.
Certamente il clima napoletano dopo un’indagine di 2-3 anni fatta in quella maniera non era il posto ideale per tenere un processo, e poi Napoli non è il giudice competente, se si fosse fatto in un altro ambiente ci sarebbe stato un clima più sereno.
Il legale ha precisato anche che non ritiene impossibile che la Juventus torni in possesso dei due scudetti cancellati: se Moggi venisse assolto allora si potrebbe chiedere la revisione dei processi sportivi. E spiega:
La federazione avrebbe dovuto ridare gli scudetti dopo il primo grado della sentenza di Napoli e dopo l’archiviazione per prescrizione chiesta da Palazzi, ma abbiamo a che fare con una federazione che è una specie di setta, però la battaglia si potrebbe fare.
Il problema, tuttavia, risiede nel fatto che l’idea che la Juve abbia “rubato” i due scudetti sia ormai largamente diffusa dopo quanto riportato dalla stampa e che quindi non sarebbe facile ribaltare la situazione. Le critiche dell’avvocato, in particolare, si concentrano sul modo in cui sono state utilizzate le intercettazioni:
“Ci sono 8 telefonate intercettate che vanno dai 12 ai 66 secondi, ma non abbiamo trovato alcuna trascrizione, nonostante ci siano 170 mila telefonate registrate nel database con tanto di orario, data e numero”
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