“Ho la possibilità di riprendere il club”: parla Moratti e bacchetta tutti

Massimo-Moratti-tuttacronacaIl Gruppo Lombardo Giornalisti Sportivi ha incoronato ieri Massimo Moratti “Personaggio dell’anno”. Durante la premiazione il presidente onorario dell’Inter ha parlato anche della ‘clausola tifosi’ spiegando: “Non esiste, ma in ogni contratto ci sono delle clausole per cui se certe cose non vengono fatte avrò la possibilità e il dovere di riprendere la società. In ogni caso, per come sento Thohir, non credo proprio che questo accadrà”. Moratti, il giorno dopo la prima vittoria dei nerazzurri in questo 2014, grazie alla rete inflitta al Sassuolo, ha anche tracciato il quadro degli umori in casa interista. Parlando delle contestazioni dei tifosi, ha spiegato: “I tifosi non si sono mai schierati con noi nemmeno ai tempi di Calciopoli”. Il che, detto dalla persona che più di tutti ha combattuto e combatte ancora la battaglia su Calciopoli, è un atto di accusa. Poi su Mazzarri, che Moratti ha fortissimamente voluto all’Inter e intorno al quale le critiche si sono ingigantite negli ultimi due mesi. Si aspettava di più da Mazzarri? Risposta: “Forse anche Mazzarri si aspettava di più dalla società e anche dai giocatori. Certo che per loro, squadra e allenatore, è stato difficile superare il trauma del cambiamento in società. Ma lo stanno facendo”. Ma non risparmina neanche l’attuale presidente Thohir: “Gli consiglio di avere intorno a lui persone di cui si possa fidare al cento per cento. E che possano così trasmettere alla squadra la fiducia di cui la squadra ha bisogno”. E al presidente suo successore: “Un consiglio ulteriore: stia più vicino, fisicamente, alla società e alla squadra”. E per quel che riguarda il suo attuale rapporto con i supporters dell’Inter: “Non mi aspettavo riconoscenza da parte della tifoseria. La tifoseria è quella… E’ che adesso non sono più presidente e non sento più la responsabilità piena. Sono più sollevato, ma soffro sempre per l’Inter”. E poi: “Comunque io sto dalla parte dei tifosi: anche loro soffrono, e soffrono tanto”. Infine, una parola su Branca: “Mi spiace molto, è stato un dirigente di alto livello per dieci anni e insieme abbiamo condiviso tutte le scelte, belle e meno belle, e soprattutto un sacco di trionfi. Ma è normale che quando arriva un nuovo gruppo dirigente ci possano essere dei cambiamenti. Il che non scalfisce il valore e le qualità di Marco Branca”.

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Mazzarri rispedisce al mittente voci e critiche: “E’ tutto ok”

mazzarri-tuttacronacaMazzarri, che domani tornerà al San Paolo per la prima volta dopo l’addio al Napoli, respinge voci che vogliono dissidi interni all’Inter. “Il gelo tra Moratti e Thohir? Sono tutti discorsi improbabili, che non esistono. Ho sentito quello che ci diciamo all’interno. Sono illazioni atte a cercare di creare problemi”. E ancora: “Il nome di De Boer? Il presidente non mi ha mai detto niente in questo senso”. E sul suo ex presidente, De Laurentiis, che continua a pungere: “Parlo solo di fatti”. A intervistare l’allenatore nerazzurro è SportMediaset, che gli ricorda che si tratta di una vigilia particolare: “Sarà una sensazione particolare quando sono lì. Non è difficile dimenticare quattro anni. Sono stati quattro anni belli e intensi. Ma la mia testa è di preparare al meglio i miei ragazzi, cosciente di sapere a quali difficoltà andranno incontro. La mia mente è concentrata sul dare i maggiori input possibili ai miei ragazzi, sapendo che sarà una gara difficile. Le parole del mio ex presidente? Credo che i tifosi intelligenti ed equilibrati sappiano riconoscere meriti e demeriti delle persone. Tutte le tifoserie mi hanno sempre voluto bene. Vuol dire che i tifosi percepiscono cosa fa un allenatore per la propria squadra. Successivamente tutti devono rispettare la scelta fatta alla fine del mandato. Non faccio previsioni riguardo all’accoglienza, accetto quello che la gente vuol fare.” Riguardo ai recenti risultati della sua squadra, che in campionato arriva da due pareggi: “Nelle ultime partite abbiamo fatti errori diversi. Abbiamo lavorato tanto questa settimana. Credo di aver fatto un buon lavoro con i ragazzi e mi aspetto tante cose migliori rispetto a quelle viste con il Parma. Io vorrei vedere quello che abbiamo fatto nelle prime partite, contro una delle squadre più forti del campionato.” L’Inter, al momento, staziona in quarta posizione, a due punti proprio dal Napoli: “Io resto coerente su quello che ho detto questa estate. L’Inter sta facendo oltre le aspettative. Ci mancano dei punti. A livello generale stiamo facendo un percorso importante. I tifosi a inizio anno mi fermavano e chiedevano di tornare in Europa. Il nostro obiettivo è questo e ora siamo lì a lottare per un posto.” E sulle voci che circolano su De Boer: “De Boer? Il presidente non mi ha mai detto niente in questo senso. Guardate i numeri e quello che si è fatto. Guardate i punti che abbiamo fatto con gli stessi giocatori che hanno finito la stagione scorsa. Guardate chi è arrivato… Tutti, compresa la società, possono fare queste valutazioni. Questo è il mondo del ‘così è se vi pare’.” Parlando del match, non si possono però ignorare le situazioni dei giocatori: “Icardi? Faremo un test oggi. Vorrei convocarlo. Ha poco minutaggio, se dovessi averne bisogno il suo impiego sarà limitato. Là davanti ci manca qualcosa. Milito sta bene ma per sicurezza penso verrà convocato a gennaio per la Lazio. Samuel? Deve trovare il ritmo. Riguardo a una convocazione, credo che gli altri giocatori nel suo ruolo siano oggettivamente più avanti.” E riguardo al fatto che conosce già il Napoli: “In questo senso siamo alla pari. Quei ragazzi li ho preparati io, sanno cosa fare perché ne parlavamo molto. E’ un vantaggio o uno svantaggio…”. Si passa poi a parlare di Cambiasso: “Io non l’ho visto male, per come ha giocato lui in queste gare è stato tra quelli che ha fatto meno peggio. Poi ha esperienza. Lui sa che nel futuro quando vedrò qualcuno che potrà fare meglio nel suo ruolo allora valuterò”. Infine, un paragone trala sua ultima stagione al Napoli e la sua prima esperienza in casa Inter: “Siamo arrivati secondi, in Champions League con due turni d’anticipo. Si può paragonare il mio Napoli del primo anno con questa Inter. Col Napoli avevo già vinto una Coppa Italia, superato il turno in Champions. Era totalmente diverso.”

Acque agitate in casa Inter: crisi tra Thohir e Moratti

moratti_thohir_inter_tuttacronacaE’ il Corriere dello Sport a scrivere che i rapporti tra il gruppo indonesiano guidato da Erik Thohir e Massimo Moratti si sono raffreddati nel corso delle ultime settimane. Il problema sarebbe che l’ex presidente, ora onorario, si sente escluso visto che la nuova proprietà vorrebbe lavorare in piena autonomia. I silenzi di Moratti sono un segnale che qualcosa si è incrinato, anche se la rottura ancora non c’è stata. E’ il vicepresidente Angelomario Moratti colui che tiene in piedi il rapporto, sentendo spesso tutto l’entourage del tycoon indonesiano e lo stesso Thohir. Se quindi era previsto che la famiglia Moratti uscisse di scena in 2-3 anni, non è da escludere che l’addio avvenga prima. La stessa assenza di Massimo alla festa degli sponsor è un segnale che qualcosa non va.

Questione di (non) stile? Maroni con la cravatta del Milan all’incontro con Thohir

maroni-thohir-cravatta-milan-tuttacronacaUna provocazione? Un infantile dispetto? Una presa di posizione e di squadra? L’orgoglio di un rossonero anche quando il Milan è in piera bufera e sta vivendo uno dei peggiori avvii di campionato di sempre? Roberto Maroni, governatore della Lombardia e convinto milanista, oggi si è presentato a un incontro nel suo ufficio a Palazzo Lombardia con Erick Thohir indossando una cravatta con lo stemma del club del cuore. Il nuovo presidente interista ci ha riso su, ma Massimo Moratti, a sua volta presente all’incontro durante il quale si è parlato anche del nuovo stadio, ha fatto sapere senza mezzi termini di non aver gradito.

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“Ora basta rotture”: Moratti rifiuta il Tapiro d’oro

MORATTI _TAPIRO_tuttacronacaErick Thohir è a Milano per dare un primo saluto all’ambiente nerazzurro e intanto Massimo Moratti ha ricevuto una visita non eccessivamente gradita: l’inviato di Striscia la Notizia Valerio Staffelli voleva infatti consegnargli il Tapiro d’oro. Sarebbe stato il settimo per lui, ma questa volta ha detto basta e quando gli è stata posta la fatidica domanda “Perchè ha venduto la squadra?”, ha risposto “Per non avere più rotture di b***e come questa”. Per quel che riguarda la presidenza Moratti, al termine del Cda della Saras riguardo al suo futuro all’Inter ceduta di fatto al magnate indonesiano ha spiegato che “Sulla presidenza decideremo domani mattina. Certamente il fatto di non avere più la maggioranza è un fatto, poi ci sono altre cose da definire in serata”.  Alla domanda se il figlio possa succedergli: “Angelomario non prenderà il mio posto”.

Clamoroso: Inter chiama Pato!

pato-ft-danbo-tuttacronacaL’aveva promesso: l’arrivo di Thohir all’Inter avrebbe significato top players nella squadra. E la prima notizia che arriva è che l’Inter ha puntato l’ex stella rossonera Alexander “Papero” Pato. Il brasiliano è in rotta con l’attuale club, l’Internacional di Porto Alegre e a contenderselo, oltre ai nerazzurri, ci sono Arsenal e Tottenham. Il Papero sarebbe una scommessa a basso rischio: non solo ha appena 24 anni ma è anche in svendita, visto che a Porto Alegre non è riuscito a convincere sul campo ma ha trovato distrazioni nella movida brasiliana. Serve quindi qualcuno pronto a rimetterlo sui giusti binari e il club del biscione vuole fare un tentativo in questa direzione.

Il futuro dell’Inter? Lo svela il socio di Thohir

Inter-tuttacronacaUn membro del club nerazzurro ha seguito l’intervista che Rosan Roeslani Perkasa, uno dei due soci di Erick Thohir, ha rilasciato in Indonesia riportandone stralci in Twitter. Queste sono alcune delle dichiarazioni rilasciate, delle quali si attendono comunque conferme ufficiali. “Erick Thohir vuole stare all’Inter per molto tempo. Gli piace la storia e la famiglia nerazzurra. E ha promesso all’Inter di creare un club ancora più forte. Noi diventeremo proprietari dell’Inter ufficialmente dal 15 dicembre. I membri del CdA saranno 8, Thohir, io, Handy e due altri nostri soci. Questo più tre persone scelte da Moratti (Massimo, Angelomario e Ghelfi ndr). Non c’è alcuna opzione per il riacquisto. Il 70% delle nostre quote hanno già coperto gli asset dell’Inter, compreso il centro sportivo di Appiano Gentile”. Per quel che riguarda il mercato, Rosan Roeslani Perkasa ha annunciato: “Compreremo da uno a tre top player per arrivare tra le prime tre in classifica. Costruiremo un Inter Campus e degli Inter Store in Indonesia”. Infine, per quel che riguarda gli attuali dirigenti: “Zanetti entrerà nello staff manageriale non appena ritiratosi dal gioco del calcio. Moratti resterà presidente per ancora uno o due anni. Dopo uno tra Erick, me e Handy sarà presidente. Branca sarà valutato per aver ceduto potenziali ottimi giocatori giovani. Vogliamo un mix tra giocatori giovani ed esperti. Il 13-15 novembre saremo a Milano per incontrare Moratti, il CdA e l’allenatore. Il 15 avremo una riunione in cui parleremo della vendita e dell’acquisto dei giocatori che vuole l’allenatore”.

Gaffe di Thohir: conosce Ventola… ma si scorda Facchetti e riesuma il numero 3

thohir-gaffe-tuttacronacaQualche giorno fa Thohir, nuovo proprietario dell’Inter, ha stupito tutti dimostrando la sua conoscenza della storia del club indicando in Nicola Ventola, che ha collezionato 38 presenze in tre diverse stagioni, il suo giocatore preferito tra tutti quelli che hanno indossato la maglia nerazzurra. Ora però l’indonesiano è incappato nella classica gaffe che non ci si aspetta, men che meno dal presidente. L’idea di partenza era buona: fare un gesto simpatico che si ripercuotesse positivamente sul marketing. L’occasione l’ha colta al volo in concomitanza di una visita di Allen Iverson, cestita ex Philadelphia 76ers, società dell’impero Thohir, a Giacarta come ospite d’onore di un evento locale, le finali della LA Lights Streetball. Il giocatore Nba durante la sua carriera ha sempre indossato la maglia numero 3 e il neopresidente ha pensato bene di regalargli una casacca della sua nuova squadra con lo stesso numero. Peccato solo che quella maglia non compaia più tra le fila nerazzurre: è stata ritirata in onore di Giacinto Facchetti, storico terzino d’attacco dell’Inter e della Nazionale nonchè ex dirigente. Facchetti è mancato il 4 settembre 2006.

Guai in casa Inter? Uno dei nuovi proprietari ha debiti per 128 mln!

inter-debiti-tuttacronacaMoratti ha ceduto il 70% delle quote azionarie dell’Inter e, nei giorni scorsi, ha rassicurato tutti: “C’è la consapevolezza di lasciare l’Inter in buone mani”. Dopo mesi di trattativa e le tanto attese firme, ora buona parte del pacchetto azionario del club è nelle mani di Thohir e altri tycoon indonesiani. Tra questi, Roesian Roesiani che, stando al britannico Telegraph, avrebbe un debito di 128 mln di euro nei confronti della Bumi, la società che lui stesso amministrava. Riassumendo: nel periodo in cui Roesiani ricopriva la carica di direttore, dall’azienda sarebbero spariti 147 mln di euro. Thohir si sarebbe impegnato a coprire buona parte del buco, 128 mln, ammettendo parzialmente le sue responsabilità. Il fatto è che quei soldi non sono mai arrivati all’azienda che, all’opposto, ha vissuto come una presa in giro il fatto che i due abbiano prelevato l’Inter spendendo 300 mln. A questo punto, la Bumi è determinata ad avviare, nei prossimi giorni, una “caccia all”uomo” per tornare in possesso dei suoi soldi. Roesiani, da parte sua, si dice tranquillo e dichiara: “Chiarirò tutto, prima con la Bumi e poi alla stampa”. Parolo che però non basterebbero a far dormire sonni tranquilli al popolo interista…

L’Inter di Thohir, cambia faccia il calcio italiano… Moratti presidente? Non lo sa

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Cambia faccia l’Inter, ma anche il calcio italiano dopo che Massimo Moratti ha ceduto la squadra nerazzurra al magnate indonesiano Erick Thohir e una cordata di altri imprenditori, la cui holding entra in possesso del 70% delle azioni del club.

Visibilmente emozionato e scosso, Massimo Moratti ha rilasciato qualche dichiarazione uscendo dai suoi uffici: “Abbiamo firmato tutto, comunque dopo ci sarà un comunicato stampa. Soddisfatto? Sì… I tempi sono stati lunghi, ma direi che la cosa è stata equilibrata. Cosa dire tifosi? Bah, faccio finta che questa cosa sia abbastanza regolare e tutto, ma rimane sorprendente. Vedrò un po’ cosa mi sentirò di dire. Come sempre quando cambi qualcosa nella vita non sai se ti dispiace o se ti adatterai a una nuova realtà, a un ritmo diverso. Certamente hai tutto l’ amore per una certa cosa e anche la soddisfazione o il sollievo di pensare di aver messo l’ Inter in buone mani, e di questo sono sicuro perché è gente molto per bene, buona dal punto di vista caratteriale. Ognuno dà una sua impronta e col tempo quella dei nuovi proprietari sarà diversa dalla mia, l’ importante è che sia rispettosa di tutto, ma anche su questo non ho dubbi”.

Erick Thohir sarà affiancato sicuramente da Roslan Roeslani e Handy Soetedjo, suoi amici e imprenditori come lui. In futuro potrebbe verificarsi l’ingresso anche della famiglia Bakrie, legatissima ai Thohir e attualmente impegnata nella campagna elettorale per le elezioni presidenziali del 2014 in Indonesia, che vedono in corsa un suo rampollo.

I nuovi proprietari sono per lo più sconosciuti in Italia e a dire il vero non vantano esperienze scintillanti in materia sportiva, anzi per ora si sono limitati a presenze di nicchia nel mondo dello sport professionistico: solo Thohir ha varcato i confini dell’Indonesia con una partecipazione nei Philadelphia 76ers nel basket Nba (ma pare stia cercando di sfilarsi) e con una copresidenza nei Dc United del soccer statunitense; nessuna delle due avventure, però, è stata finora costellata di successi.

Insomma, vista così la cessione dell’Inter a Thohir sembra ai più un salto nel buio, ma evidentemente si è trattato di una decisione inevitabile: i conti del club erano allo stremo, visto che procedono al ritmo di passivi da almeno 70 milioni ogni anno, e Moratti non è più in grado di rilanciare. Da qui la trattativa con Thohir, che cambierà per sempre la storia dell’Inter.

Casa nuova per l’Inter? Va avanti il progetto per lo stadio a Rho

preogetto-stadio-inter-tuttacronacaSta per essere ratificato l’accordo tra Moratti e Thohir ma il passaggio del 70% del pacchetto azionario dell’Inter non segnerà lo stop del progetto che sta più a cuore all’italiano: la realizzazione dello stadio di proprietà dell’Inter. Le basi del processo sono state gettate da tempo e lo scopo è provare a contrastare lo strapotere sportivo ed economico dei top club esteri, tipo Bayern, Manchester United, Real Madrid e Barcellona. Per riuscirci, però, è necessario adeguarsi al loro modello di business, così come ha già fatto la Juventus con lo Juventus Stadium. E’ la Gazzetta dello Sport che ne parla e che spiega che l’area che vedrà la creazione del nuovo impianto sarebbe già stata individuata nell’hinterland milanese, a Rho. Sembra anche che Moratti abbia già parlato dell’ipotesi Rho al presidente del Coni, Giovanni Malagò. L’intenzione sarebbe quella vi avviare i lavori a ottobre-novembre del 2015, dopo l’Expo. Ma le intenzioni di Moratti vanno comunque confermate da Thohir al Coni: lui stesso o un suo rappresentante legale dovrà infatti ribadire l’intenzione di realizzare il nuovo impianto. Per quel che riguarda il progetto, sarebbero già stati individuati i modelli di stadio da prendere come riferimento per la realizzazione strutturale: l’Etihad Stadium del Manchester City (56mila posti); il Friends Arena, stadio dell’Aik Solna (54 mila posti), il Veltins Arena dello Schalke 04 (78 mila posti), l’Emirates Stadium dell’Arsenal da (60 mila posti) e il St. Jakob di Basilea da 38 mila posti.

Spunta un nome per il possibile direttore sportivo dell’Inter targata Thohir

accardi_inter-tuttacronacaPotrebbe arrivare Beppe Accardi nell’Inter “indonesiana” di Erick Thohir. L’ex calciatore di Foggia, Palermo, Reggiana e Venezia, classe 1964, rivestirebbe il ruolo di direttore sportivo. A darne notizia Fabio Ravezzani su Telelombardia. L’attuale agente di calciatori, lasciato il calcio italiano giocò una stagione, quella 1995/96, in Indonesia, indossando la maglia del Pelita Jaya. In seguito Accardi ha sempre intrattenuto rapporti con il Paese di quello che diventerà il nuovo proprietario della squadra nerazzurra, come scrive calciomercato.com. L’agente FIFA è stato anche consulente di mercato del Royal Cercle Sportif Visé, club belga con proprietà indonesiana, oltre ad aver curato il trasferimento del terzino indonesiano Alfin Ismail Tuasalamony dal Visé al DC United, società della MLS nordamericana della quale proprio Thohir è co-proprietario.

Inter indonesiana: cosa prevede l’accordo tra Moratti e Thohir?

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Un vertice a Parigi, nella sede della banca Lazard, e gli ultimi nodi che si sciolgono nella lunga trattativa tra Massimo Moratti e Erik Thohir. Dopo quattro mesi abbondanti di trattative dove è davvero successo di tutto, tra allontanamenti, riavvicinamenti e fasi di stallo, ora tutto è pronto e per il grande passo, la cessione definitiva, servirebbero solo le firme e le ultime formalità.

 Il 70% del club nerazzurro sarà dunque ceduto al magnate indonesiano.  In particolare si è trattato per la conclusione positiva della trattativa, cioè di garanzie in caso di inadempienza della controparte. In quanto al Presidente è stato lo stesso Moratti a chiamarsi fuori:

“Resterò presidente? Non credo. La mia famiglia resterà per forza, ma ci sono giocatori che costano 100 milioni e bisogna strutturarsi perché l’Inter deve restare a un certo livello”.

Erick Thohir diventerà il primo proprietario asiatico di un club di serie A, il che costituisce probabilmente un evento storico per il calcio italiano.

La dichiarazione di Moratti nei sotterranei di San Siro. L’Inter del futuro?

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Massimo Moratti intercettato nei sotterranei di San Siro ha parlato del futuro della sua Inter, nel giorno della partita che per molti potrebbe essere l’ultima con lo storico patron nel suolo di presidente. Come al solito davanti ai microfoni ha preferito non sbilanciarsi:

“L’ultima con me da presidente? Non mi piace dire così e non credo che sia l’ultima. Stiamo lavorando per fare le cose bene, se si raggiungerà l’accordo bene, altrimenti resterà tutto come ora. Eto’o? Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni di mercato”.

L’Inter passa in mano a Thohir: l’ufficialità a settembre

tohir-inter-tuttacronacaSono stati chiariti anche gli ultimi dettagli che rimanevano in sospeso, come la ripartizione dei debiti e il futuro assetto societario e ora, dopo la missione indonesiana di Angelo Mario Moratti, non resta che attendere il 3 settembre, a mercato chiudo, per la retifica dell’accordo più importante della storia dell’Inter. Erick Thohir, il magnate indonesiano, con una società veicolo costituita con il connazionale Roeslani, acquisirà i due terzi delle azioni nerazzurre per 350 milioni. In pratica, dinverà il nuovo proprietario del club nerazzurro mentre Moratti rimarrà socio di minoranza del Biscione, come garante dell’operazione, con il figlio Angelo Mario che diventerà probabilmente il nuovo vice-presidente esecutivo. Ma nel frattempo si è fatto un passo anche a livello di mercato: è arrivato l’ok di Thohir per l’acquisto di Saphir Taider, che Mazzarri chiedeva per rinforzare il centrocampo. Potrebbe essere questo l’ultimo acquisto in casa nerazzurra, sempre che non arrivi qualche “saldo” all’ultimo… categoria in cui difficilmente si potrebbe collocare Eto’o.

Moratti spiega la decisione di cedere l’Inter a Thohir

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Intervistato dal direttore della Gazzetta dello Sport, Andrea Monti, Massimo Moratti ha raccontato i motivi che lo hanno spinto a gettare la squadra neroazzurra tra le braccia di Eric Thohir, che ora risulta essere il socio con la quota di maggioranza, rifiutando il consiglio di Ernesto Pellegrini che lo implorava di non cedere al magnate indonesiano Thohir.

“Imbarazzato? No, anzi… Sono rimasto colpito. Le parole di Ernesto sono un immenso atto d’amore verso l’Inter e una grande prova di amicizia nei miei confronti. Ha ragione: le squadre di calcio bisogna amarle. E io credo di saperne qualcosa… Mi ha telefonato e mi ha detto: Massimo, ti dispiace se dico quelle cose? Figurati, gli ho risposto. È un gran signore”.

Davvero nutre dei dubbi? La partita con la nostalgia è ancora aperta?

“La nostalgia, per definizione, ci sta sempre alle spalle. Questo il limite degli atti d’amore, i miei come quelli di Pellegrini… No, io ho deciso di guardare al futuro”.

Ma non sarebbe attraente la prospettiva di un gruppo di amici che interviene per passione, e magari per sanare qualche debito di troppo?

“I debiti, i debiti: parlate sempre di quelli, ma è un errore di prospettiva. Il debito dell’Inter è simile a quello di altre grandi società, e non mi preoccupa affatto. Comunque rimanda in gran parte alla mia persona ed è strutturato in maniera solida. Potrei tranquillamente continuare da solo. Il problema non sono i debiti, il vero problema è il fatturato. Sono le risorse necessarie per lo sviluppo: un tema commerciale, se proprio non vogliamo definirlo industriale, che nel calcio suona brutto… Ciò di cui mi preoccupo è il futuro della squadra. E questo non può prescindere dall’espansione del marchio sul mercato internazionale”.

Vabbé, ma da qui a consegnare una parte del proprio cuore a un miliardario indonesiano ne corre… Davvero non esistevano alternative? Forse è l’avatar di Moratti che risponde, certo una voce lontana dalle emozioni.

“Vede, per anni il calcio italiano, e mi assumo la mia parte di colpe, ha vinto all’estero sul campo ma finanziariamente ha giocato una partita assolutamente casalinga. E l’ha perduta. S’è nutrito di diritti televisivi e di colpi di mercato. Per carità, anche quelli servono, creano identità e coesione tra i tifosi, che sono il primo patrimonio di una squadra. Ma oggi ci ritroviamo incapaci di fare sistema, con stadi vetusti, senza un format che possa realmente attrarre un interesse planetario. Creare un solido mercato all’estero è un’operazione lunga, difficile e costosa. E la concorrenza è fortissima. L’ingresso di un socio asiatico, per esempio, quel mercato fondamentale te lo porta in casa. Ti costringe a cambiare indirizzo e abitudini manageriali. Ti apre al mondo e a nuove risorse in modo quasi automatico. Insomma, ti internazionalizza persino più di un Triplete…”.

Già, il mitico Triplete. Forse va rintracciata proprio lì, in quella stagione ebbra di trionfi, recente e ormai lontanissima, l’origine del nuovo pensiero morattiano, la rabbia imprenditoriale e la delusione razionale che ora lo costringe a dar voce, e ragione, al proprio avatar. Da quei titoli, in realtà, l’Inter non è riuscita a capitalizzare nulla, se non la grande e immateriale gioia di averli conquistati dopo decenni di astinenza. Sul piano finanziario, la tripla vittoria non ha innescato un ciclo di sviluppo. Al contrario, ha marcato un apogeo, preludio a un rapido declino. La progressione di bilancio è impietosa: nel 2010 l’Inter aveva 251 milioni di fatturato, oggi 170. Certo, manca il contributo della Champions ma la distanza con i grandi club internazionali si è fatta abissale.

“Un’immensa gioia e un altrettanto immensa occasione sprecata, ecco cos’è stata… Sa, l’Inter è come una figlia. Una ragazza bellissima, con doti straordinarie. Una ragazza di una volta… Le dai tutto per farla divertire, perché è giusto così. Ma viene un tempo in cui è opportuno mandarla in collegio. La disciplina e l’educazione sono fondamentali per la sua crescita. Solo così imparerà a camminare da sola… L’Inter ha tagliato enormemente i costi di struttura e gli stipendi, ma questo non serve a nulla se il fatturato si riduce. Ripeto, non è una questione di sopravvivenza. È un problema di sviluppo e va risolto con un’innovazione forte. L’Inter vale molto più di quanto produce in termini di fatturato. Deve valorizzare il proprio marchio sul piano internazionale se vuole avere un futuro in linea con la sua tradizione”.

Alle cifre, come alla dannazione del Triplete, non si sfugge: nel 2010 gli stipendi ammontavano a 235 milioni, oggi si sono ridotti quasi alla metà, ma le perdite a bilancio restano stabili sopra i 70 milioni di euro. Thohir, o chi per lui, non è una resa dei sentimenti, è una necessità razionale. Lo capiranno i tifosi? E Pellegrini si accontenterà delle risposte?

“Li capisco eccome, i nostri tifosi: il mio primo pensiero è a loro perché l’Inter è di chi la ama. Mi creda, sto agendo per loro. E capisco anche Pellegrini: la sua proposta e il suo affetto sono proprio la dimostrazione che nell’Inter è maturato un valore enorme e inespresso che bisogna liberare per il futuro. Del resto, un eventuale arrivo di Thohir non sarebbe affatto in contraddizione con l’ingresso di altri soci rappresentativi del mondo interista…”.

E Moratti in tutto questo che ruolo si ritaglia?

“L’Inter sarà una società gestita in modo moderno e internazionale. Se servo, resterò a dare il mio contributo. Ma per favore non mitizziamo il mio ruolo. Lo chiedo anche ai tifosi: i presidenti-simbolo a un certo punto diventano un tappo…. L’Inter non è una mia questione personale. In fondo, non ho mai amato le poltrone”.

Shock in casa nerazzurra: Mourinho pensa al ritorno!

mourinho-inter-tuttacronacaE’ La Stampa a riportare alcune dichiarazioni rilasciate da Massimo Moratti in occasione di un incontro con alcuni parlamentari. Il presidente avrebbe affermato: “Ho chiamato Mourinho per fargli gli auguri al suo ritorno al Chelsea. Cosa mi ha risposto José? Mi ha detto che fra tre anni ci rivediamo all’Inter”. Al momento quindi Mazzarri è “al sicuro”, ma non è da escludere che tra tre anni Mou possa davvero tornare. Se la panchina per ora è comunque al sicuro, per quel che riguarda il futuro della società il presidente avrebbe confermato l’iminente accordo per la cessione di una quota, non specificata, al magnate indonesiano Erick Thohir. “Sto lavorando al futuro della società cercando partner che consentano all’Inter di fare il salto in avanti. Cullo il sogno di uno stadio tutto per noi, obiettivo che non abbandono”, ha spiegato Moratti.

Moratti tra cuore e ragione… chi vincerà?

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Cosa c’è davvero sul tavolo di corso Vittorio Emanuele? Sicuramente a una di quelle sedie siede Massimo Moratti dilaniato tra la ragione che guida la sua parte manageriale e quella del cuore legata a una squadra che da sempre è stata anche identificata con il suo Presidente. Ma cosa prevarrà nell’affare con  l’indonesiano Thohir? In questi giorni si è detto di tutto e la maggior parte delle cose scritte non sono vere come afferma lo stesso Moratti, ma forse si è anche parlato di uno stadio e il Presidente nella risposta è puntuale “è importante”. Quindi al centro della trattativa vi è sul tavolo uno stadio di proprietà dell’Inter, una casa per la squadra nerazzurra che possa rilanciare il team in vetta alla classifica dopo un campionato disastroso anche a causa di innumerevoli infortuni. Ma cosa convincerà il patron dell’Inter? Quale sarà la decisione finale? : “E’ una decisione di tipo diverso, non è determinante (la quota), è determinante se porta vantaggi all’Inter. Se la questione non ha un vantaggio grosso per l’Inter non se ne parla”.

Come ogni buon padre Moratti si augura il meglio per “sua figlia” Inter… anche a costo di perderla se sarà per il suo bene!

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