Salvini invita la Kyenge a un dibattito. Risposta: “non m’interessa”

lega-salvini-tuttacronacaProsegue il duello a distanza tra Matteo Salvini e Cécile Kyenge con il segretario federale del Carroccio che, a questo punto, chiede un faccia a faccia “su ius soli, integrazione e immigrazione con la partecipazione degli esponenti leghisti di colore che rispetto al Ministro hanno idee diametralmente opposte.” Le contestazioni previste in occasione della visita del ministro domani a Milano, con la Questura che ha previsto ordinari servizi di sicurezza, Salvini sembra intenzionato a cambiare strategia ma all’Huffington Post spiega: “Nessuna dietrofront per carità  ma dopo queste schermaglie a distanze vorrei vedere se la Kyenge è in grado di sostenere un dibattito pubblico con solide argomentazioni senza trincerarsi dietro alle accuse preventive di razzismo e di pericolo per la democrazia.” Netta, e di chiusura, la replica della Kyenge: “Non mi interessa rinfocolare polemiche né tornare sull’argomento Lega.” Quello che le interessa ora è parlare delle prossime elezioni europee e del cartello elettorale dei noeuro. “In questo momento sappiamo che il tema dell’integrazione è importante nell’agenda europea ed è fondamentale spiegare ai cittadini che uscire dall’Europa significa mettere in discussione i valori fondanti la democrazia e la tolleranza. E affrontare seriamente l’immigrazione. L’Europa ci permette di gestire i flussi migratori anzi per meglio dire la mobilità dei cittadini. Senza l’Unione ogni Stato membro rimarrebbe isolato nel caos. E dietro ai movimenti noeuro che si stanno alleando si cela molto di più di una critica alla moneta unica. Si mettono in discussione i valori fondanti dell’Unione europea e della tolleranza.” Spiega l’HuffPost che il Ministro ricorda l’incontro del 23 settembre scorso a Roma dove 17 ministri di altrettanti paesi europei hanno sottoscritto un documento con il quale si chiede alla Commissione europea di predisporre un Patto 2014-2020 per un’Europa delle diversità e per contrastare il razzismo. “Le prossime elezioni europee – continua la Kyenge – rappresentano un momento importante per ricordare agli italiani e agli europei che la politica debba essere un modello di unità, di accettazione della diversità e di tolleranza.” Il documento che sarà a breve presentato a Bruxelles prevede la condanna dei “programmi politici e le organizzazioni basate sul razzismo, la xenofobia e le teorie di superiorità razziale” e si chiede agli Stati membri l’adozione di “strumenti legali per l’effettiva prevenzione, repressione ed eliminazione del razzismo, della discriminazione razziale, della xenofobia e della discriminazione di genere”. E, soprattutto, di vigilare affinché ogni leader politico, ogni persona che ricopre una carica istituzionale abbia un linguaggio rispettoso e contro il razzismo. Il che è un bel modo, per Cécile Kyenge, di rispondere a Matteo Salvini senza citarlo.

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“Bisogna essere neri per avere diritti in Italia”, il video di Buonanno

buonanno-sitinge-tuttacronacaContinua a lanciar strali contro il ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge la Lega Nord e dopo la “battuta” della deputata FI Santelli ad Agorà, “I neri sono fortunati, non si devono truccare”, arriva una nuova provocazione in Aula. Gianluca Buonanno, durante il Question time con il ministro del Lavoro Enrico Giovannini, si è tinto la faccia di nero sostenendo che i rifugiati hanno più diritti degli italiani. “I nostri cittadini dovrebbero dire di essere neri per essere ascoltati. Agli italiani dico: truccatevi di nero e andate in giro a dire che anche voi volete gli aiuti che si danno ai rifugiati”.

La deputata FI: “I neri sono fortunati, non si devono truccare”

jole-santelli-tuttacronacaMentre non si placa l’offensiva condotta dalla Lega contro Cecile Kyenge anche la deputata di Forza Italia, ex sottosegretario al Lavoro, Jole Santelli, dice la sua nella puntata odierna di Agorà: “I neri? Hanno la fortuna di non doversi truccare”. La battuta è stata pronunciata proprio mentre il ministro dell’Integrazione seguiva in collegamento il dibattito in studio. Un’uscita infelice sfuggita nella diretta ma subito stigmatizzata su Twitter dal conduttore Gerardo Greco, pochi minuti dopo la fine della trasmissione.

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Cecile Kyenge vs la Lega: “La Padania chi?”

cecile-kyenge-tuttacronacaDa martedì 14 gennaio ‘La Padania’ ha una nuova rubrica che farà discutere: si chiama ‘Qui Kyenge’ e pubblica l’agenda istituzionale degli incontri pubblici del ministro dell’Integrazione nella pagina normalmente dedicata agli appuntamenti degli esponenti leghisti (‘Qui Lega’). Aurora Lussana, direttrice del quotidiano del Carroccio, spiega: “I nostri lettori hanno visto che in questi nove mesi Kyenge non ha prodotto alcun provvedimento in Consiglio dei ministri e in Parlamento. Sono nove mesi che fa pellegrinaggio filo-immigrazionista in lungo e in largo per l’Italia e i nostri lettori vogliono essere informati sulle sue iniziative”. Ma se le si chiede se non teme che tutto questo possa essere letto come una provocazione verso il ministro o essere percepito come una ‘istigazione’ alla protesta, Lussana risponde: “No, si tratta dell’elenco dei suoi appuntamenti pubblici, pubblicati sul portale del ministero: noi facciamo informazione sull’attività dei membri del governo. I nostri lettori vogliono sapere dove Kyenge si reca per ascoltare i suoi annunci e le sue chiacchiere: è giusto informarli”. Ma parlando degli attacchi della Lega al ministro dell’Integrazione, Vendola, su Twitter, ha affermato: “I razzisti nostrani pensano di essere nell’Alabama o nel Mississippi di mezzo secolo fa o nel Sudafrica dell’apartheid… Qualcuno gli dica che siamo nel terzo millennio e in un Paese civile, nonostante loro”. Per quel che riguarda la Kyenge, ai giornalisti che le chiedevano un commento ha risposto: “La Padania chi?”. “Non so chi sia la Lega Nord – ha continuato il ministro rispondendo alle sollecitazioni dei giornalisti a margine di un incontro a Roma – Non sapendo di chi si tratta praticamente saranno cittadini e fanno quello che vogliono”. Il ministro non ha voluto commentare la domanda se ritenga che l’iniziativa della Padania sia o meno un’intimidazione.

Bitonci: “La Kyenge vuole favorire la negritudine”

cecile-kyenge-tuttacronacaAttacco diretto al ministro dell’Integrazione Cecile Kyenge in Aula dove Massimo Bitonci. Il presidente della Lega Nord al Senato, durante il suo intervento sul provvedimento sulla messa alla prova, che contiene anche l’abolizione del reato di clandestinità e sulla quale il capogruppo ha annunciato una dura opposizione, ha detto: “La gente ha paura ad uscire la sera. Leggo che la Kyenge e la sua consigliera Livia Turco vogliono le quote riservate agli immigrati nella società. Siamo alla demenza. La Turco non sa niente di niente, e la Kyenge non è qualificata per questo incarico molto delicato. La Kyenge non sa cos’è l’integrazione, non sa niente di niente, vuole favorire la negritudine come in Francia, ma noi possiamo farne a meno”.  E ha proseguito: “Ogni anno entrano nel nostro paese diecimila di clandestini. Una città nuova da mantenere. Il governo e la maggioranza evidentemente non si rendono conto di come i problemi della sicurezza che attanagliano le città del Nord sono legati all’immigrazione clandestina. Così facendo stanno sovvertendo lo stato di diritto. Noi faremo contro questo provvedimento un’opposizione durissima, non ci spaventa stare qui anche di sabato e domenica. Un emendamento dei 5 Stelle in commissione ha abolito il reato di clandestinità, reato per altro troppo spesso disapplicato dai giudici di sinistra. Diciamo basta a tutto questo, così come diciamo basta agli indulti mascherati. È un provvedimento inutile e dannoso contro il quale noi ci batteremo”.

Referendum contro la Legge Merlin: se ne parla in Lombardia

prostituzione-tuttacronacaSei mesi la Lega Nord aveva presentato al Senato una proposta di legge per legalizzare e regolamentare la prostituzione. Ora, il centrodestra in Lombardia torna all’attacco della legge Merlin che nel 1958 ha messo fuori norma le case chiuse, proponendo un referendum per cancellarla, almeno in parte. Lo scorso giugno Massimo Bitonci, capogruppo della Lega a Palazzo Madama, aveva spiegato: “Non ha più alcun senso nascondersi dietro ipocrisie e tabù. La prostituzione è un fenomeno che esiste da sempre e il 75% degli italiani è favorevole alla sua regolamentazione, anche per fermare ogni sfruttamento e violenza”. Come spiega l’Ansa, questa volta la proposta parte dalla maggioranza in Regione Lombardia. L’idea è quella di sfruttare l’articolo 75 della Costituzione che prevede la possibilità di indire un referendum popolare non solo se si raccolgono 500mila firme, ma anche se viene richiesto da cinque consigli regionali. Lo stesso sistema utilizzato (per la prima volta) da nove Regioni per chiedere l’abrogazione della norma che prevede il taglio di 969 uffici in tutto il Paese, fra tribunali, procure e sedi distaccate. Una richiesta che ha avuto il via libera della Cassazione e su cui la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi. Secondo gli ideatori, tale referendum sarebbe un modo per togliere le prostitute dalle strade, facendo in modo che la loro diventi una professione e anche che paghino le tasse. Domani, in una conferenza stampa che si terrà al Pirellone, la proposta verrà presentata dal capogruppo del Carroccio Massimiliano Romeo, da Giulio Gallera (Fi), Stefano Bruno Galli (Lista Maroni Presidente) e dal capogruppo di Fratelli d’Italia, Riccardo De Corato. Da parlamentare, De Corato aveva presentato una proposta di legge sulla questione e quando era vicesindaco di Milano aveva chiesto al governo di rendere reato la prostituzione in strada.

“Pensioni no, clandestini sì?” La Lega protesta al Senato

lega-protesta-tuttacronacaSe questa mattina è stata sospesa la seduta alla Camera durante l’esame della legge sul finanziamento pubblico ai partiti, non è andata meglio al Senato dove a protestare sono stati i senatori della Lega, presieduti da Massimo Bitonci. I leghisti si sono scagliati contro la cancellazione del reato di clandestinità avvenuta nel ddl sulla messa alla prova con un emendamento del M5S. Sui cartelli che hanno fatto la loro apparizione nell’Aula si leggeva ‘Pensioni no, clandestini sì’, ma anche ‘Sicurezza no, clandestini a casa loro’. Per tutta risposta gli esponenti del Pd sono scesi nell’emiciclo per contestare il Carroccio. La vicepresidente di turno, la democratica Valeria Fedeli, ha ripetutamente tentato di riportare l’ordine in aula invitando i commessi a togliere i cartelli, con i senatori leghisti che li tenevano ben saldi. A causa però anche della controprotesta del Partito Democratico il caos generatosi ha costretto la Fedeli a sospendere la seduta, riconvocata per le 16.

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