“Io lo amo, lei lo disprezzava”, così l’amante di Logli

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Un matrimonio finito, un triangolo, un tradimento, ma soprattutto una donna scomparsa nel nulla nella notte tra 13 e il 14 gennaio 2012 dalla sua casa di Gello di San Giuliano Terme in provincia di Pisa: questo è il caso Ragusa. Oggi, grazie al Tirreno, si conoscono le parole dell’amante del marito, Sara Calzolaio contenute nell’informativa che il reparto crimini violenti del Ros si appresta ad inviare alla Procura della Repubblica:

Ha mai pensato di interrompere il rapporto con Antonio Logli?

“nell’ultimo periodo avevo pensato di interrompere la relazione nel mese di novembre-dicembre 2011. Solo che vedendolo ogni giorno e ritenendolo una persona fondamentale per la mia vita abbiamo continuato ad avere un contatto sempre telefonico per poi rimetterci insieme in considerazione che io lo amo”.

E Roberta Ragusa non si è mai accorta di nulla?

“Roberta negli ultimi mesi non si esprimeva”.

E ancora:

“Né tantomeno si confidava con me probabilmente per la presenza delle persone in autoscuola. Ricordo però che nei primi periodi di lavoro Roberta mi raccontava di quando faceva acquisti per i figli all’insaputa del marito. Mi raccontava anche le divergenze di modi di fare con il marito. Alcune volte disprezzava Antonio dicendomi di quanto era brutto”.

“Per quanto io sappia ritengo che fossero come separati in casa dalle confidenze di Antonio. Mentre dalle confidenze di Roberta in merito alla loro relazione sessuale si esprimeva dicendomi di non fare sesso con il proprio uomo perché lo riteneva solo un desiderio di quest’ultimo”.

L’incidente e lo scatolone, racconta il Tirreno:

Le domande si infittiscono e arrivano alla vigilia della scomparsa: a quel 10 gennaio 2012 quando a Roberta accade un incidente. «Vedendo Antonio e Roberta le hanno mai confidato cosa sia successo il giorno dell’incidente domestico avvenuto il 10 gennaio 2012?» chiedono i carabinieri.

Risponde Sara Calzolaio:

“Quella mattina in autoscuola vi era Roberta la quale mi disse di recarsi a casa senza un motivo particolare, poi la rividi nel pomeriggio verso le 16,30 con un aspetto che faceva pensare che stesse male. Tant’è che il viso era pallido ed era dolorante a un gomito e alla testa. Mi spiegò che quella mattina appena era entrata in casa Antonio, che si trovava sulla scala per riporre i cartoni di Natale in soffitta, le aveva chiesto il suo aiuto. Lei l’aveva raggiunto sulla scala per poi vedersi il cartone venire su di lei perché era sfuggito ad Antonio. Lei era caduta all’indietro con una sensazione di paura sapendo che dietro vi era un mobile antico. Poi mi ha anche riferito che, dopo aver messo il ghiaccio, ha fatto anche le pulizie in casa. Ricordo che nel sentirla le rammentai che anche a casa mia ho una scala del genere e lei mi ribadiva di fare molta attenzione affinché non capitasse la stessa cosa anche a me e nel contempo si lamentava del gesto e precisamente disse: che gesto bischero”.

Il giorno della scomparsa.

“Ricordo che la mattina del 14 gennaio Antonio mi ha chiamato sul cellulare dedicato verso le 7,30-8 per dirmi che non trovava più Roberta quando si era svegliato a casa. Mi disse anche di spegnere il cellulare dedicato e nel caso di utilizzare solo l’altro mio cellulare.
Dopo questa chiamata mi ha ricontattata verso le 10,30-11 sul mio cellulare personale e mi ha detto che le ricerche continuavano e di aver chiamato i carabinieri. Dopo questa ultima telefonata ricordo di essermi recata a casa di Antonio trascorrendo la giornata con la figlia”.

E la notte della scomparsa?

“La sera prima Antonio con il cellulare dedicato mi aveva chiamato verso le 23 per rimanere circa una mezz’ora e mi ricordo che avevamo fissato un appuntamento per il giorno dopo per recarsi all’Ikea a Firenze. Durante tale telefonata non c’è stato nulla di anomalo del tipo di aver sentito la voce di Roberta intromettersi nel nostro dialogo”.

Ma soprattutto dalle dichiarazioni di Sara Calzolaio si evince “Io lo amo” e poi aggiunge “Lui e Roberta vivevano da separati in casa. Lei lo disprezzava e quando si confidava con me diceva che era brutto”.

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La moglie lo scopre a un droga-party: tenta di buttarla dalla finestra

polizia-auto-tuttacronacaE’ finito in manette un 23enne marocchino che venerdì sera, nel centro storico di Genova, ha tentato di gettare dalla finestra la moglie al quarto mese di gravidanza. L’uomo, ora accusato di tentato omicidio, era stato scoperto dalla consorte mentre dava un droga party con hashish e cocaina nella loro abitazione. La moglie, una donna marocchina di 16 anni, ha quindi iniziato a rimproverarlo e lui ha risposto tentando di liberarsi di lei. A bloccarlo la polizia di Prè chiamata dai vicini di casa della coppia che avevano udito le urla dei due. La donna si trova ora ricoverata all’ospedale Galliera.

Cena in famiglia… ma la moglie va in bagno con il ristoratore

donna-bagno-tuttacronacaUna cena al ristorante nel Maceratese per una famiglia è finita in un dramma familiare quando la moglie si è allontanata, dove stava cenando con il marito e figli, per andare in bagno. Il marito preoccupato che dopo un quarto d’ora non fosse tornata al tavolo ha deciso di andare a controllare e bussa più volte alla porta. La donna gli avrebbe detto di attendere, ma l’uomo inizia a bussare ripetutamente, a questo punto la donna avrebbe aperto la porta ma insieme a lei c’era il proprietario del ristorante. Al marito sono bastati pochi sguardi per capire cosa fosse accaduto e sarebbero volati insulti e parole pesanti.

Tragico incidente: un mezzo spalaneve investe e uccide una donna incinta, salvo il bimbo

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Aveva 36 anni Min Lin ed era al nono mese di gravidanza quando oggi, per un errore, è stata travolta e uccisa da uno spalaneve a New York. I medici miracolosamente, grazie a un parto cesareo sono riusciti a salvare il bambino e a stabilizzarlo. L’incidente è avvenuto a Brooklyn in un area di parcheggio antistante un supermercato. La vittima infatti era con il marito e stavano caricando le borse della spesa in auto, quando lo spalaneve in retromarcia ha travolto la donna. Illeso il marito. Il conducente è stato rintracciato dopo alcune ore e si trovava ancora in stato di shock.

Ha un amante da sei anni: finge di esser stata stuprata per nasconderlo

amante-finto-stupro-tuttacronacaJessica Gore, per non rompere il matrimonio, ha finto di essere stuprata pur di nascondere la sua relazione extraconiugale, che proseguiva da sei anni. La donna, che ora è stata accusata di aver dichiarato il falso, era sposata da appena 4 settimane con Darren quando, per giustificare la tarda ora a cui era tornata a casa, ha inventato di essere stata stuprata mentre si recava all’abitazione della baby sitter per un amico. Come spiega il Daily Mail, il marito ha denunciato il crimine ma in breve tempo la polizia ha scoperto che non era mai avvenuto uno stupro e che la donna aveva un’altra relazione, da sei anni, con un vicino di casa, Matthew Richards. La donna è stata capace di simulare lo stupro e di aggiungere una serie di dettagli per renderlo realistico. Jessica, finita in processo, è stata mandata in un ospedale psichiatrico per cuare i disturbi mentali da cui sarebbe affetta.

“Non ci sono altre piste, è stato il marito”, il caso Ragusa è in un tunnel?

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Il caso Ragusa è in un tunnel. Tra veggenti e il corpo che ancora non si è trovato sembra davvero difficile ricostruire cosa possa essere accaduto all’imprenditrice pisana svanita nel nulla la notte tra il 13 e il 14 gennaio 2012 dalla sua casa di Gello di San Giuliano Terme. Secondo gli inquirenti però ci può essere un solo finale: è il marito ad averla uccisa e averne fatto sparire il cadavere. Da solo o con l’aiuto di qualcuno. Per portare avanti questa ipotesi dovranno attenersi a quanto rivelato nella testimonianza del giostraio Loris Gozi, la cui testimonianza è stata congelata nell’incidente probatorio. A supportare la tesi di Gozi anche un’altra vicina Silvana Piampiani, residente a via Gigli che avrebbe visto il marito di Roberta in quella strada dopo la mezzanotte, quando invece lui ha sempre detto di essere a letto. Non solo la donna avrebbe perfino riferito agli inquirenti di averlo visto mentre puliva qualcosa in quella strada, forse sangue come hanno poi riferito alcuni media, anche se le prove sembrano davvero scarseggiare.

Brucia vive la moglie e la figlia: voleva un maschietto

uccide-moglie-indiana-tuttacronacaUna giovane moglie indiana stava allattando la sua piccola quando il marito, che voleva un maschietto, ha gettato addosso loro della benzina per poi bruciarle vive. La notizia della morte della 22enne Annu Devi e della sua bimba ha rapidamente fatto il giro del mondo. Nel frattempo il marito, Gunjan Masat, è stato arrestato con l’accusa di omicidio. La coppia era felicemente sposata da un anno, ma la nascita della piccola ha incrinato il rapporto. I familiari della vittima spiegano: “Volevano un figlio,ma non si è reso conto che non è stata colpa di Devi quella di aver dato alla luce una bambina”.  Prima dell’atto criminale erano già iniziate le prime violenze. “Ha cominciato a molestarla e a torturarla finché le cose non ha deciso di porre fine alla sua vita”.

Aggredita dal marito, salvata da Facebook

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L’incredibile storia di una donna che è riuscita a salvarsi dalla furia violenta del marito arriva dal Kentucky. Lei Susann Stacy, brutalmente aggredita dal suo consorte, ha avuto la prontezza di spirito di afferrare il telefono mentre cercava di scappare, ma la linea era disattivata, tuttavia Susann è riuscita, grazie alla connessione internet, a farsi una foto e a postarla su Facebook con una richiesta di soccorso “Aiuto… qualcuno mi aiuti”. A leggere il messaggio è stato un suo amico che ha immediatamente attivato la polizia dopo aver visto la faccia pesta della donna. Gli agenti arrivati sul posto hanno trovato Susann con molte lacerazioni in testa dovute ai colpi inflitti dal marito che per picchiarla aveva usato il calcio di una pistola. L’uomo è stato arrestato.

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Video shock! Uccide l’amante della moglie con un pugno in faccia

marito-ammazza-amante-pugno-tuttacronacaE’ stato condannato a tre anni e mezzo per omicidio colposo Alexander Frew, l’uomo che con un devastante pugno in faccia ha ucciso un 41enne perchè sospettava avesse una relazione con sua moglie Sarah. Frew, dopo aver scoperto che Matthew Welford per due volte si era appartato con Sarah in un hotel, ha litigato con il rivale in amore nel parcheggio del Garforth Country Club nel West Yorkshire, GB. Qui ha colpito al volto con un pugno Welford, scaraventandolo a terra.  Welford, cadendo, ha sbattuto violentemente la testa e ha subito un danno cerebrale che ne ha provocato la morte.

Tensioni in casa Kyenge dopo l’intervista del marito a Libero!

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Domenico Grispino, marito di Cecile Kyenge ha rilasciato un’intervista a Libero che ha alzato molte polemiche dichiarando, tra l’altro “Le hanno fatto firmare un impegno a restituire 34mila euro di spese elettorali, ma la campagna l’ho pagata tutta io”.

Questa è una parte dell’intervista di Grispino pubblicata su Libero a cura di Giacomo Amadori:

(…) Non pare avere un alto concetto della politica.

«Mangiano tutti. Destra e sinistra. Non si salva nessuno. A parte mia moglie, che è una persona perbene e avrebbe fatto meglio a continuare a fare il medico, professione in cui è bravissima. Io ho scritto a Beppe Grillo sa? Gli ho detto: io, se non fossi costretto a dimezzarmi lo stipendio, sarei pronto a scendere in campo. Non mi ha neppure risposto. Così in Parlamento ci vanno quelli che guadagnano meno di 2.500 euro o i disoccupati. Delle scamorze. Ma là servono i migliori e non i somari».

Viste tutte le polemiche che accompagnano Cécile, non teme che possano chiederle di dimettersi come hanno fatto con Josefa Idem?

«Pensa davvero che la Idem l’abbiano fatta dimettere per tremila euro di Ici? Da qualche giorno parlava di Dico, unioni di fatto. E questo non è piaciuto ai cattolici del partito. Il resto lo ha fatto Enrico Letta. E comunque su mia moglie che polemiche ci sono? Quelle sul fatto che è nera?»

Ma perché sua moglie non risponde alle domande?

«È colpa del clima che c’è nell’entourage. Sono tutti pronti a farti lo sgambetto. E in pochi hanno festeggiato quando è stata eletta».

È la politica…

«È una politica di me**a».

Dawa è stata un trampolino politico per sua moglie?

«Io non credo. La sua fortuna è che Livia Turco l’ha segnalata a Pier Luigi Bersani e Bersani ha ascoltato il suggerimento. Altrimenti non sarebbe mai stata eletta. Il partito per le primarie aveva puntato su altri tre nomi».

Quindi non avete fatto campagna elettorale?

«Sì che l’abbiamo fatta. Il partito le diceva dove andare a parlare e lei andava. Ma a spese proprie. Per i tre mesi di campagna ho investito io quasi duemila euro perché in giro non raccoglieva niente».

Beh, quei soldi adesso li avrete recuperati.

«Mia moglie oggi guadagna circa cinquemila euro netti. Poi ne ha tremila di diaria con cui affitta la casa a Roma e paga le spese di trasferta e altri tremila da rendicontare, di cui ben duemila vanno al Pd».

Perché?

«Questa è una bella domanda visto che prendono anche il finanziamento pubblico. Le hanno fatto firmare un accordo molto generico per presunte spese elettorali con cui lei si impegna, dopo l’elezione a versare al Pd 34 mila euro. Ma quali sono queste spese elettorali? Era nel listino. Il partito non le ha dato niente e sono anche stupidi perché quei contratti sono atti impugnabili ».

…Veniamo alla Dawa. Libero ha svelato che non avete pagato le assicurazioni per i volontari, obbligatorie per legge. Di chi è la colpa?

«Mia, è solo mia. Io sono il più intelligente dell’associazione (ride, ndr) e avevo il compito di occuparmi delle questioni burocratiche».

Però la firma sui documenti è di sua moglie e le raccomandate con il sollecito di pagamento sono inviate a Cécile Kyenge.

«Che vuole che le dica? Lei quella roba non la guarda. Mettete in croce me. Si va in galera per questo?».

No, non si va in cella, ma è una grave irregolarità: i vostri volontari andavano in Africa senza assicurazione.

«Sono tornati tutti a casa. E allora dove è il problema? Purtroppo di quelle questioni non mi sono mai occupato. Se di ignoranza devo morire, morirò».

Poi è arrivato il comunicato di Cecile Kyenge dopo l’intervista del marito a Libero: “Mi dissocio e mi rammarico”.

E Giacomo Amadori su Libero scrive:

(…) Nel pomeriggio la doccia fredda della presa di posizione della consorte. Verso le 16 telefoniamo a Grispino che si è appena svegliato da una pennichella. Gli domandiamo se abbia letto le dichiarazioni di Kyenge. Si stupisce: «Non so nulla, Cécile non mi ha detto un casso, non ha mica avuto il coraggio di telefonarmi ». Non è con lei? «No, è a Napoli per una manifestazione con Erri De Luca e padre Alex Zanotelli». Oggi non l’ha sentita? «Assolutamente no. Ma non mi chiamerà, tranquillo ». L’ha contattata qualcun altro? «Alcuni renziani per farmi i complimenti. Mia moglie dovrebbe essere contenta: lei sostiene il sindaco di Firenze e alcune cose che ho detto possono fargli comodo ». «SOLO LA VERITÀ» Gli leggiamo il comunicato: «È vero la responsabilità è mia. Si dissocia? È un italiano che non capisco. Sono frasi alla casso. Ci avranno pensato tutto il giorno per decidere cosa scrivere e alla fine l’avrà messo giù l’ufficio stampa. Però mi devono dire se ho detto delle cose false, di quelle devo rispondere». Sua moglie sembra essersi schierata con il partito: «Lei stia con chi vuole, io sto con la mia onorabilità. Se avrò le mani libere dovranno avere paura davvero. Vorrà dire che diventerò famoso e scenderò in politica ».

Adesso la sua consorte non le chiederà mica il divorzio? «Me lo aspetto, io sono più intelligente degli altri e anticipo le situazioni. Ma non mi rimangio niente: certe cose vanno dette. Bisogna spiegarlo che c’è gente in giro che guadagna 4 mila euro al mese e non ha mai lavorato». Si fermi, altrimenti sua moglie la butterà fuori casa. «A me non mi sbatte fuori nessuno, perché le case sono tutte mie».

Maltrattamenti familiari: il marito non assolve agli obblighi coniugali

coppia-camera-letto-tuttacronacaA Genova, una moglie ha portato il marito in tribunale per maltrattamenti familiari. In cosa consistono? Secondo la ricostruzione della donna, in tre anni di matrimonio, i rapporti sessuali sarebbero stati soltanto due, peraltro risalenti al viaggio di nozze. L’uomo, in pratica, è accusato di non aver assolto agli obblighi coniugali. Per farlo, avrebbe addotto scuse e pretesti di ogni genere tanto che la donna, per realizzare il suo sogni di maternità, si sarebbe addirittura sottoposta all’inseminazione artificiale. Anche la nascita della figlia non ha potuto nulla per cambiare la situazione. Ora però ci si chiede come potrà la donna provare in tribunale le mancanze del coniuge.

La famiglia intossicata dai funghi: peggiorano le condizioni della madre

funghi-intossicazione-tuttacronacaIeri il ricovero di quattro persone, padre, madre, figlia e fidanzato, per un’intossicazione alimentare dopo aver mangiato delle amanita phalloides, con il trasferimento d’urgenza dell’ultimo a Roma a cause dell’insorgenza di serie complicazioni al fegato. Oggi, anche la madre è stata urgentemente trasferita al policlinico Umberto I. L’ufficio stampa dell’ospedale di Città di Castello ha fatto sapere in una nota: “La direzione del presidio ospedaliero Alto Tevere comunica che oggi, alle ore 12, anche la signora intossicata è stata trasferita al Policlinico Umberto I di Roma a seguito dell’innalzamento di alcuni parametri”. E ancora: “Gli altri due pazienti, padre e figlia, evidenziano indici di funzionalità epatica stabili: ma restano sotto osservazione nel reparto di medicina interna dell’ospedale di Città di Castello”.

Intossicazione da funghi… si cerca un fegato

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Una cena a base di funghi e una tossina, l’amanitina urinaria, che rischia di uccidere una persona. Un’intera famiglia padre, madre, figlia e fidanzato che sono rimasti intossicati a Città di Castello. Nel pomeriggio di oggi, uno dei quattro è stato trasferito all’Umberto I di Roma dove sarà sottoposto a delicati ed importantissimi controlli al fegato. Gli altri tre ricoverati restano in osservazione all’ospedale di Città di Castello.

Donna cade nella tomba del marito… sarà vero?

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Il Mattino racconta una storia che sembrerebbe quasi incredibile eppure la notizia è stata ripresa da molti altri quotidiani. Una signora anziana si sarebbe recata a pulire la tomba del marito nel cimitero di Pompei, ma improvvisamente la lastra di marmo tombale avrebbe ceduto e la signora sarebbe precipitata sulla bara del marito. Un volo di 6 metri, che le avrebbe anche causato una frattura. Per molti minuti gli addetti al cimitero hanno udito le urla della donna ma non riuscivano a localizzarla. Alcune signore hanno anche pensato che si trattasse di un fantasma e si sono velocemente allontanate. Solo dopo circa 10 minuti un uomo si è affacciato nella tomba e ha scoperto l’anziana che chiedeva disperatamente aiuto. Per tirare la donna fuori dalla tomba sono occorsi i vigili del fuoco e la polizia. La donna poi è stata. Ci sarebbe anche chi racconta che molti poi sono corsi a giocare i numeri al lotto: una quaderna formata da 6 (la profondità della caduta), 73 (l’ospedale), 89 (il cimitero) e 90 (la paura).

Aggiornamento 22.00: Nelle ultime ore, le condizioni dell’anziana signora si sono aggravate: è stata di nuovo portata in Pronto soccorso dove è stato diagnosticato uno stato di shock determinato probabilmente dalla copiosa perdita di sangue. Mentre i rianimatori tentavano di salvarla è arrivato l’arresto cardiaco fatale.

Sangue nel Bresciano: anziana accoltellata dal marito

calvirano-omicidio-tuttacronacaDrammatica notte a Calvisano, nel Bresciano, dove un uomo ha colpito diverse volte l’anziana moglie con un coltello uccidendola e ferendo anche il nipote, che era accorso per difendere la nonna. L’omicidio è avvenuto nell’appartamento della coppia, in via Lechi, e per la donna sono stati inutili i soccorsi essendo stata ferita a morte. Il nipote è invece stato trasportato in ospedale: vessa in gravi condizioni ma non è in pericolo di vita. I carabinieri della compagnia di Desenzano guidati dal capitano Fabrizio Massimo hanno già fermato l’assassino. Sul posto per i rilievi i militari della Scientifica.

Vedova fa sesso con l’amante nella cappella dove è sepolto il marito

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Non è una sceneggiatura di un B movie e non è neppure una piece teatrale. E’ stato un addetto del cimitero di Nola a scoprire i due amanti, impegnati in un appassionato rapporto, proprio accanto al loculo del marito di lei. La donna, una vedova di appena 37 anni, dopo aver perso il marito in un incidente stradale, incontrava il nuovo partner nella cappella di famiglia per non dare nell’occhio in paese. L’appuntamento di solito era di sera per cercare di evitare proprio gli sguardi indiscreti, soprattutto della famiglia di lui. L’amante infatti è un noto ristoratore della zona, sposato con figli, nonché datore di lavoro di lei.

Come riporta il sito Retenews24.it:

L’ultimo incontro, avvenuto nei giorni scorsi, è stato fatale. Il rapporto si è protratto più del previsto fino all’ora di chiusura del cimitero: il custode prima di sbarrare i cancelli ha effettuato il solito giro di controllo. Dall’interno di una cappella ha udito lamenti: credeva che qualcuno avesse avuto un malore; prima di chiamare l’ambulanza ha voluto dare uno sguardo. La scena che si è materializzata davanti a suoi occhi è stata quasi irreale: i due amanti erano nudi e avvinghiati al pavimento come due adolescenti innamorati.

Peccato che poco dopo la notizia viene annoverata come l’ennesima “bufala del web”…

Quando si perde il contatto con la realtà: Marina Ripa di Meana

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La crisi ha strangolato anche Marina Ripa di Meana? Secondo al sua opinione sì! Ora lei e il marito Carlo si trovano infatti a vivere con 12 mila euro. Preoccupati, affranti e nel perenne timore di un futuro peggiore la coppia vive giorno dopo giorno con l’angoscia:

Percepiamo 12 mila euro al mese, ma siamo preoccupati per il nostro futuro. Anche per noi la vita è cambiata con la crisi, ma da buoni Italiani, abbiamo un notevole spirito di adattamento. Non ci spariamo in fronte, eh. Non siamo di quelli che piangono tutto il giorno e dicono: “Oddio, la crisi”. Però ci rendiamo conto che c’è. In questa casa prima avevamo tre utenze telefoniche, ora ne abbiamo una. Avevamo due macchine, di cui una importante, una Mercedes. Ora abbiamo una piccola Panda e un motorino. I viaggi vengono molto contenuti, idem le vacanze.

Il grosso della cifra viene percepito dal marito di Marina grazie all’attività politica svolta in passato mentre lei beh, andando a spulciare nelle sue tasche, la musica cambia:

Io prendo meno di 1000 euro al mese, pur essendomi occupata per quasi 35 anni di moda. Ecco perché insisto sempre sul fatto che la televisione mi debba pagare quando vengo ospitata. Poi mi telefonano continuamente e mi dicono di fare beneficenza. Non si può fare beneficenza, la devono fare a me! Confesso che in certi casi mi preoccupo anche del mio avvenire.

A volte si perde davvero il contatto con la realtà e non si ha il coraggio di guardare magari nella porta accanto dove c’è una malattia, un disoccupato o un precario… Forse c’è bisogno davvero di capire dove sono i veri valori della propria esistenza.

Due spose che si accapigliano all’altare: c’è un solo marito!

spose-marito-tuttacronacaUno sposo… per due donne! E’ successo a Valparaiso, in Cile, dove due donne in abito bianco si sono dirette all’altare dove, però, ad attendere c’era solo un uomo. Morale: pugni che son volati tra le due donne con una rissa in strada tra urla, schiamazzi e pianti. Ma non solo: se la sono presa anche con il promesso sposo, restato in mutande. Che chi ha assistito alla scena sia rimasto stupito è dir poco… Ma nulla di reale: era una scenetta del laboratorio di Teatro di strada dell’Unità, che spesso organizza queste “invasion street” per mettere alla prova i propri artisti.

A Verona… Accoltella la moglie e poi si getta sotto un tir

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Erano circa le 9.30 quando è scattata la follia omicida di un uomo di 31 anni romeno che prima  ha accoltellato la moglie  poi è scappato verso l’autostrada del Brennero, dove si è gettato sotto un tir.

La moglie, 29enne anch’essa romena, ferita in più arti del corpo, è riuscita a scappare in una ricevitoria dove ha chiesto aiuto e ha identificato il marito come l’aggressore che le aveva inferto le lesioni. La tragedia si è consumata nei dintorni dell’ufficio postale di via Cavour, a Dossobuono, nel Veronese, e ancora non si conoscono i dettagli della vicenda che ha portato l’uomo a compiere il gesto. Al momento la donna è ricoverata in ospedale e sottoposta a intervento chirurgico. Da quanto si è appreso da fonti mediche la donna non dovrebbe essere in pericolo di vita.  Pesanti le ripercussioni al traffico tra tra Nogarole Rocca e il nodo con la A4, dove il traffico è rimasto bloccato per ore.“

Lei lo denuncia e il marito l’acceca: non avrai altri uomini dopo di me

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“L’ho denunciato alla polizia quattro volte e lui si è vendicato: mi ha accecata e ora vivrò il resto della mia vita nell’oscurità”. Questo è l’agghiacciante racconto di una cassiera di un supermercato brasiliano, Mara Rubia Guimaraes, 27 anni, originaria dello stato centrale di Goias. La 27enne aveva deciso di lasciare il marito dopo sei anni di matrimonio, dopo averlo denunciato per ben 4 volte alla polizia. L’aggressione è avvenuta quando al donna stava tornando a casa dal lavoro e ha trovato l’uomo nascosto nell’appartamento. Mara Rubia è stata torturata e poi accecata con un coltello da cucina dal suo ex marito: ”Mi diceva che se lo avessi lasciato non sarei stata mai con un altro uomo, che mi avrebbe sfregiata e tagliato le orecchie”, ha raccontato la vittima. L’ex marito e’ fuggito ed è ricercato dalla polizia per tentato omicidio.

Uccide la moglie “per scherzo”… un folle femminicidio a Roma

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Un anziano di 73 anni, ieri sera a Roma, ha puntato la pistola, un revolver calibro 45, regolarmente detenuto, contro la moglie e ha fatto fuoco, poi alla polizia ha dichiarato:

«Stavo scherzando e pensavo che l’arma fosse scarica. Sono rimasto sorpreso vedendo invece partire un colpo».

L’uomo era stato sorpreso dalla donna mentre in salone stava armeggiando con la pistola e la moglie preoccupata avrebbe chiesto all’uomo se aveva intenzione di suicidarsi a quel punto l’anziano avrebbe affermato “scherzando”: «No avrei intenzione di sparare a te», poi avrebbe fatto fuoco colpendo il fianco della moglie che dalla paura, sanguinando si è rifugiata in bagno.

Il marito a quel punto, in evidente stato confusionale si sarebbe rivolto a una vicina, la quale immediatamente ha avvisato il 113. La moglie è stata trasportata al San Camillo, dove è morta intorno all’una di notte. L’uomo è stato arrestato con l’accusa di omicidio colposo, ma continuano le indagini per verificare i dettagli della vicenda.

Bologna: la sposa costretta a bere detersivo.

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E’ riuscita a scappare e a rivolgersi ai carabinieri la donna che da un mese e mezzo, cioè da quando era arrivata in Italia, viveva segregata in una casa di Bologna. Il marito la maltrattava e la picchiava, fino ad arrivare a punirla facendole bere detersivo. Lei è una giovane afghana che aveva sposato, con nozze combinate in patria, un connazionale 37enne. Lei così era fuggita venerdì e aveva tentato di partire per raggiungere una parente all’estero. Ma l’uomo era arrivato in stazione e le aveva strappato il biglietto. In strada l’ha anche malmenata, ma è qui, tra viale Pietramellara e via Amendola, che un tenente della Compagnia Bologna Centro, che aveva appena finito il servizio e si stava recando a casa, ha bloccato lo straniero. La ragazza è stata portata all’ospedale Sant’Orsola e dimessa con 4 giorni di prognosi. Sull’età di lei sono in corso accertamenti. Ha sostenuto di avere 16 anni, pur spiegando di non sapere con esattezza quale fosse la propria data di nascita. Un esame auxologico cui è stata sottoposta la colloca tra i 18 e i 19 anni. C’è poi il fatto che il passaporto con il quale era arrivata in Italia, pur riportando una sua foto, era intestato ad un’altra donna nata nel 1981. L’uomo è stato arrestato per maltrattamenti in famiglia e lesioni. Incensurato, è stato processato in direttissima: ha patteggiato un anno senza sospensione della pena e ora si trova in carcere.

Minacciava la moglie e la costringeva a prostituirsi. Arrestato

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Da circa tre anni costringeva la moglie a prostituirsi. La minaccia che l’uomo rivolgeva alla donna, un’italiana di 35 anni era sempre la stessa: o ti prostituisci o ti porto via i figli. Pistola alla mano la donna quindi era costretta ad avere rapporti sessuali con i conoscenti dell’uomo, tutti residenti nella provincia di Salerno. Ogni prestazione veniva pagata 100 euro. E’ stata proprio la donna che alla fine non ha più retto e si è rivolta ai carabinieri. Il marito, 54enne originario di Celle di Bulgheria (Salerno), è stato arrestato con l’accusa di maltrattamenti in famiglia, lesioni personali, minaccia, violenza sessuale continuata e sfruttamento della prostituzione.

Picchia la moglie e lei fugge, in casa ritrovati coltelli e frecce

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Lui, un uomo italiano di Città di Castello, l’aveva già minacciata diverse volte e anche picchiata. Un paio di giorni fa, la moglie impaurita dai comportamenti del marito ubriaco, che la stava insultando ha deciso di fuggire di casa. I famigliari della vittima hanno dato l’allarme ai carabinieri che hanno poi rintracciato la donna, la quale, ha raccontato di essere stata vittima di violenze e di minacce già in passato. I militari dell’Arma sono andati a casa della coppia e qui hanno trovato l’uomo completamente ubriaco. In casa sono state rinvenute anche  un piccolo arsenale fatto di coltelli e frecce per la balestra che sono stati sequestrati. L’uomo, già in passato, era stato denunciato per maltrattamenti in famiglia e detenzione abusiva di armi. Due anni fa infatti con uno dei quei coltelli, avena minacciato una persona con cui aveva avuto una discussione. Per quel motivo era stato emesso un provvedimento che gli impediva di detenere qualsiasi tipo di arma, il particolare quelle da punta e taglio.

 

Il marito di una dispersa della Concordia e l’immersione al Giglio

marito-dispersa-concordia-tuttacronacaE’ trascorso più di un anno da quando la Costa Concordia naufragò davanti all’Isola del Giglio e due persone risultano ancora disperse. Tra loro, Maria Grazia Trecarichi. Oggi il marito, Elio Vincenzi, è andato a immergersi nel sito de Le Scole, là dove impattò l’imbarcazione. L’uomo, che ha deposto un bouquet di fiori ai piedi dello scoglio, ha spiegato:  “Ho promesso a mia moglie di venire a trovarla qualche volta. E di questa stagione è preferibile rispetto alla prima immersione. L’acqua era così limpida che si vedeva la targa affissa sullo scoglio anche senza immergersi”.

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Ha provato a strangolare la moglie nel sonno, ma…

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Poteva essere l’ennesimo femminicidio, ma per fortuna la donna si sveglia e lo ferma. Il marito, 56enne con precedenti penali, ha tentato di soffocare la donna da cui si sta separando e quando è intervenuto il 118 e i carabinieri, lui ha raccontato che la moglie era in preda a un attacco d’ansia e non allo shock post-traumatico del tentato omicidio appena subito. I medici non gli hanno creduto e le forze dell’ordine hanno arrestato l’uomo. L’ennesima storia di un abbandono che non si riesce a elaborare e di una storia matrimoniale che finisce, per fortuna l’epilogo questa volta non ha fatto registrare nessuna vittima, ma è impressionante il numero di episodi di violenza domestica nei confronti di fidanzate, compagne e mogli… Cosa sta accadendo all’uomo moderno? Cosa si è sradicato nella famiglia italiana?

Lite matrimoniale si trasforma in dramma, sfiorata la tragedia.

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Lui prova a impiccarsi al lampadario, della camera da letto, nella sua abitazione di Pescara, con il filo della canna da pesca che cede. Lei, dopo qualche, orma sola che il marito è uscito dopo il tentato suicidio, si conficca un coltello cucina nel petto, la lama si ferma a meno di un millimetro dal cuore. La madre, sente dei rumori s’insospettisce e si accorge della tragedia che si sta consumando e chiama il 118. Trasportata d’urgenza in ospedale la giovane è stata operata e poi ricoverata in Rianimazione; ora è fuori pericolo. Sull’episodio i carabinieri hanno rimesso un rapporto all’Autorità Giudiziaria.

Judmira, violentata per anni dal marito: non cucinava o puliva bene

_1judmira_ruqi-tuttacronacaRacconta la sua tragica storia Judmira Ruqi, per gli amici Mira. Lei ha 31 anni, origini albanesi e due figli. Vive a Casale sul Sile, in provincia di Treviso, e la sua storia è fatta di violenze domestiche. Perché è stata “Violentata per anni dal mio ex marito. Mi prendeva anche a calci e pugni perché per lui non cucinavo o pulivo bene. Ha pure tentato di uccidere il bimbo più piccolo scaraventandolo sul divano quando aveva 8 mesi. Diceva che era nato contro la sua volontà”. Per oltre 6 anni ha sopportato le violenze del marito, un kosovaro 12 anni più vecchio di lei che ha denunciato più volte, l’ultima nel 2005. Ora di lui non sa più nulla.”Non ero una moglie, ero una schiava. La sua schiava. Lui musulmano, io ortodossa: una volta mi ha presa a pugni in faccia dopo che mi ero fatta il segno della croce. Le violenze sono iniziate un mese dopo il matrimonio. Avevo 17 anni, in famiglia eravamo poveri. Mi sono sposata per questo: ma altrettanto presto sono dovuta crescere, scoprendo che miei sogni di ragazza non esistevano più”. Ora Mira ha raccontato la sua storia e spera di aprire un centro antiviolenza. “Per aiutare le donne concretamente”. Lei, a sua volta, era stata aiutata da due persone: “I miei due angeli custodi: il comandante dei vigili di Casale con tutta la sua famiglia e Martina Scarpa, anche lei vigilessa. Non hanno mai smesso di infondermi coraggio e soprattutto darmi fiducia e aiutarmi”. Oltre ai dolori fisici, Mira, all’epoca delle violenze, era stata colpita anche da una forte depressione: “L’assistente sociale voleva portarmi via i bimbi perché una volta querelato mio marito ero rimasta sola. Senza una casa, senza un lavoro. Completamente in balìa di me stessa. Avevo anche pensato di farla finita buttandomi nel Sile”. Lei stessa s’interroga su come possa essere sopravvissuta: “Non so come ho fatto a sopravvivere. Penso mi abbia aiutata Dio. Sono molto credente”. E lancia il suo appello a tutte le donne che silenti subiscono torture e violenze: “Donne abbiate fiducia, io ce l’ho fatta. Se vi sentite tradite e non credute anche da chi promette e poi non dà il suo aiuto, vi prego non mollate. Credete in voi stesse. Siete forti e potete farcela. Io ce l’ho fatta. Potete salvarvi”.

Riti satanici a Monza, madre e padre coinvolgono la figlia 13enne

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Quelle tranquille famiglie italiane… I carabinieri sono arrivati dopo l’allarme dato dai vicini che durante la notte non erano riusciti a chiudere occhio. I residenti di Via Papini sentivano strane urla e invocazioni (tra cui “siamo i figli di Odino”) provenire dalle mura della casa di due coniugi con figlia 13enne. Lui M.I, classe 1961 di Vaprio D’Adda e lei G.P.S., 43enne di Sesto San Giovanni avevano costretto la figlia a prendere parte ai riti satanici. Marito e moglie in stato confusionale, probabilmente drogati, si sono scagliati contro la polizia. Anche la figlia sembrava piuttosto scossa e sotto l’effetto di sostanze allucinogene. Girando per l’abitazione le forze dell’ordine hanno trovato una grande quantità di solventi sparsi, probabilmente la famiglia si era drogata “sniffando” solventi. La coppia è stata arrestata e la ragazzina mandata in comunità d’accoglienza.

Tragedia in centro a Parma: una donna spara al marito,è grave

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Sono gravi le condizioni di Pietro Gregorace, guardia giurata di origini calabresi, 44enne, che poco prima della mezzanotte di martedì, è stato colpito dai proiettili sparati con la sua arma d’ordinanza dalla moglie Susanna Segalini, 41 anni. La donna al culmine di una lite, nell’appartamento di via Racagni 3, ha impugnato la pistola d’ordinanza del marito e ha fatto fuoco colpendo l’uomo al collo e alla spalla. Poi la donna ha chiamato i soccorsi e si è consegnata alla polizia. Il marito è ricoverato nel reparto di rianimazione dell’ospedale Maggiore.

 

Tappezza la città con le foto del tradimento del marito… Vendetta a Siracusa

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Una donna tradita che mette in atto una vendetta nei confronti del marito adultero. Così una moglie a Siracusa, dopo aver trovato sul cellulare del marito foto inequivocabili del tradimento e ha deciso di stamparle e di tappezzare tutta Via Terecati per mostrare all’intero quartiere e alla città il torto subito. Molti hanno pensato che fosse uno scherzo, ma invece la donna ritratta nella foto era davvero l’amante del marito. L’attenzione in particolare si è catalizzata su una foto che sembrava tratta da un film a luci rosse e lasciava assai poco alla fantasia. Le immagini sono state rimosse, ma l’amante del marito non ci ha pensato due volte e ha denunciato la donna per diffamazione. 

Libero l’albanese che ha lanciato la moglie dal nono piano.

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Ha lanciato sua moglie dal nono piano. Silvana H. è morta sul colpo, ma secondo il magistrato non ci sarebbero prove sufficienti per tenerlo in carcere fino al processo. Quindi da oggi  Lleshi Zef, 30 anni, albanese pregiudicato, è già tornato in libertà. L’uomo si è sempre dichiarato innocente, afferamndo che la donna si è suicidata durante una lite di gelosia. Quello che lascia perplessi è che un pregiudicato, con l’accusa di omicidio, viene lasciato libero… dove è la giustizia? Gli indizi a carico dell’uomo, come riconosce il magistrato, non mancano: sul corpo della vittima sono stati ritrovati graffi alle spalle e all’addome, segno di una colluttazione avvenuta probabilmente prima del volo dal nono piano. Ciò che mancherebbe, invece, sarebbero le testimonianze dei vicini, che non hanno sentito grida o sentori di un litigio. Eppure qualche vicino, secondo le prime indiscrezioni, avrebbe rilasciato subito dichiarazioni di una situazione di litigi continui e di violenze perpetrate nelle mura domestiche. Erano false le prime testimonianze?  Oppure i vicini, per paura, hanno preferito tacere? In Italia non si arrestano più i pregiudicati accusati di femminicidio? Non sono pericolosi per la società?

Un volo di 9 piani… marito getta la moglie dalla finestra!

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Dopo un’accesa lite, un albanese pregiudicato di 30 anni, che viveva a Cologno Monzese, ha lanciato dalla finestra la moglie 31enne.  La donna è stata lanciata nel vuoto dal nono piano ed è morta sul colpo. L’ennesimo femminicidio che, come hanno raccontato i vicini, forse si poteva evitare essendo frequenti le liti fra i due. L’albanese è stato fermato e portato nella stazione locale dei carabinieri.

 

“Mamma, papà dov’è?”… la madre lo ha già ucciso!

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Una donna in preda al panico, la paura è quella di aver contagiato la propria famiglia con il suo stesso male:  un carcinoma mammario. Anche se la prognosi di Maria Carmela Panariello, 41enne, era favorevole la donna nel weekend ha ucciso il marito e si apprestava, forse anche a uccidere i figli, una coppia di gemelli, che avevano trascorso la giornata al mare. Così quando il figlio 12 enne, insieme alla sorella ha chiesto “Mamma, papà dov’è?”, la donna gli risponde distrattamente: «Sta dormendo, aveva mal di testa». In realtà Maria lo ha già ucciso. Tommaso Egger, 57 anni, è morto da qualche ora proprio a causa di quella paura che ha trasformato la donna in un’assassina. Certo la coppia era tutt’altro che tranquilla. Un passato difficile fatto di alcol e notti trascorse sulle panchine della Circum per lui e crisi depressive per lei. Il presente, invece, era spesso devastato da liti domestiche.

E’ sabato pomeriggio, tra le 15 e le 17.30 e Maria Carmela decide di attuare la prima parte della strage che ha pianificato. Dopo l’ennesima lite con Tommaso la donna afferra il ferro da stiro e colpisce il compagno sfondandogli il cranio nella zona occipitale. Poi, non contenta, impugna un grosso coltello da cucina e sferra ben cinque fendenti al petto di Tommaso che muore all’istante. Tutto si svolge nella loro camera. I ragazzi sono al mare di fronte casa. I figli tornano e chiedono del padre, insistono e la donna è evasiva. All’ora di cena Tommaso non c’è. I figli iniziano di nuovo a chiedere, ma la madre non cede la versione rimane quella iniziale: papà ha mal di testa, lasciatelo riposare. I figli sono costretti dalla donna ad andare a dormire, ma è il figlio che elude la sorveglianza della madre e riesce a entrare nella camera da letto dei genitori e scopre il cadavere del padre.

Maria Carmela si accorge che il figlio ha scoperto il cadavere del padre e monta su tutte le furie: afferra il 12enne, lo blocca e gli avvolge una cintura al collo, iniziando a stringere. Le urla della donna attirano nella stanza la sorella che subito ha chiara la situazione e s’interpone tra madre e fratello, riesce a liberare il gemello dalla presa materna e subito lo trascina via. I ragazzi urlano, i vicini intuiscono che qualcosa di grave è accaduto. Prima che Maria Carmela possa reagire, gli stessi gemelli, con un cellulare chiamano il 113 e raccontano quanto visto. Il poliziotto dice loro di uscire dalla casa e cercare rifugio da qualche vicino. E così fanno, i ragazzi fuggono dal loro appartamento e chiedono ospitalità alla famiglia al piano sottostante.

Carmela si barrica in casa chiude la porta d’ingresso e il cancello di sicurezza, cosparge la bombola del gas con alcol, taglia il tubo di gomme e da fuoco al gpl che fuoriesce. Nel frattempo in via Calastro sono giunti poliziotti e vigili del fuoco.

Alla fine la donna è stata sedata e dissuasa dal suicidio… resta lo sconcerto di quella follia che ha fatto una vittima, ma che poteva strappare la vita anche ai figli.

Tragedia in un garage sotterraneo: investe il marito e poi si schianta

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Doveva parcheggiare in retromarcia il suo suv una donna che, inavvertitamente, ha ucciso il marito, sceso dal veicolo per darle indicazioni, schiacciandolo contro il muro. Lei, che aveva superato l’esame di guida da poco più di un mese, ha quindi aperto la portiera per sporgersi fuori dall’abitacolo per capire cosa fosse successo. Il suo piede ha però premuto l’acceleratore al posto del freno e l’auto si è schiantata contro la parete che delimita il posto auto di un garage sotterraneo di Fenghua, nella Cina orientale. La donna si è così frantumata il cranio.

Uccisa per un errore medico: levano le ovaie invece che l’appendice

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Un errore medico è costato la vita a Maria De Jesus, una 32 enne, incinta di 32 settimane che è rimasta uccisa in sala operatoria. Una storia incredibile iniziata per una banale operazione di appendicite che invece si è trasformata in tragedia quando i chirurghi hanno asportato per errore l’ovaia. Maria è stata dimessa dalla clinica dopo 8 giorni di degenza, ma fin da subito ha iniziato ad accusare dolori di stomaco e malessere generale. I medici si sono subito dell’errore appena la donna è tornata in ospedale e hanno cercato attraverso l’aborto di salvarle la vita, ma il suo ventre si era riempito di liquido settico e nonostante gli interventi pochi giorni dopo è deceduta. Probabilmente a causare il fatale errore sono stati dei tirocinanti che hanno confuso gli organi durante l’intervento, ma l’ospedale ha aperto l’inchiesta.Come riporta il Daily Mail, distrutto sarebbe il marito della donna: «La morte di Maria era evitabile, era entrata in ospedale per un’appendicite». La donna lascia anche un altro figlio di 16 anni, Pedro, che in lacrime ha dichiarato: «É stata una grande ingiustizia».

Come può nel 2013 morire così una donna? Un banale errore dei tirocinanti distrugge una vita umana? Non c’è nessun medico esperto in sala operatoria quando si opera?

L’amante si rompe la gamba tentando la fuga dal marito

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Forse l’aveva visto fare come ognuno di noi centinaia di volte nelle commedie all’italiana e ha pensato che non dovesse poi essere così difficile calarsi dalla finestra con un lenzuolo annodato per sfuggire all’ira del marito della donna con cui era stato sorpreso. Così a Forlì un uomo ha tentato di calarsi dalla finestra nella maniera più classica… ma il nodo si è sciolto e l’uomo è precipitato rompendosi una gamba. Forse un avvertimento per la prossima volta.

Non le affidano i figli a causa del suo lavoro: hostess di volo

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I giudici del Tribunale civile di Ariano Irpino, nell’Avellinese, dovendo dirimere la questione dellaffidamento di due bambini  di nove e sei anni di una coppia in via di separazione, si sono pronunciati in favore del padre. Una delle motivazioni è che la madre, assistente di volo per Alitalia, impiegata su tratte intercontinentali, è costretta a lunghi trasferimenti e non sarebbe quindi in grado di garantire il pieno e completo accudimento dei figli. ”Una rilevanza determinante assume l’attività lavorativa della signora – si legge nell’ordinanza – Ella, avendo sede lavorativa presso l’aeroporto di Milano Malpensa ed essendo impegnata come assistente di volo su tratte intercontinentali, pur potendo disporre di una settimana di riposo al mese, è costretta a lunghi trasferimenti dalla residenza dapprima a Napoli e poi a Milano con necessità di pernottare almeno tre notti al mese a Milano, oltre ovviamente ai pernottamenti che deve fare all’estero”. E continua: ”Non vi è dubbio, pertanto che la sua presenza nella localita’ di residenza dei figli risentirà dell’inevitabile fatica che gli spostamenti lavorativi comporteranno (…). Va precisato che, come la stessa hostess ha dichiarato, in sua assenza i bimbi vengono accuditi dai nonni materni”. ”Al contrario, il padre lavora quale socio in un negozio al piano terra ubicato nello stesso stabile ove si trova la casa coniugale, che è di sua proprietà esclusiva. Egli potrebbe pertanto assolvere alla sua attività lavorativa e contemporaneamente essere una figura di costante riferimento per i figli”. La hostess impugnerà ora la decisione.

Lea Garofalo: quattro ergastoli per i suoi assassini

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Lea Garofalo, testimone di giustizia, fu uccisa a Milano il 2004 novembre 2009. Oggi i giudici della corte d’Assise e d’Appello di Milano hanno confermato la condanna all’ergastolo, emessa in primo grado, per l’ex compagno di Lea Garofalo Carlo Cosco, il fratello Vito e Massimo Sabatino e Rosario Curcio, entrambi collaboratori della famiglia legata alla ‘ndrangheta. Per i due fratelli Cosco e per Curcio il sostituto pg Marcello Tatangelo aveva chiesto l’eragastolo. Per Sabatino, invece, aveva chiesto l’assoluzione in base alle rivelazioni del pentito Carmine Venturino, ex fidanzato della figlia di Lea, Denise, che aveva scagionato anche Giuseppe Cosco, ora assolto. I giudici hanno cancellato il carcere a vita anche per il pentito Carmine Venturino, condannato a 27 anni, al quale sono state concesse le attenuanti generiche: l’uomo ha contribuito alla rilettura della vicenda iniziando a collaborare dal carcere con i pm nel luglio scorso e facendo ritrovare i resti della donna in un campo in Brianza. Per la figlia di Lea Garofalo, Denise, che si è costituita parte civile contro il padre Carlo Cosco, i giudici hanno confermato un risarcimento di 200mila euro. La ragazza, che oggi ha 21 anni, era presente al momento della lettura del verdetto, coperta da un paravento. Il legale della ragazza, Vincenza Rando, ne ha annunciato l’intenzione di celebrare il funerale della madre a Milano. “L’impianto accusatorio ha tenuto – ha affermato il difensore – Denise è contenta che sia stato trovato il corpo della madre e ora vuole fare un funerale a Milano”.

Arrivederci amore ciao… In Italia ci si separa dopo 15 anni

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Secondo i dati Istat, continua il trend di ascesa dei tassi di separazione e di divorzio che si registra da ormai 15 anni, dato che rivela tutta la fragilità delle unioni “legali” in Italia e che riguarda sempre di più anche i matrimoni di lunga durata e le coppie miste. Guardando i dati del 2011, rispetto all’anno precedente, si è avuto un aumento dello 0.7% per le separazioni, mentre è leggermente calata la percentuale di divorzi: -0.7%. tornando indietro nel tempo, però, rispetto al 1995 le separazioni sono aumentate di oltre il 68% e i divorzi sono praticamente raddoppiati. Numero di matrimoni che diminuisce e aumento della propensione alla rottura dell’unione coniugale, è questo il quadro in cui si pone, nel nostro Paese, il fatidico “per sempre”. E se al Nord le separazioni sono state nettamente superiori rispetto al Sud (378.6 per 1000 matrimoni contro 232.2), è qui che si osserva un incremento maggiore, con valori più che raddoppiati. Per quanto riguarda la durata media del matrimonio, è di 15 anni per le separazioni e 18 per i divorzi mentre, sempre rispetto l’arco di tempo 1995/2011 le separazioni decise dal venticinquesimo anno di matrimonio in poi sono cresciute di due volte e mezzo. Per quanto riguarda l’età media, alla separazione è di circa 46 anni per i mariti e di 43 per le mogli; in caso di divorzio raggiunge rispettivamente 47 e 44 anni, non molti, considerato che c’è la tendenza a sposarsi sempre più tardi. Se non altro, la formula più generalmente utilizzata è quella della separazione consensuale, con una quota giudiziaria più alta nel Mezzogiorno e nel caso in cui entrambi i coniugi abbiano un basso livello di istruzione. In caso la coppia-scoppiata, poi, avesse dei figli, nel 90.3% dei casi è stato previsto l’affido condiviso. Nel 19,1% delle separazioni è previsto un assegno mensile per il coniuge, nel 98% dei casi corrisposto dal marito, inoltre, nel 57,6% delle separazioni la casa è assegnata alla moglie, nel 20,9% al marito mentre nel 18,8% dei casi si prevedono due abitazioni autonome e distinte, ma diverse da quella coniugale. Il quadro non è roseo neanche per quel che riguarda le coppie miste: nel 2005 sono state pronunciate 7.536 separazioni , con un incremento del 76,7% rispetto al 2000. Si è poi registrata una battuta d’arresto: nel 2011, le separazioni sono state “solo” 7.144. In crescita anche i divorzi, pur se con un’entità contenuta (4.213 nel 2011, pari al 7,8% del totale).

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La storia di Pamela, la prostituta educata

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Una coppia gentile e affabile con una figlia 20enne che segue le orme professionali della madre. La donna infatti è una prostituta di Padova,  ha circa 45 anni, ma nessuno si è mai lamentato con lei, anche se nella strada dove abitava tra Torre e Ponte di Brenta, quasi tutti conoscevano il suo mestiere. Improvvisamente un giorno il marito della donna, un ungherese che da almeno due decenni le fa da protettore e che ultimamente sarebbe diventato anche il protettore della figlia, è stato arrestato dalla polizia per favoreggiamento alla prostituzione. Ma dietro c’è un giallo… la denuncia sarebbe arrivata da quei vicini che invece ora la proteggono.  Chiunque in zona parla di una “brava tosa”, educata con tutti, mai una parola fuori posto e nessun rumore molesto in casa. L’arresto nessuno se lo aspettava anche perché era lo stesso marito, ex campione di boxe che quando presentava la donna diceva sempre “mia moglie, di mestiere prostituta”. E mai nessuno aveva avuto nulla da dire, neppure per quelle frasi che ogni tanto comparivano sul muro… scritte degli “estimatori” della donna, ma alcuni erano pronti a giurare che si trattassero di frasi del marito che ogni tanto voleva omaggiare la sua sposa. Chi ha quindi denunciato la coppia che da anni viveva serenamente nel quartiere senza arrecare danno a nessuno?

Le trapiantano l’utero e ora è incinta… i medici sperano!

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Si sta gridando al miracolo medico e incrociando le dita sperando che Derya Sert, la prima donna al mondo a cui è stato trapiantato un utero con successo, è ora incinta. Lo ha confermato il suo medico Mustafa Unal, con una mail:

“Siamo lieti di informare che lei è davvero incinta. Ma è solo all’inizio del periodo di gravidanza. Speriamo che tutto vada bene fino alla fine della gravidanza “, ha detto Unal.

Sert ha 22 anni ed è stata inseminata con  la fecondazione in vitro a Akdeniz University Hospital nel sud della Turchia, nei pressi di Antalya.

“Siamo stati felici dopo il trapianto ora vogliamo solo un bambino sano. Non importa se sarà un maschio o una femmina”, ha detto il marito 35enne, Mustafa Sert, e ha poi aggiunto:  “Con l’aiuto di Dio, avremo un bambino grazie a questo processo”.  Poi ha dichiarato che se fosse un maschietto lo chiamerebbe Omer, come Omer Ozkan, il chirurgo che ha trapiantato  l’utero a Derya.

Derya era nata senza utero, una anomalia che colpisce 1 donna ogni 5.000 in tutto il mondo. I suoi medici hanno atteso 18 mesi prima di impiantare un embrione per assicurarsi che l’utero “estraneo” stesse lavorando senza nessun problema di rigetto. I medici erano stati confortati anche dal fatto che dopo il trapianto Derya aveva iniziato ad avere le mestruazioni.

Il suo bambino dovrebbe nascere mediante taglio cesareo e poi a Derya verrà rimosso l’utero rimosso per evitare complicazioni. I possibili rischi per la salute includono , infatti, difetti di nascita causati dai farmaci immunosoppressori e parto prematuro.

La notizia è un passo avanti per le migliaia di donne che non possono avere figli, perché sono nati senza utero o perché, a causa di qualche malattia, lo hanno rimosso.

Sert è la seconda donna a sottoporsi a un trapianto di utero. La prima è stata una donna in Arabia Saudita, che ha ricevuto un utero da un donatore vivente, ma dopo poco tempo ha iniziato a soffrire di forti coagulazioni e i medici hanno dovuto rimuovere l’utero che poteva creare infezioni alla donna.

femminicidio a Porto Recanati… violenza bruta!

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Una donna italiana di 57 anni è stata trovata morta in casa in via Montarice 94 in zona Grotte a Porto Recanati (Macerata). Il corpo presentava segni di violenza.
L’ex marito della 57enne si è praticamente costituito ai carabinieri presentandosi nella caserma di Loreto. Ai militari ha raccontato di avere avuto una violenta lite con la donna, e di non sapere se era viva o morta.

Amina, la Femen tunisina che ora rischia la lapidazione!

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Il movimento attivista Femen, di origine ucraina e noto per le manifestazioni pacifiche a seno nudo, lo scorso lunedì ha debuttato in Tunisia. Il volto e il corpo della protesta sono quelli di Amina, una ragazza di 19 anni che ha voluto portare la protesta nel suo paese per la “liberazione” delle donne.
“Scoprii dell’esistenza di Femen lo scorso luglio e mi piacque il messaggio di cambiamento radicale che trasmetteva”, ha raccontato Amina a Ettounsiya Tv. “Se avessi postato una foto di me in t-shirt non avrei suscitato nessuna reazione, invece io voglio che il messaggio sia chiaro: il corpo è mio e non appartiene a nessun altro, né a mio padre, né a mio marito, né a mio fratello”, conclude Amina.
Alla determinazione di Amina si oppongono, però, le ire di chi non comprende la sua protesta. Persino una sua zia ha pubblicato un video su Youtube in cui si dissocia dal comportamento della giovane, e mentre sui social network i pareri sono discordanti, oggi un predicatore islamico, Adel Almi, è arrivato persino a chiederne la lapidazione. La ragazza dovrebbe “ricevere dieci frustate e poi va lapidata finché morte non sopraggiunga”.

Il cuore di Martina per Billy!

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“Grazie Ale per questi meravigliosi 17 anni passati insieme. Buon Anniversario”, così Martina Colombari festeggia l’anniversario di matrimonio con Billy Costacurta. L’ex Miss Italia non ha badato a spese per fare gli auguri al marito: ha comprato uno spazio nell’inserto sport del Corriere della Sera e ha scritto il suo messaggio dentro a un cuore a tutta pagina

Lui ha 8 anni… sua moglie 61!

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Sanele Masilela è un bambino africano, di città del Capo, di soli otto anni e si è già sposato. La neo consorte si chiama Helen Shabangu e non è una sposa bambina: la donna ha 61 anni ed è madre di cinque figli. Un matrimonio suis generis celebrato per eseguire un rituale. A dettare le nozze, infatti, sarebbe stato un antenato morto. La cerimonia davanti a parenti e amici avrebbe avuto lo scopo di placare l’ira degli spiriti ed evitare un castigo divino.
Di fronte allo choc della comunità, la famiglia di Sanele ha difeso la cerimonia, dicendo che era solo un rituale e non giuridicamente vincolante: “In questo modo abbiamo fatto felici gli antenati. Se non l’avessimo fatto qualcosa di brutto sarebbe successo in famiglia”.
La vedova, che lavora in un centro di riciclaggio, ha aggiunto: “Non è sbagliato. Sanele era felice di sposarmi” (infatti si vede dalla faccia quanto il bambino sia contento e a suo agio!)
I due non hanno l’obbligo di convivere e sono tornati alla loro vita normale. Sanele ha precisato: “Quando sarò più grande mi sposerò una signora della mia età”.

Il marito diventa donna… il matrimonio continua!

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Non si può escludere il legame affettivo tra i coniugi e quindi il proseguimento del matrimonio solo perchè il marito ha cambiato sesso, restando però maschio all’anagrafe: lo ha stabilito, con un’ordinanza del 9 febbraio, il Tribunale di Reggio Emilia. Il Tribunale ha infatti accolto il ricorso di un cittadino brasiliano transessuale, che è diventato donna ma risulta ancora anagraficamente registrato come maschio. Il brasiliano è sposato con una cittadina italiana da circa sei anni ed era ricorso contro il diniego del permesso di soggiorno per motivi familiari.
Dopo le nozze l’uomo si è sottoposto a una rettificazione del sesso e ha assunto comportamenti e aspetto di donna. La questura quindi gli ha negato il rinnovo del permesso di soggiorno per ricongiungimento familiare: secondo la polizia, il brasiliano avrebbe contratto un matrimonio fittizio e il cambio di sesso ne sarebbe la dimostrazione. Il transessuale, che è stato quindi espulso, il 23 novembre 2012 si è opposto in tribunale dove il giudice civile Annamaria Casadonte ha accolto il suo ricorso riconoscendo il diritto al permesso di soggiorno.
Nella sentenza il giudice ricorda che la Corte Costituzionale tedesca, nel 2008, definì illegittima una norma che imponeva lo scioglimento del matrimonio prima del cambio di sesso e sottolinea «la non infrequente ipotesi di soggetti che pur identificandosi nel genere opposto mantengano orientamento sessuale nei confronti dello stesso genere opposto; è, cioè, appurato che  possano avere in alcuni casi orientamento sessuale diretto nei confronti delle persone appartenenti non al genere da cui provengono ma al genere col quale si identificano».
Il giudice è perentorio anche sulla validità del matrimonio: «È pacifico che il ricorrente sia legalmente coniugato con la cittadina italiana, non sussistendo dubbi in ordine alla celebrazione del loro matrimonio». «Nel nostro ordinamento è certamente consentita la permanenza del matrimonio pregresso anche dopo l’avvenuta rettificazione del sesso con intervento chirurgico. Soltanto la rettificazione anagrafica di attribuzione di sesso, disposta con sentenza passata in giudicato, può essere causa di divorzio».
Il giudice inoltre fa notare che i testimoni hanno confermato «la convivenza fra i coniugi», e un «rapporto affettivo evidente ed intenso». «In letteratura», scrive ancora il giudice Casadonte, «è riscontrata la non infrequente ipotesi di soggetti che pur identificandosi nel genere opposto mantengano orientamento sessuale nei confronti dello stesso genere opposto.  Ne consegue che se la relazione affettiva è condivisa dal coniuge, non si può affermare la carenza di convivenza more uxorio».
In altri passaggi della lunga sentenza, il giudice rammenta decisioni della Corte europea dei diritti umani, della Corte costituzionale tedesca e austriaca e altri casi in Svezia dove di fatto si considera «incostituzionale» lo scioglimento del matrimonio che viola «il diritto a proseguire nel matrimonio nonostante il mutamento del sesso».
In sostanza, nonostante il cambio di sesso, se i coniugi si amano e la moglie non ha intenzione di separarsi – e il transessuale non ha cambiato il sesso sulla carta di identità -, non si può separare la famiglia. Fra l’altro, il giudice ricorda che la questura non può entrare troppo, facendo indagini, su presunti matrimoni fittizi nella privacy e negli affetti di una famiglia. «Ogni ulteriore indagine sui sentimenti dei coniugi, sulla loro relazione, sul loro menage quotidiano, appare poco compatibile con la tutela che la Carta costituzionale all’articolo 29 assicura ai coniugi nel matrimonio».

Aesha ha un nuovo naso per ripartire con una nuova vita

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Il suo viso divenne famoso in tutto il mondo quando la rivista Time lo usò come immagine di copertina. Aesha Mahammadzai è la ragazza senza naso, tagliatogli dal marito talebano per punizione. Adesso la ragazza afghana può tornare a vivere una vita normale, dopo che un’equipe medica statunitense ha svolto con successo l’intervento chirurgico di ricostruzione.

Il cannibalismo corre sulla rete!

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Due uomini sono stati arrestati nell’area di Canterbury in Gran Bretagna nell’ambito di una inchiesta scaturita dal processo in corso a New York contro Gilberto Valle, il ‘poliziotto cannibale. Valle, 28 anni, americano e’ accusato di aver tentato di uccidere e mangiare parecchie donne tra cui la moglie e al processo e’ emerso che era in contatto via mail con qualcuno in Gran Bretagna che sarebbe stato ‘mentore’ in fatto di cannibalismo: suggerendogli anche come cucinare la carne umana.

UCCISO UN CONSIGLIERE E SUA MOGLIE: giallo a Imola!

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Giallo a Imola. I corpi senza vita di due coniugi – Adamo Longo, 63 anni, ingegnere e consigliere comunale del Pdl nella città emiliana, e Carmela Burgio – sono stati trovati nel pomeriggio dalla polizia nella loro abitazione in via Selice.
Non sono al momento note le cause dei decessi. Un corpo è stato trovato su un divano, l’altro su un letto. Longo aveva partecipato venerdì sera a Imola alla cena di chiusura della campagna elettorale del Pdl, poi non era stato più visto.

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