Marco Carta e Valerio Scanu in un cd per beneficenza

arcu' e chelu-cover-tuttacronacaE’ Fabio Traversa su Reality & Show a raccontare che sarà possibile acquistare, nei negozi e online, da martedì 17 dicembre il cd Arcu’e chelu (Arcobaleno). Si tratta di una raccolta voluta da Eugenio Finardi che ha chiamato all’appello vari amici che hanno ceduto a titolo gratuito i propri brani per una compilation da mettere in commercio a scopo benefico per aiutare la popolazione sarda vittima del recente nubifragio. I proventi della vendita verranno in seguito devoluti in beneficenza alla Croce Bianca di Olbia e indirizzati, poi, alle due scuole materne e primarie di Santa Maria e Putzolu. Scopo è far fronte alla loro situazione di disagio con la sostituzione del materiale didattico e delle attrezzature per il ripristino del normale svolgimento delle attività. Tra i vari cantanti che si sono resi disponibili anche Valerio Scanu, con la sua Parto da qui, e Marco Carta, del quale si potrà ascoltare Ti sorriderò. Nel frattempo, lo staff di quest’ultimo ha dato un aggiornamento sulle sue condizioni di salute pubblicando un post in Facebook: “Abbiamo letto molta apprensione e preoccupazione nei vostri calorossisimi messaggi. Vi comunichiamo che ora Marco ha bisogno di riposare e presto si rimetterà per tornare più forte che mai. Ci tiene inoltre a farvi sapere che il vostro sostegno ed il vostro calore lo aiutano molto. Lo Staff e tutto il Worldpaper augurano a Marco una pronta guarigione stringendosi insieme in un immenso abbraccio”.

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Marco Carta in ospedale! L’annuncio in Facebook

marco-carta-malore-tuttacronacaIl cantante sardo Marco Carta è stato ricoverato in ospedale per problemi di salute, come lui stesso ha spiegato ai fans tramite un post pubblicato sulla pagina Facebook. “Ultimamente non sono stato molto bene, tanto che in seguito a ciò è stato necessario il ricovero”, scrive Carta. “Non allarmatevi tornerò presto, più forte che mai”. I supporters si sono immediatamente allarmate e sulla stessa pagina sono apparse decine di messaggi ai quali il vincitore di Amici ha risposto con un: “Grazie a tutti, quando uscito sarete i primi a saperlo”.

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Lacrime di coccodrillo ovvero Napolitano visto da Travaglio

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Attacca duro Marco Travaglio e l’editoriale post crisi parla del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, Secondo Travaglio. Da qualche tempo Napolitano avrebbe intrapreso la strada del “monitus cum lacrimis”:

Da qualche tempo a questa parte, appena prende la parola, il che gli accade ormai di continuo, in una logorrea esternatoria senza soste, anche due volte al giorno, prima e dopo i pasti, il presidente della Repubblica piange. È una piccola variante sul solito copione: il monito con lacrima. A questo punto mancano soltanto le scuse al popolo italiano, unico abilitato a disperarsi per lo schifo al quale è stato condannato da istituzioni e politici irresponsabili. Cioè responsabili dello schifo. L’altro giorno, mentre Letta Nipote garantiva agli americani che il suo governo era stabile e coeso come non mai e B. raccoglieva le firme dei suoi 188 servi in Parlamento per minacciare di rovesciarlo, Napolitano definiva “inquietante” la pretesa del Caimano di condizionarlo per fargli sciogliere le Camere e interferire nei processi giudiziari. E lo dice a noi? Sono anni e anni che lui, non noi, corre in soccorso dell’Inquietante non appena è in difficoltà. Lo fece nel novembre 2010, quando Fini presentò la mozione di sfiducia al governo B. e lui ne fece rinviare il voto di un mese, dando il tempo all’Inquietante di comprarsi una trentina di deputati. Lo rifece nel novembre 2011, quando B. andò a dimettersi per mancanza di voti alla Camera, e lui gli risparmiò le elezioni anticipate, dando il tempo all’Inquietante di far dimenticare i suoi disastri quando i sondaggi lo davano al 10 per cento.

Lo rifece quest’anno, dopo la batosta elettorale di febbraio (6,5 milioni di voti persi in cinque anni): prima mandò all’aria ogni ipotesi di governo diverso dall’inciucio, tappando la bocca ai 5Stelle che chiedevano un premier fuori dai partiti; poi accettò la rielezione al Quirinale, sostenuta fin dal primo giorno proprio da B., quando ancora Bersani s’illudeva di liberarsi della sua tutela; infine impose le larghe intese, in barba alle promesse elettorali di Pd e Pdl, e nominò premier Letta Nipote che, come rivela Renzi nel suo libro, era stato scelto da B. prim’ancora che dal Pd. L’idea di consultare gli elettori gabbati per sapere che ne pensavano (come si appresta a fare l’Spd con un referendum fra i suoi elettori prima di andare a parlare con la Merkel), non sfiorò nessuno. Tanto i giornaloni di destra, centro e sinistra suonavano i violini e le trombette sulla “pacificazione” dopo “vent’anni di guerra civile”. E B., semplicemente, ci credette: convinto che Napolitano e Pd l’avrebbero salvato un’altra volta. Il Fatto titolò: “Napolitano nomina il nipote di Gianni Letta”. Apriti cielo. A Linea notte Pigi Battista tuonò contro quel titolo “totalmente insensato, eccentrico, bizzarro, non certo coraggioso” perché “non riconoscere che Enrico Letta sia una figura di spicco del Pd e scrivere che la sua unica caratteristica è essere nipote di Gianni Letta è una scemenza. Non vorrei che passasse l’idea che ci siano giornali, come il Corriere su cui scrivo, accomodanti e trombettieri, e altri che dicono la verità, sono coraggiosi, stanno all’opposizione”.

Ieri il coraggioso Corriere su cui scrive Battista pubblicava le foto di Enrico e Gianni Letta imbalsamati che sfrecciano sulle rispettive auto blu dopo l’incontro al vertice di venerdì, quando “a Palazzo Chigi arriva anche lo zio di Enrico, Gianni Letta. Incontri non risolutori, che preparano il colloquio delle 18 al Quirinale”. C’era da attendersi un puntuto commento del coraggioso Battista per sottolineare quanto fosse insensata, eccentrica, bizzarra questa simpatica riunione di famiglia fra il premier e lo zio, sprovvisto di qualunque carica pubblica, o elettiva, o partitico, che ne giustificasse la presenza a Palazzo Chigi. L’indomani Napolitano lacrimava alla Bocconi perché B. ha “smarrito il rispetto istituzionale”. Perché, quando mai in vent’anni l’ha avuto? Per smarrire qualcosa, bisognerebbe prima possederla.

Intanto il ministro Franceschini, in Consiglio dei ministri, si accapigliava con Alfano: “Voi volete solo salvare Berlusconi!”. Ma va? E quando l’ha scoperto? Infine ieri, mentre tutti parlavano di fine del governo e di “punto di non ritorno”, Napolitano dimostrava che il punto di non ritorno non esiste, la trattativa Stato-Mediaset è più che mai aperta: infatti chiedeva, eccezionalmente a ciglio asciutto, “l’indulto e l’amnistia”. Ma sì, abbondiamo. Così sparirebbero per incanto i processi Ruby-1 e Ruby-2, De Gregorio, Tarantini, Lavitola, la sentenza Mediaset e tutti i reati commessi da B. ma non ancora scoperti. I detenuti perbene dovrebbero dissociarsi e rifiutare di diventare gli scudi umani per B.&N., a protezione del sistema più marcio della storia. Essi sì avrebbero diritto a versare qualche lacrimuccia. Invece in Italia lacrimano solo i coccodrilli: chi è causa del nostro mal, piange al posto nostro.

Esplosioni a Milano. “Non ti avvicinare è una bomba”. Solo un guasto elettrico?

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Una tranquilla serata milanese. Un sabato sera dove i clienti stavano mangiando al ristorante e sorseggiando un drink al bar quando, in via San Marco, la luce va via all’improvviso, il buio avvolge locali e abitazioni, gli allarmi iniziano a suonare e nel caos generale si sentono distintamente due esplosioni. Il fumo si alza e le fiamme rischiarano la zona, proprio a pochi passi da via Palestro dove si sta celebrando una commemorazione per le vittime dell’attentato mafioso che colpì Milano nel ’93.

Immediatamente torna il terrore: «Non avvicinatevi, è una bomba», azzarda qualcuno.

C’è chi come Fabio, allenatore che lavora poco distante dal luogo delle esplosioni, racconta: «Come se fossero saltate delle bombole del gas». In particolare il fumo esce dal civico n.33 3 in pochi istanti dai locali e dai palazzi i residenti e i clienti si riversano in strada.  C’è la polizia che fa allontanare un uomo che cerca di spegnere l’incendio con l’estintore e in pochi istanti la zona viene fatta evacuare mentre tre squadre di vigili del fuoco arrivano a sirene spiegate.

Dall’alto, una donna, al terzo piano, chiede aiuto. «Non riesco a uscire: ho battuto la testa, ho paura». Due vigili del fuoco salgono a portarla fuori, ha un enorme bernoccolo, un taglio sanguinante, barcolla, viene soccorsa infine dagli infermieri del 118. Anche una donna anziana viene medicata sul posto. Alla fine il bilancio è di tre lievi infortunati, ma la paura si legge sugli occhi di tutti i presenti.

Le cause dell’incendio probabilmente, sono da attribuirsi ai cavi dell’alta tensione che, lì, coinvolgono alcuni condomini da ambedue i lati della strada. Complici le alte temperature i cavi dell’alta tensione sono andati in surriscaldamento, sprigionando così del gas, all’origine della duplice esplosione che ha scatenato il panico nel quartiere. Tra i danni riscontrati in zona anche le tubature dell’acqua che sono saltate.

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Record mondiale di apnea per Arrigoni, aiutato da due delfini

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Simone Arrigoni non è la prima volta che raggiunge un record, ma sicuramente l’immersione che ha portato l’uomo a compiere 14 voltas (ampie ruote in verticale effettuate con l’aiuto dei delfini) è stata eccezionale. L’esercizio è durato 01′,53” e i protagonisti oltre a Simone sono stati Marco e Paco, due delfini che nuotano al parco marino di Zoomarine a Torvaianica, non lontano da Roma. Sono sei anni che il sub collabora con Zoomarine e partecipa a un progetto di ricerca condotto da Zoomarine Trust Onlus per studiare gli effetti che performance in apnea possono determinare sul corpo umano e confrontarli con l’altra specie in esame, il tursiope.

“Dopo dieci anni di allenamenti e di prestazioni ufficiali in mare, lago e sotto il ghiaccio – ha raccontato il primatista d’apnea, romano originario di Capena – sono felice di continuare a potermi rendere utile alla ricerca scientifica proseguendo la collaborazione con il team dei miei carissimi amici addestratori e delfini”.

Ma se il sub ha già esperienza anche il tursiope Paco aveva già collaborato con Arrigone. Nel 2009 era al fianco di Simone quando record mondiale di “foot push”, apnea dinamica con la spinta dei delfini.

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Continuano le ricerche di Marco Vidali e intanto si mobilita Facebook

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A Casale sul Sile, Treviso, Silea e negli altri comuni della Marca in questi giorni ci si chiede: “Come si fa a scomparire così a 23 anni?”. La domanda riguarda la sparizione di Marco Vidali, avvenuta la notte tra domenica e lunedì lungo la Restera. Il mistero ha destato stupore e la piazza virtuale si è riempita del tam tam di amici e coetanei. Sulle bacheche di Facebook appaiono gli appelli perchè tutti aiutino nella ricerca. A chiedere aiuto, c’è anche Giovanni: “Sono giorni che Marco Vidali non da più sue notizie, le forze dell’ordine stanno cercando negli ultimi posti dove e è stato ma niente. E’ un caro amico per me e penso anche per molti di voi, per favore non allarmatevi, se lo avete visto o se lo vedrete ditegli di farsi vivo. Utilizziamo Facebook per far girare la notizia, utilizziamolo con testa per favore. Condividete”. L’apprensione, nel frattempo, continua a crescere e si seguono da vicino gli sviluppi delle ricerche di Marco, scomparso mentre si trovava assieme a due amici. All’opera ci sono il nucleo sommozzatori, i soccorritori del 118, i vigili del fuoco, e i carabinieri che hanno già scandagliato ogni angolo della via e del tratto di fiume dove è stata rinvenuta lunedì pomeriggio la bicicletta del ragazzo che sembra sparito nel nulla mentre il suo cellulare ha smesso di suonare in concomitanza con la scomparsa. L’ultima cella ad agganciare il suo telefonino è quella che copre la zona di Fiera a Treviso. Poi, il nulla. I carabinieri hanno anche provveduto a controllare anche la stazione ferroviaria, la stazione degli autobus e gli altri luoghi d’aggregazione frequentati dal giovane. Con il passare delle ore, tuttavia, la più accreditata delle ipotesi èla più drammatica: quella di un incidente che ha fatto precipitare il ragazzo tra le acque del fiume, anche se le ricerche in questo senso non hanno dato esito. Nelle ricerche sono stati coinvolti anche i cani molecolari della Forestale mentre i carabinieri hanno utilizzato il loro elicottero per compiere un giro d’ispezione ma del giovane, che al momento della scomparsa indossava un cappellino da baseball una canotta nera con scritte rosse e una salopette con gli sbuffi sui fianchi, non è emersa nessuna traccia. Oggi le ricerche sono ricominciate prendendo l’avvio dalla diga di Silea, dove il corpo potrebbe essere stato trascinato dalla corrente. Ma la speranza, in rete, continua a sopravvivere.

Marco è uscito dal gruppo e questo è il risultato!

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Atteso, attesissimo, virale ancor prima di uscire! Il nuovo video di Marco Ligabue, sembra proprio destinato a farsi strada nella rete!

Dopo l’addio, nel giugno scorso, al suo gruppo storico i Rio, con cui ha condiviso dieci anni di concerti e firmato tre album come autore di testi e musiche, il fratello di Luciano si presenta ai nastri di partenza di un nuovo progetto discografico.

Da Livorno, il 12 aprile, partirà il tour che porterà Marco Ligabue per tutta la primavera, l’estate e il prossimo autunno nelle principali città italiane, tra cui Roma a Milano.

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