Terrore, follia e devastazione. Probabilmente neppure queste parole possono descrivere la notte appena trascorsa a Belfast dove a margine di una marcia repubblicana per commemorare la data del 9 agosto 1971 – quando cominciarono gli arresti senza processo in Irlanda del Nord (Internement Law, la legge, approvata durante uno dei momenti di maggiore violenza politica in Irlanda del Nord, permetteva alla polizia di arrestare e trattenere a tempo indeterminato i sospettati di legami con il terrorismo) – sono scoppiati tafferugli violenti che hanno portato al ferimento di 56 poliziotti. le forze dell’ordine sono stati attaccati dai manifestanti con lanci di mattoni, pezzi di metallo, petardi e pinte di birra.
Per Theresa Villiers, ministra britannica per l’Irlanda del Nord, l’attacco “contro le forze di sicurezza ad opera di estremisti protestanti a Belfast è un comportamento assolutamente vergognoso”. La Villiers ha poi aggiunto: “Qualunque cosa la gente pensi sul merito della sfilata o qualunque sia il pensiero di coloro che vi stavano pendendo parte lo stato di diritto deve essere rispettato”.
Parole dure anche dal capo della polizia dell’Irlanda del Nord, Matt Baggott, che ha definito gli scontri della notte come un’ “anarchia insensata” e di “pura brutalità” e poi ha aggiunto: “Queste persone non avevano alcuna intenzione di manifestare pacificamente. Mancano di rispetto, anche per loro stesse, e di dignità”.