Pronti a leccarvi i baffi? Il caviale ora è di lumaca e costa circa 1600 euro al kg una vera e propria prelibatezza, almeno secondo quanto affermano Davide Merlino e Michelangelo Sansone che in Sicilia hanno messo in piedi il più grande allevamento di gasteropodi e lanciato l’idea del caviale di lumache, dalle loro uova che «profumano di erba e foglie ». Ma c’è anche il vino di giuggiole che oggi viene prodotto nelle Marche da Martina Buccolini, nelle stesse terre dove da anni i suoi genitori hanno cominciato a coltivare frutti selvatici dimenticati, dal gelso nero alle visciole, per creare prelibate conserve. Poi è arrivata lei, e da vecchi libri, antiche leggende e con molti tentativi, ha messo a punto il brodo di giuggiole: frutto selvatico dal sapore simile al dattero e al fico con un fondo di miele, pronto a da bere a 18 euro la bottiglia dopo quattro anni di lavorazione. Per gli allergici al latte vaccino, la sorpresa dagli Oscar alimentari arriva dalla Sardegna dove Maria Atzeni ha cominciato ad usare «il latte delle mie 500 pecore non per le solite ricotte o pecorini ». «Volevo qualcosa di diverso — racconta — e, a furia di tentativi, anche se nessuno ci credeva, sono riuscita a produrre una mozzarella che non ha nulla da invidiare a quelle di bufala e non fa male agli intolleranti». Cibo per gli allergici, nettare per i golosi e persino mobili per chi vuole rispettare la natura sino in fondo. Come il pugliese Marcello Rossetti che ha lanciato la prima linea di agrimobili, Skalindi, interamente rivestiti dalla fibra di fico d’India, che viene estratta dalle pale ancora verdi, senza utilizzo alcuno di prodotti inquinanti e che, stesa in lamine, crea un materiale resistente e bellissimo, ricco di venature. E se in Puglia hanno trovato un nuovo utilizzo per le foglie di fico una volta destinate dalla discarica, Daniele Gioia e Annarita Marchionna, entrambi laureati in tecnologie alimentari, hanno messo a punto la coltivazione i funghi recuperando fondi di caffè come nutrimento, come base. E quei funghi hanno conquistato gli acquirenti col loro sapore energetico. Innovazione e tradizione legano altri due concorrenti agli Oscar, dedicati alla vanità o alla cura del proprio corpo. Sono le creme create in Trentino da Marina Donati con le erbe delle sue montagne, dalla stella alpina fino all’arnica e all’artemisia (che poi sono vendute sul web), e le morbide spugne di zucca di Angelina Muzzu.