Continua la protesta in Brasile: si manifesta contro i Mondiali e finisce in scontro

protesta-mondiali-tuttacronacaIn Brasile si continua a manifestare contro i Mondiali di calcio del 2014 e a San Paolo è andata in scena, sabato sera, una nuova protesta, alla quale hanno perso un migliaio di persone. Quello che si contesta sono le ingenti spese per i lavori relativi agli impianti sportivi e la scarsa qualità dei servizi pubblici di base. Gli scontri con le forze dell’ordine sono proseguiti per tutta la serata, con la polizia che ha cercato di disperdere la folla con lacrimogeni e bombe assordanti mentre le vetrine venivano infrante e i cassonetti dati alle fiamme. Un portavoce dei manifestanti ha accusato la polizia di essere intervenuta con durezza prima che la manifestazione degenerasse, mentre la stampa brasiliana ha protestato perchè tra i fermati figurano diversi giornalisti, anche se chiaramente identificabili. Alla testa del corteo, numerosi militanti anarchici radicali dei Black Bloc vestiti di nero e con il volto coperto. Il bilancio finale è stato di cinque agenti feriti, due arresti e 230 fermi.

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Ma quali calze! A Torino si appendono gli slip verdi! La manifestazione Pd

protesta-mutande-verdi-tuttacronacaSe l’Epifania si porta via tutte le feste… perchè la Befana non fa un po’ di spazio e trascina con sè anche Roberto Cota? E’ questo il ragionamento di una cinquantina di militanti del Pd. Niente calze appese però: solo sacchi di carbone e tanti slip, che ricordano gli acquisti del governatore leghista, tutti appesi davanti al Palazzo della Regione per chiedere ancora una volta le dimissioni di governatore Roberto Cota.

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Le rapine ai danni dei giocatori del Napoli: opera degli ultrà

Valon-Behrami_tuttacronacaE’ Salvatore Russomagno, collaboratore di giustizia, a sostenere che ci sarebbe un gruppo di ultrà intenzionati a punire i calciatori del Napoli dietro le numerose rapine avvenute ai danni dei giocatori, colpevoli di non  aver preso parte alle manifestazioni organizzate dai tifosi. Le dichiarazioni di Russomagno sono state depositate al processo per la rapina subita un anno fa da Valon Behrami. Tanto i calciatori che i loro familiari sono state vittime di numerose rapine a Napoli. Tra le altre, due anni fa a Maria Soledad, la moglie di Edinson Cavani, si vide sottrarre un orologio Piaget da 18mila euro nel quartiere Fuorigrotta della città. Nello stesso anno, la coppia fu vittima di un furto in casa, nel litorale flegreo. Non è andata meglio alla moglie di Marek Hamsik, Martina, sorella di Gargano, ex Napoli ora al Parma, che fu rapinata dell’auto, una Bmw X6, a Varcaturo, nella zona flegrea. E ancora, a finire nel mirino dei malviventi anche Yanina Screpante, fidanzata dell’ex attaccante azzurro Ezequiel Lavezzi, ora in Francia in forza al PSG. Alla compagna del “Pocho” fu tolto il Rolex in via Petrarca. Nel mirino dei malviventi anche le mogli dei difensori Salvatore Aronica e Ignacio David Fideleff.

“E’ l’ultima goccia!”, gli imprenditori scendono a Roma con le bare

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Imprenditori, commercianti e artigiani sono scesi in piazza a Roma per l'”Ultimatum day”, la giornata di mobilitazione delle piccole imprese per protestare contro il prelievo fiscale “arrivato al 65,7%”. A Montecitorio, quelli che si definiscono “sopravvissuti alla strage di Stato, vittime delle tasse e di Equitalia”, hanno riempito la piazza di bare. “Oggi è la giornata per dire basta”, ha spiegato Giuseppe Graziani, presidente di Cobas Imprese.

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25 novembre, Giornata mondiale contro la violenza sulle donne

25novembre-tuttacronacaSi celebra la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne, oggi, come stabilito dalle Nazioni Unite, e in tutta Italia si stanno svolgendo manifestazioni e flash mob da Torino a Napoli. Solo in quest’anno, nel nostro Paese, sono 128 le vittime di femminicidio, con costi altissimi, 17 miliardi l’anno. Una violenza, quella contro le donne, che si scatena quasi sempre all’interno delle mura domestiche.

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Enel e le manifestazioni “spontanee” contro Greenpeace

greenpeace-enel-tuttacronacaIl 26 ottobre 2008, a poco più di un mese dall’inizio della Conferenza sui cambiamenti climatici organizzata dall’Onu in Polonia, Greenpeace attacca la Lanterna, simbolo della città di Genova, una nave carboniera e l’impianto termoelettrico dell’Enel, dove scrive “clima killer”. E’ questione di ore e sull’edificio, al posto della scritta, appaiono tre striscioni che recitano: Andate a lavorareBasta ecoballe e Quit Greenpeace. I dipendenti dell’Enel e i giornali parlano di contro-protesta spontanea.Ma le cose sono andate in modo diverso e lo testimoniano le carte del processo che vede imputati a Brindisi dodici dirigenti Enel con l’accusa d’aver imbrattato di carbone campi e abitazioni vicini alla centrale “Federico II”. Come spiega il Fatto quotidiano, “il 9 ottobre 2009 il pm Giuseppe De Nozza ordina la perquisizione del computer di Calogero Sanfilippo, allora responsabile della filiera del carbone. E salta fuori anche questa storia collaterale, che svela un doppio livello nelle legittime azioni di contro-protesta agli attacchi di Greenpeace. Contattata da ilfattoquotidiano.it l’Enel preferisce non commentare. E il responsabile settore elettrico della Filctem Cgil, Giacomo Berni, è categorico: ‘Ho organizzato tante manifestazioni come sindacato, mai per conto terzi’. Fatto sta che gli operai protestano, ma tutto sembra essere deciso nella sede centrale di Roma. Nei minimi dettagli.” Ma le mail che i dirigenti dell’Enel in quei giorni si sono scambiati raccontano una verità diversa. In una di queste, datata 29 ottobre 2008, un uomo dell’ufficio stampa, Alessandro Zerboni, scrive: “È di fondamentale importanza individuare cinque fidatissimi lavoratori per unità a carbone. Eleggere uno o due portavoce. Il personale – suggerisce Zerboni ai responsabili delle relazioni esterne delle macroaree – dovrà essere formato e preparato all’azione. È importante gestire le relazioni sindacali, durante e dopo la protesta in quanto si tratta sempre di AZIONI SPONTANEE dei lavoratori, MAI ORGANIZZATE dall’azienda”. Talmente spontanee che “in caso di azione il capocentrale dovrà informare il proprio superiore, il responsabile di filiera, le relazioni esterne, l’ufficio stampa nazionale”. Quindi arriva la ‘lista della spesa’: serve un “press kit per le centrali a carbone” che comprende: “STRISCIONI: numero 8, lunghezza 8/10 metri – altezza almeno 1,5 metri, formato orizzontale e verticale, font: scritti con pennello (minima larghezza per lettera 10 cm). No spray. Colore: preferibilmente blu scuro/verde scuro su fondo bianco. Scritte: ANDATE A LAVORARE, BASTA ECOBALLE, SIAMO VERDI DI RABBIA, uno o due a piacere in dialetto”. E’ sempre il Fatto quotidiano che ricorda: “Due delle frasi suggerite erano già comparse a Genova. L’en plein, stando a quanto riportano i giornali dell’epoca, si registra nel 2009 durante la contro-protesta inscenata dagli operai dell’impianto di Fusina, alle porte di Marghera, subito dopo l’attacco di Greenpeace alla vigilia del G8 de L’Aquila. Sono le uniche due occasioni accertate nelle quali le proteste degli operai combaciano con le indicazioni prescritte nel press kit, che si chiude con gli accessori da stadio: ‘Due megafoni, dieci fischietti da arbitro e dieci trombe nautiche a bomboletta’.” Il giorno successivo al blitz di Greenpeace a Genova, c’è un fitto scambio di mail tra dirigenti, relazioni esterne e gli uomini al comando delle centrali. Serve prevenire ulteriori attacchi ed essere pronti a reagire e quindi ci si concentra sugli impianti di La Spezia e Piombino, i più vicini e per questo più esposti. Vista la tensio, Sanfilippo dice al direttore della centrale spezzina di farsi prestare gli striscioni usati a Genova, raccomandandosi “per il futuro di realizzarli ad uso esclusivo di La Spezia”. A questo punto sende in campo anche il responsabile Area Business, Roberto Renon, che ricorda a Sanfilippo di concordare in futuro con relazioni esterne le frasi: “in staff meeting non era piaciuto ‘Quit Greenpeace'”, visto a Genova. Per quel che riguarda la centrale di Piombino, è il responsabile delle relazioni esterne per il centro-nord Luciano Martelli, oggi in pensione, a occuparsi della questione. Martelli avvisa Roma dopo esser stato allertato dalla security interna sull’imminente possibilità di un’incursione. Gerardo Orsini, capo ufficio stampa, è categorico e pronto a partire per la Toscana: “Vale la pena che tu vada direttamente sul posto per far sì che siano pronti al più presto gli striscioni, le dichiarazioni da fare, si trovi un portavoce che dichiari ai media. Se non puoi diccelo che andiamo da Roma”. Martelli lo tranquillizza: “In centrale stanno già preparando qualche striscione”. Alla fine, gli attivisti Greenpeace non sono mai arrivati.

Obama dopo l’assoluzione di Zimmerman: tempo di “calma riflessione”

obama-trayvor-tuttacronacaSi discute in America dopo l’assoluzione di George Zimmerman, la guardia che il 26 febbraio 2012 a Sanford, in Florida, uccise con un colpo di pistola il diciassettenne afroamericano Trayvon Martin. Nel dibattito è entrato anche il presidente Barack Obama, che ha chiesto rispetto per la famiglia del giovane. “La giuria ha parlato”, ha dichiarato prima di lanciare un appello per una “calma riflessione”. “Dobbiamo ora chiedere a noi stessi – ha detto Obama – se stiamo realmente facendo tutto il possibile per aumentare la comprensione reciproca all’interno della nostra comunità”.

Che giustizia vogliamo se uccidere un 17enne non è reato?

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L’Italia non brilla sicuramente per la giustizia. Nel nostro Paese sicuramente  i tempi sono lunghi e anche alcune sentenze sembrerebbero a volte non ripristinare il giusto equilibrio sociale… eppure sembra proprio che sia l’intera giustizia mondiale a non godere di ottima salute. Se in Sudafrica Pistorius, dopo aver ucciso la fidanzata forse per errore, forse per gelosia, forse per follia può continuarsi ad allenare tranquillamente e se negli Usa viene assolto chi ha ucciso un 17enne disarmato, bisogna iniziarsi a interrogare sul senso di giustizia.

E’ notizia delle ultime ore che George Zimmerman, la guardia che il 26 febbraio 2012 a Sanford, in Florida, uccise con un colpo di pistola il diciassettenne afroamericano, Trayvon Martin è stato assolto. Una corte formata da sei donne dopo 16 ore di camera di consiglio lo ha riconosciuto innocente e soprattutto ha riconosciuto che l’uomo agì per legittima difesa. Assolto dopo aver stroncato la vita a un 17enne afroamericano che forse aveva la colpa di passeggiare con il cappuccio della felpa alzato sulla testa. Assolto dall’omicidio preterintenzionale, per cui rischiava l’ergastolo. Assolto dall’accusa di omicidio colposo, per cui rischiava da 10 a 30 anni di carcere.

«Lei non ha più nulla a che fare con questa corte, è libero, può andare»: con queste parole il giudice ha posto fine ad uno dei processi più seguiti negli ultimi decenni di storia americana. Un processo che potrebbe anche riaccedere una guerra fra diverse comunità quella afroamericana e quella ispanica da cui proviene Zimmerman.

Dobbiamo forse rivedere i nostri valori? Dobbiamo riscrivere il diritto? Dobbiamo iniziare a pensare che un sospetto possa essere considerato sufficiente per uccidere una persona? Possiamo pensare che dobbiamo sdoganare alcuni reati perché sono ormai perpetrati normalmente e hanno perso nell’opinione pubblica la configurazione di crimine e sono semplicemente fatti? Dobbiamo pensare che la prostituzione non è un crimine contro le donne? O che uccidere la propria fidanzata sia solo un tragico errore? Dobbiamo immaginarci che l’appropriazione indebita di denaro pubblico non sia più un illecito, ma un privilegio di chi lo può compiere? Che giustizia vogliamo? Quali sono i valori che vogliamo tramandare alle generazioni future?

 

Scontri a Belfast, la protesta dilaga: arrivano 600 agenti inglesi!

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Belfast a fuoco e fiamme! Continuano i disordini e s’intensificano nella notte. Alle bottiglie molotov e alle pietre dei manifestanti la polizia ha risposto con gli idranti. Già ieri si registrava un bilancio pesante: 32 poliziotti e un politico erano rimasti feriti. Ora a Belfast sono arrivati oltre 600 agenti di polizia provenienti dall’Inghilterra che sono stati schierati per sedare le rivolte  scoppiate fra cattolici  e  i protestanti dell’ Orange Order.

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Dramma della disoccupazione: Fabriano scende in piazza

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Dramma della disoccupazione! A Fabriano, in provincia di Ancona scende in piazza la disperazione contro il piano di riorganizzazione di Indesit Company. Non sono solo gli operai a far sentire la loro voce ma anche le famiglie, i figli, la città. Anche chi non lavora in quella Fabrica partecipa al dramma di quanti si vedono sull’orlo della miseria

«Io sono del settore pubblico – racconta una signora – ma sono qui, perché qui è in gioco il futuro di Fabriano, il futuro dei nostri figli». E un’altra racconta: «Anche io ho un posto sicuro, ma mio genero ha perso il lavoro».

Il governo intanto, nei giorni scorsi, ha sospeso i lavori per il processo Berlusconi e ora, che l’assoluzione sembra essere una certezza, si seguitano a fare annunci di possibili riprese e di probabili posti di lavoro…

Aggiornamento 12 Luglio 2013, ore 13,25: 

Scontri a Fabriano dove un gruppo di manifestanti sta cercando di entrare negli uffici della Indesit forzando un ingresso. Le forze di polizia stanno cercando di respingere i dimostranti, in un clima di tensione che di minuto in minuto sta aumentando.

Le fiamme egizie contro Morsi! Sarà repressione?

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Un morto, presumibilmente un islamico, e sette feriti negli scontri di oggi in Egitto. La tensione nel paese è ormai esplosa in azioni violente e nella città di Beni Suef nell’alto Egitto sono state incendiate due sedi del partito di Fratelli musulmani. Anche al Cairo è stata data alle fiamme la sede del partito di Morsi e centinaia di manifestanti hanno assaltato il quartier generale, lanciando bombe molotov.

 Al grido di «Morsi, vattene», sollevatosi in varie parti del Paese, il presidente ha così risposto in una intervista rilasciata al Guardian:

«Ci possono essere dimostrazioni ma non si può mettere in discussione la legittimità costituzionale di un presidente eletto»

Poi ha dichiarato:

 «Se cambiassimo qualcuno eletto secondo la legittimità costituzionale, ci sarà qualcuno che si opporrà anche al nuovo presidente e una settimana o un mese dopo chiederanno anche a lui di dimettersi. (…) Non c’è spazio di discussione su questo punto. Ci possono essere manifestazioni e le persone possono esprime la loro opinione ma il punto cruciale è l’applicazione della Costituzione»

Morsi ha quindi accusato «i resti dell’ancien regime» per le violenze dei giorni scorsi, che hanno preso di mira sedi della Fratellanza e ha concluso:

«Hanno i mezzi, che hanno ottenuto con la corruzione e li usano per pagare teppisti e così scoppia la violenza. (…) È stato un anno difficile, molto difficile e penso che gli anni a venire lo saranno ancora, ma spero di fare sempre il mio meglio per soddisfare i bisogni del popolo egiziano.»

Alle 21.00 la situazione, secondo il portavoce militare, era la seguente:

L’esercito egiziano ha lanciato lo stato di massima allerta in tutte le unità e stabilito una unità di operazioni col ministro della Difesa Abdel Fattah el Sissi e il capo di stato maggiore per seguire la situazione e assicurare lo spiegamento il più rapido possibile in caso di crollo della sicurezza.

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Il cane della rivolta Turca: Sunglasses Motorcycle Dog

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Ogni protesta deve avere il suo simbolo… in Turchia arriva quindi Sunglasses Motorcycle Dog ovvero “il cane motociclista con gli occhiali da sole”. Quasi una mascotte che sta invadendo il web il cane definito ‘hipster’ per via degli occhiali da sole e il collare che indossa, colpisce per la sua fedeltà al padrone. Dorme in terra e fa da “cuscino” al proprietario poi sale sul motorino pronto a ricominciare la protesta e non disdegna mai un obiettivo.  Il primo a notare questo bizzarro manifestante è stato Stoyan Nenov, un fotografo di Reuters che domenica scorsa ha immortalato il cane sulla motocicletta nei dintorni di Piazza Taksim e ha diffuso la foto.

Intanto si registra anche la prima vittima tra le forze dell’ordine. E’ morto in ospedale un poliziotto turco che era rimasto gravemente ferito cadendo da un ponte mentre inseguiva un gruppo di manifestanti.

Mentre nella notte erano state arrestate 24 persone a Smirne  accusate di avere “incitato ai disordini e fatto propaganda”, pubblicando dei tweet di sostegno alle proteste.

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Non è un Paese per i cittadini: la manifestazione a Montecitorio

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Napolitano raggiunge il quorum e dalla piazza di Montecitorio iniziano tutti ad urlare: “Buffoni! Buffoni! Vergogna! Vergogna”. I “tutti” sono persone che sono arrivate prima ancora che Beppe Grillo lanciasse l’appello alla manifestazione, ci sono elettori Pd, Popolo Viola, elettori di Ingroia, Movimento 5 Stelle e anche alcuni rappresentanti di Rifondazione Comunista che, nonostante un primo screzio perchè “non si volevano bandiere”, si sono uniti all’appello “Rodotà Presidente!” Perchè tante sono le facce dell’Italia, c’è la studentessa che afferma di essere fortunata perchè “ho dietro i miei che mi sostentano gli studi. Io non voglio che se ne fuggano dalla porta secondaria del palazzo. Voglio che mi spieghino perché”. Ancora aspettano una risposta,  alle otto e mezzo di sera, nonostante Beppe Grillo abbia detto che non si sarebbe presentato, la gente è leggermente diminuita ma riesce comunque a bloccare via del Corso e gli ingressi laterali. Il passaggio i grandi elettori non riescono a crearselo, scelgono di uscire per via della Missione, ancora una volta il rifiuto netto di confrontarsi con gli elettori. La senatrice PD Rosa Maria Di Giorgi ci prova e viene accolta dalla constatazione che “Adesso l’elettorato non lo prendete più”. Però la domanda resta ancora nell’aria: perchè no Rodotà? La risposta rasenta l’assurdità, farebbe ridere se non fosse tragica la lotta di potere che determina, una posizione per partito preso: “Io con Rodotà – spiega la senatrice – ci ho lavorato insieme, purtroppo… l’ha bruciato Grillo”. Confermata allora la tesi dei deputati grillini: Rodotà no solo perchè il nome è stato fatto dalle loro fila? Forse i cittadini di Taranto potrebbero dire: “Napolitano no, perchè ha firmato il Salva Ilva”… e avrebbero più ragione! Anche Carlo Giovanrdi ha scelto l’entrata principale per fare la sua apparizione: per il parlamentare Pdl lancio di monetine e l’urlo: “mafioso!”. Ma lui non esita a rispondere che sia manifestanti che Grillo sono dei fasicsti a parlare di golpe di Stato. I politici non possono mostrarsi: “Hanno tradito il Paese”, ben accetti solo i pentastellati e i rappresentanti del Sel. Gli stessi che avranno il ruolo dell’opposizione nel governo che s’inizierà presto ad intravedere e che, al momento, è una confusa massa informe, con il Pd che si sgretola, perde pezzi per strada e, di certo, ha perso non solo elettori ma anche la faccia, e forse dovrebbe perdere anche il nome, che di democrazia non se n’è vista molta… Vendola ha allora in mente una nuova idea di “centrosinistra”: la lancerà l’8 maggio e, probabilemtne, vedrà nel gruppo il ministro della Coesione territoriale Fabrizio Barca e il suo sostegno via tweet, Maurizio Landini (segretario della Fiom) e Sergio Cofferati (ex segretario della Cgil). Il Movimento viene visto “come un possibile alleato”, su cui “convergere per alcuni punti del loro programma”. Nel frattempo il Pd non esiste in più e in molti si spostano attorno all’area Renzi. Nessuna piega per Berlusconi, si è ancora una volta aggiudicato un Presidente generoso per quel che riguarda i problemi con la giustizia e il suo partito esce ancora un volta compatto e sereno. Intanto sopraggiunge la sera, alle nove qualcuno ancora spera che Grillo riesca ad arrivare, che la sua presenza non si faccia ttendere fino all’indomani, ma la speranza è fugata: “No, no non possiamo. L’abbiamo scongiurato. E’ una questione di ordine pubblico. Basta davvero poco e può scatenarsi il disastro” spiega un parlamentare 5 stelle. Chi dorme tranquillo, poche ore dopo, è quella parte di elettorato che ancora una volta ha votato Berlusconi e l’ha visto trionfare, a tutti gli altri non resta che manifestare, ancora e ancora!

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Batman e Superman a confronto: Pd e Pdl in piazza!

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Le due forze principali della vecchia politica scendono oggi in piazza a protestare gli uni contro gli altri. Ad accusarsi reciprocamente che l’avversario non vuole fare un governo che possa portare l’Italia fuori dalla crisi. Il Pd manifesterà nella periferia romana di Corviale contro “la povertà e per un governo di cambiamento”, il Pdl sarà a Bari, in piazza Libertà, dove, durante il comizio del pomeriggio, Silvio Berlusconi, presenterà i suoi 8 punti.

Manifestazione contro manifestazione, raduno dopo raduno, nonostante le forze politiche tentino di mobilitare i loro elettori, c’è sempre più un allontanamento progressivo dei cittadini italiani dalla politica. Tra una relazione dei saggi – che ci presentano soluzioni di riforme a lungo termine, con la vecchia politica che riconferma i privilegi dei politici affermando la necessità ai finanziamenti e riducendo la capacità della magistratura di poter operare intercettazioni – e un’immobilità istituzionale.  Alla fine si farà anche un presidente e nonostante i sondaggi diano in testa la Bonino, probabilmente la scelta ricadrà su qualcuno che possa garantire la “casta” sia di destra che di sinistra e che sia accomodante con l’Europa e chini la testa davanti allo strapotere dell’Alta finanza.

Ma gli italiani ci credono ancora che il miracolo possa arrivare? C’è chi ci crede, ma non lotta. C’è chi spera, ma non si mobilita. C’è chi ormai spera solo di riuscire a prendere un aereo e andarsene lontano da tutte queste “false e ipocrite” manifestazioni di piazza che servono alla sinistra come alla destra solo per rafforzare i loro strapoteri. Da una parte un superman indebolito e testardo che striscerà tra i palazzi labirintici di Corviale alla ricerca di consensi rovesciando preoccupazione sterile e ribadendo un governo di cambiamento impossibile e dall’altra un Batman criminale che ribadirà 8 punti per eludere e per ingannare ancora una volta il popolo italiano.

Cipro riaprono le banche… lesi i diritti di tutti i cittadini!

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Dopo quasi due settimane di chiusura, domani le banche di Cipro riaprono i battenti al pubblico nel tentativo di tornare lentamente alla normalità dopo un blocco cominciato lo scorso 16 marzo. Gli sportelli degli istituti di credito – secondo quanto annunciato in serata dalla Banca Centrale – torneranno ad essere operativi da mezzogiorno fino alle 18. I risparmiatori dovranno però fare i conti con rigide misure restrittive per il movimento dei propri soldi, prese apposta per evitare una fuga di capitali all’estero dopo il pesante prelievo forzoso (si parla del 40%) che verrà applicato su tutti i depositi oltre i 100.000 euro custoditi nella Bank of Cyprus, nella Laiki Bank e nella Hellenic Bank, rispettivamente il primo, il secondo e il terzo istituto di credito dell’isola. Il prelievo è stato imposto a Cipro dall’Eurogruppo nell’ambito dell’accordo raggiunto a Bruxelles nella notte tra sabato e domenica per il piano di salvataggio del sistema bancario cipriota. Le misure di controllo sui capitali nelle banche dureranno una settimana e includeranno anche limiti per l’uso delle carte di credito all’estero (5.000 euro al mese) e il trasferimento all’estero di contanti (3.000 euro), inoltre si potrà prelevare in contanti un massimo di 300 euro al giorno sia con carta di credito che con assegni. Chi deve recarsi all’estero non potrà portare con sè più di 1.000 euro in contanti e, in caso si abbiano titoli di Stato in scadenza, l’intestatario potrà prelevare solo il 10% dell’importo complessivo.

Perchè i cittadini di Cipro non si appellano alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo? Ledere il patrimonio di un cittadini con queste pesanti sanzioni significa mettere in ginocchio le prossime generazioni, significa umiliarlo e torturarlo psicologicamente, significa ledere i diritti fondamentali di ogni uomo. E’ una vergogna per il genere umano quello che è stato fatto ai ciprioti

Reclutamento italiano… Femen cercano ragazze per manifestazioni!

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Le Femen arruolano nuove attiviste anche in Italia. Il movimento fondato in Ucraina da Inna Shevchenko si allarga quindi al Belpaese e sceglie tre studentesse per la prima uscita pubblica contro la violenza sulle donne.  Il movimento sbarca in Italia e cerca ragazze che si lascino coinvolgere per protestare… Femen prote a spogliarsi e dare scalpore a ogni manifestazione, per far sentire la propria voce e per richiamare i media. Ecco la gallery delle studentesse appena reclutate:

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Nella notte Anastasiades strappa l’accordo alla troika!

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Dopo le parole dure di ieri sera del Presidente cipriota Anastasiades che aveva senza timore accusato la troika di non voler trovare un accordo e aveva denunciato l’ostruzionismo dichiarando: “Volete costringermi alle dimissioni? Vi propongo una cosa e la rigettate, ve ne propongo un’altra e la rigettate, che volete che faccia? Se volete le mie dimissioni, ditelo”,  durante la notte l’Eurogruppo ha dato l’ok al piano di salvataggio di Cipro. Cosa prevede l’accordo?

La Laiki Bank sarà chiusa attraverso un processo controllato e i suoi asset finiranno in una ‘good bank’ e in una ‘bad bank’. Per i depositi sotto i 100mila euro scatterà la garanzia europea, quindi saranno salvi. Inoltre, non ci sarà alcuna tassa o prelievo sui depositi, ma un’altra forma di ‘bail-in’: si congelano cioé i depositi sopra i 100mila euro, che verranno poi convertiti probabilmente con obbligazioni dello Stato.

“L’accordo raggiunto mette fine alle incertezze su Cipro e sulla zona euro”, ha detto il presidente dell’eurogruppo Jeroen Dijsselbloem, spiegando che “l’intesa evita la tassa e ristruttura profondamente il settore bancario di Cipro”. “Il programma contiene un approccio deciso per affrontare gli squilibri del settore finanziario. Ci sarà un’appropriata riduzione, con il settore bancario che raggiungerà la media europea nel 2018. Inoltre, Cipro s’impegna ad un programma di consolidamento dei conti, riforme e privatizzazioni”, ha detto Dijsselbloem. Le misure previste dall’accordo si limiteranno solo alle due banche maggiormente problematiche, cioé Laiki e Bank of Cyprus. La Laiki sarà risolta subito, in una bad bank e in una good bank, e quindi scomparirà. Gli asset buoni finiranno nella Bank of Cyprus, così come la liquidità d’emergenza della Bce (Ela), che deve essere restituita. Tutte le altre non saranno toccate. I depositi sotto i 100mila euro della Laiki saranno garantiti, quelli sopra i 100mila subiranno delle perdite che saranno decise durante il processo di liquidazione. Anche la Bank of Cyprus subirà delle perdite, ma non sarà l’Eurogruppo a stabilirlo, bensì lo farà nelle prossime settimane la troika, assieme alle autorità cipriote.

Il direttore del Fmi Christine Lagarde raccomanderà al Fmi di partecipare al piano di salvataggio di Cipro: lo ha detto Lagarde al termine dell’eurogruppo, spiegando come l’intesa raggiunta sia “buona”, perché “protegge i depositi sotto i 100mila euro, limita le misure alle due banche maggiormente problematiche e divide il peso tra Ue e Cipro in modo equo”.

L’accordo per il salvataggio di Cipro mette di buonumore le Borse europee e in rialzo appaiono anche i futures americani. In evidenza Vodafone (+2,3%) dopo le indiscrezioni su contatti per la cessione della sua quota nella joint venture con Verizon Communications per 135 miliardi di dollari. Bene Londra (+0,64%), Parigi (+1,4%), Francoforte (+1,07%) e Madrid (+1%). Milano (+0,6%) decelera ma si mantiene in linea con gli altri listini.

Ultimo tentativo per salvare Cipro… ma basterà?

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Il presidente cipriota Nikos Anastasiades si gioca l’ultima carta in una serie di incontri per salvare l’isola. A Bruxelles colloqui con il presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy, con il presidente della Commissione Jose Manuel Barroso – che hanno annullato la loro presenza al vertice Ue-Giappone di domani a Tokyo nella speranza di arrivare ad un’intesa – con il direttore dell’Fmi Christine Lagarde e con il governatore della Bce Mario Draghi, in pratica i massimi esponenti della troika, Ue, Bce e Fmi.

Si lavora su un piano di salvataggio che prevede fondamentalmente un prelievo forzoso del 20% sui depositi bancari di oltre 100mila euro custoditi nella Banca di Cipro e del 4% su quelli per lo stesso ammontare in altre banche. Le misure devono essere varate entro lunedì: termine oltre il quale la Bce non garantirà più liquidità al Paese.

La posta si alza e Cipro fa marcia indietro. Cade accordo con la Troika?

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L’annunciato accordo fra il governo di Cipro e la troika (Ue, Bce e Fmi) per il salvataggio dell’isola sarebbe a rischio. Lo ha riferito l’agenzia ufficiale cipriota Cna, come riportano le tv locali. Le difficoltà sarebbero cominciate a causa delle sempre più alte richieste avanzate dalla rappresentante del Fmi.

Mosca rifiuta il prestito a Cipro e la Germania esulta!

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Michalis Sarris, ministro delle finanze cipriota, ha lasciato oggi Mosca, dove ha negoziato per due giorni un aiuto russo senza che finora sia stato annunciato alcun accordo. Sarris ha chiesto una estensione di 5 anni di un prestito russo di 2,5 miliardi di euro, con una riduzione del tasso di interesse, e proposto investimenti nel settore bancario ed energetico in cambio di un sostegno finanziario per risolvere la crisi dell’isola.

Mosca non è interessata alle proposte di Cipro, ha detto il ministro delle finanze russo Anton Siluanov annunciando che il negoziato è finito. Una decisione temuta e che ora potrebbe spingere Cipro nel baratro della bancarotta.

La questione di Cipro non può essere risolta solo dai contribuenti dell’Eurozona, i creditori delle banche di Cipro devono condividere il peso del salvataggio. Lo ha detto il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble, in un’intervista al quotidiano greco Ta Nea. Il ministro delle finanze tedesco ha aggiunto che l’eurozona è pronta ad aiutare Cipro, ma l’isola deve impegnarsi a risolvere il problema alla radice. Aiuti sì, ma con strangolamento dei cittadini. La Germania nella crisi finanziaria sta creando il suo “impero” sulla pelle di coloro che, oltre ad aver avuto politici corrotti e collusi che hanno sperperato il denaro pubblico, ora si trovano a dover fare i conti con l’egemonia dell’Eu sempre più targata dalla politica della Merkel a tutela dei tedeschi anche sui cadaveri dei greci, ciprioti, spagnoli e forse italiani!

Tafferugli a Cipro… dopo l’annuncio della fusione delle banche sale la tensione!

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Sale la tensione a Cipro: davanti alla sede del Parlamento di Nicosia si registrano tafferugli tra manifestanti e polizia. I media locali riferiscono che a protestare sono soprattutto dipendenti della Laiki Bank (Banca Popolare). I disordini sono sorti dopo le voci circolate sulla possibile chiusura dell’istituto di credito in seguito ad una fusione con la maggiore Bank of Cyprus. La Banca Centrale del Paese ha però smentito categoricamente la chiusura.

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