Quando una partita di Coppa Italia vede la capolista eliminata ai quarti di finale, pur contro una buona e combattiva Roma, soprattutto se quel gol di Peluso annullato non convince poi molto per quel che riguarda la traiettoria della palla, difficile far cadere l’argomento. Soprattutto se si scopre che, all’appello, manca un video. Che nessuno spettatore/tifoso ha visto. Domanda spontanea: quant’è professionale la Rai? Perchè la tv che è tanto attenta a incassare il canone dagli italiani, dopo l’annullamento del gol di Peluso ha proposto un unico replay da un’unica angolazione, ripreso da una telecamera posizionata in alto ed in linea con la trequarti di campo, quella che generalmente si utilizza per valutare le posizioni di fuorigioco segnalate dai guardalinee. Da quelle immagini era oggettivamente difficile valutare l’esatta posizione della sfera e se avesse realmente superato la linea di fondo. La tv nazionale che non ha un’altra sequenza di immagini? Sospetto. E infatti un filmato amatoriale ripreso dagli spalti testimonia che c’era un’altra telecamera, posizionata dal lato opposto del campo all’altezza della linea di fondo, sopra una sorta di trespolo. Il replay da questa angolazione non è stato proposto dalla regia della Rai. E non sapremo mai se avrebbe potuto fornire nuove informazioni sull’azione. Se questa mancanza non bastasse, fa perfino sorridere l’assurdo tentativo della Rai di dare ragione all’arbitro, dimostrando di ignorare le basiche leggi della prospettiva.
Come si legge in Calcioblog: “Tracciare una linea in un punto a caso su un’immagine bidimensionale non permette certo di valutare la profondità, trasformandola così magicamente in tridimensionale. Bisognerebbe sapere in che punto si trovava il pallone nel momento del fermo immagine, altrimenti sarebbe sufficiente tracciare una seconda linea, ugualmente “a caso”, per affermare il contrario e cioè che il pallone era in gioco”. Questa volta più che dare un voto ai giocatori andrebbe dato alla Rai… e non ne esce bene!