
Mentre in questura proseguono le convocazioni di amici e conoscenti delle 15enni di Udine coinvolte nell’omicidio del 66enne Mirco Sacher, ritrovato due settimane fa nella zona di via Buttrio, la Squadra mobile della città continua a cercare di far luce sul contesto in cui è avvenuto il decesso e sulla ragione che ha originato la collutazione. Nel frattempo è stato reso noto un altro episodio che ha visto come protagonista una delle due ragazze in compagnia di un’altra amica. Un uomo di mezza età avrebbe consegnato loro del denaro in cambio di non meglio precisate prestazioni, quindi si sarebbe isolato con loro nei pressi di un capannone isolato in periferia. Giunti sul luogo, le adolescenti si sarebbero allontanate con il denaro lasciando l’uomo interdetto. Sono in corso accertamenti, per cercare di determinare eventuali collegamenti con l’aggressione ai danni di Sacher. Gli inquirenti, inoltre, stanno cercando di motivare la scelta di via Buttrio: avendo già trascorso del tempo assieme, e con una casa a disposizione, perché spostarsi verso il campo? Purtroppo i filmati su cui contavano gli investigatori sono meno di quelli previsti: quel giorno, infatti, le telecamere di videosorveglianza della zona erano in fase di manutenzione e non potevano registrare. Altri indizi però non mancano come, ad esempio, i computer delle ragazze e i profili facebook, i cellulari e l’auto usata per la fuga, ma anche la dichiarazione fatta al pm da una ragazza. La sera prima dell’omicidio, avrebbe sentito una delle due 15enni affermare: “I soldi non sono un problema, li recupereremo”. Del resto Sacher era abituato a far piccoli regali alle adolescenti ma, stando alle parole del legale Federica Tosel: “Ma si tratta di piccole cose normali nell’ambito di un rapporto tipo nonno-nipote come quello che c’era tra il pensionato e la mia assistita”. Ma era questo il rapporto che legava l’anziano e le due amiche? E’ di oggi infatti la notizia che, tra gli sms inviati dell’uomo, ne è stato rinvenuto uno dal contenuto esplicito, che comunque non è da considerarsi come una prova decisiva per supportare la pista del ricatto o dell’estorsione, magari a sfondo sessuale, già ipotizzata nel corso delle indagini. Si tratterebbe però di un unico messaggio su questi toni, mentre gli altri confermano che le 15enni si rivolgevano a lui quando avevano bisogno di piccoli favori. Non è però ancora esclusa l’ipotesi che le adolescenti possano aver abusato della bontà dell’uomo, spingendosi troppo in là. Resta il fatto che quell’unico sms porterebbe a escludere la totale “ingenuità” del 66enne rispetto le intenzioni delle due ragazzine. Un gioco pericoloso quindi, le cui regole sarebbero state accettate da entrambe le parti.
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