Sono scesi ancora in piazza i sindacati, che halle 9.30 hanno iniziato una manifestazione in piazza Montecitorio, a favore del futuro del lavoro. Quello che chiedono, con il presidio davanti a Palazzo Chigi al quale partecipano anche i segretari generali di Cgil Cisl e Uil Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, sono meno tasse per lavoratori dipendenti e pensionati attraverso un aumento delle detrazioni e una definizione di una norma che destini automaticamente le risorse provenienti dall’ evasione fiscale, dalla spending review e dalle rendite finanziarie. Per quel che riguarda la difesa del lavoro, inoltre, i sindacati chiedono la riapertura della contrattazione nei settori pubblici, il finanziamento della Cig e dei contratti di solidarietà e la rivalutazione delle pensioni. Infine, per il futuro del lavoro, ci si aspetta nuove politiche industriali, attuazione degli investimenti e politiche sociali.
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I sindacati in piazza: manifestazione a Montecitorio per i lavoratori
Pubblicato da tdy22 in dicembre 14, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/14/i-sindacati-tornano-in-piazza-manifestazione-a-montecitorio-per-difendere-i-lavoratori/
Quel finanziamento pubblico ai partiti… ni!
Se tutti i media gridano al miracolo dell’abolizione del finanziamento ai partiti e riportano il tweet di Enrico Letta, c’è anche da dire che l’Abolizione per i 5 Stelle non appare proprio una vittoria. Luigi Di Maio, deputato dei pentastellati ha spiegato il suo punto di vista su Facebook:
“Letta ha approvato un Decreto Legge sul finanziamento pubblico ai partiti che è uguale al testo porcata approvato dalla Camera qualche mese fa. Ovvero i finanziamenti così come li conosciamo se li pappano fino al 2018, poi mutano geneticamente per diventare corsi di formazione ai partiti e soldi per bollette e fitti (sempre con i soldi dei cittadini). A cui si aggiunge il 2 per mille. Per completare la scorpacciata. E questa sarebbe la sorpresa di Renzi? Renzi rifacce Tarzan”.
Come si arriva a tutto ciò? Basta leggere con attenzione il ddl A.S. 1118 in discussione al Senato sull’abolizione finanziamento pubblico ai partiti.
1) art.11 comma 2 detrazione imposta per erogazioni liberali ai partiti al 37% e 26 % quindi minori entrate, minori soldi nelle casse dello stato, quindi finanziamento pubblico indiretto
2) art.11 comma 3 detrazione di imposta pari al 75% spese per corsi formazione politica organizzati dai partiti quindi si apre un nuovo business: la formazione politica. Il partecipante che paga 1.000 alle casse del partito se ne troverà 750 rimborsati dallo stato sottoforma di credito di imposta, sempre soldi pubblici sono. Quindi se qualcuno vuol versare 250 di tasca sua al partito anzichè versarli direttamente si iscrive ad un corso che farà entrare nelle casse del partito 1.000 ma dei quali 250 li mette il contribuente il resto lo Stato.
3) art.12 comma 1 si può versare ai partiti il 2 per mille. Vorrei far presente che non sono soldi privati ma soldi pubblici, parte di quelle tasse già dovute, soldi che potrebbero essere destinati al sociale, alla scuola, alle imprese e invece sono versati ai partiti.
4) art. 12 comma 4. Al contributo del 2 per mille sono destinati:
7,75 milioni nel 2014
9,6 milioni nel 2015
27,7 milioni nel 2016
45,1 milioni dal 2017 in poi.
“Il fatto stesso che si devono iscrivere queste somme a bilancio – denuncia il senatore Crimi del M5S –e trovargli una copertura significa che sono soldi pubblici. Degli attuali 91 milioni annui, 45 milioni saranno destinati con il 2 per mille e la rimanenza servirà a coprire finanziamento dei corsi di formazione politica e le detrazioni di imposta per erogazioni liberali. A occhio e croce alle casse pubbliche costerà di più…”
Pubblicato da tdy22 in dicembre 13, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/13/quel-finanziamento-pubblico-ai-partiti-ni/
Sì della Camera: il governo incassa la fiducia
379 sì, 212 no e due astenuti. Ha risposto così la camera alla richiesta di Enrico Letta: “Sono qui a chiedere la fiducia per un nuovo inizio“. La promessa del premier è quella “svolta” che i partiti della nuova maggioranza chiedono a gran voce e che permetta di creare, nel 2014, un gran numero di misure per “evitare di rigettare il Paese nel caos, proprio quando sta rialzandosi”. Un’agenda in cui non mancano alcuni provvedimenti – come l’abolizione del finanziamento pubblico ai partiti, anche per decreto entro fine anno, e un sito unico per la trasparenza di tutta la Pubblica Amministrazione – che vanno incontro alle richieste di Matteo Renzi. Nel discorso del premier, che ha accusato Grillo di incitare alla violenza, anche il patto di coalizione, “impegno 2014”, da siglare a gennaio con i partiti della “nuova maggioranza”, che non potrà rimettere in discussione il voto di fiducia odierno. Un modo per blindare il governo che conferma come Letta continui a nutrire qualche timore sulla reale volontà di Renzi di cercare le urne l’anno prossimo. L’intervento di Letta è durato 50 minuti, e le prime parole sono un riferimento al leader del M5S: “Le istituzioni esigono sempre rispetto”, non “parole illegittime che avallano la violenza” e “incitano all’insubordinazione delle forze dell’ordine”. Parole che provocano la dura risposta di Riccardo Nuti che accusa il premier di avere la “faccia di bronzo”. Nel chiedere una fiducia che «segni discontinuità» con le larghe intese, il capo del governo parla di “nuova maggioranza politica, meno larga ma più coesa”. Dopo aver rivendicato l’operato dei primi sette mesi, ne ha chiesti al Parlamento altri 18 per “avere istituzioni che funzionino e una democrazia più forte”, ricordando le riforme ineludibili: dall’abolizione delle province, all’archiviazione del bicameralismo perfetto; dalla riforma del titolo V, alla riduzione del numero dei parlamentari. Non è mancato neanche il capitolo legge elettorale, che abbia un “meccanismo maggioritario” e che venga preparata in “tempi brevi”. Le novità principali però riguardano il fronte economico. Ha ricordato che gli indicatori confermano come finalmente, nel trimestre in corso, ci sarà il segno più davanti al Pil. Ma anche che l’Italia deve continuare a ridurre l’enorme debito pubblico. Al riguardo, ha promesso una riforma degli ammortizzatori sociali che metta al centro il lavoratore e non più il posto di lavoro e conferma che le risorse recuperate con la revisione della spesa e con le misure per il ritorno dei capitali dall’estero saranno raccolte in un fondo per l’abbattimento del costo del lavoro, punto che condivide con Renzi. Letta ha poi spiegato che venerdì prossimo il Cdm varerà il piano per incentivare gli investimenti esteri che oltre a un credito d’imposta per la ricerca e a fondi per la digitalizzazione delle Pmi, prevederà una riduzione dei costi dell’energia e interventi per ridurre il costo delle assicurazioni e, sopratutto, un primo test di coinvolgimento dei lavoratori nell’azionariato di società pubbliche. Un altro tema, che aveva menzionato anche a inizio mandato, è quello di istruzione e ricerca, che avranno priorità. Rispondendo ai dubbi di Renzi, ha inoltre confermato di ritenere essenziali le privatizzazioni per abbattere il debito e per consentire al capitale privato di contribuire alla ripresa. Per quel che riguarda il fronte europeo, infine, “Chiedo un mandato per un’Europa migliore, ma chi cerca consenso con il populismo non voti la fiducia”. Le sue intenzioni al riguardo restano invariate: un semestre a Bruxelles con una presidenza italiana “all’attacco” e la sfida rivolta ad “alcuni tecnocrati” che mettono in dubbio la salute dei conti italiani. Quello che è indispensabile sul fronte Ue, tuttavia, è la credibilità dell’Italia. All’Europa, dopo 30 anni di obiettivi di lungo periodo “fissati e raggiunti”, manca per i prossimi dieci anni uno scopo vero , ha detto il premier: “Non c’è e bisogna dirlo. Manca un progetto per legare le singole riforme e se è così l’Europa si ferma e può implodere. È con questa consapevolezza che ci apprestiamo a guidare il semestre europeo che non è per noi un appuntamento rituale e burocratico. Dobbiamo giocare in attacco, rispondendo a chi lucra sulle paure dei cittadini, parlando alle opinioni pubbliche anche di quei paesi che fanno resistenza e dire che senza Ue non si salva nessuno”. Nella replica si riaccendono le polveri con il Movimento Cinque Stelle, quando Letta accusa Riccardo Nuti di aver riproposto quella gogna contro i giornalisti annunciata da Grillo.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 11, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/11/si-della-camera-il-governo-incassa-la-fiducia/
Nuti contro Faraone: scoppia la lite in Parlamento
Il capogruppo del Movimento 5 Stelle alla Camera, Riccardo Nuti ha accusato Davide Faraone del Pd di avere contatti con pregiudicati. Con questi toni, Nuti ha annunciato la sfiducia al governo Letta (come era per altro prevedibile) innalzando la tensione in Aula. Poi riferendosi ai poliziotti il capogruppo del M5S ha detto: “Chi devono difendere? Le istituzioni corrotte o i cittadini onesti?”. E, ricordando la sua origine da un quartiere popolare di Palermo, sostiene che Davide Faraone, da poco nominato nella segreteria del Pd da Matteo Renzi, “è stato visto andare in casa di un pregiudicato e durante le primarie prometteva posti di lavori in cambio di voti”. Non mancano gli attacchi al ministro della Giustizia Cancellieri ed al viceministro Vincenzo De Luca “che quando lo buttate fuori è sempre tardi”.
Nuti respinge gli attacchi di Letta a M5S per le critiche alla stampa “Essere giornalista significa essere indipendente e non scrivere sui giornali di partito, significa dire il vero e non offendere e scrivere il falso”, sostiene, ma anche sulla lettera di Grillo alle forze dell’ordine. ”Presidente Letta, lei è tornato a prenderci in giro, ha la faccia come il bronzo. E malgrado ciò si premette anche di offendere l’unica forza politica che nel bene e nel male quello che aveva detto poi lo ha fatto”.
Le parole di Nuti hanno scatenato, come prevedibile, la bagarre: Faraone ha chiesto di parlare per fatto personale, ma il vicepresidente Luigi Di Maio gli ha chiesto di farlo a fine seduta, con vive proteste dai banchi del Pd. Dure le critiche anche di Sel alla contestazione avanzata dal deputato M5s ai deputati, che ha generalmente accusato di scarsa onestà.
Pubblicato da tdy22 in dicembre 11, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/12/11/nuti-contro-faraone-scoppia-la-lite-in-parlamento/
Mario Adinolfi e il suo twitter sulla Terra dei Fuochi
Il twitter di Mario Adinolfi (postato anche su Facebook ma poi cancellato) lascia poche interpretazioni. L’ex deputato del Pd ha definito in modo volgare la popolazione della Terra dei Fuochi, vittime delle ecomafie e dei rifiuti tossici che hanno scaricato sul loro territorio. Famiglie che vivono il dramma di bambini malati di tumore, l’impossibilità di lasciare le loro case e una terra che è diventata inospitale e avvelenata.
L’Agi riferisce sulla reazione dei vip: scatta il senatore Pdl Giuseppe Esposito: «Se dovessi usare Twitter come rozzamente lo ha usato stamattina Mario Adinolfi, dovrei rispondergli: ‘Sei un razzista, razzista, razzista di m…’. Ma non ho assolutamente intenzione di abbassarmi allo stesso livello dell’esponente del Partito Democratico». «Adinolfi – prosegue – parla a vanvera di un argomento che evidentemente non conosce, ignorando con spregevole insensibilità le tante vittime di questa sciagura che per troppi anni è passata sotto silenzio. Le sue parole sono intrise da un ignobile razzismo nei confronti dei meridionali e dei campani in particolare. Perché il Pd, sia quello campano che nazionale, non ha ancora preso le distanze da queste gravissime parole?», dice fra l’altro il vicepresidente dei senatori Pdl.
Il vicepresidente M5s della Camera, Luigi Di Maio su Facebook spiega:
Pubblicato da tdy22 in ottobre 5, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/10/05/mario-adinolfi-e-il-suo-twitter-sulla-terra-dei-fuochi/
Chi va in onda? Grillini a scuola di tv!
Grillo e Casaleggio aspettano otto parlamentare del M5S al varco: venerdì ci sarà infatti un incontro a 10 avente per tema la comunicazione politica. E’ stato lo stesso leader a spianare la strada a tale progetto: “Bisogna iniziare ad andare in televisione, a spiegare quello che facciamo, parlando con i giornalisti che ci fermano per strada”. L’unico divieto, al netto di black-list di giornalisti sgraditi (che al momento non sembrano esistere), rimane quello di partecipare ai talk-show. Ma, non potendo lasciare nulla al caso, i deputati dovranno sottoporsi a un vero e proprio corso di formazione (anche se i comunicatori del M5s lo definiscono “un semplice incontro amichevole per avere periodicamente un confronto”) per confrontarsi su come gestire le apparizioni televisive. A raggiungere gli studi di Casaleggio&associati, a Milano, saranno i deputati Roberto Fico, Alessandro Di Battista, Riccardo Nuti, Laura Castelli e Luigi Di Maio e i senatori Vito Crimi, Nicola Morra e Paola Taverna. Li attende una pioggia di domande per imparare a calibrare le risposte, elaborare una strategia sugli argomenti più spinosi, schivare trabocchetti ed evitare di trovarsi in situazioni poco gradite. “Sono stati scelti quelli più fidati, quelli che bucano di più il video e che saranno mandati in televisione”, spiega un deputato, ma arrivano rassicurazioni che prima o poi tutti gli eletti saranno sottoposti ad un simile trattamento al quale farà seguito una serie di apparizioni mirate. Un netto cambio di rotta dunque, mirato a raggiungere un’audience più alta che non quella dei fedeli del web. Non resta che restare sintonizzati: ormai è certo, i grillini arriveranno anche in tv.
Pubblicato da tdy22 in Maggio 29, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/05/29/chi-va-in-onda-grillini-a-scuola-di-tv/
Il M5S scrive alla Boldrini per ridurre gli emolumenti dei parlamentari
E’ Luigi Di Maio, il vice presidente della Camera e deputato del Movimento Cinque stelle a scrivere a Laura Boldrini per informarla che è stato aperto un conto corrente per versare la quota di stipendio parlamentare a cui i deputati intendono rinunciare, così chiunque vorrà potrà versare una parte dei propri compensi, mostrando così la volontà a concorrere a quella riduzione delle spese della politica tanto voluta da tutte le forze parlamentari, ma mai attuata.
Ora la strada è aperta, basta versare su quel conto o trovare una formula analoga… sarebbe un ottimo inizio per un nuovo esecutivo che vedrà la luce nelle prossime ore. Se la maggior parte dei parlamentari aderisse il popolo italiano inizierebbe di nuovo a credere in loro, che davvero possiamo cogliere la crisi come occasione per essere tutti migliori. Un gesto, un fatto… per far ricominciare gli italiani a sognare a un futuro diverso.
Pubblicato da tdy22 in aprile 26, 2013
https://tuttacronaca.wordpress.com/2013/04/26/il-m5s-scrive-alla-boldrini-per-ridurre-gli-emolumenti-dei-parlamentari/
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