Il Festival di Sanremo è terminato decretando Arisa vincitrice della 64esima edizione ma ancora se ne parla.
A lanciare la bomba è l’esperto di musica Red Ronnie, storico conduttore della trasmissione Roxy Bar, la canzone proposta dall’artista, “Controvento”, sarebbe un plagio. Ronnie ha lanciato l’accusa su Twitter, da dove si è rapidamente diffusa: secondo l’esperto, il brano sarebbe in parte copiato da “Entra nel cuore” di Micol Barsanti. Anche la stessa Barsanti sostiene di essere stata plagiata e nel frattempo la Rete si scatena in commenti che accusano e difendono Arisa.
Era primo nella classifica provvisoria Francesco Renga, ma non ce l’ha fatta neanche a salire sul podio. I magnifici tre della 64esima edizione del Festival di Sanremo sono infatti Arisa, vincitrice con la sua Controvento, e gli altri due finalisti Raphael Gualazzi e The Bloody Beetroots con “Liberi o no” e Rubino con “Ora”. La vincitrice ha commentato: “Tutto ok, sono contenta, sono veramente felice”.
Nel corso della serata sul palco anche Luciano Ligabue che, dopo aver commentato: “Popolare è l’aggettivo migliore che si possa mettere vicino alla parola canzone”, ha cantato “Certe notti”, “Il giorno di dolore che uno ha”, “Il sale della terra” e “Per sempre”. Alla fine, tutti in piedi a urlare “Luciano! Luciano!”
A sorpresa, anche l’esilarante classifica personale di Luciana: Premio frangia a Noemi, Il premio antifurto alla Ruggiero, il premio Mercalli ai Perturbazione. Il Rebibbia a Gualazzi. Famiglia più numerosa in platea a Rocco Hunt, a Renga il premio “non c’è mutanda che tenga” e Pa**e d’acciaio all’orchestra. Cristiano De Andrè con la canzone ‘Invisibili’ è il vincitore del Premio della Critica Mia Martini, nella sezione Campioni.
La serata finale del Festival vede un ospite d’eccezione: Maurizio Crozza. Memore delle contestazioni dell’anno scorso, Fabio Fazio avverte il pubblico: “Mi raccomando. Non facciamoci riconoscere!” Lo stesso comico, da dietro le quinte, rispondendo all’invito del conduttore ad entrare afferma: “C’ho paura. Faccio un monologo fuori campo”. Indine, alla sua apparizione sul palco, si nasconde dietro uno scudo con la scritta ‘pace. Dopo di che… è Crozza-show, battute sui politici Bossi, Giovanardi e Razzi e l’inno alla grande bellezza e agli enormi disastri dell’Italia.
Durante il suo monologo, Crozza ha parlato anche di John Elkann e della “più grande caz****a dell’universo”. Il punto di partenza è stato i giovani e il lavoro. Crozza ha detto “Enzo Ferrari nel 1939 ha inventato la macchina più bella del mondo, nel 2014 John Elkann ha sparato la ca****a più grande dell’universo: i giovani non hanno lavoro perchè gli piace stare a casa. Bisogna modificare la struttura sintattica: i giovani stanno a casa perchè non trovano lavoro, ma soprattutto perchè non hanno ereditato la Fiat da tuo nonno come te”: ovviamente in sala non mancano gli applausi. Ma ovviamente non può mancare una battuta sul nuovo premier, che imita: “La Disney sta facendo un film su di me, Fighissimo me 1, 2”. Parlando delle promesse del nuovo premier: “Il successo non mi ha cambiato, sono io che ho cambiato il successo: cambierò il Paese, abbasserò il Pil, aumenterò il pilates, meno tute blu, più bluetooth”. E sempre restando in politica: “Abbiamo ceduto la Corsica ai francesi e Napoleone c’è nato poco dopo. Per poco non è nato genovese. A Genova c’è già nato Beppe Grillo, ci mancava un altro pazzo che voleva dichiarare guerra all’Europa. Te la immagini Waterloo in diretta streaming?”
Ci vogliono i colpi di scena a Sanremo ed ecco che arriva il matrimonio a sorpresa: Fabio Fazio e Luciana Littizzetto si sposano all’Ariston e per celebrare le nozze arriva il prete più famoso della televisione: Don Matteo. Terence Hill entra in scena sulla sua bicicletta e dichiara “Sono qui per sposare due ragazzi”, poi entrano i due conduttori vestiti da sposi. Il siparietto purtroppo somiglia molto al colpo di scena di una soap latino americana e forse, l’effetto shock, soprattutto a livello di share non c’è stato… neppure quando Fabio fazio e Lucianina dopo la celebrazione hanno cantato “E non ci lasceremo mai”.
Forse che Luciana Littizzetto poteva esimersi dal commentare l’elezione del Presidente della Repubblica? Eccola allora entrare “sfarfallando” nello studio di Che tempo che fa e, avvisata da Fazio che la Gabanelli è all’ascolto, dà il via al suo brillante monologo. “L’elezione del presidente della Repubblica è molto meno scenografica di quella del Papa” esordisce. “E poi c’era la Boldrini che sembrava recitasse il rosario quando leggeva i voti ‘Franco Marini, prega per noi, Stefano Rodotà prega per noi’.” La Litti nazionale ipotizza quindi che Bersani abbia come suggeritori Schettino o magari la Lombardi, la capogruppo del MoVimento 5 Stelle tristemente nota per le sue gaffe. Il passaggio successivo è il ritratto di tutti i possibili candidati che, probabilmente, alla carica di Capo dello Stato non ci arriveranno mai: “Te lo immagini se fosse stata eletta la Gabanelli come presidente che discorso di fine anno? Migliaia di querele. E se avessero chiamato qualcun’altro di Rai 3 come Mirabella? Avrebbe parlato di come misurare la pressione a Obama. Berlusconi aveva detto che sarebbe emigrato se fosse stato eletto Prodi. Ma dove vai Berlu. Puoi andare solo da Putin, e magari provarci con le Pussy Riot. Ma è D’Alema che avrebbe davvero unito il paese: sta sulle balle a tutti! E poi Rodotà? Non ricorda quella canzone…Ro do tà tà tà” ed inizia a cantare “C’era un ragazzo che amava i Beatles e i Rolling Stones”. Ovviamente non poteva mancare un pensiero anche per Bersani: “Ha detto che uno su quattro l’ha tradito, peggio di Gesù”. La chiusa è una letterina indirizzata a Napisan: “Ti hanno tirato per la giacchetta, noi lo sappiamo che di fare il presidente ne avevi piene le pinne, e hai ragione, ora non è un bel momento. Hai fatto la Resistenza, si è visto ne hai avuta tanta in questi anni, hai dovuto incontrare i tre porcellini, Grillo, Bersani e Berlusconi. E dopo i tecnici e i saggi chi chiamerai i sette samurai? Ti sono mancate solo le locuste e la pioggia di fuoco. Se accetti metti una clausola, non ti far eleggere presidente ma re, re Giorgio così mandi tutti a quel paese. Se le gemelle Kessler accettano il sabato di Rai Uno siamo davvero un paese proiettato nel futuro” conclude amara la Littizzetto.
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