Incidente all’ospedale di Lodi: scala mobile amputa bimbo

scala-mobile-tuttacronacaEra in compagnia della madre e dello zio un bimbo di cinque anni che ha avuto un incidente ieri, mercoledì 22 gennaio, all’interno dell’ospedale Maggiore di Lodi. Il piccolo si trovava sulla scala mobile che dalla hall d’ingresso porta ai piani di cura quando il suo piede sinistro è rimasto incastrato e il piccolo ha perso quattro dita. Si è reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco per liberare il piedino e ora sull’incidente indagano i carabinieri. Le scale mobili sono state sottoposte a sequestro.

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“Zalone-berluscone”, Brunetta tra Forza Italia e Sole a catinelle

sole-catinelle-brunetta-tuttacronacaC’è da chiedersi quanto sia stato apprezzato dai molti fan di Checco Zalone il tweet con il quale oggi Renato Brunetta, capogruppo alla Camera del Pdl (prima) e di Forza Italia (ora), ha paragonato l’ultimo film del comico a rinato partito di Forza Italia, forzando così la similitudine tra il cabarettista e Berlusconi. Recita il cinguettio: “Sole a catinelle. Zalone esprime in pieno la filosofia positiva, generosa, anticomunista, moderata, serena di Berlusconi e di Forza Italia”.

brunetta-tweet-tuttacronacaOvviamente non si è dovuto attendere a lungo per le numerose risposte tra le quali, con molta ironia, “Renatino, prima di recensire un film forse sarebbe il caso che lo guardassi prima!, dice Armando, mentre ‘Mirtilla’ è più tranchant: !Mi sa che Renatino si è perso nel multisala ed è andato a vedere un altro film”. Ma c’è anche chi apprezza, come Corrado Fortuna: “Ti sei guadagnato un follower”. Ma Brunetta non “parla da solo”. Infatti lo stesso concetto era stato espresso nel mattinale, la nota politica redatta dal gruppo Forza Italia alla camera, dove si legge: “Qualcuno l’ha notato? Siamo prudenti nel dirlo, perchè non vorremmo iniziasse un boicottaggio come quello contro i pompelmi degli israeliani. Il film ‘Sole a catinelle’ di Checco Zalone esprime in pieno la filosofia positiva, generosa, anticomunista, moderata, serena di berlusconi e di forza italia. Zalone-berluscone”.

Il marito della Cancellieri andò in carcere… 32 anni non bastano per dimenticare!

anna-maria-cancellieri-sebastiano-peluso-tuttacronaca

Sembra proprio che alla Cancellieri 32 anni non siamo bastati per dimenticare quella brutta esperienza. Era il 1981 quando la famiglia Peluso, come racconta Il Fatto Quotidiano, finì al centro di una burrasca giudiziale. Nel carcere di Lodi per qualche giorno ci andò infatti proprio Sebastiano Peluso arrestato nell’ottobre di quello stesso anno per lo “scandalo delle fustelle false”. “Le cronache di allora raccontano che la truffa funzionava così: i medici compiacenti emettevano le ricette e i farmacisti applicavano le “fustelle” false. I talloncini, che teoricamente dovevano essere staccati dalle confezioni dei farmaci, erano invece fabbricati ad hoc da grossisti del falso e poi presentati all’incasso”.

Ancora Il Fatto Quotidiano scrive:

Quando Anna Maria Cancellieri risponde al messaggio inviato via sms il 21 agosto dallo zio di Giulia Maria Ligresti, probabilmente avrà tenuto bene in mente il comportamento del dottor Antonino Ligresti quando a trovarsi in condizione di debolezza era la famiglia Peluso.

Antonino Ligresti era un medico della mutua con studio anche lui in via Val di Sole. Nasce lì l’amicizia tra le due famiglie che abitavano in via Ripamonti, a poca distanza. Anna Maria e Sebastiano Peluso si sposano nel 1966. Due anni dopo nasce Piergiorgio, cinque anni dopo Peluso apre la farmacia a Milano. Nel 1977 i coniugi comprano casa al secondo piano di via Ripamonti 166 e firmano 59 milioni di vecchie lire di cambiali al proprietario, tutte pagate entro il 1982. In quegli anni i Peluso crescono e i Ligresti decollano. Già erano ricchi ma Antonino non guidava ancora un impero della sanità e il costruttore Salvatore non spadroneggiava su giornali, banche e assicurazioni.

Nuccio Peluso, nato in Libia e cresciuto in Sicilia come il medico Nino Ligresti, si vedevano sotto i portici di via Val di Sole e poi andavano a giocare a tennis insieme. Nel 1981 è la famiglia Peluso a essere scossa da un terremotto giudiziario: Sebastiano è arrestato nell’ottobre per lo “scandalo delle fustelle false”. Le cronache di allora raccontano che la truffa funzionava così: i medici compiacenti emettevano le ricette e i farmacisti applicavano le “fustelle” false. I talloncini, che teoricamente dovevano essere staccati dalle confezioni dei farmaci, erano invece fabbricati ad hocda grossisti del falso e poi presentati all’incasso.

Nella retata furono arrestate 23 persone, al processo nel 1983 furono 94 gli imputati. Tra questi c’era anche Sebastiano Peluso che nel 1981 finì in carcere a Lodi. Solo per pochi giorni, poi il pmArmando Perrone e il giudice istruttore Elena Riva Crugnola si resero conto che la sua posizione era marginale. Anche se il pm Perrone nel 1982 iscrisse un’ipoteca giudiziale di 50 milioni di vecchie lire sulla casa di Anna Maria Cancellieri e Sebastiano Peluso per ottenere il pagamento delle spese legali del marito. Il processo penale si concluse nei vari gradi con una progressiva riduzione delle pene, per tutti gli imputati e per Peluso in particolare. “Alla fine in Cassazione fu condannato per un reato ridicolo, mi sembra fosse l’incauto acquisto”, ricorda un farmacista coimputato che è stato difeso dagli stessi legali dello studio Astolfi. Né lo studio né il ministro Cancellieri (contattata tramite il suo portavoce) hanno voluto fornire dettagli.

Bisogna affidarsi ai ricordi di alcuni arrestati, poi condannati con Peluso, che hanno accettato di parlare con Il Fatto. Ricordano bene le riunioni tra imputati nei retrobottega delle farmacie negli anni Ottanta per far fronte al vero rischio del procedimento: la decadenza della licenza da farmacista, con il suo valore. A quegli incontri talvolta si vedeva anche Anna Maria Cancellieri, che accompagnava il marito. Se è difficile ricostruire l’esito penale della posizione di Peluso, è più semplice sul piano amministrativo. Peluso e i suoi colleghi sono riusciti a evitare la decadenza dalla licenza di farmacista grazie a una sentenza del Consiglio di Stato del 2006 che ha ribaltato la sentenza di primo grado del Tar della Lombardia.

I farmacisti erano difesi dal professor Carlo Malinconico (poi ministro tecnico con Monti assieme alla Cancellieri, finito nei guai per le vacanze all’hotel Pellicano, pagate da Piscicelli e per l’inchiesta sul Sistri a Napoli) che riuscì a ottenere l’annullamento di un decreto del presidente della giunta lombarda del 1992 che aveva disposto la “decadenza sanzionatoria” dalla titolarità della farmacia. Secondo il decreto del presidente della Lombardia “tutti (i farmacisti, ndr) hanno acquistato medicinali a più riprese, a prezzi inferiori a quelli praticati dai produttori, con ‘fustelle segnaprezzo’ false”, con “reiterate irregolarità nella conduzione dell’esercizio”. Secondo il Consiglio di Stato però quel provvedimento era basato su una “formula generica” che non distingueva le responsabilità dei singoli farmacisti. Quindi non c’era alcuna ragione per disporre la decadenza della licenza per Peluso come per gli altri. I Ligresti però non hanno atteso il 2006 per assolvere e frequentare i Peluso. E per capire perché un ministro decide di telefonare a due magistrati mettendo a rischio una carriera politica con ambizioni illimitate dal Viminale al Quirinale, bisogna tornare alle sensazioni provate a ruoli invertiti 32 anni fa.

Accoltellamento al culmine di una rissa: 18enne ricoverato a Lodi

accoltellamento-lodi-tuttacronacaUna lite in una discoteca è terminata con un ricovero ospedaliero a Lodi Vecchio. Il tutto è iniziato quando una ragazza ha ricevuto degli apprezzamenti indesiderati che hanno scatenato l’ira dei suoi amici. Si sono così trovati a scontrarsi due gruppi, una quindicina di ragazzi in tutto, che si sono scambiati spinte, schiaffi e pugni prima all’interno e poi all’esterno del locale. Una volta in strada, uno dei giovani coinvolti ha estratto un taglierino, o un coltello, e ha colpito alle spalle un 18enne di Tavazzano con Villavesco (Lodi) che ora è in prognosi riservata. Il fendente è arrivato a sfiorare il polmone che ha richiesto che la vittima fosse sottoposta a un intervento chirurgico urgente. I carabinieri stanno cercando l’aggressore.

La sua famiglia muore in un incendio: i lodigiani gli ricomprano una casa

incendio-lodigiano-tuttacronacaIl 3 febbraio scorso la casa del 49enne egiziano Ashraf Rhaman, a Salerano sul Lambro, alle porte di Lodi, venne devastata da un rogo che costò la vita alla moglie dell’uomo Makhlouf Ragab, 43 anni, e ai figli Ramy di 16, Amrò di 12 e alla Hadir, 19 anni. A salvarsi, in quella tragica mattina, poco prima delle 6, il figlio 18enne Imar, al lavoro con il padre. Ora i due potranno finalmente tornare ad avere un posto da chiamare casa. Questo grazie alla solidarietà dei lodigiani, che si sono subito stretti intorno a lui nel momento del lutto, che hanno raccolto piccole e grandi donazioni che ora hanno messo a loro disposizione e che verranno impiegati per acquistare una casa all’asta nella vicina Sant’Angelo.

Una supertestimone: “Anch’io ho rischiato di morire per colpa di Pizzicolo”

Andrea_Pizzocolo-lodi-tuttacronacaGli investigatori della questura di Lodi avrebbero ricevuto la denuncia di una donna che avrebbe riferito: “Anche io ho rischiato di morire per colpa di Pizzocolo”. L’uomo è accusato dell’omicidio della 18enne romena Lavininia Ailoaiei. Sull’identità della donna gli inquirenti, che non confermano neanche la sua esistenza, viene mantenuto il più stretto riserbo. Si viene così intanto rafforzando la pista del serial killer mentre continua a pieno ritmo l’analisi dei filmati salvati nei computer del killer. Pizzocolo aveva realizzato, con l’ausilio di telecamere nascoste nelle stanze di alcuni motel della Lombardia, numerosi filmati pornografici girati da Pizzocolo. Resta ancora il mistero sul giro vorticoso di denaro sui conti del ragioniere mentre si continua a seguire la pista del regista di “snuff movies”, film nei quali viene ripresa la morte in diretta. Gli inquirenti hanno ricostruito decine di serate passate dal killer nei motel tra le province di Lodi, Milano, Cremona e Varese.

Regista di snuff movies? Pizzocolo e il “giro di denaro vorticoso”

lavinia-pizzoccolo-lodi-tuttacronacaContinua a indagare sull’omicidio dell’escort romena 18enne Lavinia Simona Aiolaiei la Questura di Lodi, che  si sta avvicinando alla verità sulla morte per strangolamento mentre faceva sesso con il suo assassino. Il ragioniere 41enne Andrea Pizzocolo avrebbe cinque conti correnti a lui intestati, “un giro di denaro vorticoso” che non si addice a un ragioniere che guadagna 1.800 euro al mese con moglie e figli a carico, spiegano gli investigatori che ipotizzano l’uomo fosse un regista di snuff movies. Si tratta di film legati al mercato nero, venduti a cifre esorbitanti, che ritraggono scene di sesso estremo e terminano con la morte di una persona. L’ipotesi giustificherebbe le telecamere rinvenute nella stanza del Moon Motel di Busto Arsizio e quella nascosta nell’orologio del killer. Bisognerà però attendere il proseguimento delle indagini per scoprire se l’ipotesi corrisponde alla realtà.

L’assassino di Lavinia: caccia alle decine di donne che ha filmato

lavinia-omicidio-lodi-tuttacronacaAndrea Pizzicolo, il ragioniere 41enne fermato per l’omicidio di Lavinia Simona Ailoaiei, la 18enne romena abbandonata in un campo di San Martino in Strada, ha girato un video dell’agonia della giovane con tre telecamere digitali ad alta definizione nascoste nella stanza del motel Moon di Busto Arsizio e del motel Silk vicino a Lodi. Per i primissimi piani è invece stata utilizzata una minitelecamera a fibra ottica acquistata in rete e che teneva nascosta nel cinturino dell’orologio. In Questura a Lodi sono convinti si tratti di un’attrezzatura da specialista che non si concilia con un incidente casuale. Il giudice Isabella Ciriaco, che ha convalidato il fermo dell’uomo, ha visto i filmati: “Anche la descrizione più dettagliata e realistica non può rendere con sufficiente giustizia la freddezza, la lucidità, la tenacia e la crudeltà che trasuda dai filmati”. Sarebbe a dire, come spiega La Stampa, che le immagini mostrano come il ragioniere non si lasciò prendere dal panico non riuscendo a rompere le cinghie di plastica che stavano ammazzando la sua vittima in un gioco erotico condiviso, ma che quasi sicuramente l’epilogo che avrebbe avuto la vicenda sarebbe stato accettato se non addirittura programmato. La differenza è sostanziale e rischia di valergli l’ergastolo. La vittima, come ha stabilito l’autopsia, è morta in un motel di Busto Arsizio prima di essere abbandonata in un campo di mais del lodigiano. Ma nell’auto di Pizzicolo sono state trovate anche altre telecamere e schede video mentre nella sua abitazione gli investigatori hanno rinvenuto ulteriori riprese riversate in dvd con immagini ad alta definizione. In questi filmati l’uomo appare protagonista di altri incontri con decine di ragazze più o meno giovani, europee ma quasi sicuramente straniere, probabilmente contattate via internet. Nessuno conosce che fine abbiano fatto queste giovani e l’ipotesi dell’assassino seriale sembra essere quella a cui gli investigatori credono meno, considerato che non ci sono casi aperti su donne scomparse. Potrebbe però essere che l’uomo sia un frequentatore attivo di siti dove vengono postati video di sesso estremo. Al riguardo, si attenderanno le risposte che daranno i suoi computer. Le ragazze riprese potrebbero offrire più informazioni, una volta identificate. Per quel che riguarda i vicini di Pizzocolo hanno solo riferito che, quando era solo in casa, l’uomo riceveva molte ragazze, spesso straniere, anche giovani.  E hanno aggiunto che le tapparelle erano sempre abbassate e di notte si sentiva sempre, solo il rumore continuo della doccia aperta.

Lavinia, uccisa per un gioco erotico, ripresa mentre moriva

Lavinia Simona Ailoaiei-tuttacronaca

Shock in procura per alcuni video trovati sull’automobile di Andrea Pizzocolo, il 41 enne di Arese accusato di aver ucciso la 18enne Lavinia Simona Ailoaiei. La morte della ragazza potrebbe quindi non essere stato un incidente come ipotizzato in un primo tempo ma un omicidio volontario. Il quadro quindi che starebbe prendendo forma sarebbe un quadro più complesso con le accuse di vilipendio di cadavere e le aggravanti della premeditazione, le sevizie e i motivi abietti e futili. In quella stanza del Motel Moon di Busto Arsizio e del Motel Link di San Martino in Strada si sarebbero consumati atti di una violenza che la stessa procura, vedendo i video, avrebbe definito «raccapricciante». I dettagli sui contenuti naturalmente non sono stati diffusi ma sembrerebbe svanire l’ipotesi di un tragico incidente. Arese al momento si è avvalso della facoltà di non rispondere.

 

Svolta nel caso della donna trovata morta nelle campagne del Lodigiano

donna-uccisa-lodi-tuttacronacaLa pozia ha fermato il presunto killer della donna, una romena di 18 anni che è stata trovata morta nelle campagne di San Martino in Strada ieri. Si tratterebbe di un italiano di 41 anni che avrebbe ucciso per strangolamento. La giovane, che s’ipotizza sia stata uccisa in un altro luogo, è stata rinvenuta con due fascette autobloccanti da elettricista strette attorno al collo. Il suo cadavere è stato rinvenuto grazie a un agricoltore. Il Procuratore capo della Repubblica di Lodi, Vincenzo Russo, ha spiegato che le indagini cercheranno di verificare se “la poveretta sia stata violentata prima di venire uccisa. La dinamica è abbastanza chiara: qualcuno l’ha ammazzata e successivamente l’ha scaricata già nuda sul posto per poi fuggire via”. Il tratto di campagna in cui è stato rinvenuto il corpo, che al momento del ritrovamento era nudo, non è lontano dalla statale via Emilia che conduce da Lodi a Codogno e quella stradina di campagna, soprattutto la sera, è parecchio frequentata da giovani che raggiungono il centro ricreativo dalla zona del Piacentino. Si indaga anche nel mondo della prostituzione. Questo fa pensare che ci potrebbero essere dei testimoni.

Aggiornamento ore 12:47

Vicenzo Russo, procuratore della Repubblica, ha spiegato che il 41enne fermato ha confessato di aver conosciuto la giovane via Internet e e di averla uccisa strangolandola durante un gioco erotico. L’uomo ha confessato anche di aver avuto un rapporto sessuale con la vittima quando era già morta. Gli sono stati contestati l’omicidio volontario e atti osceni su cadavere.

Mistero sul cadavere di Lodi: ritrovato il corpo di una donna nuda

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E’ stato ritrovato nelle campagne del lodigiano, nei pressi di San Martino in Strada, il cadavere di una donna senza vestiti addosso dell’apparente età di 20 -30 anni. La donna, di carnagione bianca e con i capelli castano chiaro, secondo una prima analisi,  sarebbe morta per uno strangolamento, in un luogo diverso dal quale è stata poi ritrovata.  Due fascette autobloccanti da elettricista le sono state strette al collo. A dare l’allarme è stato un agricoltore che stava lavorando nei campi presso il centro ricreativo La Pergola.

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Inter-Genoa 2-0: noia nel 1° Tempo e nel 2° i gol di Nagatomo e Palacio

Inter-Genoa-tuttacronaca

Mazzarri cambia alcune “pedine” nella sua squadra, rispetto a quelle che erano le previsioni della vigilia. In attacco il partner di Palacio è Ricky Alvarez, solo panchina, invece, per Icardi, a centrocampo il titolare è Kuzmanovic e non Kovacic che parte dalla panchina e sarà pronto ad entrare in caso di necessità nella ripresa. Tutto confermato invece per il Genoa.

INTER (3-5-2) – Handanovic; Campagnaro, Ranocchia, Juan Jesus; Jonathan, Guarin, Cambiasso, Kuzmanovic, Nagatomo; Palacio, Alvarez.
A disposizione: Carrizo, Andreolli, Rolando, Wallace, Pereira, Icardi, Mudingayi, Obi, Kovacic, Belfodil, Capello, Castellazzi.
Allenatore: Walter Mazzarri.

GENOA (4-3-2-1) – Perin; Vrsaljko, Portanova, Manfredini, Antonelli; Cofie, Lodi, Kucka; Bertolacci, Santana; Gilardino.
A disposizione: Donnaruma, Sampirisi, De Maio, Blaze, Simic, Gamberini, Konaté, Rafati, Floro Flores, Ventre, Velocci, Jara Martinez.
Allenatore: Fabio Liverani.

Da segnalare, prima dell’inizio della gara, il saluto di Stankovic ai suoi ex tifosi, il serbo lascia dopo 326 partite in nerazzurro. Nei primi minuti i ritmi sono molto sostenuti anche se i portieri, Perin e Handanovic non vedono palloni pericolosi. Gran parte del gioco si svolge a centrocampo con sporadiche incursioni nella metà campo avversaria. Al 12′ la prima azione pericolosa con un contropiede dell’Inter, portato avanti da Palacio che viene anticipato da Vrsaljko. Il difensore genovese chiude bene la diagonale e si rifugia in corner. Sulla battuta del tiro d’angolo il colpo di testa di Ranocchia manda la palla fuori dallo specchio della porta. I primi 20 minuti di gioco del primo tempo sono solo caratterizzati da errori d’impostazione, poco spettacolo e molta noia sugli spalti. Finalmente al 26′ arriva una bella iniziativa di Jonathan che si libera della marcatura di Manfredini e prova la conclusione, la palla finisce a lato non di molto, con Guarin che per poco non riesce a trovare il tempo per intervenire.

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Questo episodio infonde fiducia all’Inter che inizia a stazionare nella metà campo del Genoa e cerca di controllare la gara. Al 44′ finalmente arriva l’occasione per il Genoa. su calcio d’angolo, Kucka anticipa tutti e colpisce di testa, la palla è di poco alta. Dopo questo episodio allo scadere esatto del tempo regolamentare l’arbitro fischia la fine del primo tempo e manda tutti negli spogliatoi. 45′ da dimenticare.

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Gran lancio di Lodi, al 50′, Gilardino stacca in area e cerca di fare da sponda per Bertolacci che, invece, viene anticipato da Handanovic in uscita bassa. Dopo due minuti c’è il primo cambio per l’Inter che prova ad aumentare il suo potenziale offensivo: Icardi prende il posto di Kuzmanovic. Il neo entrato non perde tempo e ci prova immediatamente: cross dalla destra di Campagnaro, l’argentino colpisce di testa ma non riesce ad angolare. Non ci sono problemi per Perin. Due fiammate incendiano San Siro al 58′. Prima la grande occasione del  Genoa vicino al gol, Jonathan si perde Kucka che però si allunga troppo il pallone e non riesce a trovare il tempo per la conclusione, rimette la palla in mezzo, Ranocchia libera di testa. Il pallone arriva dalle parti di Lodi che prova al volo ma la difesa respinge.

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La seconda è la degna risposta dei nerazzurri, con Guarin che s’invola sulla destra, arriva fino sul fondo e mette in mezzo rasoterra, Palacio non ci arriva per un soffio.

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Grande intervento difensivo, al 66′, di Vrsaljko che s’intromette nel passaggio in verticale di Alvarez e anticipa Icardi.

Sostituzione Genoa al 71′, entra Konaté al debutto, esce Bertolacci. Sotituzione pure per l’Inter: esce Cambiasso, entra Kovacic. Guarin lancia bene Jonathan, al 75′, il terzino arriva in fondo e crossa, la palla viene deviata ma arriva comunque sul secondo palo dove arrivano Nagatomo e Palacio, è il giapponese che riesce a toccarla e a spingerla in rete.

Possibilità di raddoppio all’85 possibilità di raddoppio con la traversa di Icardi. Altre sostituzioni quando mancano cinque minuti al fischio finale. Il Genoa fa entrare Santana al posto di Floro Flores, Mazzarri ha invece inserito Taider al posto di Alvarez. Al 89′ per i rossoblù entra Sturaro al posto di Cofie. Al 90′ un perfetto  contropiede di Guarin, serve Palacio il quale da solo davanti a Perin mette il pallone in rete.

Finisce così la partita che ha visto un’unica protagonista in campo nel secondo tempo. Gran partita dei neroazzurri che si lasciano alle spalle gli sbiaditi primi 45′.

Elezioni amministrative: urne quasi vuote? L’affluenza è bassa

bassa-affluenza-voto
Se serviva un’ennesima conferma per il fatto che gli italiani siano delusi dalla politica che ci amministra, sta arrivanto. Sono sette milioni le persone chiamate aller une oggi e domani per le elezioni del sindaco e del consiglio comunale di 563 comuni, con la sfida più importante che si svolge a Roma dove, alle 12, ha votato solo il 9.32% degli aventi diritto: cinque punti in meno se confrontata con le precedenti omologhe. Non se la passano meglio i comuni, che perdono oltre quattro punti rispetto e si fermano a un’affluenza dell’11.57%. Al voto sono chiamati anche i cittadini di Ancona e di altri 14 capoluoghi di provincia: Avellino, Barletta, Brescia, Iglesias, Imperia, Isernia, Lodi, Massa, Pisa, Siena, Sondrio, Treviso, Vicenza e Viterbo. In Valle d’Aosta, invece, ad essere eletto sarà il consiglio regionale.

Perchè le amministrative di domenica sono importanti?

elezioni-amministrative-2013-tuttacronaca

Saranno fondamentali, importanti e cambieranno gli equilibri del governo? E’ probabile che chi uscirà vincitore poi faccia acquistare più forza a un partito piuttosto che all’altro ed essendoci un esecutivo di larghe intese è chiaro che questo avrà riflessi importanti anche nella politica nazionale oltre che locale.  In particolare sarà interessante chi vincerà a Roma, centro amministrativo importante e sede dei palazzi del potere. Sarà anche importante la sfida in Sicilia per capire quanti voti prenderà M5S. Nell’isola ci sono importanti città che vanno al voto come Catania, Messina, Ragusa e Siracusa che possono spostare anche qui gli equilibri della regione e fare da cassa di risonanza nazionale. Sarà anche interessante il voto di Brescia, di Lodi e di Sondrio per vedere se al nord la Lega ancora ha il suo elettorato a livello locale o se sta subendo una flessione dopo la scelta di andare all’opposizione a livello nazionale. Pisa e Siena faranno da ago della bilancia per la Toscana e si toccherà con mano quanto la spaccatura del Pd è profonda. Sono quindi elezioni amministrative che valgono come un’elezione nazionale? Sicuramente hanno un peso ben più elevato rispetto a quelle degli anni passati.

Pioggia di gol al Massimino… Catania-Udinese 3-1

udinese, catania, tutatcronaca

Due squadre che sono protagoniste di un ottimo campionato, in particolare gli etnei che – pur reduci dai ko con Inter e Juve – si trovano appena sotto la zona Europa League a 42 punti. A una sola distanza i friulani che arrivano dal pari interno con la Roma, ma che si presentano molto rimaneggiati: parecchie assenze tra cui quella di capitano Di Natale. Sicuramente un incontro che sulla carta può dare esito a qualsiasi risultato.

la partita inizia con l’Udinese che al 4′ rischia l’autorete con una deviazione fortuita di Benatia, Brkic mette in corner. I padroni di casa appaiono subito lenti nella manovra, anche perchè nei primi minuti di gioco l’Udinese è ben disposta in campo. Al 17′ c’è un incredibile svarione difensivo del Catania, ma Muriel non approfitta, complice anche l’intervento in chiusura di Bellusci. Al 21′, dopo l’assedio dell’Udinese sotto la porta del catania, è la squadra dei rossoblu a scattare in avanti. Gomez trova il colpo di classe, con il tacchetto fa scivolare la palla in aria, ma il suggeriemnto non è accolto da nessun compagno.

Maran appare nervoso in panchina, i suoi non riescono ad essere fluidi nella manovra e sono troppo contratti.

E’ il 24′ quando Castro impatta la sfera di testa senza però inquadrare la porta. La palla risulta alta, ma l’azione era ben organizzata. E’ Barrientos che al 28′, prova a ribattere in rete sulla respinta di Brkic sulla punizione di Lodi, ma l’argentino non trova la porta. Barrientos è al rientro nelle file del Cagliari dopo un mese passato fuori dal campo di gioco a causa di un infortunio.

35′ c’è la vera occasione per l’Udinese. Muriel lanciato entra in area, ma sfiora la palla. Nulla di fatto.

Al 46′ un destro dai 30 metri di metri fuori di un soffio di Merkel chiude il primo tempo.

Partita che nel primo tempo non ha regalato molte emozioni. Solo accelerazioni individuali o qualche buona possibilità, soprattutto tra le file dei friulani, poi sprecata da conclusioni deludenti. Le due squadre sono state per molto tempo bloccate al centrocampo e le incursioni nelle rispettive aree di rigore sono state veramente limitate. Nessun vero pericolo per i portieri.

Il secondo tempo si apre con Maran che manda subito a scaldare Bergessio e Biagianti. Il Catania si prepara ad avere una maggiore pericolosità in avanti.

Il risultato si sblocca al 49′ con Gomez che butta in rete dopo uno splendido uno-due con Castro. 1 a 0 per il Cagliari! Gol numero 6 in campionato per Gomez che sfrutta un bellissimo lancio di Barrientos e grazie al contributo di Castro, in versione assist-man. Udinese sorpresa sul filo del fuorigioco. Reazione immediatadei friulani con un destro violento di Badu che termina sul fondo non di molto. Al 52′ azione confusa nell’area del Catania, alla fine ne esce una conclusione strozzata di Benatia che Andujar para senza problemi. S’infiamma la partita al 56′ con l’ammonizione di Bellusci per un fallo reiterato su Muriel. Poi viene espulso Potenza in panchina per proteste. Scintille in campo dopo lo scontro tra Muriel e Bellusci. Si riprende a giocare e Angella svetta di testa sulla punizione di Merkel ma non inquadra la porta. al 61′ è Muriel che resta a terra dopo uno scontro con Bellusci. Proseguono le scintille tra i due. Al 67′ arriva la doppietta del Gomez e il raddoppio per il Catania! L’attaccante etneo di testa anticipa Badu sul cross perfetto di Barrientos. I friulani sembrano ko. Pioggia di gol per il Catania! Al 71′ Lodi fa il tris con una punizione di sinistro deviata dalla barriera. Nulla da fare per Brkic.

All’81’ c’è il risveglio dell’Udinese con Muriel. Il colombiano batte Andujar in diagonale. Ed è Catania-Udinese 3-1. Dopo il gol i friulani sembrano aver ripreso fisucia, anche se restano poco meno di 10 minuti al fischio finale. L’Udinese assedia la porta del Catania, ma la squadra di casa si difende con tutte le forze. Al 90′ l’arbitro concede 4′ di recupero, ma il risultato non cambia.

Una partita che si è infiammata nella ripresa e ha saputo regalare dei bei gol. Peccato, per l’Udinese, che è riuscita a trovare le misure solo nella fase finale di gioco quando ormai non c’era più tempo per recuperare lo svantaggio.

Il prossimo turno prevede che il Catania venga a Roma per scontrarsi contro la Lazio, mentre l’Udinese attende il Bologna.

 

Scontrino del parcheggio marchiato dalla Lega!

scontrino-lega-nord

Il simbolo della Lega Nord anche sullo scontrino del parcheggio. Succede a Lodi, a segnalarlo è un lettore di Repubblica che invia la foto in cui appare il simbolo della “Lega Nord – Padania“.
Il lettore scrive: “Sul retro della ricevuta di pagamento della sosta campeggia l’emblema della Lega Nord, con tanto di indicazione del committente”. Il lettore nota la commistione tra un servizio pubblico e la propaganda elettorale, e conclude con: “Non commento, ma credo sarebbe interessante sapere come ha reagito l’opposizione in Comune”.

Lodi: sviluppi sul caso

 

Dall’esame di alcune registrazioni fatte da delle videocamere di vigilanza, risulta che il carabiniere di Lodi è stato ucciso mentre, per servizio, controllava due auto in sosta. Le vetture sono state sottoposte a verifica ma sono risultate essere né rubate né sospette. Nelle registrazioni appare invece un uomo immortalato mentre aggredisce il militare.

L’autopsia del cadavere di Sali è prevista per domani, nel frattempo continuano le indagini.

Carabiniere ucciso a Lodi: gli hanno sparato con la sua stessa arma

Giovanni Sali era conosciuto ed apprezzato a Lodi. S’indaga sulla sua pistola, trovata accanto al suo corpo, in cerca di eventuali tracce che riportino all’assassino.

Testimonianze di affetto e dolore per il carabiniere ucciso

 

Giovanni Sali, l’appuntato di 48 anni ucciso ieri in periferia di Lodi, era forse “il carabiniere” di quartiere per antonomasia. In queste ore molte sono state le testimonianze di affetto e di dolore. Ancora sconosciuta la mano che ha sparato.

Sangue sulla divisa

 

Un carabiniere è stato ucciso con tre colpi di pistola questo pomeriggio a Lodi. Sembra che l’uomo stesse tentando di sventare una rapina.

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