Luci rosse in Vaticano… orge con minori?

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I video che incastrano il Vaticano sarebbero nelle mani di un notaio di Lugano, questa è la notizia shock di Francesco Zanardi, presidente di “Rete Abuso”, sulle presunte orge nella Santa Sede. Nei video, girati dalle vittime degli abusi, ci sarebbero alti prelati che molesterebbero i minorenni. Francesco Zanardi, noto blogger in lotta contro la pedofilia, essendo lui stesso stato vittima di molestie sessuali da piccolo, ha “confessato” la sua verità al settimanale ticinese “Il Caffè”.

 

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Orge gay con minori in Vaticano?

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E’ il Fatto Quotidiano con un articolo a firma di Marco Lillo e Ferruccio Sansa a rivelare le orge gay in Vaticano a cui avrebbero, secondo le dichiarazioni di un manager di una multinazionale (che racconta anche di avere prove fotografate e video), partecipato anche minori.  Alcuni degli incontri, sempre secondo la fonte, sarebbero avvenuti proprio tra le mura della Santa Sede:

“In questi anni – racconta l’uomo – per ragioni di lavoro ho avuto occasione di avere accesso ad ambienti vaticani e anche ai personal computer riservati di alti prelati”.

L’uomo avrebbe anche alcuni numeri di cellulare che sarebbero serviti per organizzare questi incontri.

 

Lobby gay in Vaticano? Arriva il dietrofront

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Ieri era stata diffusa la notizia che Papa Francesco avrebbe ammesso che  nella Curia romana esiste una “corrente di corruzione”, e che c’è una “lobby gay” in Vaticano, aggiungendo che “bisogna vedere cosa possiamo fare al riguardo”. “Non posso essere io a fare la riforma, queste sono questioni di gestione e io sono molto disorganizzato, non sono mai stato bravo per questo”, avrebbe ammesso il Papa, aggiungendo che ha fiducia nella commissione cardinalizia che ha creato con questo incarico. Il direttore della sala stampa vaticana, padre Federico Lombardi, interpellato sulla vicenda, ha detto di non avere “alcuna dichiarazione da fare sui contenuti della conversazione” dato che si trattava di “un incontro di carattere privato”. Ma, a seguito della diffusione del resoconto, la Confederazione di Religiosi Latinoamericana e dei Caraibi ha fatto un passo indietro: siamo “profondamente dispiaciuti” per la diffusione del colloquio con il Papa del quale è “attribuibile solo il senso generale”, precisa la presidenza della Clar. I religiosi precisano che “La conversazione che si è svolta sulla base delle domande rivolte al Papa dai presenti”. Il colloquio “non è stato registrato, ma poco dopo è stata fatta una sintesi sulla base di quanto ricordavano i presenti… sintesi destinata alla memoria personale dei partecipanti, in alcun modo ad una pubblicazione per la quale non era stata fatta una richiesta”. Partendo da tali elementi, precisa il comunicato diffuso a Bogotà, “è chiaro che non possono essere attribuite con certezza al Santo Padre le espressioni contenute nel testo, bensì solo il suo senso generale”. E il testo conclude: “La Clar  è profondamente dispiaciuta per quanto è successo e la confusione da essa derivante”.

La lobby gay in Vaticano?

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Lo scoop è del sito cattolico latino-america  “Reflection and liberation”, in cui viene sintetizzato l’incontro del 6 giugno scorso tra il pontefice e i rappresentanti della confederazione latino-americana e dei caraibi dei religiosi e delle religiose. Durante l’udienza il Papa avrebbe detto, secondo quanto riportato dal sito, “Nella curia ci sono persone sante, davvero, ma c’è anche una corrente di corruzione. Si parla di una ‘lobby gay’, ed è vero, esiste. Noi dobbiamo valutare cosa si può fare”.

Interpellato dalla France Presse, il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi, ha detto: “È stato un incontro privato, non ho commenti da fare”.

Lo scorso febbraio, alcuni giornali italiani riferirono di una lobby gay all’interno della curia venuta alla luce durante l’inchiesta ordinata Papa Benedetto XVI su VatiLeaks, ossia le fughe di notizie dal Vaticano.

Insomma le foti sono molteplici, ma non c’è nessuna certezza come non c’è nessuna smentita.

SCANDALO SU SCANDALO AL VATICANO…

 

…COSA SI CELA ANCORA DIETRO QUELLE MURA?

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Dopo Mahony, le dimissioni arrivano da Keith O’Brien, arcivescovo di Edimburgo accusato di ”comportamenti inappropriati”.  Ad accusare il conclavista – che non ha celebrato la messa nella cattedrale di St.Mary a Edimburgo – erano stati tre sacerdoti e un ex religioso. Nonostante le dimissioni, non si pregiudica per ora la sua partecipazione al Conclave. Ieri aveva annunciato di partire per Roma, anche se la Bbc anticipa che adesso potrebbe decidere di rinunciare.

I “COMPORTAMENTI INAPPROPRIATI” – Il cardinale – il chierico inglese più anziano – aveva contestato le critiche ricevute, mentre il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi, aveva spiegato come “il Papa fosse informato del problema”. E come la questione fosse nelle sue mani. Poi la decisione delle dimissioni. O’Brien, che andrà in pensione il prossimo mese, è stato in passato un dichiarato oppositore dei diritti degli omosessuali. In tempi recenti aveva ritenuto i gay “immorali” e sostenuto come il matrimonio omosessuale sarebbe “dannoso per il benessere fisico, mentale e spirituale il benessere delle persone coinvolte “. Ma quali sono le denunce nei suoi confronti? Il Guardian parla di  ”comportamenti inappropriati”, nel 1980. Secondo quanto ha spiegato The Observer era stato un seminarista di 20 anni del College St Andrew, dove O’Brien era “direttore spirituale” a spiegare i suoi “approcci inappropriati”, avvenuti dopo la preghiera della sera. Fatti che risalgono a più di 30 anni fa. Il seminarista ha spiegato come non avesse denunciato prima la questione per timore di conseguenze negative, ma ha sottolineato come si fosse ammalato di depressione a causa dei comportamenti di O’Brien. Che fu poi promosso a vescovo. ”Sapevo che avrebbe avuto molto potere su di me”: una paura tale che ha spinto il prelato a lasciare il sacerdozio.

O’BRIEN  SI DIFENDE – Ma non è stato l’unico a denunciare i “comportamenti” inadeguati di O’Brien. Altri tre accusatori – come si legge sul Guardian – avrebbero raccontato tutto a monsignor Antonio Mennini, nunzio apostolico in Gran Bretagna. Un caso portato alla luce soltanto una settimana prima delle dimissioni improvvise di Benedetto XVI. Ma non si conoscono altri dettagli, dato che le loro testimonianze sono rimaste anonime. Prima delle dimissioni, il cardinale accusato non aveva voluto commentare, ma aveva affidato la sua difesa a Peter Kearney, portavoce della Chiesa cattolica scozzese. “Il cardinale O’Brien ha contestato queste ricostruzioni e ha dato mandato ai suoi legali di occuparsi della questione”. Ma in attesa non aveva celebrato, come al solito, la messa domenicale a Edimburgo.

Scandali e ancora scandali. Un Conclave minacciato sia dall’interno ( con i cardinali schierati gli uni contro gli altri) sia dall’esterno ( con scandali che si sommano ad altri scandali). Già i cattolici degli Stati Uniti avevano consegnato una petizione al Cardinale Roger Mahony, l’ex arcivescovo di Los Angeles, chiedendogli di non andare a Roma. Mahony, come dimostrerebbero anche diversi documenti pubblicati dalla stessa arcidiocesi di Los Angeles, è accusato di aver protetto e cercato di nascondere gli abusi sessuali commessi da decine di sacerdoti nei confronti di minori. Anche il cardinale  Timothy Dolan, arcivescovo di New York al centro del toto-nomine sul successore di Benedetto XVI, è rimasto coinvolto nelle indagini sugli abusi sessuali ai danni di minori, che sarebbero stati commessi da parte di alcuni sacerdoti nell’arcidiocesi di Milwaukee. Senza dimenticare come il pontefice abbia ricevuto questa mattina i tre cardinali (Julian Herranz, Josef Tomko e Salvatore De Giorgi) che hanno indagato sul caso Vatileaks, la questione della fuga di documenti riservati della Santa Sede conclusa con la grazia data dal Papa al maggiordomo Paolo Gabriele. E l’indagine segreta della commissione “ad hoc”, con la relazione top-secret e le polemiche per la presunta ”lobby gay” influente in Vaticano.

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