“La mia fama non durerà più di 15 o 20 anni dopo la mia morte”. Forse lo stesso Giuseppe Verdi si meraviglierebbe scoprendo quanto fosse sbagliata la sua affermazione. Il Maestro “compie” oggi duecento anni ma la sua musica continua ad essere attuale, le sue opere a riempire teatri, le sue note ad appassionare persone di ogni età e di ogni nazione. E proprio in occasione del Bicentenario della sua nascita in tutto il mondo si sono organizzate celebrazioni in suo onore. Nella sua Parma a inizio ottobre, come tutti gli anni, ha preso l’avvio il Festival Verdi, che quest’anno ha rinnovato il logo per l’occasione, un ritratto del Maestro realizzato da Renato Guttuso negli anni Sessanta e donato al Teatro Regio dall’Archivio storico Bocchi e da Fabio Carapezza Guttuso.
A Busseto, paese che diede i natali a Verdi nella frazione di Roncole, si porterà in scena in anteprima il Falstaff nello storico allestimento della Scala che Arturo Toscanini diresse nel 1913 proprio nel teatro parmense. MA qui le iniziative cominceranno sin dal primo mattino, con l’emissione di francobolli, cori, intitolazioni e incontri nei luoghi verdiani, dalla casa natale al museo nazionale.
Per il Bicentenario del Cigno, inoltre, la piccola Officina di Videostoria Fscire di Bologna ha realizzato, in collaborazione con le Teche Rai, il video “Verdi – l”invenzione del vero”, antologia di otto arie e cori verdiani che portano a ritrovare ciò che nella storia di questi due secoli Verdi ha narrato.