Una mostra insolita quella che oggi ha aperto a Napoli organizzata dall’Ufficio Reperti del Tribunale di Napoli con la collaborazione delle Soprintendenze napoletane per i Beni Architettonici e per il Polo museale con l’Ente Morale Biblioteca di Castel Capuano. In mostra sono andati gli oggetti utilizzati per commettere crimini, spesso anche efferati, ma che contribuiscono comunque a descrivere una parte della storia recente di Napoli. La mostra si spera che possa entrare a far parte di un progetto più ampio e di un’esposizione permanente presso un museo della giustizia che dovrebbe trovar sede a Castel Capuano, dove sorge il vecchio tribunale, ora usato per eventi a sfondo culturale. Il progetto dovrebbe rientrare nell’ambito del recupero del centro storico di Napoli, considerato patrimonio dell’Unesco.
Oltre a grimaldelli, piedi di porco e armi, ci sono i famosi “pacchi” napoletani, quelle truffe che venivano vendute agli sprovveduti e fatti passare per grandi affari. Tra i “pacchi” ci sono naturalmente computer e oggetti tecnologici di vario genere, registratori e motociclette. Non mancano neppure le sezioni con i falsi capi d’abbigliamento griffati, oggetti che nascondono cavità in cui stipare droga, false invalidità, finte autoradio e sigarette contraffatte. Ma gli oggetti più interessanti, oltre a una maschera con le sembianze di Lino Banfi e un trono sequestrato a un boss, ci sono le riproduzioni di quadri celebri riprodotti e spacciati per autentici, che naturalmente sono stati sequestrati in diverse operazioni di polizia.