Quella fiducia nell’inverno caldo… con i Forconi alle porte di Roma!

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“Sono qui a chiedere la fiducia per un nuovo inizio”, con queste parole, ben scandite, inizia il discorso di fiducia al Parlamento di Enrico Letta, a Roma. A Torino invece, qualche ora prima, grazie a un blitz della polizia, i trasportatori avevano consegnato la merce, i Forconi erano stati aggirati. Come in uno split screen da una parte scorrono le parole del Premier e dall’altra ci sono gli scontri in piazza. C’è chi s’interroga e si chiede come possa un governo “tecnico”, fortemente voluto da Napolitano e un Parlamento votato con una legge riconosciuta incostituzionale dalla Consulta chiedere la fiducia… Come fanno gli atti emanati da un organo eletto con una modalità incostituzionale essere legittimi?  I giuristi l’hanno spiegato… Distruggere gli effetti prodotti da una  norma, di qualunque rango essa sia, dichiarata illegittima o incostituzionale,  sarebbe pericoloso per l’intero ordine sociale e  potrebbe ledere diritti acquisiti  mentre era in vigore… Eppure basta andare in giro o aprire un social per vedere in quanti pensano che la fiducia si debba chiedere se c’è un “nuovo inizio”. Ma se è un inizio, sarebbe anche insito nel termine che è nuovo… ma in Italia occorre far chiarezza!

“E’ vero l’Italia è oggi una società fragile, stordita dalla crisi. E’ però nello stesso tempo una società pronta, dopo tanti sacrifici, a ripartire. E’ un dovere anche generazionale aiutarla a ripartire”, parole di speranza da parte del Premier che parla di ripartenza… ma le industrie chiudono, il cuneo fiscale è quasi inesistente ed è pronta la stangata nel prossimo anno della Iuc (altro modo di chiamare l’Imu). Ma non bisogna essere pessimisti e pensare a un nuovo inizio!

Questo il video per spiegare il nuovo inizio?

D’altra parte come dice Letta “le istituzioni esigono sempre rispetto e a maggior ragione in un tempo amaro in cui si tenta di immiserire questa aula con azioni e parole illegittime che avallano la violenza, mette all’indice i giornalisti e vuole fare macerie della democrazia rappresentativa”. Un attacco quindi duro e diretto a Grillo e al suo Movimento, che tuttavia basa le sue rivendicazioni su una sentenza della Consulta.

Altra questione spinosa dopo quella della legge elettorale, è sicuramente quella della decadenza su cui il Presidente del Consiglio non ha dubbi “nella questione giudiziaria di Berlusconi non sono entrato e non entro oggi” e poi nasce un nuovo Patto con gli Italiani… ” impegno 2014″, una nuova agenda, forse dettata e copiata a tratti da quella di Renzi, un block notes di appuntamenti e tappe che dovrebbero portare alle riforme, “Per le riforme dobbiamo muoverci nella procedura della revisione dell’articolo 138, e dobbiamo porci quattro obiettivi: riduzione del numero dei parlamentari; abolizione delle Province dalla Costituzione; fine del bicameralismo perfetto, con un’unica Camera che dia la fiducia e faccia le leggi, e l’altra che esprima le autonomie; una riforma del titolo V della Costituzione, chiarendo al massimo le responsabilità di governo”… anche se per il momento l’unica legge a cui si tende è quella dell’amnistia e dell’indulto: “siamo la patria di cesare Beccaria e Dobbiamo dimostrarlo”. Poi un esempio davanti agli occhi ora Letta lo ha L’anno prossimo studieremo “la Partecipazione dei lavoratori all’azionariato con una rappresentanza negli organi societari, ne parleremo insieme” con azienda e sindacati, ed “è il tentativo” di “sperimentare” quanto fatto in Germania. Ma mentre sperimentiamo, tanto il tempo ce lo abbiamo, Letta fa anche il “buon padre di famiglia” e ridurrà le bollette dell’energia elettrica “venerdì nel piano destinazione Italia che avrà il via libera del Consiglio dei ministri “interverremo sul costo dell’energia” con “una riduzione di 600 milioni sulle bollette”, una riduzione “che si somma a quella già prevista dal decreto Fare”.

Naturalmente arriva il bastone e la carota anche sull’Europa perché Letta sottolinea “vorrei tracciassimo una linea, di qua chi ama l’Europa e sa che senza l’Ue ripiombiamo nel medioevo. Di là chi vuole bloccare l’Europa e si scaglia contro i suoi limiti” e poi aggiunge “L’italia deve avere conti in ordine, come oggi accade. E lo ricordiamo a tutti anche ad alcuni tecnocrati di Bruxelles”.

Intanto i Forconi preparano la loro azione eclatante, mentre la politica parla d’Europa e la nuova agenda, spinta dal segretario Renzi, si ridisegna per cercare di creare una nuova, l’ennesima, larga intesa che sostenga un governo “tecnico-politico-presidenziale”

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Ma quale ombrello? Ecco il video della manganellata al sindaco.

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C’è un operaio indagato, in concorso con ignoti, su quale pendono sette capi d’accusa tra cui lesioni, violenza e resistenza a pubblico ufficiale, lancio pericoloso di cose… ma probabilmente non è stato l’uomo con l’ombrello in mano a colpire il sindaco di Terni. L’affermazione del 37enne narnese “Non ho sferrato alcun colpo”,  sembra essere confermata dal video mandato in onda dal Tg3 regionale dell’Umbria, dove appare chiaramente che l’ombrello è lontano dal sindaco che invece viene colpito da un manganello.

Anche se il colpo sferrato non si riesce a vedere perché è impallato dietro i caschi e gli scudi dei poliziotti, appare difficile che un ombrello che si trova a molta distanza dal sindaco lo possa colpire in piena testa, mentre sarebbe inspiegabile come i colpi delle manganellate inferti dai poliziotti a pochi passi dal primo cittadino non abbiano colpito proprio Di Girolamo. Il giallo c’è, ma sembra che si stia dipanando anche grazie alle riprese che il Tg3 ha mandato in onda.

I testimoni della manifestazione avevano sempre asserito che il sindaco fosse stato colpito da un manganello, il primo fra tutti era stato l’assessore regionale allo Sviluppo economico Vincenzo Riommi che torna a parlare dopo la diffusione del nuovo video: “Ero a un passo dal sindaco, e non ho visto nessun ombrello. Quel che è successo è chiarissimo. Il video Rai non fa altro che confermarlo. Singolare che i media nazionali, che hanno dato grande e immediato risalto al famoso filmato dell’ombrello diffuso mercoledì sera, mostrino così poco interesse per quest’altro. Detto ciò, la questione più importante è quella della gestione della situazione da parte delle autorità. Non si doveva arrivare a quel punto”.

Di Girolamo intanto chiarisce la sua posizione: “Il problema è prima di tutto politico e riguarda la gestione dell’ordine pubblico. Vanno accertate le responsabilità: occorre scoprire se qualcuno ha dato degli ordini sbagliati. Non sporgo denunce o esposti. Ci sono dei funzionari del ministero dell’Interno che stanno indagando, facciamoli lavorare”.

Ombrello o manganellata sul sindaco di Terni? E giallo!

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“Ci spiace umanamente per quanti sono rimasti feriti negli scontri, compreso il sindaco di Terni, anche se occorre accertare bene la dinamica dell’accaduto perchè il ferimento del primo cittadino potrebbe non essere stato causato da una manganellata di un operatore di polizia, ma dall’ombrello di un manifestante”: ad avanzare l’ipotesi sono il segretario regionale del Sap Claudio Senese e quello provinciale del Siulp, Sandro Donnola.

In una nota congiunta, i sindacati di polizia “esprimono rammarico e preoccupazione per i fatti avvenuti oggi in città che sono sfociati in violenze”.

In ogni caso, come si può vedere dal filmato la reazione dei poliziotti sulla folla c’è stata e anche se non ha colpito il sindaco ha colpito sicuramente altri cittadini.

Pochi minuti prima che si diffondesse la notizia che potrebbe essere stato un ombrello di un operaio e non il manganello di un poliziotto a colpire il sindaco di Terni, Letta a Otto e mezzo’ commentava “Stamattina è successo un fatto grave, non può assolutamente accadere, ho parlato con il sindaco e mi sono scusato con lui. “. Il capo del governo ha annunciato che Il ministro degli interni Alfano ha ordinato un’ispezione per capire cosa è successo “perché -ha aggiunto Letta – non dovrà più accadere”.

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